di Angela Iantosca
Non viene dal mondo della pesca, né per formazione personale né per tradizione familiare, ma quando Francesca Biondo, direttrice di Federpesca, è entrata in contatto con questa realtà ha deciso di sposarne le sfide, l’umanità e quel senso di appartenenza solidale difficile da trovare in altri settori lavorativi, salvaguardandone l’autenticità nonostante la modernizzazione necessaria e naturale.
Noi l’abbiamo intervistata in vista di quei passaggi imminenti che la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca deve affrontare.
A cominciare dalla firma, il 27 settembre, dell’accordo con MSC Marine Stewardship Council, organizzazione non profit che promuove la pesca sostenibile, e con la quale Federpesca ha dato avvio ad un’importante collaborazione che, grazie a un approccio partecipativo che coinvolge operatori della pesca, ha l’obiettivo di promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle attività di pesca italiane.
“Noi ieri abbiamo firmato un accordo che ha l’intenzione di far partecipare i pescatori a quelle che sono le politiche di gestione. Molto spesso i temi della sostenibilità vengono trattai con delle norme calate dall’alto e che vincolano molto. Da questo punto di vista, l’approccio verso la sostenibilità, se deve essere inteso dal basso verso l’alto, deve necessariamente coinvolgere il mondo della pesca. Questa collaborazione vuole coinvolgere il maggior numero di attività di pesca per avvicinarle al livello di migliori pratiche richieste dallo Standard MSC per la pesca sostenibile, lo Standard internazionale scientifico più rigoroso a livello mondiale per la pesca sostenibile. Da anni le imprese di pesca sono impegnate in un processo di sostenibilità della propria attività che merita il giusto riconoscimento a livello sociale. La collaborazione con MSC vuole essere una sfida per il nostro settore nel reciproco riconoscimento per valorizzare i nostri prodotti e sostenere così il valore sociale ed economico del nostro settore”.
La conferenza del 27 settembre durante la quale è stato siglato l’accordo con MSC
Le attività previste dalla collaborazione saranno finanziate da Federpesca e MSC attraverso l’Ocean Stewardship Fund, il fondo creato da MSC per supportare la sostenibilità delle attività di pesca a livello globale. Una collaborazione che prende a modello il progetto BluFish, portato avanti da MSC dal 2018 per accompagnare le attività di pesca italiane lungo un percorso di sostenibilità strutturato in quattro tappe fondamentali: una mappatura delle attività di pesca, una pre-valutazione di attività selezionate per valutarne aree di forza e di debolezza, lo sviluppo e l’implementazione di un piano d’azione.
Da questo punto di vista avete già delle attività in essere con MSC?
“Da questo punto di vista con MSC abbiamo già portato avanti diversi progetti importanti: caso esemplare di questo approccio è il lavoro svolto con la pesca al gambero bianco di Molfetta in Puglia (GSA 18) che, grazie al coordinamento del GAL Ponte Lama e la partecipazione dell’istituto di ricerca COISPA e di Federpesca, ha avviato l’implementazione di miglioramenti concreti, spianando la strada verso la sostenibilità e potenzialmente avvicinandoli al raggiungimento della certificazione di pesca sostenibile secondo lo Standard MSC. Questi miglioramenti includono un’importante pietra miliare: la creazione di spazi di discussione internazionale con la Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo (CGPM) e gli altri Paesi (Albania, Croazia e Montenegro) coinvolti nella pesca di questa risorsa condivisa. Nella prima fase del progetto, le prime specie ittiche oggetto di pre-valutazione saranno il tonno alalunga in Sicilia (GSA 19) e i piccoli pelagici (sardine e acciughe) in Adriatico (GSA 17 e 18). Verrà inoltre condotto l’aggiornamento della pre-valutazione della pesca al gambero bianco in Puglia, realizzata nel 2020, per aggiornarla agli ultimi requisiti della versione 3 dello Standard MSC pubblicata nel 2022. In una seconda fase si prevede il coinvolgimento di altre specie ittiche e marinerie”.
Un altro momento della conferenza durante la quale è stato firmato l’accordo con MSC Marine Stewardship Council
A proposito della legge di riordino del settore ittico: a che punto siamo e quali le priorità?
“Torna all’attenzione una legge di riordino che non ha avuto particolare fortuna nelle ultime legislature, infatti non è mai arrivata alla Camera per approvazione, cosa che ha creato sconforto nel settore. Ma penso che questo governo ha una maggioranza parlamentare che gli altri governi non avevano, quindi arriveremo a dama. Nella legge ci sono delle semplificazioni importanti a partire dal Codice della navigazione e anche alcune questioni che riguardano la semplificazione amministrativa. Ma mancano due elementi: uno riguarda una modifica della 154 che dovrebbe riproporzionare le sanzione rispetto agli illeciti commessi e quindi andare a definire quando è sanzione grave o no; l’altra questione è il tema degli ammortizzatori sociali e quello del ticket NASpI. Nel nostro settore, infatti, nel caso di malattia avviene lo sbarco del marittimo. A causa dello sbarco, si va in disoccupazione e l’armatore deve pagare il ticket all’Inps, anche se spesso la ‘perdita’ del marittimo è un danno per lo stesso armatore, vista la difficoltà di trovare lavoratori in questo settore. Inoltre vorremmo inserire il tema della facilitazione e chiarificazione delle procedure di marittimi extracomunitari, che potrebbero garantire anche l’ingresso di lavoratori extracomunitari”.
Ci sono altri dossier aperti in cui è oggi impegnata Federpesca?
“Sicuramente un tema molto importante è la difficoltà dovuta al prezzo del gasolio che non scende da un anno e mezzo e che nel nostro settore rappresenta il 60% della spesa. Per questo abbiamo chiesto di prorogare la misura del credito di imposta – per ora attivata solo per il primo trimestre 2023 – fino al primo trimestre del 2024”.
Dal 30 settembre, alle 14, su Rai Uno andrà in onda “Linea Blu Discovery”, programma condotto da Fabio Gallo e Giulia Capocchi: di cosa si tratta?
“Si tratta di un programma voluto da Federpesca in collaborazione con la Rai, con l’obiettivo di far conoscere al grande pubblico la pesca che non viene mai raccontata nel modo giusto dai media. Vogliamo far conoscere tutte le attività legate a questo mondo e come arrivano i prodotti ittici sulle nostre tavole, inoltre vogliamo far conoscere le tradizioni, le specie differenti, i vari sistemi di pesca e poi le ricette e i progetti che stiamo portando avanti in termini di sostenibilità, rifiuti, ricambio generazionale, donne, rinnovo della flotta. In ogni puntata – in tutto sono quattro – parleremo di due marinerie: nella prima saremo a Riposto con la pesca del pesce spada e a Mazara, con quella del gambero rosso, il re del Mediterraneo; nella seconda a Molfetta e Termoli, nella terza a Castiglione della Pescaia e Fiumicino e nell’ultima ad Ancona e Chioggia. Abbiamo scelto le marinerie tra le più importanti d’Italia, ognuna con un sistema di pesca specifico”.
Un momento delle riprese della trasmissione in onda su RaiUno dal 30 settembre (Foto Fb)
In che senso il mondo della pesca non viene mai raccontato nel modo giusto?
“Spesso si parla solo dei temi che riguardano l’impatto ambientale che questa attività ha, cosa che sicuramente c’è, come accade in molte altre attività produttive del nostro Paese. Ma ciò che vogliamo dimostrare è che nelle imprese associate a Federpesca si seguono le normative europee, la sicurezza della navigazione, il rispetto dei contratti e dell’ambiente. Tutto viene fatto nelle regole, nonostante le tante difficoltà proprie di questo settore che sta vivendo le criticità proprie della congiuntura economica che stiamo attraversando. Ma ciò che ci piace è che emergerà la dignità di questo lavoro e la consapevolezza di avere una responsabilità verso l’utenza”.
Al Salone Nautico di Genova, che ha chiuso martedì 26 settembre, avete portato la mostra immersiva “Il mare dentro, storie di pesci, pescatori e acqua”: che riscontro avete avuto? La porterete altrove?
“L’idea, anche in questo caso, è stata di far conoscere il mondo della pesca al grande pubblico. Abbiamo individuato il Salone come vetrina per dare uno sguardo diverso e permettere agli utenti di viverlo in modo nuovo e per questo ringraziamo Confindustria Nautica per l’ospitalità. Ci volevamo rivolgere ad un pubblico che non conosce il settore della pesca, ma che comunque è molto attento ai temi del mare. Al termine di queste giornate posso dire che abbiamo ricevuto ottimi riscontri e tantissimi visitatori, anche grazie alla strutturazione della mostra. Suddivisa in tre sale, la mostra è stata in grado di accompagnare il visitatore all’interno di un percorso visivo e sonoro, facendo immergere fisicamente ed emotivamente nelle storie – fatte di passione, sacrificio e dedizione – di donne e uomini che ogni giorno si impegnano a offrire i migliori prodotti ittici. Una sezione della mostra era proprio incentrata sul ruolo delle donne nel mondo della pesca per trasmettere il loro grande valore: mogli, madri, figlie, sorelle, spesso percepite come figure silenti in questo settore, che svolgono invece ruoli attivi e indispensabili, soprattutto per le imprese ittiche familiari. Abbiamo avuto tanti visitatori incuriositi che grazie alla mostra si sono interessati a Federpesca e a cosa fa. A questo punto abbiamo pensato di farla girare, soprattutto nelle città di mare”.
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