Analisi della biologia delle specie e gestione della pesca, allevamento di trota e branzino con sottoprodotti della lavorazione delle carni, presenza di microplastiche nelle seppie. Ma anche possibilità di estrarre proteine dalle acque di scarto della lavorazione dei prodotti ittici da utilizzare come additivi alimentari. Sono alcuni dei temi affrontati dagli autori delle 10 tesi di laurea, vincitrici del premio “Pesca e acquacoltura sostenibili: dalla governance alla filiera”, indetto anche per il 2023 da Legacoop Agroalimentare in collaborazione con Randstad Italia, e premiate stamani a Roma nella Sala Cavour, presso la sede del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida. L’iniziativa è realizzata nell’ambito del Programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura 2022-2024, annualità 2023.
Il ministro Francesco Lollobrigida ha detto «grazie per i preziosi spunti che oggi mi avete offerto. È importante puntare sulle nuove generazioni e garantire loro di restare in Italia dopo gli studi, creando opportunità lavorative soprattutto in quei settori che hanno interessato i loro studi. Complimenti a tutti coloro che hanno partecipato al bando e a coloro che hanno vinto il premio. Il valore delle vostre ricerche rappresenta la base per trattare alcuni temi come, ad esempio, quello della sicurezza alimentare».
Il premio. I dieci laureati (Nicolò Bacchet, Mirko Bellotti, Margherita Cuzzit, Viola Faraoni, Giulia Fasce Cannata, Gianmarco Liga, Cinzia Mastro, Riccardo Napolitano, Elisa Pignoni e Christian Zaramella) e le loro tesi di laurea vincitrici sono state premiate da Legacoop Agroalimentare con un assegno di 2mila euro per ciascun elaborato. Obiettivo quello di promuovere le migliori pratiche a sostegno dello sviluppo ambientale, sociale ed economico. A stare a cuore è la valorizzazione della formazione universitaria di settore quale supporto ad una filiera produttiva che, in un mercato globalizzato, non può fare a meno di professionalità e conoscenza.
Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare sottolinea come «il valore di questo premio sta nel mettere insieme giovani, Università e ricerca per creare quei legami su cui poter generare elementi di crescita e innalzare così il livello delle competenze. Aspetti questi sui quali Legacoop
Agroalimentare crede fortemente». Altro aspetto fondamentale, continua Maretti è che con queste iniziative «si aprono competenze nuove, si investe in conoscenza e ricerca per poter essere in grado di affrontare tutte le problematiche del settore. Questo per investire su un futuro fatto non soltanto di gestione delle emergenze, come il granchio blu. Vogliamo garantire un equilibrio che regga agli sconquassi provocati dai cambiamenti climatici e dalle specie aliene».
Per Andrea Castellett, responsabile relazioni Istituzionali di Randstad, «non c’è dubbio che la valorizzazione del talento sia un tema molto caro per Randstad. Il benessere e lo sviluppo della nostra società dipendono dall’impegno delle giovani generazioni ma anche dalla sensibilità verso tematiche come la sostenibilità e l’attenzione al nostro territorio. Auspico che questo premio sia, per i talenti incontrati oggi, un riconoscimento importante del percorso formativo e uno stimolo per continuare a portare valore e innovazione nel settore della pesca e acquacoltura sostenibili»
Con questo premio Legacoop Agroalimentare vuole stimolare la ricerca in ambito accademico sui temi legati alla governance della pesca e dell’acquacoltura, alla multifunzionalità di impresa, all’economia circolare, alla crescita blu, analizzate dal punto di vista degli impatti e delle interazioni di carattere economico, sociale e giuridico in mare e nelle acque interne.
Come ha spiegato Elena Ghezzi, responsabile settore Pesca di Legacoop Agroalimentare, «questa seconda edizione è stata caratterizzata da una partecipazione di lavori di altissimo livello e con una distribuzione geografica delle Università lungo tutta l’Italia, da Udine a Palermo, da Milano a Bari. L’alto valore scientifico dei temi trattati lo dimostra il fatto che il 62% dei candidati si è laureato con 110 e lode con tesi che spaziano dalle aree delle discipline scientifiche, a quelle tecnologiche, e umanistico sociali. Preme anche sottolineare come esista una parità di genere tra i laureati che hanno partecipato al bando».
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