Pesce palla: da invasore a mangime per l’acquacoltura – 150 anni fa, l’apertura del Canale di Suez ha portato significativi benefici per i viaggi e il commercio. Tuttavia, ha anche creato un “canale” per la migrazione di massa di specie marine invasive dall’Indo-Pacifico, con conseguenze negative sulla biodiversità dei bacini marittimi.

Una delle specie più dannose oggi nel Mar Mediterraneo è il pesce palla, originario del Mar Rosso.

Il progetto LagoMeal, finanziato dall’UE, ha trasformato questa specie invasiva in un’opportunità commerciale, riunendo esperti da istituzioni nazionali e private. Utilizzando il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), hanno sviluppato un processo per trasformare il pesce palla in farina di pesce di alta qualità, disattivando una potente tossina nervosa.

Il pesce palla Lagocephalus sceleratus, imparentato con il fugu del Giappone, minaccia l’ambiente e la pesca. Crescendo rapidamente, danneggia attrezzi da pesca e predilige mangiare specie autoctone. I pescatori greci sostengono che i danni alle reti causati dal pesce palla possono superare i 5.000 euro all’anno per ciascuno. L’espansione dell’acquacoltura aumenta la domanda di mangimi acquatici, mettendo sotto pressione l’offerta di farina di pesce.

La Grecia, con solo cinque impianti di produzione di mangime, deve importare 50.000 tonnellate di farina di pesce all’anno, costando circa 70 milioni di euro.

Il Dr. I. Negas, responsabile scientifico del progetto, sostiene che creare valore per una specie invasiva è il modo migliore per controllarla. Trattando termicamente il pesce palla, i partner del progetto hanno creato un mercato redditizio, con pescatori e acquacoltori che traggono vantaggio.

Le prove mostrano che la cottura a 160°C disattiva il veleno, rendendo il pesce palla sicuro per il consumo umano. Le prove di alimentazione dimostrano che la farina di pesce palla può sostituire fino al 30% della farina convenzionale usata nella dieta della spigola europea.

Il piano aziendale prevede un impianto di lavorazione da 1.500 tonnellate/anno, producendo 250 tonnellate/anno di farina di pesce e 100 tonnellate/anno di olio di pesce. Il ritorno sugli investimenti è stimato al 15-25% in dieci anni, a seconda delle misure compensative per i pescatori.

La lavorazione del pesce palla potrebbe essere un investimento interessante per i produttori di mangimi acquatici, riducendo i costi per gli acquacoltori. La produzione locale di farina di pesce potrebbe portare vantaggi all’industria, controllando le popolazioni di Lagocephalus sceleratus.

I finanziamenti dell’UE hanno avviato il processo di approvvigionamento di proteine alternative e dimostrato il processo su scala di laboratorio e pilota. Il progetto ha anche facilitato la collaborazione tra il Centro ellenico per la ricerca marina (HCMR) e i pescatori costieri, aprendo opportunità per futuri programmi di ricerca e innovazione.

Queste competenze, insieme alle attrezzature, consentiranno all’HCMR di partecipare a nuovi progetti di ricerca e innovazione, beneficiando sia dell’UE che delle opportunità nazionali e industriali.

Pesce palla: da invasore a mangime per l’acquacoltura

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