Reso pubblico il D.D. 138946 del 26/03/2025 che fornisce l’elenco delle imbarcazioni autorizzate alla pesca del pesce spada nel Mediterraneo per l’annualità 2025.
Emanato il D.D. 139192 del giorno 26 marzo relativo all’elenco delle imbarcazioni ammesse, per l’annualità 2025, alla pesca del tonno alalunga nel Mediterraneo.
Incontro con le rappresentanze delle città costiere
Celebrato a Roma il convegno “Il settore della pesca in Italia e l’Unione Europea: sfide ed opportunità”, organizzato dal Masaf in occasione della prima visita ufficiale in Italia del Commissario europeo per la Pesca e gli Oceani, il cipriota Costas Kadis.
Incontro formale ieri con le marinerie italiche
E’ stata una significativa occasione di confronto tra istituzioni italiane ed europee, con la partecipazione degli assessori regionali alla pesca e dei principali rappresentanti del settore ittico nazionale. L’argomento clou è stata l’analisi delle prospettive e delle sfide del comparto nel contesto delle politiche europee, con particolare attenzione alla sostenibilità, alla tutela delle marinerie italiane e alla competitività delle imprese coinvolte.
Le parti hanno evidenziato la necessità di un dialogo costante tra Italia e Unione Europea per garantire il sostegno e lo sviluppo del settore ittico.
Il Commissario Kadis ha riconosciuto il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo, evidenziando il contributo che il nostro Paese può portare nella definizione delle politiche europee sulla pesca, ed ha elogiato la capacità dell’Italia di integrare sistemi avanzati per il monitoraggio delle acque, ribadendo il sostegno della Commissione nel processo di digitalizzazione della pesca.
Il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa è partner di LIFE OASIS, progetto europeo che salvaguarda la biodiversità marina riducendo il rischio intrappolamento che deriva da attrezzi da pesca abbandonati o smarriti
Ogni anno nel Mediterraneo alcune tartarughe marine rimangono intrappolate in attrezzi da pesca persi o abbandonati. Proteggere gli ecosistemi del ‘Mare Nostrum‘ richiede un’azione coordinata e una responsabilità condivisa, fra i diversi paesi e le diverse flotte che operano al suo interno, per proteggere la nostra biodiversità, ma anche la sostenibilità della pesca e la sicurezza marittima.
Particolare di una caretta caretta
LIFE OASIS è stato istituito per affrontare la spinosa questione, un progetto pionieristico che combina tecnologia, ricerca e collaborazione diretta con il settore della pesca e marittimo a livello internazionale che vede il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa fra i partner. Il progetto durerà cinque anni e punta a mitigare gli impatti negativi della pesca e dei rifiuti marini sulla biodiversità del Mediterraneo, con particolare attenzione alle tartarughe Caretta caretta, una specie prioritaria, censita anche nella Direttiva Habitat e classificata nella Lista Rossa della IUCN come specie “Vulnerabile” a livello globale.
Reti, lenze, nasse lasciate in mare e lasciate incustodite si possono infatti trasformare in trappole mortali e possono continuare a catturare pesci e altre specie per mesi o addirittura anni, un fenomeno noto come “pesca fantasma“.
In particolare, il Progetto LIFE OASIS svilupperà di un modello intelligente di aFAD (intelligent anchored Fish Aggregating Device) cioè di dispositivi ancorati sul fondale marino usati per pescare in modo controllato e sostenibile. Gli strumenti saranno dotati di sensori avanzati per monitorare l’ecosistema circostante e raccogliere dati sulla presenza di pesci e specie protette, come le tartarughe marine. Verrà inoltre realizzata una mappatura degli attrezzi da pesca abbandonati, persi o scartati nel Mediterraneo.
Una immagine di pesca fantasma
“Il progetto coniuga innovazione tecnologica e ricerca scientifica, promuovendo la sinergia tra pescatori, operatori del settore e ricercatori con azioni che si svolgono in continuità con le azioni di progetti finanziati in passato come LIFE MEDTURTLES o TARTALIFE. L’obiettivo è multiplo: prevenire la cattura accidentale delle tartarughe marine, promuovere la sostenibilità della pesca e tutelare la biodiversità – le parole del professor Casale dell’Università di Pisa, referente scientifico del progetto ed esperto nella conservazione delle tartarughe marine e nelle loro interazioni con la pesca.
LIFE OASIS (Mitigating the negative interactions of protected species with marine litter and pelagic fisheries of the Mediterranean) è un’iniziativa co-finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE (GA n. 101148343 – LIFE23-NAT-ES-LIFEOASIS). Il progetto è coordinato da Alnitak Research Institute (una ONG spagnola) e vede la collaborazione di prestigiosi partner, tra cui il Consiglio superiore delle ricerche scientifiche spagnolo (CSIC) e, fra quelli italiani, la Stazione Zoologica Anton Dhorn e l’Associazione Filicudi Wildlife Conservation.
Illustrato dal Commissario Caterino ed i Ministri Lollobrigida e Pichetto
Presentato il “Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu”. Prevede la collaborazione di ISPRA, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), CREA, Capitanerie di Porto ed Enti territoriali delle regioni più colpite dall’emergenza. Con un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro – stanziati nel D.L. Agricoltura – per il biennio 2025-2026, il Piano intende preservare la biodiversità degli habitat colpiti, contrastare la proliferazione della specie invasiva, prevenire ulteriori danni economici e promuovere la ripresa delle attività di allevamento e pesca. Tra le principali misure, il contenimento e lo smaltimento del granchio blu, la protezione delle strutture di acquacoltura, la valorizzazione delle biomasse attraverso utilizzi alternativi e il sostegno economico alle imprese del settore.
Granchio blu, emergenza economica ed ambientale
Le risorse stanziate per la realizzazione del piano straordinario, si sommano agli oltre 44 milioni di euro previsti dal Masaf negli ultimi anni.
Secondo ISPRA, in Italia si contano oltre 3300 specie invasive, un numero molto importante, che ricorda l’importanza di tutelare la biodiversità marina, cioè la vita e la natura presente dei mari, elemento di benessere ambientale, di sviluppo economico e di attrattiva unica al mondo, senza trascurare l’emergenza economica per i gravissimi danni che il granchio blu e altre specie “aliene” hanno creato agli allevamenti di molluschi con danni che hanno raggiunti in alcuni casi il 100% delle produzioni”.
“Il piano contro il granchio blu – le parole del Commissario Caterino – è il frutto di un lavoro congiunto realizzato in collaborazione con ministeri, Regioni, pescatori e altri attori coinvolti, a cui va un sentito ringraziamento per il contributo fondamentale offerto. La strategia integrata prevede pesca selettiva, monitoraggio e protezione degli ecosistemi, con interventi concreti che vedranno protagoniste le flotte locali. Saranno finanziati cattura, smaltimento e installazione di recinzioni nelle aree idonee. L’obiettivo è unire competenze e risorse per ripristinare l’equilibrio ambientale e garantire il sostegno alle attività produttive”.