Autore: Andrea Martire Pagina 4 di 5

Serpillo, appoggio alle Marinerie Italiane contro il Piano d’Azione UE che mina il settore ittico nazionale

Il Piano d’azione proposto dalla Commissione Europea rappresenta un grave rischio per il settore ittico italiano. Ne è convinto il Presidente di Agripesca, Mario Serpillo, il quale esprime profondo dissenso contro il progetto del Commissario Europeo alla Pesca e all’ Ambiente, il lituano Sinkevicius.

La proposta prevede una forte limitazione della pesca a strascico in tutta Europa entro il 2030 e l’istituzione di ulteriori aree marine protette, sollevando serie preoccupazioni circa gli effetti negativi sulle imprese, i lavoratori, i territori e l’economia del nostro Paese.

Il Piano, i rischi per l’Italia

“L’obiettivo del settore ittico italiano è la salvaguardia di un sistema che garantisce sicurezza alimentare e un approvvigionamento equo, salutare e sostenibile di prodotti ittici freschi, rispettando gli elevati standard di qualità, tracciabilità e certificazione europea”, le parole del Presidente Serpillo. “Tuttavia, con il Piano proposto, migliaia di lavoratori, cooperative, imprese, famiglie e territori rischiano di essere privati del loro futuro”.

Il settore si solleva

Ma il nostro presidente non è solo. Associazioni e i sindacati di settore mettono in evidenza il fatto che il piano non considera adeguatamente l’impatto sociale ed economico di tali misure. La principale preoccupazione riguarda la totale dipendenza che si verrebbe a creare dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti ittici, minando così la sovranità alimentare dell’Italia. Con l’attuazione di questo piano, migliaia di lavoratori, cooperative, imprese, famiglie e territori rischiano di subire conseguenze disastrose.

Le marinerie italiane, infatti, sottolineano che lo smantellamento indiscriminato della pesca a strascico comporterebbe un aumento delle importazioni da Paesi in cui la pesca non rispetta la legislazione italiana ed europea in materia di ambiente, sicurezza e diritti dei lavoratori. Tale situazione rischia di creare una concorrenza sleale per il settore ittico nazionale, compromettendo la sostenibilità economica delle imprese locali e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.

Pesca a strascico, i numeri in Italia

In Italia, la pesca a strascico rappresenta il 20% della flotta totale peschereccia, con 2.088 unità e circa 7.000 lavoratori impiegati. Inoltre, contribuisce al 30% degli sbarchi e al 50% dei ricavi del settore ittico nazionale. A livello europeo, questo tipo di pesca costituisce il 25% degli sbarchi totali di prodotti ittici e genera il 38% dei ricavi, coinvolgendo oltre 7.000 imbarcazioni.

È essenziale che l’Italia si opponga a tali misure, difendendo il proprio settore ittico e preservando la sovranità alimentare del Paese. Il Presidente dell’UCI e di Agripesca, Mario Serpillo, invita le Istituzioni nazionali ed europee a considerare attentamente le conseguenze economiche e occupazionali di questo Piano, al fine di adottare soluzioni che siano sostenibili dal punto di vista sociale, economico ed ambientale.

Acquacoltura, filiera alimentare e contrasto naturale alle emissioni

Il convegno “L’acquacoltura: tra ricerca, innovazione e sostenibilità” da noi organizzato recentemente a Tortoli (Nu), è stato una magnifica occasione per richiamare l’attenzione sulle capacità delle ostriche, delle vongole e delle cozze di catturare l’anidride carbonica e di utilizzarla per formare i rispettivi gusci.

“Tale peculiare facoltà di assorbimento di CO2, ha spiegato il Presidente Mario Serpillo, attribuisce loro una funzione di primaria importanza per contenere i livelli di anidride carbonica e di conseguenza il loro allevamento rappresenta a tutti gli effetti una soluzione innovativa anche per contrastare il cambiamento climatico”.

Quindi l’acquacoltura rappresenta un’opzione sostenibile, sia per i benefici per l’ambiente, sia per il fatto di contribuire in modo sostanziale a soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione mondiale, fornendo un importante sostegno al settore ittico, attualmente in difficoltà.

E parliamo di numeri significativi perché in ambito europeo, l’acquacoltura rappresenta il 20% della produzione ittica totale e si occupa dell’allevamento di oltre quaranta specie diverse, che costituiscono fonti alimentari preziose e nutrienti.

Un altro aspetto di rilievo riguarda l’importanza delle alghe come risorsa cruciale per il futuro dell’alimentazione umana. Le coltivazioni di alghe, inoltre, possono essere finalizzate alla produzione dello zooplancton, del fitoplancton e dunque alle larve dei pesci; esse rappresentano una fonte preziosa per garantire, fin dall’inizio, un ciclo di produzione completamente naturale e sostenibile e segnano una svolta rispetto ai sistemi di allevamento tradizionali.

Nelle sue conclusioni, il Presidente di Agripesca e dell’UCI, Mario Serpillo, conferma, anche per l’acquacoltura, l’importanza dell’innovazione e della ricerca, sottolineando come essa rappresenti una risorsa fondamentale per sostenere il settore della pesca.

L’UCI e Agripesca si impegnano a proseguire con intenti congiunti la promozione di pratiche sostenibili e tecnologie all’avanguardia per garantire la sicurezza alimentare, la conservazione delle risorse marine e il benessere dei pesci d’allevamento.

Tortolì, il 20 maggio si parla del futuro dell’acquacoltura

La sala riunioni della locale Cooperativa Pescatori sarà il palcoscenico del convengno “L’acquacoltura, tra ricerca, innovazione e sostenibilità“. Sabato 20 maggio i lavori saranno aperti dai saluti istituzionali del Sottosegretario di Stato al Masaf, on. D’Eramo.

L’introduzione dei temi trattatai sarà a cura di Toni Scilla, consigliere nazionale di Agripesca. Gli interventi che si succederanno come da scaletta affronteranno i temi dell’acquacoltura e dei suoi sviluppi, inevitabilmente declinati attraverso i necessari aspetti ambientali ed ecosostenibili, nelle lagune sarde. Si parlerà poi dell’allevamento della vongola verace mediterranea e delle ricadute economiche sul territorio di un approccio così trasversale alla materia, cercando di individuare le giuste traiettorie per il futuro. Il tema della transizione ecologica verrà collegato alle esigenze dell’acquacoltura cercando di ipotizzare le più corrette linee di sviluppo. Gli interventi tecnici saranno conclusi dal dottor Ibba, direttore del servizio pesca e acquacoltura della Regione Sardegna, mentre a Mario Serpillo, presidente nazionale di Agripesca, saranno affidate le conclusioni.

Dalle ore 14 avrà luogo lo show cooking ad opera dello chef Cristian Perria, che si concentrerà sulle prelibatezze locali.

Il convegno fa parte del progetto  del PNT pesca 2023 ed è il primo di una serie di convegni che ci saranno (in totale Agripesca ne organizzerà 2 in Sardegna, 2 in Sicilia, 1 a Pescara ed 1 conclusivo a Roma).

E se non siete a Tortolì niente paura; per chi fosse interessato, il convegno si potrà seguire attraverso la diretta sulla piattaforma digitale Zoom al seguente link: https://bit.ly/3HHN5yk

L’evento è finanziato nell’ambito del Programma Nazionale Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura – Annualità 2023 – CUP. J88H23000780001″.

PESCATORI CONTRO LA PLASTICA

Il nostro presidente, Mario Serpillo, ha richiamato l’attenzione sullo stato di degrado dei nostri mari ed ha auspicato che le misure contenute nella recente legge “Salvamare” forniscano efficaci strumenti per contrastarlo.

È giusto mettere in risalto un’altra funzione dei nostri pescatori. “Da molti anni, loro malgrado, i pescatori raccolgono ogni giorno tonnellate e tonnellate di rifiuti, soprattutto di plastica, nelle loro reti. Fino a poco pochi mesi orsono, questa desolante consuetudine era resa ancor più frustrante dal fatto che recuperare tali rifiuti e conferirli ad una discarica era assai gravoso e complicato”, ha continuato il presidente. La legge 152/2006 stabiliva alcune regole in materia ambientale: nel testo alcuni rifiuti del mare venivano classificati quali rifiuti speciali.

Tale definizione comportava che il loro trattamento fosse più complesso e costoso di quello del rifiuto urbano indifferenziato e che lo smaltimento fosse a carico di chi lo conferiva. Per non dover pagare i costi di smaltimento previsti dalla normativa su indicata, i pescatori si vedevano costretti a ricorrere alla raccapricciante operazione di ributtare i rifiuti in mare.

La legge “Salvamare” (legge 17 maggio 2022, n. 60) introduce l’importante definizione di “rifiuto accidentalmente pescato “, il quale viene assimilato al rifiuto urbano, sollevando di fatto i pescatori da ogni forma di denuncia penale. Secondo il Presidente Serpillo, “i nostri pescatori diventano così anche degli importanti operatori ambientali per la bonifica del mare perché la loro azione, connessa alle attività della pesca, potrebbe avere un ruolo nevralgico ed un impatto assai positivo per le operazioni di pulizia del mare. In Italia ancor prima dell’entrata in vigore della legge “Salvamare”, erano in corso dei progetti sperimentali che prevedevano il coinvolgimento dei pescatori nella raccolta della plastica ed, attraverso quelle esperienze, si erano già conseguiti degli ottimi risultati.”

L ’entrata in vigore del dl “Salvamare” solleva i pescatori da ogni onere ed essi non risultano più passibili di denuncia penale se portano i rifiuti a terra, ma è necessario, secondo la dottoressa Anna Baio (Componente del Comitato Direttivo nazionale e del Coordinamento Tecnico al Tavolo PEMAC del MASAF) creare una struttura organizzativa a supporto di questo loro impegno. La maggior parte dei porti in Italia, più di 800 su 8000 km di costa, non sono provvisti di isole ecologiche attrezzate. Per prevenire e fronteggiare le criticità che potrebbero scaturire da questa situazione, Agripesca (federazione delle imprese agricole della pesca e dell’Acquacoltura costituita dall’UCI) nei prossimi mesi sarà protagonista di un programma di organizzazione e coordinamento affinché vengano inserite le isole ecologiche in tutti i porti e venga così completato il meccanismo per cui i rifiuti, i materiali inquinanti, dannosi per l’ambiente marino e la fauna ittica, siano raccolti

Imprenditoria ittica: rinnovato il Ccnl delle maggiori associazioni di settore

E’ stato rinnovato a Roma, dalle maggiori Associazioni di settore, il Contratto Collettivo Nazionale per i lavoratori dipendenti delle imprese esercenti nel settore della pesca e della imprenditoria ittica.

Il Contratto siglato da Conflavoro Pmi, Confsal pesca, Agripesca ed Anapi pesca, con l’assistenza della Confsal, ha validità dal 1 aprile 2023 al 31 marzo 2026 e disciplina, in maniera unitaria e per l’intero territorio nazionale, i rapporti di lavoro dipendente per i lavoratori addetti nel settore della pesca e della imprenditoria ittica.

Per il segretario nazionale di Confsal pesca si tratta di un contratto a piena garanzia del datore e dei lavoratori del comparto: “Tutte le figure professionali, dal Comandante al motorista, dal capopesca al marinaio polivalente, dal giovinotto al mozzo, – spiega Bruno Mariani – sono pienamente tutelati da retribuzioni idonee e dalla certezza della sicurezza. Il rinnovo del Ccnl prevede infatti che tutti i lavoratori vengano informati sui rischi per la sicurezza e la salute connessi alle attività produttive con l’obbligo per il datore di addestrare all’uso delle attrezzature necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa per la quale essi vengono assunti, in piena conformità al d.lgs. n.81/2008”.

“Era necessaria una tutela particolare per le nostre imprese ittiche e l’intera filiera: la concorrenza estera è enorme e i rincari di energia e carburante hanno rischiato seriamente di compromettere il settore. Con il rinnovo del CCNL – evidenzia Roberto Capobianco presidente di Conflavoro Pmi – abbiamo provveduto a salvaguardare nel miglior modo possibile le imprese favorendo una gestione aziendale più vicina alle esigenze attuali”.

Per Mario Serpillo di Agripesca nazionale invece “si tratta di un passo in avanti significativo sulla sicurezza, sia per le imprese che per i lavoratori, in quanto si stabilisce l’importanza della Valutazione del rischio per gli equipaggi. Positiva anche l’attenzione sulle attività di formazione. Il nuovo ccnl è anche uno strumento per attivare un tavolo di confronto sulle criticità che le marinerie stanno affrontando”.

Le Parti sociali hanno concordato infine che sarà Ebiasp – l’Ente Bilaterale Autonomo del Settore Privato-, lo strumento per lo svolgimento delle attività in materia di occupazione, mercato del lavoro, formazione, qualificazione professionale e sostegno al reddito”.

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