Categoria: Economia del mare Pagina 19 di 505

Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: “allarme granchio blu in Campania, la nostra proposta al commissario di governo”

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“Anche in Campania l’emergenza granchio blu ha raggiunto livelli allarmanti, ma siamo pronti a mettere in campo un programma di ricerca, che invieremo al commissario straordinario di governo”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare.

“La specie marina aliena – prosegue il numero uno dell’associazione di settore del mondo cooperativistico –, originaria dell’Oceano Atlantico, sta producendo notevoli danni alle attività di pesca, oltre che agli allevamenti di molluschi, infestando le acque e mettendo a rischio la biodiversità, a causa della sua voracità e prolificità, che ormai ne hanno consentito la diffusione in gran parte del mar Mediterraneo, occupando diversi areali italiani, con una distribuzione eterogenea, provocando una profonda alterazione delle caratteristiche dell’ecosistema e significativi squilibri.

In Campania, grazie all’attenzione dimostrata dalla Regione e alla sensibilità dell’assessore all’Agricoltura, Nicola Caputo, rispetto alle questioni inerenti la filiera ittica e ai problemi della pesca, siamo riusciti sempre ad affrontare e gestire le priorità e a guardare in avanti. Siamo convinti, quindi, che anche questa volta attraverso una collaborazione tra i soggetti istituzionali e la categoria sia possibile superare le difficoltà.

Da parte nostra, abbiamo elaborato un’idea progettuale, su basi scientifiche, per  salvaguardare la biodiversità marina e creare nuove opportunità commerciali per la filiera ittica e per l’industria di trasformazione alimentare. La missione è trasformare l’emergenza in risorsa: attraverso una gestione mirata e scientifica delle criticità, quindi, si intende predisporre una strategia di intervento tesa alla salvaguardia della biodiversità e alla tutela delle attività della pesca, della venericoltura e quelle ad esse connesse. Una sfida che richiede un impegno costante e l’utilizzo di metodologie standardizzate e condivise, in modo da essere ripetibili e confrontabili nel tempo.

Per questa ragione, abbiamo definito, sulla base di relazioni consolidate nel tempo e sulla scorta di esperienze positive costruite sul campo, un programma di ricerca, con le autorevoli partecipazioni di Università di Ferrara, Università di Napoli Federico II – Caisial di Napoli, Ispa-Cnr di Foggia, Ispra – Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, che sottoporremo al commissario straordinario di governo per l’emergenza granchio blu, il prefetto Enrico Caterino, per l’approvazione e l’attuazione”.

“Soltanto attraverso una strategia – conclude Scognamiglio complessiva e specifica, allo stesso tempo, è possibile gestire l’emergenza granchio blu e trasformarla in una opportunità economica, con uno studio e un monitoraggio accurato, con l’analisi delle potenzialità di mercato e organizzando una rete che realmente sia in grado di portare sulle tavole degli italiani, e non solo, il prelibato crostaceo che oggi sta mettendo a dura prova il settore ittico”.

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La filiera Ittica: l’approfondimento  dal XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare

La filiera Ittica: l’approfondimento dal XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare

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La filiera ittica italiana, descritta nel XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare del 2024, si conferma una delle componenti più dinamiche e strategiche della Blue Economy. Questo settore, che comprende pesca, acquacoltura, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici, rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia italiana, con un impatto significativo sia a livello locale che nazionale.

Un settore in crescita

Secondo il rapporto, la filiera ittica italiana contribuisce con un valore aggiunto diretto di circa 3,5 miliardi di euro. Tuttavia, grazie al suo moltiplicatore economico di 1,7, il valore aggiunto complessivo – includendo gli effetti indiretti e indotti – raggiunge i 5,95 miliardi di euro. Questo dato sottolinea l’importanza del settore all’interno della Blue Economy, il cui valore complessivo supera i 60 miliardi di euro. Inoltre, la filiera ittica impiega direttamente circa 30.000 persone, evidenziando il ruolo cruciale della pesca e dell’acquacoltura nel sostenere l’economia delle comunità costiere italiane.

Moltiplicatore ecoomico e dinamismo territoriale

Il moltiplicatore economico della filiera ittica, pari a 1,7, significa che per ogni euro speso nel settore, si generano ulteriori 1,7 euro in termini di effetti economici. Sebbene questo valore sia leggermente inferiore al moltiplicatore medio della Blue Economy, che si attesta a 1,8, esso dimostra comunque l’effetto propulsivo del settore ittico sull’economia nazionale.

Acquacoltura in primo piano

Uno degli sviluppi più rilevanti emersi dal rapporto è la crescente importanza dell’acquacoltura, che ora rappresenta circa il 40% della produzione ittica totale in Italia. Questo settore è in forte crescita grazie agli investimenti in tecnologie innovative e pratiche sostenibili, che hanno permesso di aumentare la produttività riducendo al contempo l’impatto ambientale.

Esportazioni e consumo interno

Il valore delle esportazioni di prodotti ittici italiani è significativo, raggiungendo circa 1,5 miliardi di euro all’anno. Questo dato evidenzia la competitività della filiera sui mercati internazionali, in particolare all’interno dell’Unione Europea. All’interno del Paese, il consumo di pesce si mantiene elevato, con una media di 28 kg pro capite all’anno, un dato che supera la media europea e sottolinea l’importanza culturale e gastronomica del pesce nella dieta italiana.

Imprenditoria giovanile e femminile

Il rapporto mette in luce l’importante contributo dell’imprenditoria giovanile e femminile nella filiera ittica. Le imprese ittiche guidate da giovani rappresentano circa il 15% del totale, un segnale positivo dell’attrattività del settore per le nuove generazioni, spesso motori di innovazione e sostenibilità. Anche l’imprenditoria femminile gioca un ruolo significativo, con circa il 20% delle imprese ittiche gestite da donne, evidenziando un trend di crescita della presenza femminile in un settore tradizionalmente dominato dagli uomini.

OsserMare

OsserMare L’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare – OsserMare con il Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio e nell’analisi della filiera ittica. Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, OsserMare fornisce dati accurati e aggiornati, essenziali per supportare le decisioni politiche e strategiche volte a garantire la sostenibilità e la crescita del settore.

“La filiera ittica rappresenta una delle colonne portanti della nostra Blue Economy. Questo settore non solo contribuisce in modo significativo alla crescita economica del Paese, ma è anche un esempio concreto di come tradizione e innovazione possano convivere per rispondere alle sfide globali. OsserMare continuerà a monitorare e supportare questa evoluzione, fornendo dati accurati e tempestivi per garantire uno sviluppo sostenibile e inclusivo,” ha dichiarato Antonello Testa, Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare-OsserMare.

XII Rapporto Nazioinale sull’Economia del Mare

#economiademare

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Alleanza delle Cooperative Italiane: Soddisfazione per la nomina di Enrico Caterino a commissario per l’emergenza granchio blu

Alleanza delle Cooperative Italiane: Soddisfazione per la nomina di Enrico Caterino a commissario per l’emergenza granchio blu

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Il passaggio era stato stato sollecitato dalla cooperazione. La figura prevista nel recente dl Agricoltura. Auspicata la nomina dei sub commissari per le diverse realtà regionali

«Esprimiamo soddisfazione per la nomina di Enrico Caterino a commissario straordinario per l’emergenza granchio blu. È un passaggio che la cooperazione aveva sollecitato fin da subito, vista la gravità della situazione, e finalmente accolto dal Governo con il recente dl Agricoltura». È il commento di Agroalimentari dopo la decisione del ministero dell’Ambiente, di concerto con il ministero dell’Agricoltura, di dare seguito a quanto preventivato.
«Auguriamo buon lavoro al prefetto Caterino e siamo pronti da subito a collaborare con la struttura che oggi è chiamato a guidare; ci sono da prendere decisioni importanti e dare vita ad un programma di interventi che potrà contare su uno stanziamento di partenza di 10 milioni di euro. Secondo i produttori la prima cosa da fare è assicurare risorse per continuare a raccogliere e smaltire la trentina di tonnellate di granchi che quotidianamente vengono tolti dall’acqua».
Inoltre, «l’auspicio è che vengano individuati dei sub commissari per le diverse regioni maggiormente coinvolte. Questo per poter cogliere al meglio le diverse peculiarità delle varie realtà».
Ad un anno esatto dalle prime misure previste dal governo, la situazione purtroppo è ancora drammatica dal punto di vista ambientale oltre che sociale ed economico. A causa della presenza del granchio blu, è stato stimato un calo di produzione della vongola verace che si aggira intorno al 90% rispetto al 2022/2023.

#economiadelmare #allenazadellecooperativepescaeacquacoltura

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FEDERPESCA: bene nomina nuovo commissario per il granchio blu

FEDERPESCA: bene nomina nuovo commissario per il granchio blu

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“Bene la nomina del Commissario Straordinario per il Granchio Blu, l’ex prefetto Enrico Caterino. Una figura fondamentale per affrontare con decisione la problematica che affligge il settore ittico nel nord est del Paese e che ha provocato danni irreparabili a imprese e lavoratori.Come Federpesca, siamo a disposizione fin da subito per collaborare e lavorare per un dialogo costruttivo e soluzioni efficienti.” ha dichiarato in una nota la Direttrice di Federpesca, Francesca Biondo, a seguito della conferenza stampa di presentazione del Commissario straordinario per l’emergenza del granchio blu che si è tenuta nella mattina del 6 agosto presso palazzo Chigi. 

“Importante prevedere tempestivamente ulteriori strumenti e risorse per sostenere i pescatori e acquacoltori nella fase di cattura e smaltimento della specie e in quella di semina negli impianti di mitili. Fondamentale allo stesso tempo lavorare per costruire una filiera commerciale di trasformazione del prodotto in grado di svilupparsi e competere nel mercato.” – ha così continuato la Direttrice Biondo.

Alla conferenza stampa presenti, oltre al nuovo Commissario straordinario, il Ministro MASAF Francesco Lollobrigida e il Ministro MASE Gilberto Picchetto Fratin. Il Ministro Lollobrigida ha sottolineato l’importanza della collaborazione costante con il MASE nel far fronte a questa emergenza, grazie ad un’azione congiunta e a una grande sintonia che i due ministeri hanno raggiunto per applicare la regola del dialogo costante. Il Ministro ha inoltre evidenziato come il Commissario Caterino, ex prefetto di Rovigo e Ravenna, sia una persona adatta a questo ruolo che ha in sé il valore dell’efficienza, capace di operare in situazioni complesse e che conosce bene il territorio.

Il Commissario straordinario Caterino comunica il suo massimo impegno per venire incontro alle aspettative su questa nomina, oltre a volersi confrontare fin da subito con associazioni di categoria, enti di ricerca e organizzare incontri sui territori. Obiettivo condiviso durante la conferenza stampa quello di affrontare l’emergenza attraverso un piano strategico, per ridurre la problematica ed evitare che possa diffondersi in altre aree italiane. Allo stesso tempo, lavorare per creare opportunità di rafforzamento della filiera ittica, trasformazione e commercializzazione.

In conclusione, il Ministro Lollobrigida ribadisce la proposta di creare una cabina di regia europea che preveda strategie comuni per affrontare le emergenze che colpiscono i settori produttivi, in modo tale da andare oltre a quelli che sono i confini geografici per trovare soluzioni condivise a livello europeo.

#economiadelmare #federpesca

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Veneto: Zaia, ‘primeggia anche nell’economia del mare’

Veneto: Zaia, ‘primeggia anche nell’economia del mare’

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“Un ruolo di assoluto rilievo a livello nazionale vede primeggiare il Veneto anche nell’economia del mare. È il risultato di una grande visione e di un notevole impegno dei nostri imprenditori del settore, che sono veri protagonisti di alcune specializzazioni produttive pur a fronte di un contenuto numero di imprese e occupati. Il Veneto è infatti al primo posto in Italia per numero di imprese attive e terzo per fatturato nel settore della pesca e dell’acquacoltura, al secondo posto per pescato marittimo e lagunare e per valore dell’export di prodotti ittici non lavorati, ed è primo in Italia nella produzione di caviale oltre ad eccellere in quella di vongole veraci.

Come confermato anche dai dati del ‘Libro bianco della pesca e dell’acquacoltura’ di Veneto Agricoltura, nella nostra regione le imprese riconducibili all’economia del mare sono 14.734, ovvero il 3,1% del totale di tutte quelle attive, per la maggior parte sono ditte individuali o con un numero limitato di addetti, mentre gli occupati del settore pesano appena per il 2,6% sul totale dei lavoratori”.

Questo il commento del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, a fronte del focus realizzato da Veneto Lavoro e riguardante l’economia del mare nella nostra regione.

“Ancora una volta va un grande ringraziamento a Veneto Lavoro per la meticolosa e preziosa opera di analisi che svolge; il rapporto delinea una realtà produttiva vivace e attiva, una vera eccellenza”, aggiunge il Presidente.

“Le province della costa, Venezia e Rovigo, sono tra le prime a livello nazionale per numero di imprese e grado di specializzazione della filiera ittica oltre che nel comparto del trasporto marittimo di merci e passeggeri. Secondo dati Infocamere, le attività produttive appartenenti alla filiera ittica in Veneto sono 3.484, con le aree del Polesine riconosciute per la loro importanza nella produzione di mitili e vongole, mentre Chioggia vanta una tra le flotte più consistenti e attrezzate dell’Adriatico. La filiera del trasporto marittimo conta invece quasi 5.550 addetti e si concentra quasi esclusivamente a Venezia, che conta 1.349 imprese nel settore sulle 1.376 dell’intera filiera, due su tre specializzate nel trasporto di passeggeri”, aggiunge.

L’analisi dell’Osservatorio di Veneto Lavoro si concentra sui 38 comuni litoranei e costieri del Veneto, concentrati prevalentemente nella provincia di Venezia, che ne conta 27, in quella di Rovigo (6) e in quella di Padova (5), e sulle attività economiche appartenenti al sistema dell’economia del mare, quali filiera ittica, della cantieristica navale, delle estrazioni marine, del trasporto marittimo di merci e passeggeri, dei servizi di alloggio e ristorazione, delle attività sportive e ricreative e della ricerca, regolamentazione e tutela ambientale.

Il dettaglio territoriale si focalizza sui territori del veneziano e del rodigino per il peso che l’economia del mare riveste in questi territori benché anche la provincia di Padova coinvolga un numero marginale di imprese: 320.

Il settore risulta in forte espansione in Veneto così come in tutta l’Unione Europea. Negli ultimi quindici anni la domanda di lavoro dipendente nell’ambito dell’economia del mare si è progressivamente rafforzata con un ritmo piuttosto vivace: +40% la media in Veneto, con punte del +61% nei comuni del rodigino. In termini di filiere, la crescita è stata del +77% nel trasporto marittimo, + 37% nel turismo costiero e +36% nella filiera ittica.

Nel 2023 le assunzioni nell’ambito dell’economia del mare hanno interessato il 47% del totale dei nuovi rapporti di lavoro stipulati nei territori considerati, per un totale di 98.198 assunzioni, di cui 94.048 effettuate nel veneziano, la maggior parte delle quali nel settore del turismo (84.427), seguito da trasporto marittimo (7.869), filiera ittica (2.137), cantieristica navale (1.889) e attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (1.668). I posti di lavoro dipendente sono aumentati di 2.500 unità nel corso dell’anno.

Coerentemente con la tipologia dell’attività lavorativa, i contratti sono prevalentemente a tempo determinato (il 50% dei quali stagionali nel turismo costiero) o in somministrazione, seguiti da apprendistato e tempo indeterminato, che nel 2023 ha interessato solo il 4% delle assunzioni. Gli accessi al tempo indeterminato risultano tuttavia in progressivo rafforzamento, soprattutto dopo l’esaurirsi dell’emergenza sanitaria. Sempre più spesso infatti anche le imprese attinenti all’economia del mare stanno attuando strategie di labour hoarding, ovvero trattenere gli occupati in eccesso anziché affrontare nei momenti di effettivo bisogno le difficoltà legate alla ricerca di personale e dovute alla carenza di lavoratori (soprattutto giovani) e a difficoltà di reperimento.

Secondo un’indagine realizzata da Unioncamere e Anpal nel 2021, le difficoltà di reperimento di figure professionali nella blue economy riguardano infatti un quarto delle entrate previste, soprattutto nell’ambito della cantieristica navale e dei trasporti marittimi. Di fronte a queste difficoltà, la Regione del Veneto, tramite Veneto Lavoro, ha promosso nei mesi scorsi un’edizione specifica dell’iniziativa di recruiting “IncontraLavoro”, organizzata dal Centro per l’impiego di Chioggia in collaborazione con l’ambito di Venezia, con l’obiettivo di facilitare l’individuazione dei fabbisogni professionali più ricercati e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nelle imprese dell’economia del mare. L’iniziativa ha inoltre permesso di gettare le basi per la creazione di una rete di collaborazione tra i servizi pubblici per l’impiego e le imprese del settore, favorendo l’attivazione di specifici percorsi formativi per le figure professionali dell’operatore del turismo costiero e dell’operatore della nautica.

(Pal/Labitalia)

ISSN 2465 – 1222

FONTE ADNKRONOS

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