Categoria: Economia del mare Pagina 2 di 505

Sanità: Schillaci, ‘acquacoltura realtà produttiva strategica’

Sanità: Schillaci, ‘acquacoltura realtà produttiva strategica’

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Schillaci

Il ministro al workshop formativo, ‘aiuta a rispondere all’aumento delle esigenze alimentari garantendo prodotti nutrienti e sviluppo sostenibile’

“L’acquacoltura rappresenta oggi una realtà produttiva strategica, che può contribuire a rispondere alle crescenti esigenze alimentari della popolazione mondiale garantendo prodotti ricchi di nutrienti e, al contempo, favorendo lo sviluppo sostenibile attraverso pratiche innovative”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo in un videomessaggio al workshop ‘Sanità e acquacoltura: sfide e opportunità’, organizzato oggi a Roma per la formazione degli operatori del settore dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, centro di referenza nazionale per le malattie di pesci, molluschi e crostacei, in collaborazione con il ministero della Salute.

Nel suo intervento, il ministro ha ricordato che “per la prima volta nel 2022 la produzione globale di pesci, molluschi e crostacei da acquacoltura ha superato quella della pesca, segnando un punto di svolta per il settore. Anche in Italia il comparto ha registrato risultati significativi, con una produzione annua che si distingue per biodiversità e capacità di adattamento alle nuove sfide. La sostenibilità e la resilienza degli allevamenti ittici sono oggi messe alla prova dai cambiamenti climatici, responsabili di fenomeni come l’innalzamento delle temperature delle acque e la diffusione di patologie emergenti”.

Nuove misure per la biosicurezza

Il nostro Paese “ha già avviato un percorso di adeguamento normativo per garantire che le imprese del settore possano operare nel rispetto degli standard sanitari e ambientali più avanzati – ha sottolineato Schillaci – Il recente Decreto ministeriale del 25 settembre 2024 segna un ulteriore passo avanti, introducendo misure di biosicurezza fondamentali per la tutela degli animali allevati e, di conseguenza, della salute pubblica. L’approccio ‘One Health’ ci offre una prospettiva integrata per affrontare queste sfide, sottolineando la stretta interconnessione tra benessere animale, salute umana e tutela dell’ecosistema. Solo attraverso il dialogo e la collaborazione tra istituzioni, operatori del settore e comunità scientifica sarà possibile consolidare un sistema di produzione efficiente e sicuro, capace di rispondere alle esigenze dei consumatori senza compromettere l’equilibrio ambientale”.

Nell’augurare “buon lavoro” a quanti, “con competenza e dedizione, contribuiscono alla crescita di questo settore con misure mirate, favorendo una gestione responsabile e sostenibile dell’acquacoltura, nell’ottica di una tutela sempre più efficace della salute pubblica e della sicurezza alimentare”, il ministro ha ringraziato in particolare il sottosegretario con delega alla Sanità e al benessere animale, Marcello Gemmato. All’evento ha partecipato anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Fonte: Adnkronos

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Un nuovo alieno nei mari italiani

Un nuovo alieno nei mari italiani

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alieno

Segnalata dai pescatori la triglia tropicale del mar Rosso a Lampedusa

Ancora una volta i pescatori si dimostrano sentinelle del mare segnalando un nuovo pesce alieno: una triglia endemica del Mar Rosso e Golfo di Aden, Parupeneus forsskali. La sua presenza in Mediterraneo venne confermata la prima volta nel 2012 in Libano e la specie si è poi espansa nel Bacino del Levante fino a raggiungere la Tunisia nel 2016.

L’esemplare pescato nell’isola di Lampedusa rappresenta il primo ritrovamento della specie nei mari italiani. La triglia del mar Rosso è caratterizzata da una banda scura longitudinale nella parte superiore del corpo e da una macchia scura in prossimità della coda: i pescatori di Lampedusa, riconoscendone le caratteristiche, hanno subito individuato l’esemplare tra le triglie native che avevano catturato e hanno provveduto a congelarlo per consegnarlo ai ricercatori dell’ISPRA di Palermo, con i quali si è instaurato da decenni un proficuo rapporto di collaborazione.

La triglia del mar Rosso abita sia i fondi rocciosi che quelli mobili, anche in prossimità di praterie; può raggiungere i 30 cm di lunghezza e viene sfruttata commercialmente nei luoghi di origine ed anche nelle acque cipriote, dove la specie si è insediata con successo. Sebbene non siano stati ancora riconosciuti impatti della specie nelle località invase, è ipotizzabile una sua competizione per lo spazio e le risorse con le triglie native, come è già accaduto per altre triglie aliene insediate in Mediterraneo.

Il ritrovamento della specie a Lampedusa è un’ulteriore testimonianza della diffusione delle specie aliene nei nostri mari. I ricercatori ISPRA rinnovano l’invito a segnalare le catture e le osservazioni di organismi inusuali alla email istituzionale alien@isprambiente.it e, quando possibile, a conservare gli esemplari.

Un opuscolo sulle specie aliene nei nostri mari è consultabile e scaricabile al link https://www.isprambiente.gov.it/files2024/notizie/opuscolo-specie-aliene-2024.pdf

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Ostriche, alternativa per i pescatori colpiti dal granchio blu

Ostriche, alternativa per i pescatori colpiti dal granchio blu

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granchio

«Lo chiediamo da tempo di adeguare l’Iva sulla produzione alle aliquote di altri Stati Ue nostri concorrenti come Francia e Spagna. Questo consentirebbe di vendere ad un prezzo più basso e favorirebbe una grande espressione della pesca made in Italy, un segmento emergente dell’acquacoltura in tutto il Paese Lo chiediamo a maggior ragione adesso dal momento che l’ostrica resiste meglio di altri molluschi al granchio blu e la riduzione dell’Iva è diventata una necessità per poter dare agli allevatori una possibilità di diversificazione. Quindi la sua coltivazione diventa importante per un settore a forte rischio per le innumerevoli perdite. È bene che il ministro Francesco Lollobrigida abbia rilanciato la proposta di riduzione dell’Iva dal 22% al 10%», dichiarano Legacoop Agroalimentare e Agci Pesca e Acquacoltura.

Quella della riduzione dell’Iva è «una proposta che abbiamo avanzato con tutti i gruppi parlamentari perché ci sono famiglie di pescatori da tutelare, economie di intere marinerie da difendere. L’ostrica non deve essere relegata a prodotto di lusso in quanto da noi è frutto del lavoro e della sapienza di secoli di tradizione. Alla base dell’ostricoltura non ci sono i luoghi comuni che vanno tanto di moda sui social, ma grandi esperienze di ricerca, di sperimentazione, di tecniche produttive in contesti ambientalmente straordinari. Si fa molto presto a fare ironia su una dichiarazione di un ministro, ma bisognerebbe sforzarsi di comprendere che in questo momento ci sono migliaia di persone che sono a rischio nelle loro attività economiche per colpa di un invasore alieno, il granchio blu, e che è un dovere poter cercare delle alternative».

Ostriche: non solo lusso, ma valore per l’Italia

Le ostriche non sono un lusso. «Nell’immaginario collettivo sono associate al lusso, alla Francia dove si lega allo Champagne, ma non sono e non devono essere un prodotto di lusso. E per questo è importante favorire consumo per il rilancio dell’ostrica italiana».

Grande valore di sostenibilità: le ostriche eliminano la Co2. Secondo una ricerca dell’Università di Ferrara, allevare ostriche, oltre che cozze e vongole, è un modo virtuoso per eliminare la Co2 dall’ambiente: un chilogrammo di ostriche è in grado di sottrarre all’ambiente 275,8 grammi di anidride carbonica e con l’attuale produzione annua italiana e mondiale, si arriva ad un abbattimento di 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica. «Con le sue caratteristiche di unicità e per le sue peculiarità che ne fanno un prodotto sostenibile e alleato dell’ambiente», spiegano le due associazioni.

Le ostriche, una storia italiana. La coltivazione delle ostriche ha una storia che parte da lontano, già dal tempo dei Romani. Nel 79 d.C. Plinio il Vecchio parla di allevamenti di ostriche a Pompei. Negli anni è riuscita ad avere numeri importanti tanto da essere esportata anche nella stessa Francia che poi ne ha fatto un vanto nazionale e di fatto ha colonizzato il mercato.

I numeri della produzione italiana

I numeri delle ostriche in Italia. Secondo dati recenti, oggi la produzione italiana di ostriche è di circa 500 tonnellate all’anno (erano appena 33 nel 2015), compresa la grossa fetta di produttori che fanno ri-immersione dall’estero, ovvero acquistano da Francia, Portogallo e Spagna e poi finiscono il processo in Italia. Numeri bassi rispetto ai cugini d’Oltralpe ne producono circa 85mila tonnellate mentre 10 anni fa erano 100mila. Inoltre ci sono gli ostricoltori che allevano ostriche da seme. Facendo una stima si tratta di meno della metà della produzione complessiva italiana, quasi 180 tonnellate delle quali 10 tonnellate circa alla Spezia, il resto tra Sardegna, Puglia, Emilia Romagna e Veneto. Si tratta di un settore con una crescita importante che va sostenuta. E quindi ecco richiesta di abbassamento dell’Iva per favorire i consumi.

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Biondo (Federpesca): revisione IVA per sostenere la filiera

Biondo (Federpesca): revisione IVA per sostenere la filiera

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IVA

La proposta di ridurre l’IVA sulle ostriche dal 22% al 10% rappresenta un’opportunità per le imprese della filiera ittica italiana. La riduzione dell’IVA consentirebbe infatti di implementare l’ostricoltura e diversificare le produzioni soprattutto in quelle zone del nostro Paese maggiormente colpite dall’emergenza granchio blu, oltre che garantire maggiore accessibilità ad un prodotto oggi riservato a pochi. Con lo stesso spirito di sostenere le imprese della filiera è fondamentale portare avanti anche la proposta di ridurre l’IVA sui prodotti ittici dal 10 al 4 % così come oggi e già previsto per i prodotti agricoli. In questo senso abbiamo condiviso le proposte del Parlamento e l’impegno del Ministro Lollobrigida e riteniamo fondamentale una complessiva revisione del sistema IVA dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura nell’ottica di sostenere e rafforzare un settore fondamentale per l’economia alimentare del Paese. Così in una nota Francesca Biondo, direttrice generale di Federpesca.

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Congratulazioni a Pier Antonio Salvador e Elena Ghezzi per la riconferma al Wp Fish Copa Cogeca

Congratulazioni a Pier Antonio Salvador e Elena Ghezzi per la riconferma al Wp Fish Copa Cogeca

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Agci Pesca e Acquacoltura, Fedagripesca Confcooperative e Legacoop Agroalimentare: «Oceans Pact, il nuovo quadro finanziario, implementazione del regolamento sul Controllo pesca e Vision 2040 sono solo alcuni degli ambiti che vedranno impegnati i nostri rappresentanti»

Congratulazioni a Pier Antonio Salvador (Confagricoltura) e a Elena Ghezzi (Alleanza Cooperative Italiane) riconfermati rispettivamente presidente e vicepresidente di Wp Fish Copa Cogeca.

«A loro vanno i migliori auguri di buon lavoro per il prossimo biennio, dichiarano Agci Pesca e Acquacoltura, Fedagripesca Confcooperative e Legacoop Agroalimentare. ֿ«Le sfide che attendono i settori della pesca e dell’acquacoltura nei prossimi anni sono particolarmente stringenti è ancora di più in ambito comunitario», continuano.

«Oceans Pact, il nuovo quadro finanziario, implementazione del regolamento sul Controllo pesca e Vision 2040 sono solo alcuni degli ambiti che vedranno impegnati i nostri rappresentanti al Copa Cogeca ai quali rinnoviamo la nostra stima e fiducia», concludono le tre associazioni.

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