Categoria: Economia del mare Pagina 3 di 494

Le Settimane della Pesca Sostenibile

Le Settimane della Pesca Sostenibile

[[{“value”:”

Anche quest’anno, ALDI, parte del Gruppo ALDI SÜD, realtà multinazionale di riferimento della Grande Distribuzione Organizzata, annuncia la sua partecipazione all’iniziativa “Le Settimane della Pesca Sostenibile”, promossa dal Marine Stewardship Council (MSC), organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma di certificazione per la pesca sostenibile.

L’evento si terrà negli oltre 180 punti vendita di ALDI in Italia, dal 21 ottobre al 3 novembre, per offrire ai clienti la possibilità di portare in tavola il gusto fresco e autentico dei prodotti ittici all’insegna di una prospettiva responsabile.

L’iniziativa punta a far conoscere ai consumatori il significato del marchio blu MSC, che certifica i prodotti ittici pescati in maniera sostenibile.

La certificazione MSC, infatti, garantisce pesce proveniente da attività di pesca sostenibili, che preservano la salute delle popolazioni marine, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente. Inoltre, la catena di custodia certificata MSC assicura la tracciabilità del prodotto, offrendo ai clienti la trasparenza necessaria sulla provenienza del pescato selvaggio, ovvero sui prodotti pescati nei mari e negli oceani, che si distingue dal pesce di allevamento.

Il nostro impegno per la sostenibilità è parte integrante del nostro approccio aziendale,” ha dichiarato Michael Gscheidlinger, Country Managing Director ALDI Italia. “Partecipare alle iniziative di MSC è un passo fondamentale per contribuire alla tutela degli oceani e promuovere il consumo responsabile di prodotti ittici. ALDI è fiera di offrire ai propri clienti prodotti di alta qualità, certificati e tracciabili, con l’obiettivo di garantire scelte consapevoli e sostenibili. Una mission che perseguiamo quotidianamente attraverso la nostra strategia di Corporate Responsibility “Oggi per Domani” e che intendiamo ancora di più far nostra al fianco di MSC”.

“L’equilibrio degli oceani è costantemente messo in pericolo dal cambiamento climatico, dall’inquinamento e dalla pesca eccessiva. Tutto questo impone la necessità di uno sforzo congiunto per un cambio di passo che sia decisivo e che promuova non solo una responsabilità ambientale verso la salute delle risorse e degli ecosistemi, ma anche una responsabilità sociale verso i Paesi da cui importiamo, che sono per lo più in via di sviluppo. Da oltre 20 anni, siamo impegnati nel portare avanti uno sforzo collettivo per garantire che i nostri oceani siano sfruttati in modo sostenibile. Poter contare anche quest’anno sulla collaborazione di ALDI è per noi un elemento chiave per proseguire questo percorso a favore del benessere della collettività e del nostro ecosistema” ha sottolineato Francesca Oppia, Program Director MSC Italia. 

Durante le Settimane della Pesca Sostenibile, ALDI offrirà ai clienti un’ampia gamma di prodotti ittici certificati MSC e ASC, confermando l’attenzione alla qualità e alla sostenibilità. Tra i prodotti disponibili si trovano i Filetti di merluzzo gratinato e i Cuori di filetto di nasello porzionato, entrambi a marchioGolden Seafood e certificati MSC. Saranno inoltre disponibili i Ritagli di salmone rosso selvaggio e iBastoncini di surimi Almare Seafood, certificati MSC. Successivamente, grazie alla linea Golden Seafood, l’offerta si arricchirà con i Burger di pesce classici e impanati, le Code di mazzancolla tropicale sgusciate e con guscio certificate ASC, oltre ai Filetti di tonno, disponibili in diversi gusti. Completano l’assortimento certificato MSC i Filetti di alici del Mar Cantabrico della linea Gourmet e i Bastoncini di merluzzo impanati extra croccanti Golden Seafood.

The post Le Settimane della Pesca Sostenibile appeared first on Economia del Mare.

“}]] 

Unci AgroAlimentare: innovazione tecnologica e digitale per acquacoltura sostenibile e resiliente

Unci AgroAlimentare: innovazione tecnologica e digitale per acquacoltura sostenibile e resiliente

[[{“value”:”

L’utilizzo di tecnologie avanzate e intelligenti per il monitoraggio e la gestione degli impianti di acquacoltura: è questo il focus di uno studio innovativo elaborato dal Corisa – Consorzio di Ricerca Sistemi ad Agenti e dall’Università di Salerno, nell’ambito di un progetto dell’Unci AgroAlimentare, rientrante nel Programma nazionale triennale della pesca, annualità 2024.

Obiettivo della ricerca è l’analisi e la proposta di modelli e sistemi tecnologici per lo sviluppo di un’acquacoltura più sostenibile e in grado di gestire le criticità, anche e soprattutto di fronte ad un incremento della domanda e a una maggiore complessità delle strutture di allevamento.

“Abbiamo sempre sostenuto – ha affermato Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, a conclusione del progetto – la necessità di intraprendere ricerche nel settore primario e in particolare nella filiera ittica, per definire nuovi percorsi, che puntino alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività, agevolando il lavoro degli operatori e incrementando la redditività delle imprese, attraverso l’adozione di nuove tecniche e dispositivi tecnologici e digitali, salvaguardando sempre la qualità dei prodotii immessi sul mercato”.

Con il progetto, attraverso l’implementazione di tecnologie IoT (Internet of things, una rete di strumenti e apparecchi incorporati con sensori, software e connettività), è stato analizzato come sia possibile migliorare la sostenibilità, efficienza operativa e gestione dei rischi negli impianti di acquacoltura.

E’ stata inoltre condotta un’attentaanalisi dello stato dell’arte delle applicazioni tecnologiche IoT per il comparto, che ha permesso di identificare i parametri critici da monitorare per una futura implementazione dell’architettura proposta. Tali parametri, come qualità dell’acqua, temperatura, ossigenazione e comportamento degli organismi, dovranno essere personalizzati in base alle specie allevate e alle specifiche caratteristiche dell’impianto. L’architettura proposta consente decisioni più rapide e basate su dati in tempo reale, migliorando il benessere degli animali allevati, attenuando le ricadute ambientali e incrementando la produttività.

Gli impatti sociali e economici dell’implementazione di questa tecnologia sono significativi, con benefici che spaziano dal miglioramento delle competenze dei dipendenti alla maggiore competitività delle aziende nel mercato globale dell’acquacoltura.

A questo scopo, è stato proposto un approccio basato sul modello di Endsley per la realizzazione di un dispositivo IoT per la “consapevolezza della situazione”(situation-aware). Il dispositivo costituisce la base per l’implementazione di un’architettura innovativa basata su un edge-cloud continuum, progettata per migliorare il monitoraggio e il controllo in tempo reale degli impianti di acquacoltura.

Per dimostrare l’efficacia di tale approccio, è stato presentato un caso di studio sull’allevamento di branzini (Dicentrarchus labrax) in un sistema RAS (Recirculating Aquaculture System), illustrando una possibile distribuzione dell’architettura proposta.

The post Unci AgroAlimentare: innovazione tecnologica e digitale per acquacoltura sostenibile e resiliente appeared first on Economia del Mare.

“}]] 

Export Regione Sicilia nel 2024: +1,8% grazie a pesca, agricoltura, silvicoltura e minerali

Export Regione Sicilia nel 2024: +1,8% grazie a pesca, agricoltura, silvicoltura e minerali

[[{“value”:”

La regione Sicilia sta registrando una crescita dell’export rispetto al 2023, come rilevato nel corso del convegno “The Rotary blue vision”, iniziativa dedicata all’economia del mare patrocinata dall’Unione Europea nell’ambito degli European Maritime days.

L’appuntamento, promosso dall’Associazione siciliana operatori spedizioni e logistica (aderente a Fedespedi – Federazione nazionale imprese spedizioni internazionali) insieme con il Rotary club Catania e l’Università di Catania ha voluto mettere a tema il ruolo della blue economy per l’import-export della regione Sicilia ed è stato aperto dall’intervento in collegamento del Viceministro alle infrastrutture, on. Matteo Salvini 

Il Presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, ha sottolineato: “Nonostante le difficoltà del commercio internazionale dovute alle diverse tensioni geopolitiche, l’export della Sicilia continua a registrare una dinamica interessante. Secondo le elaborazioni del Centro Studi Fedespedi (elaborazioni su dati ISTAT), nel 2024 le esportazioni hanno raggiunto il risultato di +1.8% sul 2023: una performance positiva rispetto anche al dato complessivo italiano (export -1,1%) da imputare soprattutto ai prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca e ai prodotti minerali”.

Il Presidente del Rotary Club Catania, avv. Laura Bonaccorso ha commentato: Il convegno è stata un’occasione preziosa per presentare ai tanti esponenti dell’industria siciliana e non presenti oggi i best cases innovativi del settore della blue economy e veicolare al decisore politico le istanze del cluster marittimo regionale e nazionale che chiedono di potenziare il ruolo strategico del mediterraneo a beneficio dei traffici commerciali e della coesione internazionale”. 

Il Prof. Pierluigi Catalfo, Presidente del corso di laurea in management delle imprese per l’economia sostenibile dell’Università di Catania: “Mi fa piacere sottolineare l’ottimo livello di partecipazione degli studenti che abbiamo registrato con la nuova summer school dedicata alla blue economy. Questo risultato conferma l’interesse per le potenzialità che l’economia del mare offre al territorio siciliano e che è nella nostra missione continuare ad incentivare con nuovi appuntamenti formativi con l’obiettivo di fornire agli studenti del dipartimento di economia competenze specifiche nell’ambito dell’economia marittima e delle filiere produttive connesse”. 

L’evento è stato patrocinato da Assiterminal (Associazione italiana terminalisti portuali), Uniontrasporti, AIBA (Associazione italiana brokers di assicurazioni) e The International Propeller Clubs.

The post Export Regione Sicilia nel 2024: +1,8% grazie a pesca, agricoltura, silvicoltura e minerali appeared first on Economia del Mare.

“}]] 

Unci AgroAlimentare: pesca, attività sempre più sostenibile. I risultati della ricerca scientifica

Unci AgroAlimentare: pesca, attività sempre più sostenibile. I risultati della ricerca scientifica

[[{“value”:”

“L’impatto ambientale della pesca, in termini di emissioni nell’atmosfera, è molto ridotto e decisamente inferiore a quello di imbarcazioni di altro genere o ad attività produttive svolte sulla terraferma”.

Ad affermarlo è il presidente nazionale di Unci AgroAlimentare, citando il risultato del progetto di studio e ricerca “La pesca e i cambiamenti climatici”, promosso dall’associazione di settore in collaborazione con altri partner, nell’ambito del Piano triennale della Pesca e dell’Acquacoltura 2022-2024.

Gli esiti del lavoro di monitoraggio, effettuato con il coinvolgimento diretto degli operatori, anche attraverso lo sviluppo di un’applicazione digitale per la raccolta dei dati, sono stati presentati nell’ambito di Divinazione Expo 2024, evento collaterale al G7 Agricoltura, nell’isola di Ortigia a Siracusa, con la relazione della biologa e dottoressa di ricerca, Barbara Zambuchini, alla presenza di rappresentanti istituzionali, della direzione Pesca del Ministero, del presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio, del presidente dell’Unci, Andrea Amico, del direttore dell’Unci Sicilia, Luisa Tosto, e di altri tecnici ed esperti del settore: Vincenza Cerulo, Santo Alleri e Piero Forte.

Il progetto ha permesso l’analisi sulle emissioni di anidride carbonica (CO2) delle flotte pescherecce nel Mediterraneo, focalizzandosi su alcune aree del Tirreno (GSA 10), dello lonio (GSA 16) e dell’Adriatico (GSA 17-18).

È stata condotta un’analisi statistica, esaminando variabili chiave come le caratteristiche dei motori, la potenza, il tipo di alimentazione, il numero di giornate di pesca e i tempi di permanenza in mare.

E’ stata poi focalizzata l’analisi su tecniche di pesca, quali lo strascico, volanti, lampare, la piccola pesca, compiendo una valutazione oltre che sul rilascio di anidride carbonica, anche sui principali macroinquinanti/gas serra responsabili dei fenomeni di acidificazione ed eutrofizzazione, come il monossido di carbonio, l’ossido di azoto, l’ossido di zolfo, composti organici volatili non metonici, particelle sospese totali (PM10), ed esaminando l’efficacia degli impianti di mitilicoltura nel trattenere CO2, contribuendo così a una migliore comprensione del flusso biogenico del carbonio e delle dinamiche ambientali.

Uno studio sulle emissioni di gas serra nella pesca ha rilevato che ogni chilo di pesce allevato emette 5 kg di CO2, quello pescato da 1 a 3 kg, dati molto più contenuti rispetto ai 59,6 kg emessi per un chilo di carne rossa, mentre per l’agnello si arriva a 24 kg. Anche altri alimenti come il formaggio, principalmente derivato da latte vaccino, oppure il ciccolato o il caffè contribuiscono significativamente all’impatto ambientale. Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, gli alimenti vegetali hanno un impatto ambientale notevolmente inferiore rispetto ai prodotti animali. Per gli impianti di mitilicoltura viene evidenziato il contributo positivo al riassorbimento dell’anidride carbonica da parte dei mitili (cozze), soprattutto per gli impianti privi di fasi di stabulazione.

La pesca con metodi sostenibili e responsabili non solo riduce le emissioni, ma salvaguarda gli ecosistemi marini. Il comparto ha già compiuto progressi significativi in questa direzione, con una riduzione del 50% delle emissioni a partire dal 1990 nell’Ue. Per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050 occorre trovare valide alternative energetiche e diminuire la dipendenza da combustibili fossili.

The post Unci AgroAlimentare: pesca, attività sempre più sostenibile. I risultati della ricerca scientifica appeared first on Economia del Mare.

“}]] 

Pesca, qual è la sfida principale del settore: il nuovo rapporto di Ugl Agroalimentare

Pesca, qual è la sfida principale del settore: il nuovo rapporto di Ugl Agroalimentare

[[{“value”:”

Il ricambio generazionale rappresenta una delle principali sfide del settore. È quanto è emerge dal nuovo rapporto di Ugl Agroalimentare settore Pesca ‘Ricambio generazionale e formazione: orientamenti e pregiudizi degli italiani sull’occupazione nel settore pesca e acquacoltura’, realizzato dall’Istituto demoscopico Lab21.01 e presentato oggi in Senato.

Il 55,6% degli intervistati vede il ricambio generazionale come un’opportunità di sviluppo e sopravvivenza, mentre solo il 9,1% lo percepisce come una minaccia per la tradizione. Le nuove generazioni potrebbero portare innovazione tecnologica (25,8%) e una maggiore attenzione all’ambiente (35,3%), fattori considerati fondamentali per rendere il settore più sostenibile e competitivo.

Tuttavia, tra i fattori che scoraggiano i giovani dall’intraprendere una carriera nella pesca spiccano la scarsa valorizzazione sociale del mestiere (19,8%) e la mancanza di prospettive di crescita professionale (15,2%). Le difficili condizioni lavorative e i bassi guadagni sono altre barriere che incidono negativamente sull’attrattività del settore. Tra le sfide principali segnalate dagli intervistati vi sono la concorrenza internazionale (22,6% del comparto), l’eccesso di regolamentazione e burocrazia (21,4% del comparto) e la bassa redditività del settore (18,9% del comparto).

Secondo l’indagine, il 70,5% degli italiani ritiene la pesca un settore fondamentale per l’economia nazionale, un valore che sale al 92,7% tra gli addetti ai lavori. Tuttavia, persistono preoccupazioni legate alla redditività (25,8%) e alle condizioni di lavoro (39,2%), con un’alta percentuale di intervistati che associa alla pesca l’idea di un lavoro duro, faticoso e poco remunerativo. Nonostante la percezione negativa, una quota significativa della popolazione riconosce l’importanza della pesca come attività legata alla tradizione e al rispetto per la natura (30,9%).

L’importanza della formazione

Uno degli elementi chiave per il successo del ricambio generazionale è la formazione: il 39,3% degli intervistati del comparto ritiene essenziale offrire percorsi di formazione moderni e specializzati per attrarre i giovani. Anche la promozione dell’immagine del pescatore come professionista qualificato è considerata cruciale per migliorare la percezione del settore. Le nuove tecnologie e la digitalizzazione delle flotte, insieme a iniziative come il pescaturismo e la didattica ambientale, sono viste come opportunità di diversificazione e sviluppo economico. Tuttavia, la maggior parte degli intervistati concorda sulla necessità di migliorare le condizioni di lavoro e aumentare i guadagni per rendere il settore più attraente.

Un altro aspetto significativo riguarda la comunicazione sul settore. Due italiani su dieci ricordano almeno una campagna di comunicazione o pubblicitaria sul tema della pesca (22,2%; + 2,4% rispetto al 2023): il 53,4% degli italiani ritiene che le informazioni sui prodotti ittici siano ancora insufficienti. Questo gap comunicativo influisce negativamente sull’immagine del pescatore, che è ancora visto come un lavoro poco rispettato socialmente.

Gli interventi

“La pesca e l’acquacoltura sono settori chiave per lo sviluppo sostenibile e per la tutela delle risorse naturali, ma spesso sono penalizzati da condizioni di lavoro difficili e una crescente instabilità occupazionale. Il nostro obiettivo, come Ugl, è portare all’attenzione delle istituzioni la necessità di politiche mirate che possano garantire maggiore sicurezza, stabilità e formazione per i lavoratori di questo comparto”, ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale Ugl.

“Auspichiamo che i risultati di questa ricerca – continua Capone – possano contribuire a delineare un percorso di crescita sostenibile per il settore, in grado di favorire l’occupazione e di migliorare la qualità della vita di chi lavora quotidianamente a contatto con il mare. Il nostro impegno, come UGL, è continuare a sostenere con forza questo comparto, affinché le politiche del lavoro siano sempre più orientate alla tutela dei lavoratori e alla valorizzazione del nostro patrimonio ambientale ed economico”.

“Il ricambio generazionale in un settore economicamente strategico come quello della pesca e dell’acquacoltura è un tema ricorrente nel dibattito pubblico” e il settore “può rinnovarsi favorendo l’ingresso dei giovani. Le nuove tecnologie applicate all’ambiente marino e alla sostenibilità della risorsa ittica, la digitalizzazione delle flotte, la nascita di una nuova cultura degli ecosistemi e le nuove opportunità di lavoro legate al turismo possono essere le leve incentivanti per questo ricambio generazionale che, nel suo sviluppo, non deve mai dimenticare di saper coniugare la sostenibilità del mare con quella sociale. L’una senza l’altra produrrebbe uno squilibrio difficilmente sanabile con pesanti ripercussioni sull’intera filiera e sul futuro stesso del comparto”. Così Francesco Battistoni, vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici della Camera dei Deputati.

“In un momento di sfide e trasformazioni, il settore della pesca e dell’acquacoltura riveste un ruolo cruciale per l’occupazione e lo sviluppo sostenibile. È fondamentale, dunque, promuovere iniziative che favoriscano la formazione e l’innovazione, essenziali per garantire posti di lavoro di qualità. Al contempo è necessario favorire una parità di regole a tutela del libero mercato. Occorrono, pertanto, strumenti legislativi e finanziari che vadano a supporto della redditività e della riconoscibilità sociale della marineria”. Così Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, intervenendo alla presentazione.

“Per la prima volta a un G7 si è parlato di pesca, un tema che è stato sviscerato molto e questo è positivo anche perché negli ultimi anni la politica europea ha penalizzato questo settore. Va invertita questa tendenza”. Così Luca De Carlo, presidente della Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato della Repubblica, intervenendo alla presentazione in Senato del nuovo rapporto di Ugl Agroalimentare settore Pesca ‘Ricambio generazionale e formazione: orientamenti e pregiudizi degli italiani sull’occupazione nel settore pesca e acquacoltura’.

“Come emerge dal sondaggio di oggi – continua – la pesca è un’attività che gli italiani ritengono economicamente strategica e con un valore sociale altissimo. Dobbiamo far capire che l’agricoltura e la pesca di oggi non sono un lavoro di serie B, ma fanno parte di un sistema che ha puntato molto sull’innovazione. Occorre, altresì, incentivare la rottamazione per avere barche che attraggano i giovani e favorire un rinnovamento delle flotte. Certamente si tratta di un settore sul quale bisogna continuare ad investire, ma gli operatori sanno che hanno il Governo al loro fianco sia in Italia che in Ue”.

(Mst/Adnkronos)

ISSN 2465 – 1222

FONTE ADNKRONOS

The post Pesca, qual è la sfida principale del settore: il nuovo rapporto di Ugl Agroalimentare appeared first on Economia del Mare.

“}]] 

Pagina 3 di 494

Made with & by Matacotti Design

Privacy & Cookie Policy