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Fermo pesca, la flotta calabrese allo stremo: servono aiuti immediati

Fermo pesca, la flotta calabrese allo stremo: servono aiuti immediati

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La pesca calabrese a strascico del mare Tirreno sta affrontando una crisi senza precedenti dopo la proroga del fermo pesca 2025 disposto dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare in seguito a una segnalazione della Commissione europea.
Il provvedimento, inizialmente previsto dal 1° al 30 ottobre, è stato esteso fino al 30 novembre. Bruxelles ha rilevato che l’Italia avrebbe superato il numero di giornate di pesca consentite, imponendo un nuovo stop che ha colto di sorpresa l’intero comparto.

L’allarme è stato lanciato dal Comitato Pescatori Calabria attraverso un comunicato firmato dal presidente Salvatore Martilotti, che descrive una situazione ormai insostenibile per la flotta tirrenica. Senza compensazioni né ristori immediati, la misura rischia di trasformarsi in una vera emergenza economica. La flotta calabrese, composta perlopiù da microimprese familiari, si trova ora in una condizione di sopravvivenza. Gli armatori, i marinai e le loro famiglie attendono risposte da Roma e dalla Regione Calabria, mentre i costi fissi continuano a crescere e i ricavi si azzerano.

Una crisi strutturale che affonda le radici nel tempo

La proroga del fermo pesca nel Tirreno calabrese ha evidenziato le fragilità di un sistema che da anni soffre l’assenza di una pianificazione coerente.
Le imprese di pesca lavorano mediamente solo 145 giorni all’anno, sommando fermi biologici obbligatori, giornate festive, maltempo e limitazioni aggiuntive. In queste condizioni, la competitività diventa un miraggio. I bilanci annuali mostrano ricavi in calo e costi operativi in aumento, con margini sempre più ridotti.

Il rischio concreto è la progressiva uscita di operatori dal settore e la perdita di competenze radicate nel territorio. La riduzione della flotta non è solo un problema economico, ma anche sociale: rappresenta un colpo alla cultura marittima calabrese e all’equilibrio delle comunità costiere.

L’urgenza di un piano straordinario regionale

Il comparto chiede un intervento urgente della Regione Calabria per fronteggiare una crisi che non è più solo congiunturale.
Le imprese invocano l’attivazione di un Piano Pesca Straordinario, con misure concrete per sostenere gli armatori, tutelare l’occupazione e rilanciare i servizi collegati.
Si attende inoltre il varo di strumenti finanziari mirati, come l’Agenzia per lo sviluppo delle imprese ittiche e l’istituzione dell’Osservatorio regionale della pesca a Schiavonea di Corigliano-Rossano, una delle capitali storiche del settore.

Solo una strategia coordinata tra istituzioni regionali, governo nazionale e Unione europea potrà evitare il tracollo definitivo della flotta calabrese.
Il 2025 si sta rivelando un anno critico, ma potrebbe anche segnare l’inizio di una nuova stagione per la pesca del Tirreno, se le misure arriveranno in tempo.

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AIC: la nomina di Abate in FAO rafforza il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo

AIC: la nomina di Abate in FAO rafforza il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo

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“La designazione di Francesco Saverio Abate alla Vicepresidenza della Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) della FAO è una notizia di grande rilievo per l’intero sistema della pesca italiana” – dichiara il presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori (AIC), Giuseppino Santoianni.

“Il suo percorso professionale ha sempre coniugato visione strategica e conoscenza profonda del settore, contribuendo a orientare le politiche italiane verso modelli di gestione sostenibili e innovativi. È un riconoscimento che premia la qualità del lavoro svolto in questi anni e conferma il peso dell’Italia nei tavoli internazionali dedicati alla gestione delle risorse marine” – prosegue Santoianni.

Soddisfazione anche da parte del presidente di AIC Pesca, Natale Amoroso, che evidenzia: “Si tratta di un risultato che rafforza la presenza e la credibilità dell’Italia nel Mediterraneo, in un momento in cui la gestione condivisa delle risorse marine richiede competenze tecniche e capacità di visione. La nomina di Francesco Saverio Abate rappresenta un segnale importante per il futuro del settore, perché valorizza l’esperienza italiana e apre nuove prospettive di cooperazione tra i Paesi rivieraschi nel segno della sostenibilità e dell’innovazione.”

“Come Associazione Italiana Coltivatori – conclude Santoianni – continueremo a sostenere ogni percorso che, in coerenza con gli obiettivi della FAO e della Cgpm, promuova una pesca sostenibile, innovativa e capace di garantire lavoro, tutela ambientale e sicurezza alimentare nel Mediterraneo”.

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Reti da pesca digitali: la svolta hi-tech per una flotta italiana più sostenibile

Reti da pesca digitali: la svolta hi-tech per una flotta italiana più sostenibile

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Reti da pesca digitali per rendere la Flotta Italia ancora più sostenibile, tutelando le risorse ittiche e diminuendo l’impatto dell’attività. È il progetto presentato da Coldiretti Pesca nell’ambito del workshop organizzato al Villaggio contadino di Bologna, in collaborazione con la società Elica.

Sulle reti da pesca verranno posti dei sensori elettronici che permetteranno alle imbarcazioni di “vedere” in tempo reale cosa si sta pescando – spiega Coldiretti Pesca –, evitando di far finire nelle maglie anche le specie ittiche non previste. Al tempo stesso, la novità consentirà una migliore gestione della pescata, razionalizzando le manovre e, di conseguenza, l’utilizzo del carburante.

Una vera e propria “pesca di precisione”, al pari dell’agricoltura di precisione che si sta diffondendo sempre più nelle campagne italiane con un impegno forte verso la digitalizzazione del settore.

Le nuove tecnologie permettono, infatti, alle barche da pesca di ridurre i consumi grazie a un uso più efficiente della propulsione e di evitare pescate a vuoto individuando in anticipo la presenza di biomassa davanti alla rete consentono inoltre di migliorare la qualità del pescato perché segnalano se la saccata si rovina a causa di correnti forti o corpi estranei e garantiscono una gestione più sicura e digitalizzata delle attività a bordo grazie a sensori collegati a software che raccolgono dati oceanografici e aiutano a controllare meglio le attrezzature e le operazioni di pesca. Una svolta digitale per le imbarcazioni tricolori che verrà sperimentata sia per il segmento dello strascico che per quello della circuizione e delle volanti, con l’avvio delle prove all’inizio del prossimo anno.

Un progetto che testimonia ancora una volta l’impegno della Flotta italiana verso la sostenibilità e la tutela degli stock ittici.

Un settore importante del Made in Italy a tavola con circa 12mila imbarcazioni e 30mila addetti – conclude Coldiretti Pesca –, il cui futuro è però messo in pericolo dai mutamenti climatici, con effetti combinati che riducono il pescato e rendono sempre più difficili le condizioni in cui operare.

 

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Francesco Saverio Abate alla vicepresidenza CGPM

Francesco Saverio Abate alla vicepresidenza CGPM

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La Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) della FAO ha eletto Francesco Saverio Abate come nuovo vicepresidente. Una decisione condivisa dai Paesi membri che premia la competenza, la lungimiranza e l’impegno costante di uno dei protagonisti delle politiche italiane della pesca e dell’acquacoltura.

La CGPM, organismo intergovernativo della FAO, riunisce gli Stati del Mediterraneo e del Mar Nero per assicurare una gestione sostenibile delle risorse ittiche e promuovere la cooperazione tra le marinerie. L’elezione di Abate, Direttore Generale della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura del MASAF, conferisce all’Italia una posizione di rilievo nei processi decisionali che orientano il futuro del settore a livello internazionale.

Figura di profonda esperienza amministrativa e tecnica, Abate è riconosciuto per la sua capacità di visione, equilibrio e intuizione politica, qualità che negli anni hanno guidato la modernizzazione del comparto ittico italiano. Ha promosso politiche fondate su innovazione, tracciabilità e sostenibilità, valorizzando il ruolo delle imprese e delle comunità costiere. La sua leadership, capace di unire rigore tecnico e prospettiva strategica, ha reso l’Italia un interlocutore stabile e autorevole nei tavoli della FAO e dell’Unione Europea.

La sua elezione a vicepresidente della CGPM non è soltanto un riconoscimento personale, ma un segnale di fiducia verso l’Italia, che torna ad avere una voce determinante nella governance del Mediterraneo. In un contesto geopolitico in cui la pesca è al centro di sfide ambientali, economiche e sociali, Abate rappresenta la sintesi tra tecnica, diplomazia e visione, unendo tutela delle risorse e sviluppo sostenibile.

Il suo mandato potrà incidere sulle strategie internazionali per il contrasto alla pesca illegale (INN), la gestione scientifica degli stock, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la transizione verso una blue economy più equa e competitiva.

“Desidero esprimere le mie più sincere congratulazioni a Francesco Saverio Abate per la sua nomina a Vicepresidente della CGPM – ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco LollobrigidaSi tratta di un riconoscimento prestigioso che premia competenza, dedizione e impegno costante a favore della pesca e dello sviluppo del settore ittico. La sua nomina rappresenta un importante risultato per l’Italia, che vede così rafforzato il proprio ruolo nei consessi internazionali dedicati alla gestione responsabile delle risorse marine.” 

“Congratulazioni a Francesco Saverio Abate per la sua nomina a vicepresidente della Commissione Generale Pesca Mediterraneo. Sono certo che anche in questo nuovo e importante ruolo, il direttore generale saprà dare un importante contributo alla promozione della gestione sostenibile delle risorse ittiche, all’innovazione e allo sviluppo del comparto nell’area del Mediterraneo e del Mar Nero, portando una visione italiana per la pesca che mancava, purtroppo, da anni”, dichiara il sottosegretario al MASAF, senatore Patrizio La Pietra.

Una nomina elettiva condivisa in sede multilaterale, sostenuta dall’Italia e approvata dalle Parti contraenti della CGPM, che conferma la credibilità e la capacità di leadership di Abate, rafforzando la presenza del nostro Paese nei luoghi in cui si decide il futuro del Mediterraneo.

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Mazara compatta attorno alla O.P. Blue Sea: “Siamo un punto di orgoglio per la città”

Mazara compatta attorno alla O.P. Blue Sea: “Siamo un punto di orgoglio per la città”

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Durante un incontro svoltosi ieri pomeriggio a Mazara del Vallo, convocato per un confronto tra gli stakeholder del comparto ittico, è emerso con chiarezza un dato inequivocabile: la O.P. Blue Sea del Gambero Rosso di Mazara del Vallo è riconosciuta, è legittima e opera nel pieno rispetto della normativa europea che disciplina le Organizzazioni di Produttori della pesca.

L’incontro, che ha riunito pescatori, commercianti, tecnici, consulenti e rappresentanti istituzionali, è stato organizzato proprio per fare chiarezza sul ruolo e sul valore dell’O.P., dissipando ogni dubbio sulla sua effettività economica e sul percorso di crescita avviato.

“L’O.P. Blue Sea è un punto di orgoglio per Mazara del Vallo – ha dichiarato il presidente Maurizio Giacalone –. Quello che stiamo costruendo, se prosegue con la stessa serietà e coerenza, diventerà un riferimento importante per la città e per tutto il comparto. Siamo una realtà giovane, ma stiamo crescendo in modo trasparente e ordinato, con l’obiettivo di strutturarci pienamente dal punto di vista operativo”.

Nel corso del dibattito è stato sottolineato come Mazara del Vallo non possa più permettersi frammentazioni interne. “La forza individuale non basta più – ha aggiunto Giacalone –. Per difendere e valorizzare il nostro gambero rosso serve una forza collettiva. La O.P. non è un artificio contabile, ma lo strumento che ci permette di tornare protagonisti nel Mediterraneo”.

Il presidente ha inoltre illustrato in modo dettagliato le attività in corso e gli obiettivi futuri dell’organizzazione, ribadendo che la O.P. Blue Sea non ha scopo di lucro, ma lavora esclusivamente per valorizzare i prodotti dei soci, migliorare la produttività e rafforzare la commercializzazione del pescato.

“Abbiamo tutte le carte in regola per farlo – ha spiegato Giacalone –. È chiaro che ci sono aspetti organizzativi da migliorare, ed è proprio ciò che stiamo facendo. Alcuni commercialisti presenti hanno contribuito con osservazioni costruttive: siamo in fase operativa per colmare le lacune iniziali e procedere step by step verso una struttura sempre più solida”.

Un passaggio particolarmente importante, ha ricordato Giacalone, riguarda i contratti dei soci con l’O.P. e le deleghe ai commercianti, che costituiscono «un passo concreto verso la piena operatività». Il confronto con la platea è stato intenso e positivo: “C’è stato un dialogo vero, con richieste legittime di garanzie, ma anche tanta chiarezza. Qualcuno ha provato a sollevare polemiche pretestuose, ma i fatti e la trasparenza del nostro lavoro hanno parlato da soli”.

La riunione si è conclusa in un clima di unità e fiducia. Diversi esponenti di rilievo del settore e professionisti presenti hanno espresso apprezzamento per la serietà e la direzione intrapresa dall’O.P. Blue Sea, augurandosi che il percorso prosegua con la stessa determinazione.

“Mazara non vuole sopravvivere: vuole tornare a essere leader nel Mediterraneo – ha concluso Giacalone –. Andiamo avanti uniti, con serietà, regole e responsabilità. Solo insieme possiamo difendere il valore del nostro gambero rosso e il futuro della nostra marineria”.

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