Categoria: Pesce In Rete Pagina 21 di 924

La Festa dei Sette Pesci, il menù della tradizione italo-americana che nessuno in Italia conosce

La Festa dei Sette Pesci, il menù della tradizione italo-americana che nessuno in Italia conosce

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La Festa dei Sette Pesci, il menù della tradizione italo-americana che nessuno in Italia conosce – La Festa dei Sette Pesci, conosciuta negli Stati Uniti come Feast of the Seven Fishes, è uno dei momenti più attesi dalle famiglie italo-americane durante la Vigilia di Natale.

Non l’hai mai sentita nominare? Non preoccuparti, anche se può sembrare una vecchia tradizione italiana, questa particolare celebrazione non ha radici autentiche nel nostro Paese, ma è il frutto dell’inventiva degli immigrati italiani all’estero.

In Italia, infatti, non esiste una tradizione con questo nome che prevede un menù di questo tipo, sebbene soprattutto nelle regioni meridionali la cena della Vigilia è tradizionalmente composta di un ricco menù a base di pesce.

Per le famiglie italo-americane, invece, il cenone della Vigilia, chiamato The Vigil, prevede un menù di 13 portate, che ogni famiglia contribuisce a preparare per poi condividerlo insieme ai propri parenti.

La celebre serie TV, The Bear, ormai diventata un cult tra appassionati di cucina e non solo, ha rafforzato l’idea che anche in Italia si festeggi con il famoso menù dei sette pesci. Questa serie esplora infatti le dinamiche familiari e culinarie di una famiglia italo-americana, contribuendo a diffondere una versione romanzata e idealizzata della cultura gastronomica italiana. Uno degli episodi più curiosi della serie è proprio quello dedicato alla Festa dei Sette Pesci, dove questa famiglia viene rappresentata in modo bizzarro tra urla e cibo che sembra profondamente radicato in una comunità, che cerca di preservare le proprie origini.

Ma perché proprio sette pesci? Le interpretazioni sono numerose: si parla di un simbolismo legato ai sette giorni che impiegarono Maria e Giuseppe per arrivare a Betlemme, oppure ai sette sacramenti della religione cattolica o ancora ai sette peccati capitali. In altre versioni, il numero 13 delle portate rappresenterebbe i commensali dell’Ultima Cena.
In alcune famiglie, c’è persino l’usanza da parte dei bambini di lasciare un piccolo assaggio di ogni portata per gli angeli, in segno di devozione e speranza per una visita divina durante la Notte Santa.

La Festa dei Sette Pesci, il menù della tradizione italo-americana che nessuno in Italia conosce

Il menù della Festa dei Sette Pesci negli Stati Uniti riflette una fusione tra specialità italiane e prodotti diversi. Ecco un esempio:
Antipasti: 1. Filetti di baccalà fritto, 2. Insalata di polpo, 3. Crudo di mare.
Primi piatti: 4. Spaghetti allo scoglio o con vongole, 5. Tubettini alle cozze.
Secondi piatti: 6. Capitone al forno, 7. Gamberetti fritti in pastella, 8. Seppie con patate.
Contorni: 9. Insalata, 10. Cardi al forno, 11. Finocchi crudi in pinzimonio.
Dolci: 12. Panettone, Pandoro o Cartellate, 13. Tronchetto di Natale.

In Italia, specialmente nelle regioni del Sud, la Vigilia di Natale è altrettanto ricca di piatti a base di pesce, ma senza concentrarsi su di un rigido calcolo che si basa sul numero sette.
Il pranzo o la cena, prevede una grande varietà di preparazioni a base di mare: crudo di mare, ostriche, tagliatelle di seppia, insalata di mare, alici marinate, baccalà fritto, spaghetti alle cozze, patate riso e cozze, polpo in pignata, cozze gratinate, gamberoni al forno, pesce al forno, polpo e seppie alla brace, solo per citarne alcuni ed in molte famiglie, i piatti possono superare di gran lunga il numero sette, creando un vero e proprio banchetto a base di pesce.

Se ci pensiamo, l’aspetto più importante ed il vero spirito di queste feste, sia in Italia che all’estero, è quello di passare del tempo con le persone a cui si vuole bene, parlare, ascoltarle e come suggerisce la serie tv, The Bear, cucinare sette o più piatti, è un atto che richiede tanta pazienza ed impegno, e questo tempo trascorso in cucina non è altro che un gesto concreto di affetto verso chi si ama.

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La GFCM lancia la Conferenza regionale sull’acquacoltura

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La GFCM lancia la Conferenza regionale sull’acquacoltura – Il futuro dell’acquacoltura sostenibile nel Mediterraneo e nel Mar Nero sarà al centro della conferenza regionale sull’acquacoltura che si terrà il 4 e 5 dicembre a Heraklion, in Grecia. La conferenza è organizzata dalla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dal Ministero greco per lo sviluppo rurale e l’alimentazione, con il sostegno finanziario dell’Unione europea.

Celebrando un decennio dalla prima grande conferenza regionale tenutasi a Bari, in Italia, e basandosi sui risultati della conferenza di alto livello del 2023 sulle iniziative MedFish4Ever, l’evento riunirà decisori senior ed esperti di acquacoltura provenienti da tutta la regione. I partecipanti esamineranno i progressi compiuti negli ultimi dieci anni, tracceranno la traiettoria del settore e discuteranno le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi stabiliti nella strategia GFCM 2030 per la pesca e l’acquacoltura sostenibili nel Mediterraneo e nel Mar Nero.

Le discussioni coinvolgenti si concentreranno sull’equilibrio tra crescita e sostenibilità ambientale, sottolineando sia la salute dell’ecosistema che la vitalità economica. I partecipanti sottolineeranno l’ importanza dell’acquacoltura all’interno degli impegni politici esistenti e forniranno spunti e soluzioni per rafforzare l’azione futura verso un settore sostenibile e resiliente.

Lavorare insieme per affrontare le sfide urgenti

L’acquacoltura è sempre più vitale per la sicurezza alimentare, l’occupazione e lo sviluppo economico nella regione del Mediterraneo e del Mar Nero. Nell’ultimo decennio, la produzione di acquacoltura in acque marine e salmastre è quasi raddoppiata, crescendo del 91,3 percento, con ricavi in ​​aumento del 74,5 percento. Tuttavia, la regione del Mediterraneo e del Mar Nero affronta vulnerabilità uniche, aggravate dal cambiamento climatico, dalla crescita della popolazione e dall’instabilità economica, che stanno esercitando una pressione crescente sui suoi sistemi alimentari. Questi problemi saranno un punto focale delle discussioni alla conferenza.

Definire una visione condivisa per il futuro dell’acquacoltura sostenibile nella regione

La conferenza si aprirà con i rappresentanti dei paesi che valuteranno i progressi compiuti da Bari 2014, in particolare il notevole impulso nei quadri normativi nazionali e regionali e i piani di sviluppo dell’acquacoltura nazionale mirati. Queste discussioni getteranno le basi per una visione condivisa per il futuro dell’acquacoltura sostenibile nella regione.

Una serie di sessioni tematiche affronterà le sfide urgenti, con un’enfasi sul cambiamento climatico e sulla sicurezza alimentare. Gli argomenti includeranno:

– Sistemi di produzione alimentare dell’acquacoltura di oggi e di domani;
– Avanzare verso sistemi di produzione alimentare dell’acquacoltura ecologicamente sostenibili;
– Gestire il cambiamento: strategie per affrontare le sfide attuali ed emergenti.
Queste sessioni comprenderanno dibattiti di gruppo e forniranno un orientamento su una serie di azioni di follow-up proposte per lo sviluppo di un’acquacoltura sostenibile.

Gli eventi collaterali completeranno le discussioni delle sessioni tematiche e affronteranno vari argomenti salienti, tra cui l’uso dell’intelligenza artificiale nel settore, la creazione di reti e la promozione delle donne nell’acquacoltura e nella produzione su piccola scala.

La conferenza sarà arricchita da dimostrazioni dal vivo e stand che esporranno tecnologie emergenti e il lavoro di organizzazioni di acquacoltura pertinenti. Nel frattempo, le discussioni metteranno in evidenza la governance unificata e inclusiva, l’acquacoltura ricostituente, la promozione della sicurezza alimentare e degli investimenti responsabili, la raccolta dati, la ricerca e l’innovazione, il benessere degli animali, il cambiamento climatico e la trasformazione blu.

La conferenza è rivolta ai partecipanti in rappresentanza dei dipartimenti e delle agenzie governative competenti, delle organizzazioni internazionali, intergovernative e non governative, nonché alle parti interessate delle piattaforme di acquacoltura, della comunità di ricerca e delle organizzazioni di acquacoltori della regione.

Le iscrizioni alla Conferenza Regionale sull’Acquacoltura “Dare forma al futuro dell’acquacoltura sostenibile nel Mediterraneo e nel Mar Nero” sono aperte fino al 25 ottobre al seguente link .

Informazioni sul GFCM

La GFCM è un’organizzazione regionale di gestione della pesca che opera nell’ambito della FAO, la cui competenza si estende a tutte le acque marine del Mediterraneo e del Mar Nero. Il suo obiettivo principale è garantire la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse marine viventi, nonché lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura.

I membri della GFCM includono 23 parti contraenti (Albania, Algeria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Egitto, Unione Europea, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco, Romania, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia) e sei parti non contraenti cooperanti (Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Giordania, Moldavia, Arabia Saudita, Ucraina).

La GFCM lancia la Conferenza regionale sull’acquacoltura

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C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico

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C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico – L’acquacoltura, considerata una soluzione sostenibile per alleviare la pressione sugli stock ittici naturali, potrebbe in realtà dipendere dal pesce selvatico molto più di quanto si pensasse. Un recente studio pubblicato su Science Advances ha rivalutato l’uso di pesce pescato in natura nei mangimi per acquacoltura, rivelando che l’industria mondiale potrebbe consumare quantità significativamente maggiori di pesce selvatico rispetto a quanto stimato in passato.

La ricerca, condotta da esperti delle Università di Miami e New York e da Oceana, ha esaminato il rapporto tra pesce utilizzato per i mangimi (FI:FO – fish-in:fish-out ratio) e pesce prodotto dall’acquacoltura. Precedenti stime avevano collocato questo rapporto a 0,28, ma la nuova analisi suggerisce che potrebbe essere fino a tre volte superiore per alcune specie carnivore d’allevamento, come salmone e trota. Questo significa che per ogni chilo di pesce allevato, potrebbero essere necessari due chili di pesce pescato in natura.

Una delle scoperte più significative riguarda le specie carnivore, che richiedono grandi quantità di proteine marine per crescere. La dipendenza dell’acquacoltura da fonti di pesce selvatico, inclusi ritagli e sottoprodotti della pesca commerciale, non è mai stata completamente considerata nelle stime precedenti. Questo fenomeno solleva nuove preoccupazioni sulla sostenibilità del settore.

Il team di ricerca ha inoltre considerato l’impatto della mortalità da catture accessorie, ovvero i pesci catturati accidentalmente e restituiti al mare, ma che spesso non sopravvivono. Tali fattori contribuiscono a un consumo ancora maggiore di pesce selvatico rispetto alle stime ufficiali.

Questa revisione dei dati offre un quadro più complesso della produzione di mangimi per acquacoltura e solleva importanti domande sul futuro dell’industria. L’aumento dell’uso di ingredienti alternativi nei mangimi, come proteine vegetali e microalghe, non ha ancora portato a una significativa riduzione della dipendenza dai pesci selvatici. Ciò pone un serio interrogativo sul reale impatto ambientale dell’acquacoltura, soprattutto in un momento in cui il settore offshore sta espandendosi rapidamente.

Le implicazioni di questa ricerca sono profonde. La gestione delle risorse marine e la sostenibilità dell’acquacoltura richiedono una riflessione critica sulle specie da allevare e sugli approcci adottati per limitare il consumo di risorse naturali. I responsabili politici e le parti interessate nel settore ittico dovranno affrontare queste sfide se si vuole che l’acquacoltura mantenga la sua promessa di contribuire alla sicurezza alimentare globale senza esaurire gli ecosistemi marini.

C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico

 

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Varata la prima barca al mondo per l’allevamento del merluzzo

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Varata la prima barca al mondo per l’allevamento del merluzzo – Il recente varo di Ronja Ode, la prima imbarcazione dedicata all’allevamento del merluzzo, rappresenta un momento cruciale per l’industria dell’acquacoltura. Questo evento rivoluzionario, tenutosi ad Ålesund il 12 ottobre scorso, simboleggia un passo significativo per l’allevamento del merluzzo, un settore emergente con un enorme potenziale di crescita. La collaborazione dietro questa impresa mette in luce lo spirito innovativo che guida l’industria, con le aziende locali Ode e Sølvtrans in prima linea.

Ode, produttore di merluzzo, e Sølvtrans, nota per le sue imbarcazioni per il trasporto ittico, hanno unito le forze per sviluppare questa nave specializzata. La Ronja Ode svolgerà un ruolo cruciale nella produzione e nel trasporto del merluzzo allevato, fornendo un metodo più efficiente e sostenibile per la gestione di questa specie. Questa partnership dimostra la capacità delle imprese costiere locali di innovare e guidare il settore su scala globale, fissando nuovi standard per l’acquacoltura del merluzzo.

L’evento di lancio ha attirato centinaia di visitatori, a testimonianza dell’importanza di questo sviluppo all’interno della comunità dell’acquacoltura.

La Ronja Ode non è solo una nave; è un elemento chiave che aiuterà a ottimizzare le operazioni di allevamento del merluzzo. Facilitando il trasporto del pesce, l’imbarcazione garantisce che la catena di approvvigionamento rimanga intatta ed efficiente, dal momento dell’allevamento fino all’arrivo sul mercato. Questa innovazione potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’industria del merluzzo, offrendo una soluzione sostenibile che risponde alla crescente domanda di prodotti ittici.

La collaborazione tra Ode e Sølvtrans sottolinea anche l’importanza delle conoscenze e delle competenze locali nel settore dell’acquacoltura. Entrambe le aziende hanno radici profonde nella costa norvegese, e la loro partnership rafforzerà la posizione della regione come leader nelle tecnologie per l’allevamento ittico.

Con l’aumento della domanda globale di prodotti ittici, innovazioni come questa giocheranno un ruolo essenziale nel garantire che il settore dell’acquacoltura rimanga sostenibile e competitivo. Questo evento ha aperto un nuovo capitolo per l’allevamento del merluzzo, uno che promette di portare importanti progressi sia nella produzione che nell’impatto ambientale.

Varata la prima barca al mondo per l’allevamento del merluzzo

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Si rafforza la cooperazione Africa-Europa nella governance oceanica

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Si rafforza la cooperazione Africa-Europa nella governance oceanica – In un mondo sempre più caratterizzato da sfide ambientali, gli oceani rivestono un’importanza immensa, specialmente per l’Africa e l’Europa. Il recente report dell’Africa-Europe Ocean Strategic Group evidenzia la necessità di rafforzare la collaborazione tra i due continenti. Istituito dalla Commissione Europea e dalla Commissione dell’Unione Africana, il gruppo ha lavorato per migliorare la governance oceanica e promuovere una crescita blu sostenibile.

Gli oceani coprono oltre il 70% della superficie terrestre e sostengono la vita di milioni di persone. Tuttavia, sono sottoposti a una forte pressione a causa della pesca eccessiva, dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. Per l’Africa e l’Europa, gli oceani rappresentano non solo una fonte critica di biodiversità, ma anche una linfa vitale per l’economia. Questa partnership mira ad affrontare le sfide comuni, sfruttando al contempo il potenziale degli oceani per lo sviluppo sostenibile.

Il rapporto descrive come Africa ed Europa possano collaborare in modo più efficace. I principali ambiti di interesse includono l’aumento della comprensione reciproca delle priorità legate agli oceani, la condivisione di conoscenze indigene e moderne e la promozione di una governance oceanica globale più forte. Questi sforzi sono fondamentali, data la situazione attuale degli oceani e la necessità di un’azione collettiva accelerata per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

La roadmap per il rafforzamento della cooperazione Africa-Europa si basa su tre pilastri principali: governance degli oceani, condivisione delle capacità e investimenti. All’interno di questi pilastri, il gruppo ha individuato 17 azioni prioritarie, che includono il rafforzamento dei quadri normativi, l’espansione delle collaborazioni scientifiche e l’incremento degli investimenti finanziari nei settori della blue economy, come la pesca e l’acquacoltura.

Uno degli aspetti più rilevanti del rapporto è l’attenzione riservata alla finanza e agli investimenti. Attraverso investimenti sostenibili nell’acquacoltura e nella pesca, Africa ed Europa possono creare posti di lavoro e promuovere la sicurezza alimentare, soprattutto nelle comunità costiere. Inoltre, il focus sulla condivisione delle tecnologie all’avanguardia e sul miglioramento dei quadri normativi permetterà a entrambe le regioni di sfruttare appieno le risorse marine.

Nei prossimi mesi, la Commissione Europea esaminerà le raccomandazioni del gruppo per integrarle nei suoi futuri programmi di lavoro. Con traguardi imminenti come il 7° Vertice Africa-Europa e la 3ª Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani, il momento è cruciale per rafforzare questo partenariato strategico.

La partnership tra Africa ed Europa sulle questioni oceaniche giunge in un momento in cui la comunità internazionale è coinvolta in diversi processi fondamentali. Questi includono i negoziati su un trattato globale sulla plastica, le discussioni sui sussidi alla pesca presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e la ratifica dell’accordo BBNJ sulla biodiversità oltre le giurisdizioni nazionali. Man mano che tali discussioni progrediscono, il partenariato Africa-Europa sull’oceano potrebbe svolgere un ruolo chiave nel plasmare le politiche globali in materia.

Con gli oceani minacciati come mai prima d’ora, Africa ed Europa devono agire in modo deciso. Questo rinnovato partenariato offre la promessa non solo di proteggere l’ambiente marino, ma anche di promuovere una crescita economica sostenibile per entrambi i continenti. Il futuro della blue economy dipende da un’azione collaborativa, e questa partnership segna un passo significativo verso tale obiettivo.

Si rafforza la cooperazione Africa-Europa nella governance oceanica

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