Categoria: Pesce In Rete Pagina 29 di 924

Italianità e regioni nel carrello della spesa

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Italianità e regioni nel carrello della spesa – I tagli al carrello della spesa non risparmiano neppure i prodotti che si presentano come italiani o regionali. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, nel canale supermercati e ipermercati, l’ampio paniere dei 26.516 prodotti che richiamano la loro italianità in etichetta ha perso il 4,5% dei volumi rispetto all’anno precedente. Il giro d’affari, invece, è cresciuto di +7,4%, superando gli 11,3 miliardi di euro.

Tuttavia, i prodotti che riportano on-pack un claim relativo alla loro italianità (come “100% italiano” o “prodotto in Italia”), un’indicazione geografica europea o l’immagine della bandiera italiana restano i principali protagonisti del carrello della spesa: rappresentano il 27,7% delle oltre 139 mila referenze analizzate dall’Osservatorio Immagino e contribuiscono per il 28,3% al giro d’affari di supermercati e ipermercati. Se l’indicatore di italianità più utilizzato è la bandiera tricolore (15.433 prodotti), quello con la maggiore crescita annua è il bollino Dop, che ha messo a segno un +9,1%, arrivando a 716 milioni di euro di sell-out, ed è anche l’unico degli otto claim monitorati ad aver registrato un aumento delle vendite in volume (+1,6%).

Italiani sì, ma anche regionali: sono 10.420 i prodotti alimentari venduti in supermercati e ipermercati sulle cui confezioni è indicata la regione di riferimento. Nel 2023 quest’affollato paniere ha registrato un +5,2% a valore (superando i 3 miliardi di euro) e un -3,7% a volume. Tutti i panieri regionali hanno aumentato il loro giro d’affari, con crescite a doppia cifra per Molise (+17,3%), Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta e Basilicata. Di queste, Molise, Basilicata, Valle d’Aosta e Puglia hanno accresciuto anche le vendite a volume. Guardando al fatturato totale, la classifica delle regioni in etichetta vede confermato il podio: primo posto per il Trentino-Alto Adige (oltre 406 milioni di euro), secondo per la Sicilia e terzo per il Piemonte.

L’analisi dettagliata dell’italianità e la classifica completa delle regioni in etichetta sono disponibili nella quindicesima edizione dell’Osservatorio Immagino, scaricabile gratuitamente dal sito osservatorioimmagino.it.

Italianità e regioni nel carrello della spesa

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UGL Agroalimentare. Presentata ricerca su occupazione settore pesca e acquacoltura

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UGL Agroalimentare. Presentata ricerca su occupazione settore pesca e acquacoltura – Affrontare le sfide del ricambio generazionale nel settore della pesca e acquacoltura, migliorando la formazione, le condizioni lavorative e la comunicazione per attrarre nuove generazioni, superando i pregiudizi legati a una percezione negativa della professione. È quanto è emerso dal nuovo Rapporto di UGL Agroalimentare settore PescaRicambio generazionale e formazione: orientamenti e pregiudizi degli italiani sull’occupazione nel settore pesca e acquacoltura“, realizzato dall’Istituto demoscopico Lab21.01 e presentato alla Sala Capitolare del Senato. Lo studio analizza le percezioni degli italiani riguardo al settore della pesca e dell’acquacoltura, con particolare attenzione alle sfide del ricambio generazionale e alla necessità di una maggiore formazione per attirare le nuove generazioni. L’evento è stato realizzato con i fondi del Piano Nazionale Triennale per la pesca e l’acquacoltura 2022-2024, annualità 2024.

La percezione del settore

I dati dell’indagine rivelano che il 70,5% degli italiani ritiene la pesca un settore fondamentale per l’economia nazionale, un valore che sale al 92,7% tra gli addetti ai lavori. Tuttavia, persistono preoccupazioni legate alla redditività (25,8%) e alle condizioni di lavoro (39,2%), con un’alta percentuale di intervistati che associa alla pesca l’idea di un lavoro duro, faticoso e poco remunerativo. Nonostante la percezione negativa, una quota significativa della popolazione riconosce l’importanza della pesca come attività legata alla tradizione e al rispetto per la natura (30,9%).

Le sfide del ricambio generazionale

Il ricambio generazionale rappresenta una delle principali sfide del settore: il 55,6% degli intervistati vede questa transizione come un’opportunità di sviluppo e sopravvivenza, mentre solo il 9,1% lo percepisce come una minaccia per la tradizione. Le nuove generazioni potrebbero portare innovazione tecnologica (25,8%) e una maggiore attenzione all’ambiente (35,3%), fattori considerati fondamentali per rendere il settore più sostenibile e competitivo. Tuttavia, tra i fattori che scoraggiano i giovani dall’intraprendere una carriera nella pesca spiccano la “scarsa valorizzazione sociale del mestiere” (19,8%) e la “mancanza di prospettive di crescita professionale” (15,2%). Le difficili condizioni lavorative e i bassi guadagni sono altre barriere che incidono negativamente sull’attrattività del settore. Tra le sfide principali segnalate dagli intervistati vi sono la concorrenza internazionale (22,6% del comparto), l’eccesso di regolamentazione e burocrazia (21,4% del comparto) e la bassa redditività del settore (18,9% del comparto).

Formazione e innovazione: le chiavi per il futuro

Uno degli elementi chiave per il successo del ricambio generazionale è la formazione: il 39,3% degli intervistati del comparto ritiene essenziale offrire percorsi di formazione moderni e specializzati per attrarre i giovani. Anche la promozione dell’immagine del pescatore come professionista qualificato è considerata cruciale per migliorare la percezione del settore. Le nuove tecnologie e la digitalizzazione delle flotte, insieme a iniziative come il pescaturismo e la didattica ambientale, sono viste come opportunità di diversificazione e sviluppo economico. Tuttavia, la maggior parte degli intervistati concorda sulla necessità di migliorare le condizioni di lavoro e aumentare i guadagni per rendere il settore più attraente.

Comunicazione e immagine

Un altro aspetto significativo riguarda la comunicazione sul settore. Due italiani su dieci ricordano almeno una campagna di comunicazione o pubblicitaria sul tema della pesca (22,2%; + 2,4% rispetto al 2023): il 53,4% degli italiani ritiene che le informazioni sui prodotti ittici siano ancora insufficienti.

Questo gap comunicativo influisce negativamente sull’immagine del pescatore, che è ancora visto come un lavoro poco rispettato socialmente.

Luca De Carlo, Presidente della Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato della Repubblica ha rilevato che: “Per la prima volta a un G7 si è parlato di pesca, un tema che è stato sviscerato molto e questo è positivo anche perché negli ultimi anni la politica europea ha penalizzato questo settore. Va invertita questa tendenza. Come emerge dal sondaggio di oggi la pesca è un’attività che gli italiani ritengono economicamente strategica e con un valore sociale altissimo. Dobbiamo far capire che l’agricoltura e la pesca di oggi non sono un lavoro di serie B, ma fanno parte di un sistema che ha puntato molto sull’innovazione. Occorre, altresì, incentivare la rottamazione per avere barche che attraggano i giovani e favorire un rinnovamento delle flotte. Certamente si tratta di un settore sul quale bisogna continuare ad investire, ma gli operatori sanno che hanno il Governo al loro fianco sia in Italia che in Ue”.

Per Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati: “In un momento di sfide e trasformazioni, il settore della pesca e dell’acquacoltura riveste un ruolo cruciale per l’occupazione e lo sviluppo sostenibile. È fondamentale, dunque, promuovere iniziative che favoriscano la formazione e l’innovazione, essenziali per garantire posti di lavoro di qualità. Al contempo è necessario favorire una parità di regole a tutela del libero mercato. Occorrono, pertanto, strumenti legislativi e finanziari che vadano a supporto della redditività e della riconoscibilità sociale della marineria”.

Secondo Francesco Battistoni, Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici della Camera dei Deputati: “Il ricambio generazionale in un settore economicamente strategico come quello della pesca e dell’acquacoltura è un tema ricorrente nel dibattito pubblico e il rapporto UGL-Lab21.01 lo fotografa chiaramente. Come in agricoltura stiamo assistendo ad un ritorno verso la campagna da parte delle terze generazioni, anche il settore della pesca può rinnovarsi favorendo l’ingresso dei giovani. Le nuove tecnologie applicate all’ambiente marino e alla sostenibilità della risorsa ittica, la digitalizzazione delle flotte, la nascita di una nuova cultura degli ecosistemi e le nuove opportunità di lavoro legate al turismo possono essere le leve incentivanti per questo ricambio generazionale che, nel suo sviluppo, non deve mai dimenticare di saper coniugare la sostenibilità del mare con quella sociale. L’una senza l’altra produrrebbe uno squilibrio difficilmente sanabile con pesanti ripercussioni sull’intera filiera e sul futuro stesso del comparto”.

Per Paolo Capone, Segretario Generale UGL: “La pesca e l’acquacoltura sono settori chiave per lo sviluppo sostenibile e per la tutela delle risorse naturali, ma spesso sono penalizzati da condizioni di lavoro difficili e una crescente instabilità occupazionale. Il nostro obiettivo, come UGL, è portare all’attenzione delle istituzioni la necessità di politiche mirate che possano garantire maggiore sicurezza, stabilità e formazione per i lavoratori di questo comparto. Auspichiamo che i risultati di questa ricerca possano contribuire a delineare un percorso di crescita sostenibile per il settore, in grado di favorire l’occupazione e di migliorare la qualità della vita di chi lavora quotidianamente a contatto con il mare. Il nostro impegno, come UGL, è continuare a sostenere con forza questo comparto, affinché le politiche del lavoro siano sempre più orientate alla tutela dei lavoratori e alla valorizzazione del nostro patrimonio ambientale ed economico”.

Paolo Mattei, Segretario Nazionale UGL Agroalimentare, ha dichiarato che: “Le principali sfide che il settore della pesca sta affrontando riguardano prevalentemente il tema del ricambio generazionale e l’impatto legato al surriscaldamento del mare. L’attuale parco di pescherecci, inoltre, ha un’età di 50 anni e con i guadagni di oggi non si riesce a rinnovare le flotte. Servono interventi come la rottamazione per consentire la dotazione di nuove attrezzature e, infine, bisogna valorizzare il prodotto ittico italiano riducendo i costi di produzione e puntando sulla qualità dei nostri mari”.

Secondo Carla Ciocci, Segretario Nazionale UGL Agroalimentare settore Pesca: “Come UGL Pesca, sottolineiamo l’urgenza di azioni mirate per sostenere il settore in questo momento di transizione generale verso il suo futuro. Tra le priorità, come emerge dal Rapporto, occorre incentivare la formazione specifica e moderna per i giovani, migliorare le condizioni di lavoro e aumentare i guadagni, oltre a potenziare la comunicazione e la valorizzazione del ruolo del pescatore, innescando inoltre un virtuoso processo di autoconsapevolezza dell’importanza economica e sociale del proprio lavoro. Solo attraverso interventi strutturali e politiche mirate si potrà invertire la tendenza di decrescita degli occupati nel comparto e superare i pregiudizi che ne limitano lo sviluppo”.

Paolo Marzio, Capo Reparto Pesca Marittima, Capitano di Vascello, ha affermato: “È con grande piacere che partecipiamo a questo evento. I pescatori li vediamo nascere, perché il primo atto lo fanno presso la Capitaneria di Porto, con l’iscrizione dei tesserini nel registro pescatori. La nuova generazione può sicuramente trovare nella pesca un’attività forte, soprattutto in questo momento, perché stiamo andando verso la sostenibilità della risorsa. Vedo per il futuro una grande possibilità per i nostri pescatori di ricominciare ad amare il mare e svolgere l’attività di pesca”.

Roberto Baldassari, Direttore Generale Lab 21.01 e Professore Università Roma Tre, ha dichiarato: “Il settore della pesca e dell’acquacoltura in Italia affronta un’importante fase di trasformazione, guidata dal ricambio generazionale e dalla necessità di formazione. Molti italiani vedono la professione del pescatore e dell’acquacoltore con pregiudizi che ne minano l’attrattività, soprattutto tra i giovani. Nonostante ciò, il settore rappresenta ancora un’opportunità di sviluppo economico e occupazionale, soprattutto se affrontate le principali sfide che lo caratterizzano”.

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Cristian Maretti rieletto presidente di Legacoop Agroalimentare

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Cristian Maretti rieletto presidente di Legacoop Agroalimentare – Secondo mandato per Cristian Maretti alla guida di Legacoop Agroalimentare. Lo hanno eletto i delegati e le delegate alla XVIII Assemblea dell’associazione delle cooperative italiane che si è tenuta al teatro Ambra Jovinelli di Roma.

“I prossimi quattro anni saranno sicuramente molto impegnativi. Dall’assemblea di Legacoop Agroalimentare parte un messaggio a tutte le organizzazioni di settore a fare progetti per rafforzare il sistema italiano. Ne abbiamo bisogno in Europa e nel mondo”, ha detto Maretti appena eletto. 55 anni, una compagna e tre figli, Maretti, è laureato in Agraria a Bologna e ha conseguito un diploma di specializzazione post universitario a Montpellier in Francia. Da sempre nel mondo della cooperazione, arriva per la prima volta alla guida nazionale di Legacoop Agroalimentare nel 2020 e deve affrontare subito emergenze, a iniziare dal Covid, oltre a quelle specifiche legate al mondo agroalimentare e della pesca a iniziare dal granchio blu.

“Come emerso dagli interventi di questa due giorni, emerge la consapevolezza diffusa dei problemi che gravano sul settore, una consapevolezza che va trasformata il prima possibile in progetti e azioni concrete per rafforzare il sistema nazionale”, ha continuato Maretti.

La giornata di ieri, iniziata con il saluto del direttore di Legacoop Agroalimentare Sara Guidelli, è stata caratterizzata dalla tavola rotonda Generazione Futuro – L’agroalimentare italiano e il settore ittico e forestale nel contesto globale condotta dal giornalista Francesco Selvi. Tra gli ospiti l’europarlamentare Dario Nardella, membro Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, ha parlato di necessità di un rilancio forte e ambizioso dell’Europa. E di trovare soluzioni per l’agricoltura, settore che più di altri risente delle emergenze climatiche e geopolitiche e per questo occorre lavorare alla prossima Pac non per la sua manutenzione, ma per riscriverla. Nardella ha anche messo ribadito come il mondo della cooperazione sia lo strumento ideale per trovare soluzioni a iniziare dalle aree interne, passaggio questo cruciale della Pac.

Presente anche Giuseppe Lupo, membro Commissione pesca – Parlamento europeo, ha posto il tema della necessità della Ue di quanto l’Europa vorrà investire sugli Oceani, sul Feampa per il settore pesca e acquacoltura. Insomma ci sarà da vedere quanto la commissione vorrà sostenere il settore della pesca, a iniziare dal rinnovamento che è elemento fondamentale. Elena Donazzan, vicepresidente Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo, si è soffermata sul problema dei corpi intermedi e quindi sulla necessità di scrivere le norme tenendo conto delle peculiarità italiane affinché non siano subite.

Per Maria Chiara Gadda, vicepresidente Commissione agricoltura – Camera dei Deputati, le norme sono importanti servono quando provano a sciogliere i nodi che rendono difficile il sistema burocratico, quando si trovano strumenti che mettono insieme mondi apparentemente lontani, quando sono utili per trovare soluzioni e non colpevoli. Inoltre ha evidenziato come la cooperazione e l’aggregazione di filiera siano l’unica via per avere risposte, a cominciare dalla giusta remunerazione.

Di assicurazione del rischio ha parlato Alessandro Lombardi, responsabile linea Sme Unipol, secondo cui la vera sfida è trovare una soluzione al fatto che siano pochi gli assicurati, solo il 20% delle coltivazioni è coperto da assicurazioni, che il costo dei sinistri è in aumento e quindi aumenta il costo delle polizze che a sua volta fa diminuire il numero degli assicurati. Per uscire da questo si potrebbe pensare a mitigare il rischio con sistemi che limitano i danni come possono essere le reti antigrandine. Purtroppo, ha spiegato Lombardi, il cambiamento climatico porta a un trend di peggioramento della magnitudo catastrofale.

A toccare il tema dell’acqua è stata Maria Spena, presidente Comitato One Water Italy – Forum Euromediterraneo dell’acqua. Per Spena è necessario iniziare a fare rete tra istituzioni, enti, pubblico e privato, ricerca universitaria per gestire le risorse idriche. Spena anche anche annunciato che nel 2026 si terrà a Roma il Forum Euro Mediterraneo dell’acqua.

A chiudere l’Assemblea, l’intervento del presidente di Legacoop Simone Gamberini. Tra i temi del suo discorso, quello della crescita del sistema cooperativo, di tenere insieme tutta la filiera. In particolare ha evidenziato che “non è possibile fare da soli. Dobbiamo sviluppare una strategia indicata anche nel dialogo strategico dell’Ue che indica nel modello cooperativo la soluzione. L’aggregarsi come modello per garantire la sicurezza alimentare. Un modello che è strategico”.

Cristian Maretti rieletto presidente di Legacoop Agroalimentare

 

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Conxemar 2024. Successo per l’Italia del settore ittico

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Conxemar 2024. Successo per l’Italia del settore ittico – Conxemar si è conclusa con grande soddisfazione per il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che ha partecipato all’edizione del 2024 accompagnando 30 realtà italiane in questa fiera internazionale dedicata al settore ittico. Durante i tre giorni di manifestazione, le aziende espositrici hanno avuto l’opportunità di promuovere le proprie eccellenze, consolidando e ampliando la loro presenza sui mercati grazie a nuovi contatti commerciali.

La fiera è stata un’importante vetrina che ha dato spazio a numerosi incontri di business, presentazioni e degustazioni di prodotti trasformati della pesca e dell’acquacoltura, apprezzati sia per la loro qualità che per il loro legame con il territorio.

Tra i momenti salienti della manifestazione, le degustazioni hanno avuto un ruolo centrale. Quella dedicata al granchio blu, proposto durante la prima giornata, ha suscitato particolare interesse, poiché ha messo in luce uno dei temi di grande rilevanza nel settore ittico italiano. Il granchio blu, specie invasiva che ha recentemente creato sfide per i pescatori italiani, è stato valorizzato attraverso una proposta culinaria che riflette lo sforzo dell’intera filiera nel trasformare questo problema in un’opportunità economica e gastronomica.

La partecipazione del Ministero a Conxemar ha inoltre offerto la possibilità di presentare innovazioni nel campo del packaging ecosostenibile, a testimonianza dell’impegno dell’Italia verso un futuro più green e responsabile nel settore della pesca e dell’acquacoltura.

Le degustazioni si sono articolate lungo tutte le giornate della fiera, presentando piatti tipici della tradizione marinara italiana, come la pasta con la colatura di alici di Cetara, le lasagne di mare al ragù di triglia e lo spaghetto alle vongole, tutti molto apprezzati dai visitatori.

I racconti delle aziende che hanno accompagnato gli assaggi hanno contribuito a rafforzare l’immagine dell’Italia come leader nel settore ittico, chiudendo la manifestazione con un bilancio estremamente positivo, confermato dal forte impulso allo sviluppo di nuove opportunità di business per le imprese italiane.

Conxemar 2024. Successo per l’Italia del settore ittico

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Potenziale dei pesci di profondità per mangimi e farmaceutica

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Potenziale dei pesci di profondità per mangimi e farmaceutica – La zona mesopelagica, spesso chiamata la zona crepuscolare, nasconde un potenziale inesplorato sia per l’industria dell’acquacoltura che per il settore farmaceutico. Studi recenti condotti da Nofima hanno esaminato le proprietà di specie di pesci di profondità come il pesce accetta e il pesce lanterna, che potrebbero apportare notevoli benefici alla produzione di mangimi per salmoni di allevamento.

Queste specie, spesso trascurate a causa delle complessità legate alla loro raccolta, si sono dimostrate ricche di nutrienti essenziali. La farina di pesce derivata da queste specie contiene alti livelli di proteine e grassi, rendendola un ingrediente eccellente per i mangimi. In particolare, i mangimi prodotti con il pesce accetta hanno dimostrato la capacità di promuovere una crescita efficiente nei salmoni, eguagliando o superando le opzioni di mangime tradizionale. Notevolmente, la farina di questi pesci è ricca di acidi grassi preziosi e fosfolipidi, noti per avere un impatto positivo sulla salute dell’apparato digerente dei salmoni.

Oltre ai mangimi, il pesce accetta e il pesce lanterna offrono promettenti applicazioni nel settore della salute. Queste specie contengono peptidi bioattivi che potrebbero svolgere un ruolo importante nell’industria farmaceutica. Le prime scoperte suggeriscono che questi peptidi possano possedere proprietà antinfiammatorie, che potrebbero essere utilizzate per sviluppare trattamenti per la gestione del dolore e delle condizioni infiammatorie croniche. Inoltre, queste sostanze mostrano potenziale nel regolare la pressione sanguigna e i livelli di zucchero nel sangue, aprendo nuove possibilità per la gestione delle malattie cardiovascolari e metaboliche.

Nonostante le opportunità presentate dai pesci mesopelagici siano notevoli, rimangono delle sfide. La mappatura delle scorte di queste specie di profondità, la localizzazione dei loro habitat e la gestione delle complessità legate alla loro cattura, manipolazione e conservazione sono passaggi fondamentali per rendere la loro sfruttamento commerciale sostenibile.

L’integrazione di specie di profondità nei mangimi per acquacoltura e nei prodotti per la salute offre una promessa per il futuro. Superando gli ostacoli relativi alla raccolta e alla lavorazione di questi pesci, l’industria potrebbe sbloccare nuove fonti sostenibili di nutrizione e composti bioattivi, con vantaggi sia per l’acquacoltura che per il settore farmaceutico.

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