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Stockfish finds a new home in Milan

Stockfish finds a new home in Milan

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If you say stockfish, your mind likely travels to Veneto — to kitchens scented with patience and tradition, to dishes like baccalà alla vicentina or baccalà mantecato, symbols of a culinary culture that turned a northern fish into an Italian story.
Yet today, surprisingly, the new gravitational center of stockfish in Italy is Milan.

According to Nielsen data, Lombardy was the Italian region with the highest growth in stockfish consumption in 2024, with Milan leading the trend. This says much about how the meaning of tradition is changing — from nostalgic memory to rediscovered ingredient, now interpreted through an urban lens that speaks to contemporary audiences.

Behind this evolution lies not only a market figure but a cultural shift. Milan is a city that welcomes and blends influences: Venetians, Ligurians, Calabrians, Campanians — communities that brought their culinary habits with them — have made stockfish part of everyday life, even far from the coast. And when tradition moves, it changes shape.

In this context stands Daniel Canzian — a Veneto-born, Milan-adopted chef renowned for combining technical precision with modern sensibility. Recently named Stockfish Ambassador in Italy by the Norwegian Seafood Council, Canzian embodies an ideal synthesis of skill, geography, and vision. His cuisine, often described as “subtractive,” refocuses attention on the essence of ingredients — simplicity elevated to elegance.

At his Milan restaurant, stockfish isn’t a relic of the past but a living ingredient — relevant and renewed without losing its memory. His version of stockfish stewed with carrots and ginger is a statement of intent: a perfect balance between the natural flavor of Norwegian fish and the lightness of a modern touch.

Beyond the recipe lies a deeper theme. In a market where overall stockfish consumption has slowed — hindered by rising cod prices and evolving eating habits — the real goal for Norwegian producers and exporters is to reposition the product. The challenge is to strengthen its perceived value, keeping consumers willing to recognize its quality even in a higher-price context. Choosing an ambassador like Canzian is part of a medium-term strategy focused on major cities, where the greatest potential for growth and cultural renewal lies.

Milan, in this sense, is the perfect laboratory. Here, consumers are more open to ready-made recipes, gourmet products, and dishes that merge roots and innovation. Here, stockfish can once again become a star — not only in restaurant kitchens but also on supermarket shelves, where demand for traditional products reimagined for modern life is growing.

Norwegian stockfish, then, is no longer just a symbol of the past. It’s a raw material suited for a new culinary and cultural narrative — one that connects two extremes of Europe: Norway’s Lofoten Islands, where it’s born from the cold Barents Sea, and Italy, where for centuries it has been transformed into culture, identity, and collective memory.

And if we say stockfish today, perhaps it’s time to think not only of the past, but of how this ancient product is finding, in Milan — and across Italy — a new sense of modernity.

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Scognamiglio: Ue prolunga fermo pesca Tirreno, governo media e riduce danni

Scognamiglio: Ue prolunga fermo pesca Tirreno, governo media e riduce danni

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“L’Unione europea ancora una volta penalizza la pesca italiana con il prolungamento del fermo temporaneo nel Tirreno, che inizialmente addirittura si voleva protrarre fino al nuovo anno, ma fortunatamente la mediazione del governo ha portato al dimezzamento dei tempi, consentendo agli operatori di lavorare almeno nel mese di dicembre”.

Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“I pescatori del Tirreno – ha proseguito il dirigente dell’associazione di settore del mondo cooperativistico –, dopo il fermo biologico osservato sinora, dovranno ancora obbligatoriamente sospendere l’attività a strascico per un altro mese (fino al 30 novembre), come imposto da Bruxelles.
Proseguono dunque le politiche vessatorie della Commissione europea che ormai da anni colpisce indiscriminatamente lavoratori e imprese del comparto ittico, in particolare del nostro Paese, mettendo sul lastrico migliaia di addetti, ai quali viene gratuitamente attribuita la colpa di essere i principali responsabili dei problemi ambientali del mare e del fragile equilibrio ecologico, che ormai vive da tempo, trascurando invece gli effetti dell’inquinamento e dello sversamento di rifiuti e scarichi nocivi da terra e più in generale gli effetti del cambiamento climatico, che alterano significativamente la condizione delle acque e dei fondali, incidendo negativamente sulla biodiversità, sugli stock ittici e sulla proliferazione di specie aliene invasive.
Soltanto grazie all’intervento della delegazione governativa italiana, composta dalla dirigenza del Ministero dell’Agricoltura, dal ministro Lollobrigida e dal Sottosegretario La Pietra, si è riusciti a limitari i danni, consentendo una ripresa della pesca a dicembre, potendo contare in tal modo sugli acquisti per i cenoni di Natale e Capodanno.
Come abbiamo più volte sottolineato, l’atteggiamento ostile dell’Unione europea non soltanto danneggia la pesca italiana e più in generale l’economia di un importante segmento dell’agroalimentare, con ricadute su tutta la filiera, ma penalizza anche i consumatori, che non possono più ritrovare nei negozi e nei mercati l’assortimento e la qualità dei nostri prodotti, mentre si agevola l’importazione dall’estero”.

“Di fronte ad un quadro così critico e paradossale – conclude Scognamiglio – non possiamo che chiedere a gran voce un’inversione di rotta dell’Unione europea, colpevole del grave declino del settore e dei notevoli disagi che migliaia di famiglie stanno vivendo. Al governo nazionale invece sollecitiamo massima attenzione nei confronti dei pescatori, affinché sia ridotto il più possibile l’impatto del fermo e delle scelte scellerate dell’Ue, anche attraverso provvedimenti mirati, che assicurino dignità e reddito agli operatori”.

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Se diciamo stoccafisso? Oggi si pensa a Milano

Se diciamo stoccafisso? Oggi si pensa a Milano

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Se diciamo stoccafisso, la mente corre subito al Veneto, alle cucine che profumano di pazienza e tradizione, ai piatti della memoria come il baccalà alla vicentina o quello mantecato, simboli di una cultura gastronomica che ha saputo trasformare un pesce nordico in una storia tutta italiana.
Eppure oggi, sorprendentemente, il nuovo centro di gravità dello stoccafisso in Italia è Milano.

Secondo i dati Nielsen, la Lombardia è la regione che nel 2024 ha registrato la crescita più alta nel consumo di stoccafisso, con il capoluogo milanese in testa. Una tendenza che racconta molto di come stia cambiando il modo di intendere la tradizione: da ricordo domestico a ingrediente da riscoprire in chiave urbana, capace di parlare al pubblico contemporaneo.

Dietro questa evoluzione non c’è solo un dato di mercato, ma anche un mutamento culturale. Milano è una città che accoglie e mescola: i veneti, i liguri, i calabresi, i campani — comunità che hanno portato con sé le proprie abitudini culinarie — hanno contribuito a rendere lo stoccafisso parte della quotidianità anche lontano dalle coste. E quando la tradizione si sposta, cambia pelle.

In questo scenario si inserisce la figura di Daniel Canzian, chef veneto di formazione e milanese d’adozione, riconosciuto per la sua capacità di coniugare rigore tecnico e sensibilità moderna. Da poco nominato Ambasciatore dello Stoccafisso in Italia dal Norwegian Seafood Council, Canzian rappresenta una sintesi ideale di competenze, geografia e visione. La sua cucina, definita spesso “di sottrazione”, riporta l’attenzione sull’essenza del prodotto, sulla semplicità che diventa eleganza.

Nel suo ristorante di Milano, lo stoccafisso non è una reliquia del passato ma un ingrediente vivo, attuale, che trova nuove forme senza smarrire la memoria. La sua versione dello stoccafisso in umido di carote e zenzero è una dichiarazione d’intenti: un equilibrio perfetto tra il gusto naturale del pesce norvegese e la leggerezza di un condimento contemporaneo.

Ma al di là della ricetta, il tema è più profondo. In un mercato in cui il consumo complessivo di stoccafisso è rallentato — penalizzato dall’aumento dei costi del merluzzo e dal mutamento delle abitudini alimentari — il vero obiettivo per i produttori e gli esportatori norvegesi di stoccafisso è oggi quello di riposizionare il prodotto.
La sfida è rafforzarne la percezione di valore, mantenendo viva la disponibilità dei consumatori a riconoscerne la qualità anche in un contesto di prezzi più alti. La scelta di un ambasciatore come Canzian si inserisce in una strategia di medio periodo che punta alle grandi città, dove si concentra il maggiore potenziale di crescita e di rinnovamento culturale del consumo.

Milano, in questo senso, è un laboratorio ideale. È qui che i consumatori mostrano maggiore apertura verso le ricette pronte, le proposte gourmet e i piatti che uniscono radici e innovazione. È qui che lo stoccafisso può tornare a essere protagonista non solo nelle cucine dei ristoranti, ma anche sugli scaffali della distribuzione moderna, dove l’interesse verso prodotti di tradizione reinterpretati in chiave pratica è in aumento.

Lo stoccafisso norvegese, dunque, non è più solo un simbolo di passato. È una materia prima che si presta a una nuova narrazione gastronomica e culturale, capace di unire due estremi del continente europeo: la Norvegia delle Lofoten, dove nasce dalle correnti fredde del Mare di Barents, e l’Italia, dove da secoli si trasforma in cultura, identità e memoria collettiva.

E se oggi diciamo stoccafisso, forse è giunto il momento di pensare non solo al passato, ma a come questo prodotto antico sta trovando a Milano — e in Italia — una nuova contemporaneità.

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BioMar è pronta con mangimi certificati ASC per tutti gli acquacoltori d’Italia

BioMar è pronta con mangimi certificati ASC per tutti gli acquacoltori d’Italia

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Nel settembre 2025, lo stabilimento di produzione di BioMar a Brande, in Danimarca, ha ottenuto la certificazione ASC Feed. La struttura fornisce mangimi d’acqua dolce al mercato italiano, con particolare attenzione all’allevamento di trote. “Questo traguardo rafforza la nostra capacità di fornire soluzioni di mangimi certificate che supportano le ambizioni dei nostri clienti per un allevamento responsabile”, afferma Anders Brandt-Clausen, Amministratore Delegato di BioMar Danimarca. “Rafforza il nostro ruolo di partner di fiducia nell’acquacoltura responsabile e il nostro impegno ad aiutare i clienti a prosperare in un settore in rapida evoluzione.”

Nell’ottobre 2025, lo stabilimento di produzione di BioMar a Nersac, in Francia, al servizio degli allevatori di specie marine in Italia, è diventato il primo impianto di produzione di mangimi per acquacoltura certificato ASC in Francia. In qualità di sito chiave per la produzione di mangimi per tutte le fasi di vita, comprese le linee per avannotteria, questa certificazione segna una pietra miliare significativa e amplia la capacità di BioMar di fornire mangimi conformi all’ASC per tutte le specie, le fasi di vita e i mercati.

Cosa significa per gli acquacoltori

La certificazione ASC di BioMar garantisce che i mangimi per acquacoltura siano prodotti utilizzando ingredienti di provenienza responsabile, con piena tracciabilità e un impatto ambientale e sociale minimo. Questa certificazione supporta gli acquacoltori nel soddisfare i requisiti dell’allevamento ASC e nell’accedere ai mercati che richiedono pratiche di acquacoltura verificate e sostenibili.

Scegliendo mangimi certificati ASC, gli acquacoltori sono in grado di:

• Rafforzare la propria certificazione ASC attraverso l’utilizzo di mangimi conformi
• Ridurre i rischi della catena di approvvigionamento con standard verificati di approvvigionamento e produzione
• Allinearsi alle tendenze del settore verso la trasparenza, la sostenibilità e la produzione responsabile
• Migliorare l’accesso al mercato per i rivenditori e i consumatori che danno priorità ai prodotti ittici certificati

“Con questa certificazione, i nostri clienti dell’allevamento ittico in Italia possono essere certi di utilizzare mangimi che soddisfano i requisiti di certificazione ASC in ogni fase della produzione”, afferma Luis Garcia Romero, Amministratore Delegato di BioMar France. “Offrendo mangimi conformi all’ASC, aiutiamo i nostri clienti a soddisfare le aspettative del mercato in evoluzione e a creare valore lungo l’intera catena del valore”.

“Siamo lieti di celebrare la certificazione ASC per i mangimi di BioMar France. In qualità di primo impianto di produzione di mangimi certificato ASC in Francia, BioMar dimostra il suo forte impegno per la sostenibilità e l’innovazione e costituisce un potente esempio da seguire anche dagli altri . Questo traguardo segna un importante passo avanti per un’acquacoltura responsabile”, afferma Camille Civel, ASC Regional Manager Southern Europe, France & Italy.

Aquaculture Stewardship Council

L’Aquaculture Stewardship Council (ASC) è un’organizzazione senza scopo di lucro che gestisce un programma di certificazione ed etichettatura basato su standard scientificamente solidi per pratiche di acquacoltura responsabili.

Gli amanti dei prodotti ittici si preoccupano sempre di più della provenienza del loro cibo. L’etichetta ASC offre ai consumatori la certezza di scegliere prodotti ittici tracciabili e certificati in modo indipendente e allevati con cura.

L’Italia: un mercato chiave per BioMar

L’Italia è da sempre un mercato chiave di grande importanza per BioMar. “Gli acquacoltori italiani sono noti per la loro dedizione alla qualità e alla competenza nell’acquacoltura. BioMar è orgogliosa di supportare questo mercato con mangimi certificati ASC che soddisfano i più elevati standard di sostenibilità e di prestazioni. La nostra certificazione garantisce che i mangimi siano prodotti utilizzando ingredienti di provenienza responsabile, con piena tracciabilità e minimo impatto ambientale. Ciò consente ai nostri clienti di rafforzare la propria certificazione ASC, ridurre i rischi della catena di approvvigionamento e soddisfare le crescenti richieste del mercato di trasparenza e produzione responsabile. I mangimi certificati ASC sono più di un’etichetta, sono un vantaggio strategico per gli acquacoltori impegnati nell’eccellenza”, afferma Anders Brandt-Clausen.

Queste ultime certificazioni ASC Feed costituiscono una serie di certificazioni ASC Feed in tutta la rete globale di BioMar, che comprende stabilimenti in Ecuador, Costa Rica, Cile, Australia, Norvegia, Regno Unito, Danimarca, Francia e Spagna. Insieme, queste certificazioni costituiscono una solida base che consente a BioMar di fornire mangimi conformi all’ASC per un numero crescente di specie e sistemi di allevamento in tutto il mondo.

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Nuove risorse Pn Fempa per la Sicilia: 3,6 milioni ai Galpa Riviera Jonica e Sud-Est

Nuove risorse Pn Fempa per la Sicilia: 3,6 milioni ai Galpa Riviera Jonica e Sud-Est

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Il dipartimento regionale della Pesca mediterranea della Regione Siciliana ha ottenuto dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) una rimodulazione delle risorse finanziarie del Piano nazionale della Pesca (Pn Fempa) 2021-2027, al fine di garantire uno sviluppo più equo e sostenibile delle attività in Sicilia. Grazie a un’integrazione di risorse, sarà ora possibile finanziare il Gruppo di azione locale della Pesca (Galpa) Riviera Jonica e il Sud-Est, per un totale di oltre 3,6 milioni di euro. Questa rimodulazione consente di ampliare il sostegno a nuove aree costiere, in particolare quelle che non avevano ricevuto il necessario finanziamento nelle programmazioni precedenti.

“L’obiettivo di queste modifiche è promuovere un’economia blu siciliana – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartinoche potenzi le attività di pesca e acquacoltura in modo ecologicamente responsabile e socialmente inclusivo, rispettando le specificità locali e migliorando le opportunità di crescita per le comunità costiere. Grazie a questo intervento, si intende non solo rafforzare la competitività del settore, ma anche favorire la creazione di posti di lavoro e il consolidamento di una gestione sostenibile delle risorse marine”.

Appartengono al Galpa Riviera Jonica i Comuni di Aci Castello, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Catania, Letojanni, Giardini Naxos, Sant’Alessio Siculo, Riposto e Augusta. Fanno parte del Galpa Sud-Est i Comuni di Vittoria, Acate, Ragusa, Santa Croce Camerina e Scicli. A oggi, sono stati già finanziati oltre 18 milioni di euro per le prime sei strategie di sviluppo locale. L’integrazione delle nuove risorse risponde all’esigenza di garantire uno sviluppo equilibrato lungo l’intero periplo della Sicilia, con un’attenzione particolare a territori come il litorale messinese e la zona sud-orientale dell’Isola, che non avevano potuto beneficiare di risorse adeguate nella programmazione 2014-2020. Queste aree, pur con caratteristiche ecologiche, economiche e sociali differenti, sono ora incluse nel percorso di sviluppo sostenibile avviato dal Pn Fempa.

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