Categoria: Pesce In Rete Pagina 38 di 975

Gli USA puntano sull’acquacoltura

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Gli USA puntano sull’acquacoltura – Gli Stati Uniti hanno finalmente pubblicato un nuovo National Aquaculture Development Plan, aggiornando una strategia che non veniva rivista da oltre 40 anni. Questo documento segna una svolta cruciale per il settore ittico, riaffermando il ruolo centrale dell’acquacoltura nel garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti.

Il piano è stato elaborato dal Sottocomitato per l’Acquacoltura del National Science and Technology Council, integrando obiettivi economici, ambientali e normativi. L’acquacoltura viene promossa come soluzione “climate-smart“, capace di affrontare sfide globali come la sicurezza alimentare, la crisi climatica e la protezione della biodiversità.

Tra le priorità del piano emerge il rafforzamento della ricerca scientifica, la semplificazione normativa e il supporto alle comunità locali, rendendo l’acquacoltura una leva di sviluppo economico e salute pubblica. Secondo i dati, oltre 70 specie in via di estinzione, tra cui il salmone del Pacifico e l’abalone bianco, hanno beneficiato delle pratiche di acquacoltura, dimostrando il suo ruolo fondamentale nella conservazione della fauna marina e nel ripristino degli habitat degradati.

L’impatto ambientale e sociale

Il piano riconosce che l’acquacoltura non è solo una fonte di cibo sostenibile, ma anche uno strumento per la rigenerazione ambientale e il benessere delle comunità. Gli avannotti allevati in incubatoio, ad esempio, non solo alimentano la domanda alimentare, ma ripopolano ecosistemi fragili, contribuendo alla biodiversità.

L’impegno americano verso un’acquacoltura sostenibile rappresenta un segnale forte per il resto del mondo. In un’epoca in cui la blue economy è al centro del dibattito internazionale, gli Stati Uniti si posizionano come leader nello sviluppo di un modello produttivo innovativo e rispettoso dell’ambiente.

Questo aggiornamento apre la strada a nuove opportunità per l’industria ittica globale, spingendo anche l’Europa e il Mediterraneo, inclusa l’Italia, a riflettere sulle proprie strategie per il settore. L’acquacoltura non è solo una risposta alle sfide alimentari del futuro, ma anche un potente strumento per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Agenda 2030.

La domanda da porsi è: l’Italia sarà pronta a seguire l’esempio americano, potenziando l’acquacoltura per rafforzare la propria sicurezza alimentare e ambientale?

Gli USA puntano sull’acquacoltura

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L’Europa meridionale consuma ogni anno 5,5 miliardi di euro di gamberi

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L’Europa meridionale consuma ogni anno 5,5 miliardi di euro di gamberi – Il mercato dei gamberi nell’Europa meridionale è in piena espansione, posizionandosi come uno dei settori più strategici e dinamici del continente. Secondo Shrimp Insights, nel 2023 i paesi del sud dell’UE hanno importato 332.000 tonnellate di gamberi da fornitori extra-UE, con la Spagna e la Francia in testa per volumi e valore delle importazioni.

Ecuador e Venezuela protagonisti dell’export

L’Ecuador domina il mercato come principale fornitore di gamberi alla Spagna, coprendo il 77% delle sue importazioni di gamberi bianchi, e alla Francia, dove raggiunge una quota del 32%.

Accanto all’Ecuador, il Venezuela ha registrato una crescita straordinaria: le esportazioni di gamberi verso la Francia sono quasi triplicate dal 2018, portando il paese a rappresentare il 9% delle importazioni spagnole e il 21% di quelle francesi nel 2023. Tuttavia, il recente blocco delle licenze di esportazione per il Lamar Group, imposto dal governo venezuelano, sta generando incertezze nel settore.

Un mercato che vale 5,5 miliardi di euro

Con un consumo annuale di gamberi dal valore di 5,5 miliardi di euro, l’Europa meridionale – comprendente Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Grecia – rappresenta il più grande mercato di gamberi in Europa. La Spagna si posiziona al vertice con una quota di mercato di 1,9 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 1,7 miliardi di euro.

Spagna: un hub commerciale per l’UE

La Spagna si distingue non solo per l’alto volume di importazioni, ma anche per il suo ruolo di snodo commerciale nell’Europa meridionale. Nel 2023 ha riesportato 40.000 tonnellate di gamberi verso altri stati membri dell’Unione Europea.

Il paese mostra anche una diversificazione notevole: mentre i gamberi bianchi rappresentano l’81% delle importazioni francesi, la Spagna dedica un 30% delle sue importazioni ai gamberi rossi argentini (Pleoticus muelleri), una prelibatezza che rafforza la sua posizione di leadership nel settore.

Il mercato dei gamberi nel sud Europa continua dunque a crescere, spinto da una domanda sempre maggiore e da un’attenzione crescente alla qualità del prodotto. L’Ecuador e il Venezuela rimangono fornitori chiave, ma le recenti tensioni geopolitiche e le sfide normative potrebbero influenzare il panorama dell’import-export nei prossimi anni.

Con il valore del consumo in costante aumento e un’infrastruttura commerciale consolidata, il settore dei gamberi è destinato a mantenere il suo ruolo di primo piano nell’economia blu europea.

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Nuove strategie per un’acquacoltura europea più sostenibile

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Nuove strategie per un’acquacoltura europea più sostenibile – La Commissione Europea continua a rafforzare il suo impegno verso un’acquacoltura sostenibile, e lo fa pubblicando tre nuovi documenti per affrontare le sfide più urgenti del settore e puntando su temi cruciali come l’accesso allo spazio e all’acqua, l’adattamento al cambiamento climatico e la transizione energetica.

Accesso allo spazio e all’acqua: il cuore dell’acquacoltura interna

L’accesso a risorse fondamentali come spazio e acqua rappresenta una delle sfide più complesse per l’acquacoltura in acqua dolce e terrestre. Questo documento integra le linee guida pubblicate ad aprile 2024, offrendo un quadro chiaro su come pianificare e ottimizzare l’utilizzo delle risorse naturali. Un focus particolare è dedicato alla coesistenza sostenibile con altre attività economiche, fondamentale per garantire lo sviluppo armonico del settore.

Adattamento al cambiamento climatico

Il cambiamento climatico sta già influenzando profondamente il settore dell’acquacoltura in Europa. Temperature crescenti, variazioni nei cicli idrici e nuove malattie sono solo alcune delle minacce emergenti. Il secondo documento si concentra sulle misure di adattamento che gli Stati membri e gli operatori possono adottare, presentando esempi di buone pratiche e soluzioni già testate. Dai piani di emergenza alla scelta di specie resistenti, il documento offre strumenti pratici per affrontare le sfide climatiche.

Transizione energetica: verso un’acquacoltura decarbonizzata

Con un occhio alla sostenibilità energetica, il terzo documento propone strategie per ridurre l’impatto ambientale dell’acquacoltura. Vengono illustrate soluzioni innovative, come l’adozione di energie rinnovabili e l’ottimizzazione dell’efficienza energetica. La Commissione evidenzia inoltre progetti finanziati dall’UE che stanno già facendo scuola nel settore, dimostrando che una transizione verso la decarbonizzazione è non solo possibile, ma anche economicamente vantaggiosa.

Visione strategica

Questi documenti rafforzano le linee guida strategiche dell’UE per un’acquacoltura più competitiva e sostenibile, sviluppate in collaborazione con produttori, esperti ricercatori e autorità nazionali. La Commissione sta già lavorando a ulteriori pubblicazioni su tematiche cruciali come il benessere dei pesci e le prestazioni ambientali degli impianti di acquacoltura.

Inoltre, verranno offerti corsi di formazione online e moduli di e-learning dedicati alle autorità degli Stati membri per assicurare una diffusione capillare delle conoscenze e delle buone pratiche.

L’acquacoltura è destinata a diventare un pilastro della sostenibilità alimentare europea, e l’impegno dell’UE dimostra una visione chiara verso un futuro più verde. Investire in spazio, clima ed energia non è solo una necessità, ma anche un’opportunità per consolidare la leadership europea in un settore in costante evoluzione.

Nuove strategie per un’acquacoltura europea più sostenibile

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Il pesce si conferma un ottimo alleato contro il tumore alla prostata

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Il pesce si conferma un ottimo alleato contro il tumore alla prostata – Mangiare pesce non è solo un piacere per il palato, ma anche una scelta di salute. Recenti studi condotti dai ricercatori del Jonsson Comprehensive Cancer Centre della UCLA Health hanno dimostrato che una dieta ricca di omega-3, abbinata a una riduzione degli omega-6, può rallentare la progressione del tumore alla prostata. Un dato che, oltre a confermare i benefici del consumo regolare di pesce, apre nuove prospettive nella prevenzione e gestione di una delle patologie maschili più comuni.

Il ruolo degli omega-3 e omega-6 nella salute

Gli omega-3, presenti in abbondanza nei pesci grassi come salmone, sgombro e sardine, sono acidi grassi essenziali noti per i loro effetti anti-infiammatori. Al contrario, gli omega-6, spesso contenuti in alimenti ultra-processati e oli vegetali, possono stimolare processi infiammatori se assunti in eccesso. Lo studio suggerisce che un rapporto bilanciato tra questi due tipi di acidi grassi è cruciale per ridurre il rischio di progressione del tumore alla prostata.

Pesce e prevenzione: uno stile di vita da adottare

Integrare il pesce nella dieta, almeno due volte a settimana, rappresenta un’abitudine salutare consigliata non solo per chi è a rischio di tumore alla prostata, ma anche per la salute cardiovascolare e cerebrale. Tuttavia, la qualità è fondamentale: scegliere pesce fresco o conservato con metodi sostenibili è un aspetto chiave per massimizzare i benefici.

L’importanza per l’industria ittica

Queste nuove evidenze scientifiche rappresentano una grande opportunità per il settore ittico, che può promuovere il pesce come alimento funzionale per la salute maschile. Campagne di sensibilizzazione e partnership con istituti di ricerca possono aiutare a diffondere informazioni affidabili, stimolando una maggiore consapevolezza tra i consumatori.

La ricerca della UCLA Health non solo conferma i benefici del consumo di pesce, ma offre anche spunti concreti per migliorare la salute attraverso la nutrizione. Per l’industria ittica, questa rappresenta una sfida e un’opportunità per riaffermare il valore del pesce nella dieta quotidiana.

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Salmone affumicato, il protagonista delle feste natalizie tra tradizione, gusto e tendenze di mercato

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Salmone affumicato, il protagonista delle feste natalizie tra tradizione, gusto e tendenze di mercato – Le feste di fine anno sono un rito: tavole imbandite, piatti che profumano di tradizione e un protagonista indiscusso, il salmone affumicato. Che sia l’antipasto di apertura o l’ingrediente chiave di un primo piatto o di un secondo, questo prodotto si guadagna ogni anno il suo posto privilegiato nei menù natalizi italiani.

Dietro questa popolarità c’è una storia di numeri impressionanti e trend di mercato che parlano chiaro. Nel 2023, il mercato globale del salmone affumicato ha raggiunto i 4,92 miliardi di dollari, con previsioni che puntano dritto ai 7,72 miliardi entro il 2032. Cresce, conquista e non accenna a fermarsi, con un tasso di crescita annuo del 5,12%. Anche l’Europa non resta a guardare: lo scorso anno ha superato i 3,4 miliardi di euro, registrando un aumento del 21,43%. Numeri che, per un mercato in apparenza di nicchia, svelano un trend decisamente interessante.

E l’Italia? Se Francia, Germania e Regno Unito si contendono la vetta dei maggiori consumatori, il Bel Paese continua a guadagnare posizioni, spinto da una domanda che cresce costantemente, non solo in volume ma anche in valore. Il boom registrato nel 2021, con un +22,64%, è un segnale chiaro: il salmone affumicato è un lusso accessibile che gli italiani amano concedersi, specialmente sotto le luci natalizie.

Da dove arriva? La risposta è scontata ma sempre attuale: la Norvegia rimane il primo fornitore, seguita a ruota da Canada, Scozia e Irlanda. Il Salmo salar, meglio noto come salmone atlantico, è la specie più apprezzata, soprattutto nella sua versione “affumicata a freddo”. Questa tecnica delicata, che mantiene il sapore fresco e la consistenza morbida del pesce, è un dettaglio che fa la differenza, trasformando ogni fetta in un’esperienza gastronomica.

Ma il salmone affumicato non è immune da critiche. La presenza di composti potenzialmente nocivi, come nitrosammine e idrocarburi policiclici aromatici (IPA), ha acceso i riflettori sui metodi di produzione. Tuttavia, il mercato sta rispondendo con soluzioni sempre più sicure e sostenibili, perché, in fondo, il salmone è sinonimo di qualità e piacere, e i consumatori italiani non sono disposti a rinunciarvi.

Durante le feste, però, il salmone diventa molto più di un prodotto. È simbolo di convivialità, di raffinatezza e di quella capacità tutta italiana di trasformare anche l’ingrediente più semplice in qualcosa di straordinario. Che sia servito su crostini dorati, avvolto attorno a una spuma di formaggio o protagonista di un primo piatto gourmet, il salmone affumicato non delude mai.

Insomma, il mercato del salmone affumicato non è solo una questione di numeri ma di storie, tradizione e cultura gastronomica. E mentre il Natale si avvicina, una cosa è certa: il re delle tavole italiane ha già prenotato il suo posto.

Salmone affumicato, il protagonista delle feste natalizie tra tradizione, gusto e tendenze di mercato

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