Categoria: Pesce In Rete Pagina 42 di 990

Acquacoltura e sostenibilità. Nuove frontiere per i mangimi

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Acquacoltura e sostenibilità. Nuove frontiere per i mangimi – L’acquacoltura ha bisogno di un cambio di rotta per ridurre la pressione sugli stock ittici e garantire una produzione sostenibile. La soluzione? Ingredienti innovativi per i mangimi, capaci di ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza dell’allevamento. In questo scenario, l’allevamento di insetti emerge come una delle risposte più promettenti.

A Salamanca, in Spagna, è appena iniziata la costruzione della più grande fattoria di insetti al mondo. La startup biotecnologica Tebrio ha posato la prima pietra di un impianto che produrrà 100.000 tonnellate all’anno di farina di insetti, con il 60% destinato all’acquacoltura. La struttura, che coprirà 90.000 metri quadrati, punta a diventare un punto di riferimento per la sostenibilità nel settore zootecnico.

L’innovazione non è solo nella scala del progetto, ma anche nel modello produttivo. L’allevamento di Tenebrio molitor, il verme della farina, è basato su principi di economia circolare: l’alimentazione degli insetti avviene con sottoprodotti dell’industria cerealicola, riducendo gli sprechi e valorizzando risorse altrimenti inutilizzate. Dall’allevamento si ricavano proteine e lipidi per i mangimi, biofertilizzanti organici e chitosano, una sostanza impiegata nei settori farmaceutico, cosmetico e delle bioplastiche.

L’impianto sarà alimentato da energie rinnovabili e punta a raggiungere un’impronta di carbonio negativa. I pannelli solari triplicheranno la percentuale di autosufficienza energetica, mentre l’intero processo produttivo è stato progettato per minimizzare gli scarti. Questo modello di produzione si inserisce perfettamente nelle esigenze dell’acquacoltura moderna, sempre più orientata verso soluzioni sostenibili.

L’adozione su larga scala della farina di insetti nei mangimi per pesci potrebbe rappresentare un punto di svolta per il settore, riducendo la dipendenza da farine di pesce e di soia, spesso associate a deforestazione e sovrasfruttamento degli stock ittici. Le proteine da insetti, oltre ad avere un profilo nutrizionale eccellente, offrono una maggiore efficienza nella conversione alimentare e un minore impatto ambientale.

Il progetto di Tebrio non è solo una scommessa tecnologica, ma anche economica: si prevede la creazione di 150 posti di lavoro diretti e oltre 1.300 indiretti, con un investimento di 110 milioni di euro. La prima fase sarà completata entro la fine del 2025, mentre il completamento totale è previsto per il 2028.

L’acquacoltura ha bisogno di innovazione per crescere in modo sostenibile e la mangimistica rappresenta uno degli aspetti più critici. L’utilizzo della farina di insetti potrebbe rivoluzionare il settore, garantendo un’alternativa efficiente, sostenibile e scalabile per il futuro dell’allevamento ittico.

La costruzione della più grande fattoria di insetti al mondo è un segnale chiaro: il cambiamento è già in atto.

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Giovanni Azzone eletto presidente di Federpesca

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Giovanni Azzone eletto presidente di Federpesca – Si è svolta sabato 18 gennaio l’Assemblea Generale di Federpesca che ha eletto Giovanni Azzone Presidente della Federazione.

Azzone è professore di ingegneria gestionale al Politecnico di Milano dove è stato rettore dal 2010 al 2016, attualmente è Presidente di Fondazione Cariplo e di Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie delle casse di risparmio. La sua esperienza sarà certamente fondamentale per accompagnare la federazione nelle sfide che attendono il settore: dalla formazione alle politiche di accesso al credito, dall’ammodernamento della flotta ad un rapporto con la ricerca scientifica che insieme alla sostenibilità ambientale consideri un maggiore equilibrio con la sostenibilità economica e sociale di un settore fondamentale per l’economia alimentare del Paese.

Giovanni Azzone succede nel ruolo a Luigi Giannini, storico Presidente di Federpesca, eletto nella stessa giornata Presidente Onorario della Federazione.

Giovanni Azzone eletto presidente di Federpesca

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A Roma un evento per conoscere le eccellenze ittiche del Canada

A Roma un evento per conoscere le eccellenze ittiche del Canada

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A Roma un evento per conoscere le eccellenze ittiche del Canada – Si svolge a Roma il 3 febbraio 2025 l’Atlantic Canada Seafood Export Cafè, un evento strategico per consolidare i legami economici tra il Canada e l’Italia nel settore ittico. L’importante iniziativa economica e commerciale mira a promuovere e a far conoscere la sostenibilità dei prodotti ittici del Canada, noti per la loro qualità e per le innumerevoli certificazioni di sostenibilità riconosciute a livello globale.

L’evento è organizzato da Euromed Group srl, in collaborazione con l’Ambasciata del Canada in Italia, la Canadian Chamber in Italy, il Lobster Council of Canada ed Assoittica Italia e avrà luogo presso il prestigioso Le Méridien Visconti Rome, situato nel cuore della capitale.

L’iniziativa commerciale coinvolge una decina di aziende leader della filiera ittica canadese, offrendo un contesto ideale per gli incontri B2B e per cogliere le opportunità di networking per le imprese legate al mondo della pesca.

Il progetto rientra all’interno del programma “Seafood from Canada”, che rappresenta un impegno congiunto delle regioni e delle istituzioni costiere canadesi nel promuovere l’eccellenza dei prodotti ittici nazionali in tutto il mondo.

Il mercato ittico canadese è particolarmente importante a livello globale. Il Paese nord-americano esporta annualmente prodotti ittici verso i mercati europei per un valore che supera i 500 milioni di euro.

L’Italia rappresenta un mercato chiave per specie di alta qualità come astici canadesi, granchi, gamberi e pesci d’acqua fredda, grazie anche ai benefici del CETA, l’accordo economico e commerciale globale tra Europa e Canada. Grazie al CETA, i dazi sul 98% dei prodotti ittici esportati sono stati eliminati, contribuendo a far risparmiare agli operatori della filiera circa 587 milioni di euro solo nel 2022.

Tra le priorità dell’evento romano ritroviamo anche la promozione delle migliori pratiche canadesi in tema di sostenibilità ambientale e tutela dell’oceano, con la presentazione di prodotti ittici certificati secondo autorevoli standard internazionali. Le certificazioni come MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council) sono diventate un punto di riferimento per i consumatori, poiché garantiscono che i prodotti provengano da pesca responsabile o da allevamenti sostenibili.

Le aziende ittiche canadesi sono particolarmente interessate al mercato italiano, tra i più rilevanti in Europa per il consumo di prodotti ittici. I consumatori italiani prediligono pesce fresco, puntando alla qualità del prodotto e alla certificazione sostenibile. Prodotti come salmone, tonno, crostacei (aragoste, scampi) e molluschi (cozze, vongole) sono particolarmente apprezzati.

La tradizione culinaria italiana pone un forte accento sui prodotti locali, ma l’importazione gioca un ruolo chiave per soddisfare la domanda interna, soprattutto per le specie non autoctone, come il salmone canadese o l’astice canadese.

L’Atlantic Canada Seafood Export Cafè è un evento importantissimo per le aziende e per la filiera ittica italiana e grazie a degli incontri specifici B2B, alle degustazioni culinarie e ai seminari informativi e di approfondimento, gli operatori ittici del nostro Paese possono connettersi con i colleghi canadesi, conoscere i prodotti ittici canadesi, comprendere chi sono i principali attori della distribuzione alimentare ittica, tessere relazioni con il variegato mondo Horeca e incrociare visioni con l’industria manifatturiera italiana.

L’evento romano è gratuito e aperto a tutti gli operatori, previa registrazione. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il portale digitale: https://euromed.events/export-cafe-italy/.

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Acquacoltura in crescita in Marocco

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Acquacoltura in crescita in Marocco  – L’acquacoltura sta ridefinendo il futuro della produzione ittica globale e il Marocco emerge come esempio di innovazione e crescita sostenibile. Con l’approvazione di due nuovi programmi di finanziamento per un valore di 300 milioni di dirham, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’acquacoltura (ANDA) ha dato un ulteriore impulso a un settore che sta trasformando il panorama economico del Paese e non solo.

Nel 2024, il Marocco ha concesso 322 nuove licenze per aziende agricole dedicate all’acquacoltura, una dimostrazione chiara di un’espansione senza precedenti. A sostegno di questo sviluppo, il governo ha avviato un ambizioso piano strategico per il 2025, che include 22 nuovi progetti pensati per attrarre investimenti nazionali ed esteri. Parallelamente, ANDA sta lavorando a programmi di finanziamento internazionale per modernizzare le infrastrutture e garantire una crescita sostenibile e competitiva del settore.

Nello scorso 2024, il Marocco ha costruito 200 aziende agricole, con una produzione annua stimata di oltre 124.000 tonnellate di prodotti ittici. Questo enorme balzo in avanti ha già generato 5.000 posti di lavoro diretti e 10.000 indiretti, consolidando il ruolo dell’acquacoltura come motore di sviluppo economico e sociale.

Il caso marocchino rappresenta un modello di riferimento per i Paesi che puntano sulla sostenibilità dell’acquacoltura come alternativa alla pesca tradizionale. Con l’aumento della domanda globale di prodotti ittici e la necessità di proteggere gli ecosistemi marini, investire in un’acquacoltura innovativa e ben regolamentata è essenziale. L’esperienza del Marocco dimostra che una strategia mirata, sostenuta da finanziamenti adeguati e politiche lungimiranti, può trasformare l’acquacoltura in un pilastro centrale della sicurezza alimentare e della crescita economica.

Il futuro dell’acquacoltura è già iniziato e il Marocco sta mostrando la strada. Resta da vedere quali altre nazioni sapranno cogliere questa opportunità per garantire un settore ittico più resiliente e sostenibile a livello globale.

Acquacoltura in crescita in Marocco 

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Sostenibilità: uso e abuso!

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Sostenibilità: uso e abuso! – La Treccani definisce la sostenibilità ambientale come la condizione di uno sviluppo capace di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Traslato nel settore della pesca tale concetto si lega indissolubilmente al soddisfacimento della condizione del Massimo Rendimento Disponibile (MSY), ossia che la quantità massima di pesce che può essere pescata non deve compromettere la capacità degli stock di rigenerarsi.

Tali concetti furono espressi già partire dal 1970 e negli anni seguenti, ossia da quando la comunità scientifica e le istituzioni internazionali hanno iniziato a riconoscere l’impatto della pesca eccessiva sugli stock ittici e sugli ecosistemi marini.

La presa di coscienza in Europa riguardo l’ipersfruttamento delle risorse pose dunque la prima pietra all’emanazione di norme e regolamenti intransigenti, che di fatto poco, o per meglio dire per nulla, si integravano con le precedenti politiche dei singoli Stati, e che in nome del principio di primato che stabilisce la supremazia delle norme europee, le singole Nazioni hanno dovuto abbandonare, per adeguarsi appunto a quelle dell’Europa unita.

La ratio della norma che si rifà ai principi della sostenibilità e dunque all’applicazione del Massimo Rendimento Disponibile (MSY), mal si concilia con l’evoluzione del concetto stesso di sostenibilità che aggrega, oltre a quella ambientale anche la economica e la sociale.

È purtroppo risaputo che i provvedimenti ad oggi presi da parte della massima Autorità in tema di pesca, al fine di garantire il risultato “trivalente” del rinnovato significato della parola sostenibilità, continuano purtroppo a soddisfare solamente il primo, quando rispettato, ossia quello dal solo punto di vista ambientale.
Per queste ragioni migliaia di aziende chiudono, altre sono in procinto di farlo, molte altre costrette dal fallimento.

Chi si salva? Chi nella chiusura di entrambi gli occhi da parte dell’Europa nell’applicare le sanzioni, aggira l’ostacolo!
Come? Praticando la pesca illegale, utilizzando bandiere di Stati fuori regolamentazione, trasbordando in mare il pescato proveniente da catture di pescherecci non in linea con le normative, sottopagando i marinai extracomunitari e magari frodando il consumatore finale con la scritta sulle scatolette di pesce “prodotto proveniente da pesca sostenibile”, ben sapendo che la loro pesca è tutt’altro che “amica del mare”, è tutt’altro che sostenibile!
Uso e abuso.

Sostenibilità: uso e abuso!

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