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L’Ecuador domina il mercato globale dell’allevamento di gamberi

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L’Ecuador domina il mercato globale dell’allevamento di gamberi – L’Ecuador si è rapidamente affermato come leader mondiale nell’allevamento di gamberi, superando concorrenti storici grazie a un mix vincente di condizioni naturali favorevoli, tecnologie avanzate e politiche governative lungimiranti. Il paese sudamericano, grazie al suo clima tropicale e alla posizione geografica lungo l’equatore, gode di condizioni ambientali uniche che permettono la produzione di gamberi di alta qualità durante tutto l’anno.

Le acque marine pulite e nutrienti e le vaste lagune costiere offrono un ambiente ideale per l’acquacoltura, riducendo al minimo i rischi legati alle malattie e garantendo una crescita sana e naturale dei gamberi. Queste condizioni hanno permesso all’Ecuador di sviluppare un settore altamente competitivo, in grado di soddisfare la crescente domanda dei mercati internazionali più esigenti.

Tecnologia sostenibile: la chiave del successo

Uno dei segreti del successo ecuadoriano risiede nell’adozione di tecnologie verdi e sostenibili, che non solo aumentano l’efficienza produttiva ma proteggono anche l’ambiente marino. Il sistema di circolazione dell’acqua, che consente il riutilizzo delle risorse idriche riducendo gli scarichi inquinanti, rappresenta un pilastro della strategia sostenibile adottata dagli allevamenti ecuadoriani. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce anche a ridurre i costi operativi, rendendo l’allevamento dei gamberi un’attività economicamente vantaggiosa e ambientalmente responsabile.

Gli allevatori ecuadoriani hanno inoltre abbracciato pratiche ecologiche, come l’uso di prodotti biologici per sostituire gli antibiotici, minimizzando così il rischio di resistenza microbica e garantendo un prodotto più sicuro per i consumatori. Questa scelta è particolarmente apprezzata nei mercati internazionali, dove la sicurezza alimentare e la sostenibilità sono sempre più richieste.

Il sostegno governativo

Il governo dell’Ecuador ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo del settore dell’allevamento dei gamberi, introducendo politiche di sostegno e incentivi fiscali che hanno stimolato la crescita e l’innovazione nel settore. Oltre a fornire supporto finanziario e formazione tecnica agli allevatori, il governo ha promosso la ricerca e l’applicazione di nuove tecnologie, permettendo all’industria di rimanere all’avanguardia e di mantenere elevati standard di qualità.

Il forte impegno governativo per la sostenibilità si riflette anche nella promozione di certificazioni ambientali, come quelle del Aquaculture Stewardship Council (ASC) e GlobalGAP, che attestano l’impegno degli allevamenti verso pratiche sostenibili e responsabili. Queste certificazioni sono diventate un marchio di qualità, aiutando i prodotti ecuadoriani a conquistare fiducia e posizionarsi favorevolmente nei mercati globali.

L’Ecuador è riuscito a trasformare il settore dell’allevamento dei gamberi in un modello di eccellenza globale, grazie all’unione di condizioni naturali favorevoli, innovazione tecnologica e politiche di sostegno efficaci. Il risultato è un’industria non solo redditizia ma anche sostenibile, che contribuisce alla protezione dell’ambiente e alla sicurezza alimentare globale. Con questi presupposti, l’Ecuador continuerà a dominare il mercato globale dell’allevamento dei gamberetti, offrendo un prodotto di alta qualità e rispettoso dell’ambiente.

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In ripresa le esportazioni di pangasio vietnamita

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In ripresa le esportazioni di pangasio vietnamita – Nel secondo semestre del 2024, le esportazioni di pangasio dal Vietnam stanno registrando una ripresa significativa, un segnale positivo per l’economia ittica del paese. Secondo i dati forniti dalla dogana vietnamita, a luglio 2024, il fatturato delle esportazioni di pangasio ha superato i 184 milioni di dollari USA, segnando un incremento del 29% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Complessivamente, nei primi sette mesi dell’anno, le esportazioni hanno raggiunto un valore di oltre 1,1 miliardi di dollari USA, con un aumento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2023.

La crescita del settore è trainata principalmente dall’aumento delle esportazioni di prodotti a valore aggiunto, come i filetti di pangasio congelati e i prodotti essiccati. Questi prodotti hanno visto un’impennata del 30% nei primi sette mesi del 2024, totalizzando esportazioni per un valore di 21 milioni di dollari USA. Anche il segmento dei prodotti congelati e di altre specialità ittiche ha mostrato una robusta crescita del 22%, raggiungendo quasi 200 milioni di dollari USA.

Cina e Hong Kong i principali mercati di sbocco per il pangasio vietnamita

Dal punto di vista geografico, Cina e Hong Kong si confermano come i principali mercati di sbocco per il pangasio vietnamita. A luglio 2024, le esportazioni verso questi mercati hanno totalizzato 55 milioni di dollari USA, in crescita del 23% rispetto a luglio 2023. Tuttavia, il calo registrato nei primi mesi dell’anno, in particolare tra febbraio e marzo, ha portato a una riduzione complessiva del 4% nel valore delle esportazioni verso questi mercati nei primi sette mesi del 2024, che si attestano a 313 milioni di dollari USA.

Il mercato statunitense

Parallelamente, il mercato statunitense ha mostrato segnali di ripresa significativi, con un aumento del 69% delle esportazioni di pangasio a luglio 2024, per un valore di 31 milioni di dollari USA. Il totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti nei primi sette mesi del 2024 ha raggiunto i 190 milioni di dollari USA, segnando un incremento del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il mercato CPTPP

Anche il mercato CPTPP (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership) ha registrato una crescita considerevole. A luglio 2024, le esportazioni di pangasio verso i paesi membri hanno totalizzato 28 milioni di dollari USA, in aumento del 41%. Il Messico emerge come il maggiore consumatore all’interno del blocco, con un incremento del 94% nelle importazioni di pangasio vietnamita, raggiungendo quasi 10 milioni di dollari USA.

Le esportazioni verso l’Unione Europea

Le esportazioni verso l’Unione Europea, nonostante una crescita del 7% a luglio 2024, hanno visto una leggera flessione nei primi sette mesi dell’anno, con un calo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, i Paesi Bassi, che restano uno dei maggiori importatori di pangasio vietnamita, hanno registrato un calo del 4% nel valore delle importazioni a causa delle difficoltà economiche globali.

L’Italia

Nel 2024, l’Italia ha continuato a essere un mercato significativo per le esportazioni di pangasio vietnamita all’interno dell’Unione Europea. Nonostante le difficoltà economiche globali e la pressione sui costi di trasporto, le esportazioni di pangasio verso l’UE, compresa l’Italia, hanno mostrato segnali di ripresa. In particolare, nel 2023, l’Italia ha rappresentato circa l’8% delle esportazioni di pangasio vietnamita verso l’UE, con una crescita dell’importazione che ha sfiorato il 90% rispetto all’anno precedente.

Il Bel Paese rimane un mercato chiave per il pangasio vietnamita, nonostante le sfide economiche globali e le fluttuazioni del mercato. Le esportazioni verso l’Italia dovrebbero mantenere un andamento positivo nel 2024, soprattutto grazie alla domanda stabile e alla competitività del prodotto. 

Maggiore qualità e diversificazione dei mercati

La ripresa delle esportazioni di pangasio nel 2024 riflette l’impegno dei produttori vietnamiti nel migliorare la qualità dei loro prodotti e nel diversificare i mercati di esportazione. Nonostante le sfide legate alla volatilità dei mercati internazionali, le esportazioni di pangasio continuano a crescere, sostenute anche dalla ripresa della domanda globale e dalle strategie aziendali mirate.

In un contesto economico mondiale ancora fragile, caratterizzato da costi elevati di cibo, energia e trasporti, il settore ittico vietnamita sta mostrando una resilienza notevole. Tuttavia, i rischi legati all’instabilità geopolitica e all’inflazione globale restano elevati, imponendo alle aziende di adottare strategie flessibili e innovative per mantenere la loro competitività sul mercato internazionale.

Nei mesi finali del 2024, si prevede un ulteriore incremento degli ordini di pangasio dal Vietnam, sostenuto dalla crescente domanda per le festività di fine anno. Questo rafforzerà ulteriormente la posizione del pangasio vietnamita sui mercati internazionali, consolidando i successi ottenuti nel corso dell’anno.

In ripresa le esportazioni di pangasio vietnamita

 

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Da UE 126,9 milioni di euro per ripristinare oceani e acque

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Da UE 126,9 milioni di euro per ripristinare oceani e acque – La Commissione Europea ha recentemente annunciato un investimento significativo di 126,9 milioni di euro destinato a finanziare 26 nuovi progetti nell’ambito della missione “Ripristiniamo i nostri oceani e le nostre acque“. Questo sforzo rientra nel programma Horizon Europe 2021-2027 e punta a proteggere e ripristinare la salute degli oceani e delle acque entro il 2030, contribuendo alla transizione verso un’economia blu sostenibile e alla neutralità climatica.

I nuovi progetti coinvolgono 346 beneficiari provenienti da 37 paesi, tra cui piccole e medie imprese, istituti di ricerca, autorità locali, e aziende, in collaborazione con 26 Stati membri dell’UE e 9 paesi associati. Le azioni si estendono su una vasta area geografica, dal Baltico al Mar del Nord, dal Danubio al Mar Nero, fino al Mediterraneo e all’Atlantico. Questa ampia copertura geografica sottolinea l’approccio olistico e interconnesso della missione europea.

I benefici attesi sono molteplici e si riflettono in varie aree di intervento. Tra questi, spicca la gestione sostenibile dei sedimenti nel fiume Danubio, un’azione che non solo migliorerà la qualità delle acque fluviali, ma contribuirà anche alla protezione degli ecosistemi locali. Altre iniziative mirano alla tutela e al ripristino della biodiversità nei bacini marini dell’Atlantico e dell’Artico, zone critiche per la conservazione della fauna marina.

Un altro tema centrale è la lotta contro l’inquinamento delle acque e del suolo nel bacino del Mediterraneo e nelle aree limitrofe, una sfida che ha implicazioni dirette sulla salute umana e sulla sicurezza alimentare. Anche gli ecosistemi lacustri naturali europei saranno oggetto di interventi mirati, con l’obiettivo di preservare e ripristinare questi ambienti delicati e vitali.

Uno degli aspetti innovativi della missione è l’attenzione alla capacità di ritenzione idrica del paesaggio su scala regionale, un approccio che potrebbe avere un impatto significativo sulla gestione delle risorse idriche e sulla prevenzione di fenomeni estremi come le alluvioni.

I progetti verranno gestiti principalmente dall’Agenzia esecutiva europea per il clima, le infrastrutture e l’ambiente (CINEA) e dall’Agenzia esecutiva per la ricerca (REA), in un’ottica di coordinamento tra le diverse missioni dell’UE, che includono non solo l’oceano, ma anche il suolo e il clima.

Il lancio di questa missione, avvenuto a settembre 2021, rappresenta una risposta concreta e ambiziosa alle sfide ambientali che l’Europa e il mondo intero si trovano ad affrontare. Entro il 2030, l’UE si propone di raggiungere obiettivi tangibili grazie alla sinergia tra ricerca, innovazione e partecipazione attiva dei cittadini. La missione non solo promuove la sostenibilità, ma rafforza il ruolo chiave degli oceani e delle acque nel raggiungimento della neutralità climatica e nel ripristino della natura.

Da UE 126,9 milioni di euro per ripristinare oceani e acque

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Il polpo fondamentale nel controllo delle specie invasive nel Mediterraneo

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Il polpo fondamentale nel controllo delle specie invasive nel Mediterraneo – Un recente studio condotto dall’Istituto di Scienze Marine (ICM-CSIC) ha rivelato dettagli inediti sulla dieta del giovane polpo comune (Octopus vulgaris), gettando nuova luce sul suo ruolo ecologico nel Mediterraneo. Questa ricerca, sviluppata nell’ambito dei progetti OCTOSET ed ECOPHYN State Plan, ha identificato per la prima volta le esigenze alimentari dei polpi nelle prime fasi della loro vita sul fondale marino, una conoscenza fondamentale per la gestione sostenibile di una delle specie ittiche più apprezzate e sfruttate.

Analisi della dieta del giovane polpo

I giovani polpi appena insediati sul fondale marino si nutrono principalmente di anfipodi, un gruppo di piccoli crostacei che include la specie invasiva Jassa slatteryi. Questo aspetto, evidenziato dallo studio, suggerisce che i polpi possano svolgere un ruolo significativo nella regolazione di questa specie aliena, ormai diffusa nel Mediterraneo. I risultati mostrano che il 90% degli stomaci analizzati conteneva resti di Jassa slatteryi, indicando una preferenza alimentare che potrebbe avere un impatto positivo sull’ecosistema locale, limitando la proliferazione di questa specie invasiva.

Tecnologie molecolari per una maggiore precisione

La ricerca ha utilizzato avanzate tecniche molecolari per identificare con precisione le prede consumate dai giovani polpi, superando le limitazioni delle tecniche tradizionali basate sull’analisi morfologica. Queste tecnologie hanno permesso di rilevare che, oltre agli anfipodi, gli idrozoi costituiscono il secondo gruppo più frequente nella dieta di questi cefalopodi. Questo livello di dettaglio non sarebbe stato possibile con metodi convenzionali, che non avrebbero potuto identificare resti di prede composte principalmente da acqua, come gli idrozoi.

Implicazioni per la gestione sostenibile delle popolazioni di polpo

Lo studio ha utilizzato un innovativo raccoglitore di polpi giovanili, brevettato come modello di utilità, che ha permesso di catturare gli esemplari necessari per l’analisi. Questo strumento ha già suscitato l’interesse di gruppi di ricerca internazionali, aprendo la strada a future collaborazioni e alla possibile replica degli esperimenti in diversi contesti marini.

Il campionamento, durato tre anni nella zona di pesca di Vilanova i la Geltrú (Barcellona), ha consentito di acquisire dati preziosi sulle modalità di insediamento e reclutamento delle popolazioni di polpo, fornendo informazioni cruciali per una gestione più efficace e sostenibile della specie.

Prospettive future: microbioma e conservazione marina

I ricercatori intendono proseguire le loro indagini sull’ecologia trofica del polpo comune, focalizzandosi in particolare su come le variazioni nella dieta possano influenzare la composizione del microbioma nel tratto digestivo del cefalopode. Questo aspetto, ancora poco esplorato, potrebbe offrire nuove prospettive non solo sulla salute e il benessere del polpo, ma anche sul suo potenziale biotecnologico nella produzione di enzimi e composti bioattivi.

Inoltre, la comprensione del microbioma del polpo potrebbe rivelarsi cruciale per la conservazione degli ecosistemi marini, fornendo indizi precoci sugli squilibri ecologici e sulla diversità microbica, oltre a contribuire alla valutazione dell’impatto dei cambiamenti climatici sugli habitat marini.

La dieta del giovane polpo comune, svelata per la prima volta da questo studio, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere meglio l’ecologia del Mediterraneo e per sviluppare strategie di gestione sostenibile. Le nuove tecniche e gli strumenti innovativi utilizzati nella ricerca aprono la strada a future scoperte e collaborazioni internazionali, con importanti ricadute per la conservazione della biodiversità marina e la sostenibilità delle risorse ittiche.

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Appello di Guterres su innalzamento degli oceani

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Appello di Guterres su innalzamento degli oceani – L’aumento delle temperature oceaniche nel Pacifico sta scatenando una crisi senza precedenti, con implicazioni devastanti per le isole che popolano questa vasta regione. Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha recentemente sollevato il sipario su una realtà allarmante: il tasso di innalzamento delle temperature in queste acque è tre volte superiore alla media globale, con effetti potenzialmente catastrofici per le comunità insulari.

Le temperature oceaniche più elevate causano l’espansione termica dell’acqua, che contribuisce significativamente all’innalzamento del livello del mare. Questo fenomeno rappresenta una minaccia esistenziale per le isole del Pacifico, dove la maggior parte delle infrastrutture si trova a pochi metri dal mare. La combinazione di questi fattori sta rendendo le comunità costiere particolarmente vulnerabili, esponendole a mareggiate più frequenti, inondazioni costiere e l’erosione delle risorse naturali essenziali per la sopravvivenza quotidiana.

Negli ultimi trent’anni, alcune aree del Pacifico hanno registrato un innalzamento del livello del mare di circa 15 centimetri, ben oltre la media globale di 9,4 centimetri. Questa crescita sproporzionata rappresenta un campanello d’allarme per la necessità di azioni immediate e coordinate a livello globale.

Guterres non ha esitato a puntare il dito contro i gas serra, principalmente generati dalla combustione di combustibili fossili, come principali responsabili di questa crisi climatica. La sua richiesta di un impegno globale per ridurre drasticamente le emissioni e per sostenere i paesi più vulnerabili è un appello urgente che non può essere ignorato.

Durante il Pacific Islands Forum, Guterres ha sottolineato l’urgenza di incrementare gli investimenti per l’adattamento climatico nelle nazioni insulari del Pacifico. Questi paesi, con infrastrutture già messe a dura prova da eventi climatici estremi, rischiano di essere sopraffatti da una sequenza continua di disastri naturali se non si agisce con rapidità. Gli impegni finanziari presi dalle nazioni sviluppate devono essere rispettati e potenziati, garantendo che le risorse raggiungano coloro che ne hanno più bisogno.

Il tempo stringe. Se le emissioni globali non verranno ridotte in modo significativo, le proiezioni indicano che il livello del mare potrebbe aumentare di ulteriori 15 centimetri entro il 2050, esponendo le isole del Pacifico a oltre 30 giorni di inondazioni costiere ogni anno. Questi scenari catastrofici non solo mettono a rischio la vita delle comunità insulari, ma minacciano anche la stabilità economica e sociale dell’intera regione.

In un contesto globale in cui i cambiamenti climatici stanno accelerando, l’appello di Guterres risuona come un avvertimento chiaro e inconfutabile: salvare il Pacifico significa salvaguardare il futuro dell’intero pianeta.

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