Categoria: Pesce In Rete Pagina 50 di 988

Mar Mediterraneo: un mare di opportunità ignorate

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Mar Mediterraneo: un mare di opportunità ignorate – Le specie marine viventi conosciute e catalogate ad oggi sono circa 230.000. Le stime basate su modelli matematici ci dicono invece che le specie previste sono intorno ai 2.150.000 il che indica che la catalogazione delle biodiversità marine e ancora lontana dall’essere completata.
Nello specifico del Mar Mediterraneo le specie sono all’incirca 17.000 composte da pesci, molluschi, crostacei e altre forme di vita acquatica. Circa il 16% del totale conosciuto e catalogato.

Il Mar Mediterraneo, culla di biodiversità, è dunque una risorsa preziosa per la comunità intera ma anche per gli amanti della buona tavola. Tuttavia, nonostante l’incredibile varietà di specie ittiche commestibili che lo abitano, circa 500, il consumo umano si concentra su un numero ristretto di pesci noti e pregiati che non supera il 4%.

Questo comportamento, frutto di abitudini consolidate e preferenze di mercato, causa un ipersfruttamento di alcune specie bersaglio mettendo a rischio l’equilibrio ecologico e la sostenibilità a lungo termine della pesca.

Pesci come la salpa, il ghiozzo, la boga, la menola, la musdea, la marmora, la triglia di fango, l’aguglia, lo sparo, senza considerare le numerose varietà di pesce azzurro, e molti altri, vengono trascurati o addirittura scartati come sottoprodotti della pesca. Essi sono solo alcuni esempi di specie che potrebbero arricchire le nostre tavole ma che spesso finiscono inutilizzate o destinate a trasformazioni industriali di basso valore.
Molte di queste specie potrebbero essere rivalutate nell’ambito di una pesca più sostenibile, sia per ridurre la pressione su specie molto sfruttate sia per promuovere una maggiore biodiversità sulle tavole valorizzandole come opportunità gastronomiche.

L’ipersfruttamento di alcune specie ha conseguenze gravi come oramai sappiamo, sia per l’ecosistema marino che per l’economia delle comunità di pescatori. La diminuzione delle popolazioni di pesci pregiati porta a squilibri negli ecosistemi, compromettendo la capacità del mare di rigenerarsi. Per i pescatori, l’eccessiva dipendenza da poche specie significa maggiore vulnerabilità economica di fronte ai cali di stock o alle fluttuazioni del mercato.

Per invertire questa tendenza e promuovere una pesca sostenibile, è fondamentale favorire il consumo di specie meno note attraverso una serie di interventi mirati come ad esempio:

  • Campagne di sensibilizzazione per far conoscere al pubblico le qualità nutritive e il sapore di specie meno utilizzate;
  • Promuovere ricette tradizionali o innovative che valorizzino queste specie, coinvolgendo chef e influencer gastronomici;
  • Creare incentivi per i pescatori che diversificano le catture e per i commercianti che offrono specie meno richieste;
  • Ridurre i costi di mercato per queste specie per renderle più accessibili ai consumatori.
  • Potenziare i mercati del pesce locale e promuovere il concetto di “appena pescato” per incoraggiare il consumo di specie locali e stagionali;
  • Sviluppare metodi per comunicare al consumatore il valore ambientale del consumo di specie meno note.

Promuovere il consumo di pesci meno noti, in realtà è stato, nel breve passato, non solo oggetto di discussione negli ambienti preposti ma in alcuni contesti ha trovato pratica applicazione. Per la verità, i risultati non sempre sono stati incoraggianti, vuoi per una certa resistenza al cambiamento da parte del consumatore ma anche per una reale mancanza di offerta e di un’informazione corretta ed esaustiva. Ciò si è tradotto in una percezione del consumatore, riguardo ai pesci meno noti, come inferiori in termini di qualità e di valori nutrizionali.

Ognuno di noi, dalle istituzioni ai pescatori, dai ristoratori ai consumatori, ha un ruolo da svolgere in questa transizione verso una pesca più sostenibile. La ricchezza del Mar Mediterraneo è nelle nostre mani: sta a noi valorizzarla e preservarla per le generazioni future.

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GDO 2024: volumi in crescita e focus sul settore ittico

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GDO 2024: volumi in crescita e focus sul settore ittico – Il 2024 si chiude con dati positivi per la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), segnando una ripresa sia a valore che a volume nel Largo Consumo Confezionato (LCC). Secondo Circana, il settore ha raggiunto un fatturato record di 90,9 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,1% rispetto al 2023, con volumi in aumento dell’1,6%. Parallelamente, l’analisi di NIQ sui consumi italiani mette in evidenza la centralità del comparto ittico, che nel 2024 ha visto un aumento del +4,3% a valore e un significativo +7,6% a volume entro agosto.

Questi numeri evidenziano un crescente interesse da parte dei consumatori verso i prodotti ittici, riconosciuti per i loro benefici nutrizionali, la sostenibilità e la versatilità in cucina. La GDO ha risposto ampliando l’offerta e migliorando la qualità dei prodotti disponibili, sia freschi che trasformati, per intercettare le esigenze di un pubblico sempre più consapevole.

Settore ittico: luci e ombre

Nonostante l’aumento complessivo delle vendite, il comparto Pescheria Fresca ha registrato un calo del -3,3% a valore nel 2024, mentre altre categorie del fresco, come Gastronomia (+4,5%) e Pane & Pasticceria (+2,5%), sono in crescita. Questo dato potrebbe riflettere una preferenza dei consumatori per prodotti ittici confezionati o surgelati, più pratici e accessibili, o problematiche legate alla disponibilità e al prezzo del pesce fresco.

D’altra parte, l’incremento delle vendite promozionali, che hanno raggiunto un’incidenza del 22,8% nel 2024, ha reso il pesce confezionato e trasformato più competitivo e ha incentivato i consumi. Questa dinamica sottolinea l’importanza di strategie commerciali mirate per sostenere e ampliare la crescita del settore.

Il rallentamento dell’inflazione ha giocato un ruolo cruciale nel 2024: l’incremento dei prezzi è stato contenuto allo 0,6%, una netta riduzione rispetto al +9,4% del 2023 e al +7,6% del 2022. Questo ha favorito una ripresa dei consumi, con gli acquirenti attratti da offerte promozionali e da prodotti ad alto valore aggiunto, come il pesce arricchito da certificazioni di sostenibilità e tracciabilità.

Un settore in evoluzione

Nel 2024, il settore ittico si conferma un pilastro strategico per la GDO, grazie all’aumento dei volumi di vendita e alla maggiore attenzione dei consumatori verso i prodotti sostenibili e di qualità. Tuttavia, le sfide non mancano: il calo del comparto Pescheria Fresca impone una riflessione sulle dinamiche di prezzo e sulla capacità di offrire soluzioni più convenienti e innovative.

L’industria ittica deve investire ulteriormente nella diversificazione dell’offerta, puntando su prodotti confezionati, ready-to-eat e a lunga conservazione, oltre a promuovere una comunicazione più efficace per educare i consumatori sulla sostenibilità delle risorse ittiche.

Cosa c’è nel futuro della GDO?

Il 2024 rappresenta un anno di transizione per la GDO italiana, con il settore ittico che gioca un ruolo sempre più rilevante. La capacità di innovare, adattarsi alle nuove esigenze dei consumatori e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle promozioni sarà determinante per il successo futuro.

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Dal governo uno strumento utile per l’accesso al credito del settore pesca

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Dal governo uno strumento utile per l’accesso al credito del settore pesca – Dopo i risultati positivi ottenuti in Commissione Agrifish, un’altra buona notizia arriva per la Pesca. “Si tratta dell’approvazione del decreto per la copertura degli interessi bancari che rappresenta sicuramente una risposta concreta del governo alle difficoltà strutturali che il settore ha quando si tratta di accesso al credito”, spiega Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare.

“Il via libera della Conferenza Stato Regioni al decreto per il contributo destinato alla copertura, totale o parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti bancari è una soluzione importante”. Per questo “come Legacoop Agroalimentare ringraziamo il governo per quanto ha fatto per il settore. In particolare con azioni concrete, come questa che dimostra di aver a cuore la Pesca, uno dei settori primari dell’economia italiana”, sottolinea Maretti.

Il decreto approvato porta la firma del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, e del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. E conclude Maretti “Si tratta di quella che viene definita ‘cambiale azzurra’ che consente un contributo in conto interessi fini da un massimo del 50% del tasso annuo nominale applicato dalla Banca al finanziamento. L’importo individuale per ciascun beneficiario non può comunque superare 100mila euro”.

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Le macchine per packaging superano i 9,5 miliardi: record storico per il settore

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Le macchine per packaging superano i 9,5 miliardi: record storico per il settore – Il settore italiano delle tecnologie per il packaging chiude il 2024 con un risultato eccezionale: secondo i dati preconsuntivi il fatturato complessivo raggiunge i 9,5 miliardi di euro, registrando una crescita del +3,5% rispetto al 2023. Si tratta del quarto anno consecutivo di record, confermando il ruolo strategico del comparto per l’industria nazionale.

L’export continua a trainare il mercato, con un valore di 7,5 miliardi di euro, in aumento del +3,8% rispetto all’anno precedente e pari a circa l’80% del giro d’affari complessivo. Le performance migliori sono state registrate in mercati strategici come Africa e Oceania (+10,3%), l’Asia (+3,3%), e l’Unione Europea (+6,1%). Tra i principali Paesi, brillano in particolare Messico (+18,8%) e Spagna (+11,1%).

Il mercato domestico, seppur più contenuto, chiude l’anno in positivo a 2 miliardi di euro, con una crescita del +2,5%.

Prospettive 2025

Con 7,6 mesi di produzione già garantiti per il prossimo anno, il settore guarda al futuro con fiducia, pur consapevole delle sfide geopolitiche e normative. Il forecast per il 2025 prevede un ulteriore aumento, con il fatturato che potrebbe raggiungere i 9,6 miliardi di euro, consolidando la posizione di leadership italiana a livello globale.

Il commento di Riccardo Cavanna, Presidente Ucima: “Il 2024 è stato l’anno della conferma: l’eccellenza tecnologica delle nostre imprese è il vero motore del successo. Gli ultimi 12 mesi sono stati impegnativi, ma il settore si è dimostrato ancora una volta robusto. L’export rimane il pilastro del settore, ma vogliamo lavorare anche sul mercato interno, rafforzando strumenti come il piano Industry 5.0 che ad ora non è ancora stato applicato concretamente. Anche le modifiche recentemente introdotte rischiano di non ottenere piena adesione da parte delle imprese, considerato il tempo limitato rimasto per potervi accedere. A questo si aggiunge la restrizione prevista dal governo per il 2025 relativa agli incentivi 4.0, che di certo non agevola la situazione. Come Associazione e come comparto da parte nostra continueremo a promuovere soluzioni innovative, anche grazie all’intelligenza artificiale. Per il prossimo anno il forecast segna dati positivi, di fatto ci aspettiamo una sostanziale conferma del risultato di quest’anno”.

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Fedagripesca: bene via libera al decreto per copertura interessi bancari

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Fedagripesca: bene via libera al decreto per copertura interessi bancari – “Un’ottima notizia per le imprese di pesca in difficoltà il via libera della Conferenza Stato Regioni al decreto per il contributo destinato alla copertura, totale o parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti bancari. Una risposta concreta alle difficoltà strutturali del settore di accesso al credito. Ringraziamo il governo per questo segno tangibile di attenzione ad uno dei settori primari dell’economia”. Così il vicepresidente Confcooperative Fedagripesca Paolo Tiozzo sull’approvazione del decreto a firma del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, e del ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti. Nello specifico, quelle che è conosciuta come la “cambiale azzurra”, consente un contributo in conto interessi quantificato in ragione di una percentuale pari, al massimo, al 50% del tasso annuo nominale applicato dalla Banca al finanziamento. L’importo individuale per ciascun beneficiario non può comunque superare 100mila euro.

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