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Salmone affumicato, il protagonista delle feste natalizie tra tradizione, gusto e tendenze di mercato

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Salmone affumicato, il protagonista delle feste natalizie tra tradizione, gusto e tendenze di mercato – Le feste di fine anno sono un rito: tavole imbandite, piatti che profumano di tradizione e un protagonista indiscusso, il salmone affumicato. Che sia l’antipasto di apertura o l’ingrediente chiave di un primo piatto o di un secondo, questo prodotto si guadagna ogni anno il suo posto privilegiato nei menù natalizi italiani.

Dietro questa popolarità c’è una storia di numeri impressionanti e trend di mercato che parlano chiaro. Nel 2023, il mercato globale del salmone affumicato ha raggiunto i 4,92 miliardi di dollari, con previsioni che puntano dritto ai 7,72 miliardi entro il 2032. Cresce, conquista e non accenna a fermarsi, con un tasso di crescita annuo del 5,12%. Anche l’Europa non resta a guardare: lo scorso anno ha superato i 3,4 miliardi di euro, registrando un aumento del 21,43%. Numeri che, per un mercato in apparenza di nicchia, svelano un trend decisamente interessante.

E l’Italia? Se Francia, Germania e Regno Unito si contendono la vetta dei maggiori consumatori, il Bel Paese continua a guadagnare posizioni, spinto da una domanda che cresce costantemente, non solo in volume ma anche in valore. Il boom registrato nel 2021, con un +22,64%, è un segnale chiaro: il salmone affumicato è un lusso accessibile che gli italiani amano concedersi, specialmente sotto le luci natalizie.

Da dove arriva? La risposta è scontata ma sempre attuale: la Norvegia rimane il primo fornitore, seguita a ruota da Canada, Scozia e Irlanda. Il Salmo salar, meglio noto come salmone atlantico, è la specie più apprezzata, soprattutto nella sua versione “affumicata a freddo”. Questa tecnica delicata, che mantiene il sapore fresco e la consistenza morbida del pesce, è un dettaglio che fa la differenza, trasformando ogni fetta in un’esperienza gastronomica.

Ma il salmone affumicato non è immune da critiche. La presenza di composti potenzialmente nocivi, come nitrosammine e idrocarburi policiclici aromatici (IPA), ha acceso i riflettori sui metodi di produzione. Tuttavia, il mercato sta rispondendo con soluzioni sempre più sicure e sostenibili, perché, in fondo, il salmone è sinonimo di qualità e piacere, e i consumatori italiani non sono disposti a rinunciarvi.

Durante le feste, però, il salmone diventa molto più di un prodotto. È simbolo di convivialità, di raffinatezza e di quella capacità tutta italiana di trasformare anche l’ingrediente più semplice in qualcosa di straordinario. Che sia servito su crostini dorati, avvolto attorno a una spuma di formaggio o protagonista di un primo piatto gourmet, il salmone affumicato non delude mai.

Insomma, il mercato del salmone affumicato non è solo una questione di numeri ma di storie, tradizione e cultura gastronomica. E mentre il Natale si avvicina, una cosa è certa: il re delle tavole italiane ha già prenotato il suo posto.

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Mitilicoltura sempre più sostenibile

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Mitilicoltura sempre più sostenibile – Economia circolare per il mare e la mitilicoltura, grazie a un impianto mobile che riduce la plastica dando nuova vita alle reti usate per l’allevamento delle cozze. È montato su un container, quindi a disposizione dei mitilicoltori che possono usarlo vicino ai loro allevamenti per portare a riciclo fino a 300 kg di plastiche al giorno. È stato progettato e testato in Puglia ed è attualmente in funzione a Chioggia (VE). Entro la fine di dicembre 2024 questa azione del progetto europeo Life Muscles coordinato da Legambiente, avrà permesso di riciclare 30 tonnellate di calze – è così che si chiamano le reti tubolari, dentro alle quali crescono i mitili – e ammonteranno a oltre 70 tonnellate quelle trattate entro giugno 2025. Inoltre, dal prossimo anno l’impianto verrà utilizzato per attività dimostrative e di replicazione in altre aree d’Italia e all’estero (Croazia e Slovenia).

Durante il ciclo di vita della cozza, dal seme fino al raggiungimento della taglia commerciale, le reti vengono sostituite per adattarsi alla crescita e, poiché l’operazione si compie in mare, una parte di queste può sfuggire al recupero o disperdersi accidentalmente, anche a causa di eventi atmosferici estremi che sono sempre più frequenti. Per far fronte a questo problema, il progetto Life Muscles mette a disposizione dei mitilicoltori, delle istituzioni e delle comunità locali diverse azioni tecniche, formative, di coinvolgimento, monitoraggi in collaborazione con operatori turistici e scolaresche, fondamentali per accrescere la consapevolezza su questa emergenza ambientale e per ribadire che una raccolta più efficace e il corretto riciclo possono essere il traguardo a cui ambire per la protezione dell’ecosistema marino. Nello specifico, la realizzazione del nuovo impianto permette agli addetti ai lavori di ridurre in modo sensibile l’immissione nell’ambiente di nuovo polipropilene e di godere di un notevole risparmio sui costi di acquisto.

Le calze realizzate con il polipropilene riciclato infatti, sono state analizzate in laboratorio e hanno evidenziato proprietà meccaniche paragonabili a quelle realizzate in polimero vergine. La resistenza alla trazione e la capacità di sostenere il carico hanno mostrato che un importante passo in avanti è stato fatto per una mitilicoltura più sostenibile, che dà vantaggi economici agli allevatori e riduce l’impatto sull’ecosistema marino, consentendo contemporaneamente il raggiungimento di un modello di economia circolare.

Guarda QUI il video che ne mostra il funzionamento.

Life MUSCLES

Life MUSCLES (Life MUssel Sustainable production (re)cyCLES) è coordinato da Legambiente e conta tra i partner: Università di Bologna; Università La Sapienza di Roma (Dipartimento di Chimica); Università di Siena; Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA); Novamont; Rom Plastica; Società Agricola Ittica Del Giudice (Gargano); Cooperativa Mitilicoltori Associati (La Spezia).

Mitilicoltura sempre più sostenibile

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Nuova edizione dell’Osservatorio Immagino,
per non perdersi nel labirinto delle etichette

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Partire dalle etichette dei prodotti venduti in supermercati e ipermercati per individuare le informazioni e i claim che incidono maggiormente sulle scelte d’acquisto, ma anche per delineare le tendenze e l’evoluzione del mercato del largo consumo lato produttori e retailer. È questa duplice chiave di lettura a rendere unico l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, lo studio semestrale che analizza le abitudini di consumo degli italiani di cui è stata pubblicata la sedicesima edizione.

L’ultimo rapporto ha rilevato e monitorato oltre 100 tra claim, certificazioni, pittogrammi e indicazioni geografiche presenti sulle etichette di oltre 138 mila prodotti, che nell’anno finito a giugno 2024 hanno realizzato oltre 47,7 miliardi di euro in supermercati e ipermercati italiani (pari all’83,4% del giro d’affari totale del canale), misurando i trend delle vendite a valore e a volume grazie alle rilevazioni condotte da NielsenIQ.
«Nei 12 mesi raccontati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino abbiamo registrato l’andamento positivo di molti dei trend che, fino alla fine del 2023, erano stati penalizzati, soprattutto nei volumi, dall’elevata crescita dei prezzi» dichiara Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Un segnale del fatto che gli italiani continuano a mostrare una particolare attenzione verso le direttrici di crescita che hanno trainato il largo consumo negli ultimi anni, ossia salute, benessere, territorio e sostenibilità».

I fenomeni che guidano la spesa italiana

Tra i 12 fenomeni rilevati dall’Osservatorio Immagino sono proprio quelli incentrati sul benessere e sul territorio ad aver mostrato il maggior dinamismo. In 12 mesi, il carrello della spesa dei prodotti legati all’italianità ha aumentato di +2,1% il giro d’affari, superando gli 11,3 miliardi di euro, trainato dai prodotti Dop (+3,5% a valore, +2,1% a volume).
L’area del free from ha registrato un +3,0%, superando gli 8 miliardi di euro, guidato dalla maggior attenzione all’assenza e/o alla riduzione di zuccheri e grassi idrogenati e caratterizzato dagli exploit dei prodotti senza pesticidi o residui o glifosato. Crescita annua di +3,4% per gli incassi dei prodotti arricchiti (oltre 5 miliardi di euro di sell-out), dove le proteine si confermano il fenomeno del momento.
Inarrestabile anche l’avanzata della sostenibilità, a cui l’Osservatorio Immagino, insieme all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, dedica il consueto approfondimento nella sua triplice declinazione: ambientale, sociale e benessere animale. La sostenibilità è entrata ormai prepotentemente anche sulle etichette dei prodotti mass market. L’84,8% dei prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino presenta on pack almeno un’indicazione relativa alla sostenibilità: in termini assoluti si tratta di 117 mila referenze, ossia 3.430 in più rispetto alla rilevazione precedente.

Le novità della sedicesima edizione

Tra i fenomeni individuati e raccontati dalla sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino c’è anche l’evoluzione del petcare. In un anno i prodotti destinati all’alimentazione di cani e gatti hanno aumentato di +6,2% il loro giro d’affari, sfiorando gli 1,2 miliardi di euro. Anche in questo settore si stanno affermando logiche analoghe a quelle che guidano il mondo degli alimenti “per umani”, come l’attenzione all’equilibrio nutrizionale, alla sostenibilità e all’italianità dei prodotti. A raccontarle sono ancora una volta le etichette dei quasi cinquemila prodotti petfood analizzati dall’Osservatorio Immagino.
Altro fenomeno entrato nel radar dello studio è l’e-commerce, protagonista del dossier di approfondimento di questa edizione, che ne ha analizzato pesi e indici rispetto al canale fisico su un ampio paniere, composto da 102.567 prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi e rilevati nel canale web.

Immagino: dieci anni al servizio della digitalizzazione del largo consumo

«Che si tratti di alimenti destinati alla propria famiglia o agli animali d’affezione, di prodotti per la pulizia di casa o per la cura personale, le etichette sono il touchpoint tra produttori e consumatori, il medium che fornisce le informazioni utili per fare decisioni di acquisto consapevoli» aggiunge Marco Cuppini. «In GS1 Italy ne siamo sempre stati consapevoli e abbiamo dato il nostro contributo a questo bisogno di informazioni creando, nel 2014, il servizio Immagino, da cui è poi nato l’Osservatorio Immagino».

Festeggia, dunque, i suoi primi 10 anni il servizio Immagino di GS1 Italy Servizi, che ha rappresentato un’innovazione importante per la digitalizzazione del largo consumo in Italia, come narra lo speciale “Dieci anni del servizio Immagino”, allegato alla sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino, che ripercorre la storia di questo rivoluzionario Servizio e ne analizza l’impatto attraverso un’indagine condotta da Ipsos.
Nato come soluzione per assolvere agli obblighi imposti dal regolamento europeo sull’etichettatura, Immagino è subito diventato il punto di riferimento per il mondo del largo consumo in Italia: oggi è adottato da 2.044 produttori e 54 retailer, che lo hanno scelto per gestire le informazioni e le immagini delle etichette delle loro referenze, creando il gemello digitale dei loro prodotti fisici. Attualmente Immagino conta 140.852 prodotti attivi nel suo database, di cui ha digitalizzato tutte le informazioni presenti in etichetta.

Per scaricare gratuitamente la sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino e lo speciale “Dieci anni del servizio Immagino”: osservatorioimmagino.it.

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Il mercato ittico italiano deve puntare su strategie innovative ed eccellenze locali

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Il mercato ittico italiano deve puntare su strategie innovative ed eccellenze locali – Nel 2023, il mercato ittico italiano ha attraversato una fase di profondo cambiamento. Il report EUMOFA (Osservatorio Europeo del Mercato per i Prodotti della Pesca e dell’Acquacoltura) reso disponibile la scorsa settimana, evidenzia, per il nostro Paese, una contrazione significativa dei consumi domestici, accompagnata da un aumento dei prezzi e da una crescente attenzione verso la sostenibilità. Questi elementi, insieme alle dinamiche globali, hanno ridefinito le priorità e le opportunità per il settore ittico italiano.

Secondo l’analisi EUMOFA che fa riferimento al periodo 2022-2023, l’Italia rimane uno dei principali attori del mercato ittico europeo, ma deve affrontare sfide che richiedono strategie innovative e un forte orientamento verso la sostenibilità e l’innovazione.

Consumi domestici in calo

Il consumo domestico di pesce fresco in Italia ha registrato una contrazione del 12% nel 2023, attestandosi a 245.112 tonnellate rispetto al 2022. Questo calo, evidenziato nel report EUMOFA, è il più marcato tra i paesi europei e si deve principalmente all’aumento dei prezzi al dettaglio, tra i più alti nell’UE.

Le specie più consumate, come orata e cozze, hanno subito un drastico calo rispettivamente dell’11% e del 18% rispetto all’anno precedente. Solo il nasello ha registrato un incremento del 2%, segnalando una preferenza per specie più accessibili economicamente​.

L’Acquacoltura come vantaggio competitivo

L’Italia si distingue nel panorama europeo per la produzione di molluschi, in particolare cozze e vongole, che costituiscono il cuore della sua acquacoltura. Il report EUMOFA evidenzia come l’acquacoltura italiana, con 130.000 tonnellate prodotte nel 2022, rappresenti una risorsa fondamentale per il mercato nazionale. La produzione biologica, che ha raggiunto 23.700 tonnellate, posiziona l’Italia tra i leader nell’UE insieme a Irlanda e Paesi Bassi​.

Tendenze di consumo e sostenibilità

Nonostante la crescente attenzione verso la sostenibilità, i prodotti ittici biologici rappresentano ancora una nicchia di mercato in Italia, costituendo appena lo 0,6% del consumo totale. Secondo i dati del report, questo valore è significativamente inferiore rispetto alla media europea e indica un margine di crescita per il settore​.

Importazioni, esportazioni e prezzi

Il report EUMOFA segnala che nel 2023 l’Italia ha registrato un aumento dei prezzi medi dei prodotti ittici, con il salmone che ha raggiunto i 19,17 €/kg (+7% rispetto al 2022). Tuttavia, la contrazione dei volumi importati, causata dall’aumento dei costi e dalla minore disponibilità di alcune specie chiave, ha ridotto l’offerta interna di merluzzo e gamberi​.

Prospettive per il futuro

La crescente domanda di prodotti ittici trasformati e biologici, unita agli investimenti nell’acquacoltura sostenibile, offre margini di crescita per il settore. Il report in questione sottolinea che l’Italia potrebbe capitalizzare queste opportunità migliorando l’accessibilità economica e ampliando l’offerta di prodotti certificati sostenibili.

Il mercato ittico italiano, come mostrato nel report EUMOFA 2023, si trova a un bivio. Mentre il calo dei consumi rappresenta una sfida immediata, le potenzialità del settore, soprattutto nel campo dell’acquacoltura e della sostenibilità, restano significative. Investendo in strategie innovative e promuovendo le eccellenze locali, l’Italia può non solo superare le difficoltà attuali, ma anche affermarsi come leader nel mercato europeo.

Il mercato ittico italiano deve puntare su strategie innovative ed eccellenze locali

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Il cambiamento climatico minaccia i pesci d’acqua dolce: cosa rischiamo?

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Il cambiamento climatico minaccia i pesci d’acqua dolce: cosa rischiamo? – Secondo un recente studio condotto dall’Università di Bristol, il cambiamento climatico sta avendo un impatto devastante sui pesci d’acqua dolce. L’aumento delle temperature e la frequenza crescente di siccità mettono a rischio la sopravvivenza di molte specie, compromettendo gli ecosistemi acquatici e le economie che dipendono dalla pesca.

Pesci d’acqua dolce: una risorsa in pericolo

I pesci d’acqua dolce rappresentano una parte essenziale della biodiversità globale e una risorsa fondamentale per milioni di persone. Dallo studio emerge che l’aumento delle temperature riduce l’ossigeno disponibile negli habitat fluviali e lacustri, costringendo molte specie a spostarsi o, peggio, a soccombere.

Inoltre, i periodi di siccità, sempre più frequenti, riducono la portata dei corsi d’acqua, frammentando gli habitat e rendendo difficile il ciclo riproduttivo di molte specie ittiche.

Implicazioni economiche e ambientali

Questi cambiamenti non si riflettono solo sull’ecologia. Per molte comunità, soprattutto quelle che vivono di pesca o acquacoltura, la diminuzione della popolazione di pesci d’acqua dolce rappresenta un duro colpo economico. Pesci come la trota, il salmone e il persico, che costituiscono un’importante fonte di reddito e nutrimento, sono particolarmente vulnerabili.

Cosa possiamo fare per mitigare il rischio?

I ricercatori dell’Università di Bristol sottolineano l’importanza di politiche globali coordinate per combattere il cambiamento climatico. La protezione delle aree umide, il ripristino degli habitat naturali e una gestione sostenibile delle risorse idriche possono ridurre l’impatto sulle specie d’acqua dolce.

Inoltre, è cruciale sensibilizzare le comunità e i governi sull’importanza della conservazione degli ecosistemi d’acqua dolce e delle specie che li abitano.

Il cambiamento climatico non è una minaccia futura, ma una realtà che sta già modificando profondamente i nostri ecosistemi. Proteggere i pesci d’acqua dolce significa preservare la biodiversità, tutelare le economie locali e garantire un futuro sostenibile per le prossime generazioni.

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