Categoria: Pesce In Rete Pagina 53 di 927

Granchio blu, incontro a Ferrara con il commissario Caterino

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Granchio blu, incontro a Ferrara con il commissario Caterino – “Come Regione collaboreremo con il commissario con serietà e responsabilità. Il granchio blu è una grave emergenza e servono strumenti straordinari per contrastarlo, come stiamo dicendo ormai da più di anno. E maggiori risorse rispetto a quelle stanziate fino a oggi dal Governo nazionale. La Regione ha già messo 2 milioni di euro”.

Così l’assessore della Regione Emilia-Romagna all’Agricoltura e Pesca, Alessio Mammi, al termine di una riunione operativa che si è tenuta ieri a Ferrara presso la Prefettura.

Ospiti del prefetto di Ferrara, Massimo Marchesiello, alla riunione hanno partecipato il commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, Enrico Caterino, l’assessore Mammi, i sindaci di Goro, Maria Bugnoli, di Comacchio, Pierluigi Negri, il presidente della Provincia di Ferrara, Gianni Michele Padovani, e le associazioni che rappresentano le imprese di pesca.

“Il commissario straordinario – ha proseguito l’assessore – deve essere messo nelle condizioni di operare pienamente dal punto di vista normativo e degli ambiti di intervento perché abbiamo bisogno di fare presto e lavorare in modo concreto per salvare gli allevamenti di vongole e l’acquacoltura delle marinerie di Goro e Comacchio. Questi territori sono un grande patrimonio per il paese: qui si produce il 55% delle vongole a livello nazionale e si tratta di un’occupazione fondamentale che ha anche un grande valore sociale per le comunità che vivono sul territorio”.

“È fondamentale una strategia nazionale omogenea per procedere con la raccolta e lo smaltimento del granchio. La Regione da parte sua – chiude Mammi – ha disposto sul bilancio 2024 un indennizzo regionale di 1,5 euro al kg per le imprese che si impegneranno nella raccolta, fino a 1 milione di euro di contributi complessivi, oltre al milione già stanziato nel 2023″.

I primi giorni della prossima settimana si terrà in Regione a Bologna un nuovo incontro con il commissario Caterino e la presidente facente funzioni, Irene Priolo, per affrontare l’emergenza.

Da parte del Commissario è stata confermata la disponibilità all’elaborazione di un piano, con il contributo dei soggetti coinvolti, per la messa a punto di una strategia nazionale in accordo con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dell’Agricoltura con delega alla pesca.

Mammi ha infine sottolineato l’importanza di sostenere le imprese nei prossimi mesi e sul lungo periodo “con agevolazioni fiscali, sospensione e moratorie dei mutui e con la diminuzione del costo del lavoro, oltre a mettere le imprese nelle condizioni di operare investimenti per essere competitive con altri territori europei”.

Le risorse regionali disponibili

Per il 2024 la Regione ha predisposto un indennizzo regionale di 1,5 euro al kg per le imprese che si impegneranno nella raccolta, fino a 1 milione di euro di contributi complessivi.

Nella cifra sono forfettariamente ricompresi i costi sostenuti per il trasporto, la movimentazione, a terra e in mare, degli esemplari di granchio, gli oneri e i costi sostenuti per lo smaltimento in discarica o in centri di smaltimento autorizzati, nonché i costi amministrativi per la gestione e l’organizzazione delle operazioni di trasporto e smaltimento. Il bando scade il 15 settembre 2024.

Già nel corso del 2023, attraverso una legge dedicata a una serie di misure urgenti regionali, la Regione aveva messo a disposizione un milione di euro di ristori per le imprese produttrici di vongole che hanno subìto forti perdite. economiche.
Risorse utili anche per compensare i costi derivati dallo smaltimento dei granchi blu finiti nelle reti.
Per la mancata commercializzazione e produzione, gli indennizzi sono stati calcolati sulle vendite del periodo che va dal 1^ gennaio al 30 settembre 2023, confrontate con lo stesso periodo del 2022, e sul novellame distrutto dal granchio blu nel periodo dal 1^ ottobre 2022 al 30 settembre 2023. Il bando è chiuso e gli indennizzi sono già stati liquidati.

Granchio blu, incontro a Ferrara con il commissario Caterino

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Seminario scientifico sulla pesca 2024 su intelligenza artificiale

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Seminario scientifico sulla pesca 2024 su intelligenza artificiale – Si terrà il 25 settembre 2024 il seminario annuale sulla scienza della pesca, organizzato dalla Direzione generale per gli affari marittimi e la pesca. Il seminario di quest’anno si concentrerà sul potenziale contributo dell’intelligenza artificiale (IA) al raggiungimento della sostenibilità della pesca.

Il seminario esplorerà come i rapidi sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale possano supportare il processo scientifico, nonché la gestione della pesca e le operazioni di pesca.

L’evento ospiterà presentazioni di esperti che mostreranno progetti scientifici di successo sulla pesca che utilizzano l’intelligenza artificiale. I partecipanti saranno inoltre coinvolti in gruppi di discussione per riflettere sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale nella pesca, in particolare sulla raccolta e l’analisi dei dati, sulla gestione e la conservazione della pesca, nonché sui potenziali vantaggi e sfide per i pescatori.

Ospitando questo seminario, la Direzione generale per gli affari marittimi e la pesca cerca di facilitare il dialogo, il networking e la riflessione sullo stato della consulenza scientifica e della ricerca sulla pesca. I risultati del seminario aiuteranno a dare forma alle politiche future e ad adattare quelle attuali. Contribuirà inoltre alla formazione interna, promuovendo lo scambio di conoscenze e la collaborazione con e all’interno dell’istituzione.

Il seminario scientifico sulla pesca sarà un evento ibrido, che darà al pubblico la possibilità di partecipare di persona e online; tuttavia, la partecipazione di persona è fortemente consigliata per trarre il massimo vantaggio dalle interazioni con gli esperti e dalle discussioni.

Il seminario sulla scienza della pesca si terrà presso COOP in Quai Fernand Demets 23, 1070 Anderlecht, Belgio. La sede è facilmente raggiungibile dalla stazione ferroviaria di Bruxelles Sud/Midi con i mezzi pubblici.

L’evento può essere seguito fisicamente o da remoto. Fino alla capienza massima dei posti a sedere. Qui per la registrazione.

Seminario scientifico sulla pesca 2024 su intelligenza artificiale

 

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La tecnologia fa luce sull’impatto del cambiamento climatico sulla pesca

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La tecnologia fa luce sull’impatto del cambiamento climatico sulla pesca – Il cambiamento climatico sta alterando profondamente l’ambiente marino, influenzando la pesca e, di conseguenza, le economie locali e globali. Le acque più calde, più acide e meno ossigenate stanno cambiando le dinamiche della vita marina, mettendo a rischio la sostenibilità degli stock ittici. Per affrontare questa sfida, gli scienziati del National Center for Atmospheric Research (NSF NCAR) della National Science Foundation statunitense hanno sviluppato modelli avanzati che offrono un quadro dettagliato dell’interazione tra atmosfera e oceano e delle sue ripercussioni sulla pesca.

Implicazioni del riscaldamento globale sugli oceani

L’oceano assorbe circa il 25% delle emissioni annuali di anidride carbonica prodotte dall’uomo, un fenomeno che ha un impatto significativo sull’ecosistema marino. Il riscaldamento globale sta provocando un aumento delle temperature oceaniche e un’acidificazione delle acque, alterando la crescita del fitoplancton e dello zooplancton, fondamentali nella catena alimentare marina. Questi cambiamenti, a loro volta, influenzano la disponibilità di cibo per i pesci, con potenziali ripercussioni sulle popolazioni ittiche.

Modelli ad alta risoluzione per previsioni accurate

Gli scienziati hanno utilizzato il modello CESM2 (Community Earth System Model), in grado di simulare l’oceano con una risoluzione 100 volte superiore rispetto agli standard precedenti. Questo approccio consente di catturare dettagli cruciali, come i vortici oceanici, che influenzano la vita marina. Un elemento chiave di questo modello è la Marine Biogeochemistry Library (MARBL), che permette di simulare la crescita di diverse tipologie di fitoplancton e zooplancton, essenziali per comprendere la produttività primaria netta dell’oceano.

Un nuovo strumento per la gestione della Pesca: il modello FEISTY

Il modello FEISTY (Fisheries Size and Functional Type model) rappresenta un innovativo strumento di previsione, che simula la crescita e la riproduzione dei pesci in base alle condizioni atmosferiche e oceaniche. Questo modello suddivide i pesci in base al loro habitat (demersali e pelagici) e alla loro dimensione, permettendo una valutazione dettagliata delle popolazioni ittiche. Grazie a FEISTY, i ricercatori possono prevedere come le variazioni climatiche influenzano le comunità ittiche e, di conseguenza, la pesca.

Impatti futuri e gestione sostenibile

I risultati di queste simulazioni non solo offrono una visione più chiara di come l’oceano risponde ai cambiamenti climatici, ma rappresentano anche una base per migliorare la gestione sostenibile della pesca. Le informazioni ottenute permettono di prevedere l’impatto di fenomeni come le ondate di calore marine, l’acidificazione e i cambiamenti del ghiaccio marino sulla pesca. Queste previsioni sono fondamentali per sviluppare strategie di gestione che possano garantire la sostenibilità delle risorse marine in un futuro caratterizzato da un clima più caldo.

Il lavoro pionieristico degli scienziati del NSF NCAR dimostra come i modelli ad alta risoluzione siano essenziali per comprendere e gestire gli effetti del cambiamento climatico sugli oceani e sulla pesca. Le informazioni dettagliate fornite da questi modelli rappresentano un’opportunità unica per le comunità di ricerca e per i gestori delle risorse marine, consentendo loro di sviluppare strategie di adattamento efficaci e sostenibili.

La tecnologia fa luce sull’impatto del cambiamento climatico sulla pesca

 

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Dalla pesca all’alimentazione: la sostenibilità del krill

Dalla pesca all’alimentazione: la sostenibilità del krill

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Dalla pesca all’alimentazione: la sostenibilità del krillQRILL Aqua di Aker BioMarine mette in evidenza due studi scientifici recentemente pubblicati che stanno alzando l’asticella per la sostenibilità nella pesca e nell’acquacoltura. Insieme, questi studi dimostrano come approcci innovativi possano portare a una maggiore efficienza e a un minor impatto per l’industria, migliorando al contempo i risultati delle performance.

Un esempio reale dalla pesca del krill di Aker BioMarine

Il primo studio, intitolato “Attività di sostenibilità in un settore difficile da decarbonizzare – un esempio reale“, è stato scritto da scienziati di Aker BioMarine. Offre un’analisi completa della sostenibilità nella pesca e nella produzione, sottolineando trasparenza, innovazione e riduzione significativa delle emissioni di CO2.

“Questo studio è unico perché dettaglia pratiche innovative e trasparenti in una pesca sostenibile basata sulle operazioni di Aker BioMarine, con esempi di iniziative come la mappatura dei punti critici di CO2 e riduzioni mirate delle emissioni di gas serra”, afferma Ragnhild Dragøy, VP Product Management and Sustainability di Aker BioMarine e una degli autori dello studio.

Lo studio mette in evidenza iniziative per una pesca sostenibile continua:

Uso sostenibile della biomassa di krill: Aker BioMarine dà priorità all’utilizzo sostenibile della biomassa di krill. Ciò significa che i prodotti vengono utilizzati sia come nutrienti omega-3 o proteine per il consumo umano sia direttamente come mangimi per l’acquacoltura, seguendo il principio del “food first” e assicurando poco o nessun spreco.

Mappatura dei punti critici di CO2: Aker BioMarine utilizza la mappatura dei punti critici di CO2 per tracciare le emissioni di CO2 lungo la catena del valore, permettendo all’azienda di individuare aree specifiche per la riduzione delle emissioni. Da questo, Aker BioMarine ha appreso che la maggior parte delle emissioni era legata alle operazioni di pesca e al trasporto da e verso il campo di pesca.

Riduzione del consumo energetico: Aker BioMarine ha introdotto diverse iniziative mirate alla riduzione delle emissioni a bordo delle navi e durante la pesca. Come parte di questo, l’azienda ha implementato un’applicazione digitale chiamata “Krillviz” per prendere decisioni migliori basate sui dati durante le operazioni di pesca, incorporando dati provenienti da droni e intelligenza artificiale per localizzare il krill.

Il ruolo dei mangimi nell’acquacoltura sostenibile

Il secondo studio, intitolato “Livello dietetico minimo e rapporto di miscelazione della farina di krill e farina di pesce per stimolare l’assunzione di mangime e le prestazioni di crescita nei giovani Penaeus vannamei“, è stato co-autore dall’Istituto di Scienze del Mare – LABOMAR e Aker BioMarine. Offre approfondimenti critici sui livelli ottimali di inclusione della farina di krill nelle diete dei gamberetti e sul ruolo degli ingredienti nello sviluppo di mangimi più sostenibili ed efficaci.

“Il mangime rappresenta una parte significativa dell’impronta di carbonio dell’acquacoltura, e utilizzare ingredienti per mangimi che siano sia efficaci che sostenibili può avere un impatto significativo sull’operazione”, afferma Lena Burri, Direttrice R&D, Nutrizione e Salute Animale di Aker BioMarine. “Quello che abbiamo appreso da questo recente trial sui mangimi per gamberetti è che la farina di krill è un ingrediente marino sostenibile che può migliorare significativamente la crescita dei gamberetti e supportare l’obiettivo più ampio di aumentare l’efficienza dell’acquacoltura.”

Risultati chiave dal trial di alimentazione per gamberetti condotto da LABOMAR e Aker BioMarine:

Livelli ottimali di inclusione per il mangime per gamberi: Lo studio conclude che l’inclusione del 1,5% di farina di krill nelle diete dei gamberi bianchi ottimizza le prestazioni di crescita. Sebbene il 1,5% sia risultato efficace in questo studio specifico, la raccomandazione generale, basata su numerosi studi, è di includere il 3% di farina di krill per garantire prestazioni di crescita costanti in diversi contesti di acquacoltura.

Riduzione dell’uso di ingredienti marini meno sostenibili: I ricercatori hanno dimostrato che altri ingredienti marini meno sostenibili possono essere ridotti fino al 75% quando combinati con la farina di krill, come mezzo per raggiungere obiettivi di sostenibilità e migliorare l’efficienza dei costi.

Profilo nutrizionale equilibrato: L’uso della farina di krill ha migliorato la qualità nutrizionale del mangime grazie al suo profilo bilanciato di amminoacidi e acidi grassi. Questo può portare a una maggiore efficienza del mangime e a migliori risultati di crescita.

Impegno per una crescita sostenibile nell’acquacoltura

La ricerca gioca un ruolo importante nel migliorare sia l’efficienza che la sostenibilità dell’acquacoltura, e Aker BioMarine ha da tempo investito per approfondire la propria conoscenza scientifica sul krill, sulla pesca e sull’ecosistema antartico che lo circonda.

“Quello che possiamo imparare da questi due studi è che risultati di performance forti e sostenibilità vanno di pari passo nella nostra industria. Questi studi evidenziano un approccio olistico alla riduzione delle emissioni di CO2, al miglior utilizzo delle risorse e a soluzioni di mangimi ottimizzate che insieme lavorano per ridurre l’impronta ambientale. La nostra speranza è che questo tipo di iniziative possa contribuire a stabilire standard più elevati per l’industria e unirci nell’impegno a proteggere le risorse oceaniche da cui dipendiamo,” afferma Ragnhild Dragøy, VP Product Management and Sustainability di Aker BioMarine.

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Certificazione elettronica per esportazioni ittiche dalla Russia alla Cina

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Certificazione elettronica per esportazioni ittiche dalla Russia alla Cina – Il settore ittico globale è sempre più sotto pressione per garantire pratiche sostenibili e legali, specialmente in risposta al crescente problema della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU). In questo contesto, l’introduzione di un sistema di certificazione elettronica sviluppato congiuntamente da Russia e Cina rappresenta un significativo progresso nella trasparenza e nell’efficienza delle esportazioni ittiche.

A partire dal 1° settembre, la Russia avvierà un progetto pilota per l’emissione e la verifica elettronica dei certificati di origine dei prodotti ittici destinati all’esportazione verso la Cina. Questo sistema innovativo, nato dalla cooperazione tra i due paesi, mira a semplificare il processo di certificazione, riducendo i tempi di attesa e le risorse necessarie per gli esportatori.

La certificazione elettronica offre diversi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali. Innanzitutto, elimina la necessità di gestire documenti cartacei, riducendo il rischio di falsificazioni e perdite. Grazie all’integrazione di un sistema di codici QR, le autorità cinesi possono verificare rapidamente e in modo sicuro l’autenticità dei certificati. Inoltre, il sistema facilita un accesso immediato e sicuro ai documenti digitali, creando un ambiente commerciale più trasparente e affidabile.

Questa transizione alla certificazione digitale non è solo una risposta alle esigenze operative, ma anche una strategia chiave nel quadro dell’accordo russo-cinese contro la pesca illegale. Attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, Russia e Cina si impegnano a garantire che i prodotti ittici rispettino gli standard internazionali di legalità e sostenibilità, promuovendo al contempo un commercio più equo e controllato.

L’implementazione di sistemi elettronici per la certificazione delle esportazioni ittiche non è una novità assoluta; analoghe iniziative sono già in uso per le esportazioni verso la Repubblica di Corea. Tuttavia, l’espansione di tali pratiche alla Cina rappresenta un significativo ampliamento della portata e dell’impatto di queste tecnologie.

Certificazione elettronica per esportazioni ittiche dalla Russia alla Cina

 

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