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Il cambiamento climatico minaccia i pesci d’acqua dolce: cosa rischiamo?

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Il cambiamento climatico minaccia i pesci d’acqua dolce: cosa rischiamo? – Secondo un recente studio condotto dall’Università di Bristol, il cambiamento climatico sta avendo un impatto devastante sui pesci d’acqua dolce. L’aumento delle temperature e la frequenza crescente di siccità mettono a rischio la sopravvivenza di molte specie, compromettendo gli ecosistemi acquatici e le economie che dipendono dalla pesca.

Pesci d’acqua dolce: una risorsa in pericolo

I pesci d’acqua dolce rappresentano una parte essenziale della biodiversità globale e una risorsa fondamentale per milioni di persone. Dallo studio emerge che l’aumento delle temperature riduce l’ossigeno disponibile negli habitat fluviali e lacustri, costringendo molte specie a spostarsi o, peggio, a soccombere.

Inoltre, i periodi di siccità, sempre più frequenti, riducono la portata dei corsi d’acqua, frammentando gli habitat e rendendo difficile il ciclo riproduttivo di molte specie ittiche.

Implicazioni economiche e ambientali

Questi cambiamenti non si riflettono solo sull’ecologia. Per molte comunità, soprattutto quelle che vivono di pesca o acquacoltura, la diminuzione della popolazione di pesci d’acqua dolce rappresenta un duro colpo economico. Pesci come la trota, il salmone e il persico, che costituiscono un’importante fonte di reddito e nutrimento, sono particolarmente vulnerabili.

Cosa possiamo fare per mitigare il rischio?

I ricercatori dell’Università di Bristol sottolineano l’importanza di politiche globali coordinate per combattere il cambiamento climatico. La protezione delle aree umide, il ripristino degli habitat naturali e una gestione sostenibile delle risorse idriche possono ridurre l’impatto sulle specie d’acqua dolce.

Inoltre, è cruciale sensibilizzare le comunità e i governi sull’importanza della conservazione degli ecosistemi d’acqua dolce e delle specie che li abitano.

Il cambiamento climatico non è una minaccia futura, ma una realtà che sta già modificando profondamente i nostri ecosistemi. Proteggere i pesci d’acqua dolce significa preservare la biodiversità, tutelare le economie locali e garantire un futuro sostenibile per le prossime generazioni.

Il cambiamento climatico minaccia i pesci d’acqua dolce: cosa rischiamo?

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Ostriche: come sceglierle, aprirle e gustarle da veri esperti (o almeno per sembrarlo)

Ostriche: come sceglierle, aprirle e gustarle da veri esperti (o almeno per sembrarlo)

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Ostriche: come sceglierle, aprirle e gustarle da veri esperti (o almeno per sembrarlo) – Immaginatevi a tavola, circondati da amici e familiari, con l’aria frizzante del Natale che aleggia e il suono del vino che scivola nei bicchieri, e poi, le ostriche, quei molluschi bivalvi che non solo sono un piacere per il palato, ma sono anche un viaggio nel cuore della cucina di classe.

Diventare esperti di ostriche non significa solo saperle mangiare, ma significa anche riconoscerle e apprezzarne le varie differenze come dei veri intenditori.

Fin dall’antichità, le ostriche hanno rappresentato un alimento pregiato e simbolo di raffinatezza per i popoli del Mediterraneo. I primi allevamenti documentati risalgono all’epoca romana, ma è oggi la Francia ad essere rinomata e riconosciuta nella produzione e nel consumo di ostriche, grazie a una concentrazione di allevamenti nelle famose coste della Normandia e della Bretagna.

Le ostriche appartengono alla categoria dei molluschi bivalvi e presentano una conchiglia inequivalve e irregolare. La superficie esterna, rugosa e coperta da lamelle ondulate, varia nei toni del grigio-bruno, mentre l’interno si distingue per il colore bianco madreperlato e la superficie liscia.

Le principali varietà europee

Ostriche concave (Crassostrea gigas): le più diffuse, caratterizzate da una conchiglia profonda e una lunghezza che può raggiungere i 16 cm.
Ostriche piatte (Ostrea edulis): comuni nel Mediterraneo, sono riconoscibili per la loro forma tondeggiante, la conchiglia meno profonda e un sapore più delicato.

Le ostriche vengono commercializzate vive, generalmente in reti di vario peso o cestini da 2/3 kg sigillati, e ogni confezione deve riportare etichette precise che ne identificano la varietà e la provenienza.

Per aprirle, è indispensabile utilizzare un coltello specifico, accompagnato da un guanto protettivo o un canovaccio per proteggere le mani.
Durante una cena speciale, il modo in cui apriamo le ostriche diventa un gesto quasi cerimoniale. Con un coltello adatto e una buona dose di destrezza, sappiamo che aprire un’ostrica è più di una semplice operazione, è un’esperienza sensoriale che coinvolge olfatto, gusto e soprattutto i nostri ospiti.

La tecnica corretta consiste nel posizionare l’ostrica con la valva concava verso il basso, inserire la punta del coltello nella cerniera e fare leva con movimenti circolari. Una volta aperta, la valva piatta va rimossa, l’acqua interna scolata e il mollusco staccato con delicatezza.

Il sistema di classificazione delle ostriche si basa sul peso (comprensivo di guscio) e non sulla dimensione. Questo processo di calibrazione, chiamato in francese “calibrage”, avviene alla fine del ciclo di allevamento.

Calibri delle ostriche concave

• Calibro 5: 30-45 g
• Calibro 4: 46-65 g
• Calibro 3: 66-85 g
• Calibro 2: 86-110 g
• Calibro 1: 111-150 g
• Calibro 0: oltre 151 g

Calibri delle ostriche piatte

• Calibro 5: 30 g circa
• Calibro 4: 40 g circa
• Calibro 3: 50 g circa
• Calibro 2: 60 g circa
• Calibro 1: 70 g circa
• Calibro 0: 80 g circa
• Calibro 00: 90-120 g circa
• Pied de Cheval: oltre 160 g

I calibri intermedi sono generalmente i più apprezzati per il loro equilibrio tra dimensione e intensità di sapore. Da notare che, a parità di peso, le ostriche piatte offrono una quantità di carne inferiore rispetto alle concave, a causa del maggior spessore della conchiglia.

La freschezza è un elemento cruciale per garantire un’esperienza gustativa ottimale, un’ostrica fresca si presenta viva e ben chiusa. Se ha le valve aperte, significa che è morta e deve essere scartata. Una polpa asciutta o attaccata ai lati della conchiglia indica che il mollusco è rimasto troppo a lungo fuori dall’acqua e in questo caso, meglio consumarlo cotto.

La Francia, leader nella produzione di ostriche, adotta classificazioni basate su forma, habitat e tecniche di affinamento.
• Bèlon: allevate in zone dove acqua salata e dolce si mescolano, si caratterizzano per carni bianche e sapore equilibrato.
• Marennes: presentano carni verdastre grazie alla presenza di un’alga specifica nelle aree di affinamento.
• Fines: affinate per almeno 1 mese in mare aperto, con densità di 20 ostriche per metro quadrato.
• Spéciales: affinate per 2 mesi in mare aperto con densità di 10 ostriche per metro quadrato.
• Pousse: affinate per 4-8 mesi in mare aperto, con una densità ridotta a 5 ostriche per metro quadrato.
• De claire: crescono in bacini di acqua dolce poco profondi e argillosi.
• Vert: allevate in presenza di alghe blu, che donano loro un colore unico.

Quando si acquistano ostriche è importante controllare sempre l’etichetta per verificarne la provenienza e le modalità di confezionamento. Un’ostrica di qualità non è solo un alimento, ma è un’esperienza sensoriale che combina storia, tradizione ed eleganza, assaporarla significa immergersi nel gusto autentico del mare e dei suoi frutti.

Conoscere il mondo delle ostriche può rendere ogni occasione speciale, non solo per il loro pregio e sapore, ma anche per raccontare con classe e consapevolezza a voi e ai vostri ospiti, le loro caratteristiche e godervi l’emozione di un piatto elegante, che non è solo un cibo, ma è una vera e propria opera d’arte.

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Le capesante vietnamite alla conquista di nuovi mercati

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Le capesante vietnamite alla conquista di nuovi mercati – Il Vietnam consolida la sua posizione di leader mondiale nell’export ittico, e la capasanta rappresenta una delle sue storie di successo più recenti. Tra i mercati più ricettivi spicca la Danimarca, un paese noto per il suo forte impegno nella sostenibilità e nella qualità dei prodotti ittici. Attraverso una strategia ben calibrata, il Vietnam ha saputo trasformare le sue capesante in un prodotto richiesto dai mercati globali, con l’Europa come tappa strategica.

Dal Vietnam alla Danimarca: una filiera vincente

Le acque del Vietnam offrono un habitat ideale per la produzione di capesante di alta qualità. Questo, unito a una filiera ben organizzata, ha permesso di soddisfare le esigenze di mercati esigenti come quello danese. La Danimarca, grazie al suo ruolo di snodo commerciale per l’Europa, rappresenta un partner fondamentale per l’export vietnamita.

La capasanta vietnamita si distingue per freschezza, tracciabilità e standard di lavorazione che rispettano le normative internazionali. Questi fattori la rendono un prodotto altamente competitivo, ideale per la cucina di qualità e per il mercato retail europeo.

Sostenibilità e certificazioni: il valore aggiunto

Il successo della capasanta vietnamita sui mercati globali si deve anche al rispetto delle normative ambientali. Le aziende vietnamite hanno ottenuto certificazioni internazionali, come il Marine Stewardship Council (MSC), a garanzia di una pesca responsabile e sostenibile.

Grazie a questi accorgimenti, il prodotto non solo rispetta l’ambiente marino, ma risponde anche alla crescente domanda dei consumatori europei di alimenti che coniughino qualità e sostenibilità.

La Danimarca: un trampolino verso l’Europa

Il mercato danese è una porta d’ingresso strategica per i prodotti ittici vietnamiti. Con una forte tradizione di consumo di prodotti marini, la Danimarca offre una piattaforma ideale per la distribuzione delle capesante in altri paesi europei.

Le fiere ittiche internazionali e le collaborazioni con partner locali hanno permesso alle capesante vietnamite di posizionarsi come un prodotto premium nel segmento europeo, attirando l’interesse di buyer e distributori di alto profilo.

Un successo che guarda al futuro

Nonostante il successo attuale, l’industria ittica vietnamita non può fermarsi. Per mantenere alta la competitività, le aziende stanno investendo in tecnologie innovative e in pratiche di pesca ancora più sostenibili. Questo approccio garantirà una crescita continua, consolidando il ruolo della capasanta come ambasciatrice dell’export vietnamita nel mondo.

La capasanta vietnamita è molto più di un semplice prodotto ittico: è un esempio di come qualità, sostenibilità e strategie mirate possano conquistare mercati internazionali esigenti come quello danese. La conquista del mercato danese arriva a coronamento di una strategia commerciale che ha già portato il prodotto ad affermarsi in mercati altamente competitivi come Giappone, Corea del Sud e Cina. Questo successo rafforza ulteriormente la reputazione del Vietnam come leader nell’industria ittica globale, aprendo nuove opportunità per il futuro.

Le capesante vietnamite alla conquista di nuovi mercati

 

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Lumache del mare del Mar Nero: da minaccia a risorsa

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Lumache del mare del Mar Nero: da minaccia a risorsa – Nel mondo della pesca e dell’acquacoltura, le specie invasive rappresentano una sfida sempre più pressante. Tuttavia, il settore ittico dimostra ancora una volta la sua capacità di trasformare i problemi in opportunità. È il caso delle lumache di mare Rapana venosa, originarie dell’Oceano Pacifico, ma ormai stabilite nel Mar Nero, dove hanno trovato un habitat ideale per proliferare.

Sebbene considerate una minaccia ecologica per l’ambiente marino locale, le lumache di mare si stanno rivelando una risorsa preziosa per l’industria ittica. Grazie alla loro versatilità culinaria e al crescente interesse per ingredienti marini non convenzionali, queste specie stanno conquistando il mercato europeo come prodotto innovativo, sostenibile e ad alto valore aggiunto.

Un mercato in espansione

I dati evidenziano un interesse crescente per le lumache di mare, con una domanda che coinvolge non solo il settore della ristorazione, ma anche quello della trasformazione alimentare. Aziende come Severexport stanno aprendo la strada a una commercializzazione su larga scala, esportando queste prelibatezze in mercati chiave come l’Unione Europea e l’Asia, dove sono apprezzate per il loro sapore delicato e le loro proprietà nutrizionali.

I fondi stanziati dall’Unione Europea nell’ambito delle politiche per la sostenibilità e lo sviluppo delle aree costiere, hanno giocato un ruolo chiave. Questi fondi hanno consentito all’azienda di affrontare i costi iniziali per l’innovazione tecnologica, come l’acquisto di attrezzature moderne per la lavorazione delle lumache di mare.

Da minaccia a risorsa sostenibile

La pesca delle lumache di mare non solo riduce l’impatto negativo di questa specie invasiva sugli ecosistemi locali, ma offre anche nuove opportunità economiche per i pescatori. Questo modello innovativo può essere replicato in altre aree del Mediterraneo e oltre, contribuendo a una gestione sostenibile delle risorse marine.

Un esempio virtuoso di economia circolare, che trasforma una specie problematica in un prodotto richiesto dal mercato, in linea con le direttive europee sulla sostenibilità e la biodiversità.

Innovazione e gastronomia

Le lumache di mare stanno trovando spazio nelle cucine più rinomate, valorizzate in ricette che fondono tradizione e innovazione. Da ingredienti per zuppe e insalate a protagoniste di piatti gourmet, rappresentano una novità capace di attirare sia consumatori attenti all’ambiente che amanti del cibo esotico.

Tutto ciò dimostra come l’industria ittica possa guidare il cambiamento, trasformando sfide ecologiche in opportunità economiche. Mentre i consumatori cercano prodotti sempre più sostenibili, questa iniziativa rappresenta un passo avanti verso un futuro in cui la sostenibilità e l’innovazione sono al centro dell’industria ittica globale.

Lumache del mare del Mar Nero: da minaccia a risorsa

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Disponibile il nuovo report EUMOFA sul mercato ittico UE

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Disponibile il nuovo report EUMOFA sul mercato ittico UE – Il mercato ittico dell’UE è stato teatro di profondi cambiamenti, riflettendo un complesso intreccio di sfide economiche, geopolitiche e sociali. Mentre l’inflazione e le tensioni globali continuano a influenzare i mercati, l’industria ittica europea dimostra resilienza e capacità di adattamento. Il report 2024, appena pubblicato dalla Commissione UE, ci consente di dare uno sguardo dettagliato ai dati e alle tendenze principali che hanno plasmato il settore nel periodo 2022-2023.

Prezzi in aumento, consumi in contrazione

La spesa dei consumatori europei per i prodotti ittici ha raggiunto i 62,3 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto al 2022. Tuttavia, questo incremento non è stato accompagnato da un maggior consumo. Al contrario, i volumi acquistati per il consumo domestico hanno registrato un calo superiore al 5% nei principali mercati dell’UE.

Questa contrazione dei volumi riflette una realtà complessa: l’incremento dei prezzi ha spinto molte famiglie a ridurre gli acquisti di prodotti ittici freschi o di alta gamma, optando invece per alternative più economiche o per una riduzione complessiva del consumo. La pressione inflazionistica ha avuto un impatto particolarmente marcato sui prodotti importati, come il salmone norvegese, i gamberi provenienti dall’Asia e il tonno dell’America Latina.

Commercio internazionale: importazioni in calo, esportazioni in crescita

Il 2023 ha segnato una svolta per il commercio ittico europeo. Le importazioni extra-UE sono diminuite del 3% in volume e del 6% in valore, attestandosi a 5,9 milioni di tonnellate per un totale di 30,1 miliardi di euro. Nonostante questa contrazione, i prodotti importati continuano a rappresentare il 43% del valore complessivo degli scambi ittici europei, sottolineando la forte dipendenza dell’UE dalle forniture estere.

Le esportazioni extra-UE, invece, hanno mostrato una lieve crescita del valore (+1%), raggiungendo oltre 8 miliardi di euro, anche se i volumi sono scesi del 3%. Questo trend positivo è stato trainato dall’aumento della domanda per prodotti ittici trasformati di alta qualità, come i filetti congelati e le conserve.

L’interscambio intra-UE ha mantenuto la sua importanza strategica, rappresentando il 45% del valore totale del commercio ittico. Con un valore di 31,8 miliardi di euro, gli scambi interni superano ora le importazioni extra-UE, riflettendo l’importanza crescente delle filiere interne e delle politiche di autosufficienza alimentare.

Tendenze di consumo: l’ascesa dell’acquacoltura

Il cambiamento delle preferenze dei consumatori sta spingendo l’industria verso un maggiore utilizzo di prodotti derivati dall’acquacoltura. Nel 2022, i prodotti allevati hanno rappresentato una quota record del consumo totale, con un aumento della consumazione pro capite a 6,82 kg. Allo stesso tempo, i prodotti selvatici hanno raggiunto il livello più basso del decennio, con 16,70 kg pro capite.

Questa tendenza evidenzia l’interesse crescente verso la sostenibilità e la tracciabilità alimentare. Le specie allevate, come il salmone atlantico e l’orata, sono percepite come più accessibili e sostenibili rispetto ai prodotti pescati, spesso soggetti a fluttuazioni delle quote e a pressioni ambientali.

Le dinamiche dei prezzi

Nel 2023, il prezzo medio del merluzzo è aumentato del 3%, raggiungendo 6,71 €/kg, spinto da una riduzione delle quote di pesca nel Mare di Barents. Il salmone norvegese ha mantenuto il suo valore record di 8,4 miliardi di euro in importazioni, nonostante una riduzione del 4% nei volumi. Anche i gamberi, terza specie più consumata nell’UE, hanno subito una contrazione del 5% nei volumi importati, accompagnata da un crollo del 18% del valore.

Il futuro del settore ittico europeo

Le previsioni per il 2024 indicano un moderato ottimismo. La produzione di salmone atlantico in Europa dovrebbe aumentare del 3-5%, mentre l’acquacoltura continua a guadagnare importanza come pilastro della strategia alimentare europea. Tuttavia, permangono sfide significative, tra cui le pressioni geopolitiche, la volatilità dei mercati valutari e le rigide normative ambientali.

Per affrontare queste sfide, il settore dovrà continuare a innovare, investendo in tecnologie di allevamento sostenibile, migliorando la tracciabilità e rafforzando le relazioni commerciali sia all’interno dell’UE che con partner globali.

Il mercato ittico dell’UE si trova a un bivio. Mentre le sfide economiche e ambientali mettono alla prova l’industria, emergono anche opportunità senza precedenti per ridefinire il modo in cui produciamo, consumiamo e commerciamo i prodotti ittici. Con un approccio sostenibile e orientato all’innovazione, il settore può non solo superare le difficoltà attuali, ma anche prosperare nel lungo termine.

Disponibile il nuovo report EUMOFA sul mercato ittico UE

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