Categoria: Pesce In Rete Pagina 53 di 974

ASC SI RACCONTA – Acquacoltura responsabile, per il mare, le persone ed il pianeta

ASC SI RACCONTA – Acquacoltura responsabile, per il mare, le persone ed il pianeta

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Chi siamo

Aquaculture Stewardship Council (ASC) è un’organizzazione non governativa no profit fondata dal WWF Paesi Bassi e IDH (Dutch Sustainable Trade Initiative) con la missione di trasformare l’acquacoltura in un’industria più sostenibile.

ASC mira a garantire che i prodotti ittici provenienti da allevamenti certificati siano ottenuti in modo responsabile, rispettando l’ambiente e le persone.

La nostra visione

Un mondo in cui l’acquacoltura svolge un ruolo importante nel fornire cibo e benefici sociali per l’umanità, riducendo al minimo gli impatti negativi sull’ambiente e sulle persone.

 

La nostra missione

Portare l’acquacoltura verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale, utilizzando meccanismi di mercato efficienti che creino valore lungo tutta la filiera.

 

Chris Ninnes – CEO di ASC
Chris Ninnes – CEO di ASC

 

“È sempre più evidente che l’industria dell’acquacoltura deve svolgere un ruolo più attivo, per affrontare le sfide poste dalle richieste alimentari della popolazione umana in crescita. Sono orgoglioso del grande lavoro che stiamo svolgendo in ASC per ridefinire le strategie a sostegno della nostra missione.

Sappiamo che, come settore, possiamo continuare ad avere un impatto positivo solo attraverso una forte collaborazione e un chiaro piano d’azione”.

 

I numeri di ASC

ASC gestisce standard per l’allevamento responsabile di molteplici specie ittiche. Negli anni, grazie all’attività di promozione di fornitura ittica certificata, ASC ha conseguito numerosi successi ed incrementi di valore che attestano l’efficacia del suo programma.

Il crescente riconoscimento e la fiducia nei confronti del marchio ASC hanno favorito lo sviluppo di numerose partnership con importanti aziende ittiche.

 

Aquaculture Stewardship Council (ASC) in sintesi*

Più di 2.000

aziende ittiche certificate ASC

4370

miglioramenti per promuovere la responsabilità ambientale

3019

miglioramenti per promuovere la responsabilità sociale

58

specie ittiche prodotte in oltre 50 paesi secondo gli standard ASC

Più di 2 milioni

di tonnellate di prodotti ittici certificati ASC

3010

titolari di Catena di Custodia certificati ASC

116

Paesi in cui sono venduti i prodotti ittici certificati ASC

1382

brand che mettono il marchio ASC sui prodotti

Più di 25.000

prodotti con marchio ASC a disposizione dei consumatori

 

La produzione globale certificata ASC*

4,83 miliardi

Porzioni** di salmone, 30% della produzione mondiale

3,53 milioni

Porzioni** di pangasio, 2,5% della produzione mondiale

2,53 milioni

Porzioni** di bivalvi, 1% della produzione mondiale

2,24 miliardi

Porzioni** di gamberi, 4,3% della produzione mondiale

 

* Fonte: ASC Impact Report 2023

** Porzioni di 125 g, secondo: Gephart, J.A., Henriksson, P.J.G., Parker, R.W.R. et al. 2021. Environmental performance of blue foods. Nature 597, 360–365

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Unifrigo Gadus, eccellenza delle conserve ittiche, protagonista de Il Sud Genera Futuro

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Unifrigo Gadus, eccellenza delle conserve ittiche, protagonista de Il Sud Genera Futuro – Ancora una volta, Il Sud Genera Futuro. Nella bellissima cornice di Palazzo San Teodoro di Napoli, si è tenuto martedì 19 novembre, il secondo appuntamento dell’anno dell’evento organizzato da Corriere della Sera con Crédit Agricole. L’obiettivo, come sempre, è stata la promozione del Sud attraverso le voci dei suoi protagonisti: dalle istituzioni alle eccellenze imprenditoriali. Non è un caso che, per questo appuntamento napoletano, Crédit Agricole Italia abbia scelto di invitare Unifrigo Gadus all’evento organizzato dal Corriere della Sera per partecipare alla tavola rotonda sulle potenzialità del territorio, la sua evoluzione continua, le sfide che affronta il Mezzogiorno e le progettualità future.

Andrea Eminente, AD di Unifrigo Gadus e rappresentante della sesta generazione della famiglia che da quasi 150 anni guida l’azienda, è stato chiamato a partecipare da protagonista al roundtable su Food e Sostenibilità, riuscendo a far emergere le potenzialità del territorio, i suoi talenti ma anche i punti di collegamento fra imprese e istituzioni. Prendere spunto dal territorio e restituire il meglio in termini di risorse, competenze, rete, esperienza, formazione, servizi: questo il concetto più importante sottolineato dall’Amministratore Delegato. Una continua economia di scambio, è questo ciò a cui lavora Unifrigo Gadus. Un esempio è il prossimo progetto di digitalizzazione del controllo di produzione e conversione degli stabilimenti di Unifrigo in Campania in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria Gestionale della prestigiosa Università Federico II. O, ancora, Progetto25, la collaborazione stretta da Unifrigo Gadus con l’Università Parthenope di Napoli per una strategia triennale ESG-oriented.

L’intraprendenza delle aziende del sud al servizio delle eccellenze della ricerca e viceversa in un percorso virtuoso in grado di far crescere il Sud nel medio-lungo periodo. Tutto ciò richiede intraprendenza, sì, ma anche resistenza da parte degli imprenditori del Mezzogiorno. Capacità e fantasia nel trovare soluzioni innovative ai continui cambiamenti – in altri termini, l’arte di arrangiarsi: oggi questo non basta più. Nelle parole di Eminente durante la tavola rotonda c’è la percezione di un bisogno continuo, quello di adeguarsi a un contesto di sostenibilità, digitalizzazione e continuo controllo di gestione puntuale. La competizione, secondo Eminente è su base mondiale, non più locale, e il contesto è estremamente competitivo e con margini ridotti rispetto al passato. Bisogna ingegnarsi ed evitare errori, per essere spendibili sul mercato. “Tutto questo è sì stimolante ma al contempo complesso da gestire”, ha concluso l’Amministratore Delegato.

Certamente, però, i risultati di tanto lavoro arrivano: negli ultimi anni Unifrigo Gadus ha rivisto completamente la sua proposta di mercato, restando fedele alla tradizione delle conserve ittiche – tonno, acciughe ma soprattutto baccalà e stoccafisso – rivoluzionando non solo la sua immagine con un forte rebranding ma soprattutto i servizi per consumatori e clienti b2b: dalle nuove modalità d’uso e consumo alla newsletter, fino ai nuovi packaging sostenibili con carta 100% riciclabile. Tutto questo, col tempo, ha portato a un risultato storico per l’azienda ovvero il fatturato 2023, pari a più di 40 milioni di euro, il più alto di sempre.

“Il merito ovviamente non è solo mio” ha concluso Andrea Eminente “ma di chi oggi mi accompagna nel lavoro quotidiano, la squadra Unifrigo Gadus. E, vorrei dire, anche di chi mi ha preceduto alla guida dell’azienda: ciò che ci ha contraddistinto è sempre stato l’ottimo passaggio generazionale, la passione che in famiglia si è sempre trasmessa non solo per il prodotto ma per l’azienda e per il servizio da proporre al cliente. Credo che Unifrigo Gadus abbia ancora molto da raccontare proprio per questo, per la sua capacità di trasmettere valore nel tempo”.

Unifrigo Gadus, eccellenza delle conserve ittiche, protagonista de Il Sud Genera Futuro

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Innovazione e sostenibilità al servizio della lotta all’inquinamento marino

Innovazione e sostenibilità al servizio della lotta all’inquinamento marino

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Innovazione e sostenibilità al servizio della lotta all’inquinamento marino – L’ingegno siciliano si fa strada nell’ambito della sostenibilità ambientale: Federico Camilleri, collaboratore di Pesceinrete, è autore di un’idea progettuale innovativa che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del Comitato Tecnico Scientifico alla recente edizione di ECOMONDO a Rimini. Il progetto è stato presentato come poster congressuale e ha ricevuto un’ampia descrizione negli Atti Ufficiali pubblicati da Maggioli Editore.

L’idea di Camilleri affronta una delle sfide ambientali più urgenti, l’inquinamento marino da plastica, con un approccio basato su tecnologie innovative e metodologie di project management. Sviluppato in collaborazione con realtà locali e internazionali, il progetto prevede la bonifica dei fondali marini attraverso l’uso di attrezzature specializzate e la successiva riconversione della plastica raccolta in materiali riutilizzabili.

In questa intervista esclusiva, Camilleri ci racconta i dettagli di questa straordinaria iniziativa, il ruolo cruciale del porto di Mazara del Vallo, e come il suo lavoro potrebbe rappresentare un modello replicabile su scala internazionale per combattere l’inquinamento marino.

A che cosa è dovuto questo prestigioso risultato?
Il segreto di questo studio progettuale è quello di basarsi su innovazioni tecnologiche recenti o in fase di definizione che era poi il tema del congresso internazionale al quale ho partecipato e cioè lo sviluppo di nuove tecnologie da applicare sul campo dei rifiuti sia in fase preventiva che in fase di riciclaggio. Nel mio caso ho affrontato a 360 gradi il problema dell’inquinamento marino dovuto alla presenza massiccia di plastica nei nostri mari soprattutto nei fondali al largo delle coste. In aggiunta, lo sviluppo del progetto, data la grande ampiezza delle varie fasi di attuazione, è impostato su un’azione più incisiva utilizzando le tecniche del project management.

Ci può spiegare meglio di cosa si tratta?
In definitiva si tratta di una forma di bonifica di fondali marini dai rifiuti attraverso l’impiego di particolari reti a strascico e la plastica raccolta viene stoccata in porto per poi essere avviata ad un impianto che ne curerà il processo di riconversione.
La Comunità Internazionale da tempo si sta prodigando per fermare l’inquinamento marino da rifiuti di plastica tuttavia a mio avviso occorre occuparsi in maniera più incisiva di quanto fatto finora anche alla pulizia su larga scala dei mari perché le notevoli quantità di plastica già presenti continuano e continueranno a provocare effetti altamente nocivi per la salute dei mari stessi.

Quindi verranno utilizzati pescherecci a strascico per queste operazioni?
Esattamente. Questo rappresenta il punto di partenza imprescindibile dell’intero sviluppo del progetto e per fare ciò ho scelto il porto di Mazara del Vallo sia perché ospita la più importante flotta a strascico del Mediterraneo sia perché la locale Amministrazione Comunale si è brillantemente già attivata per realizzare all’interno del porto, attingendo ai Fondi Comunitari per la Pesca, una vasta isola ecologica in grado di ospitare grosse quantità di tutti i tipi di rifiuti prodotti o raccolti dai pescherecci. Da questo punto di vista ho incontrato un’ottima disponibilità alla collaborazione sia da parte delle locali associazioni armatoriali e Organizzazione di Produttori sia da parte del Sindaco di Mazara del Vallo. Ma il punto cruciale è quello di mettere a punto una tecnica di raccolta che, pur garantendo l’efficacia dell’azione, da un lato potesse essere agevolmente utilizzata dai capitani dei pescherecci dall’altro lato avesse un impatto minimo sulle risorse ittiche. Un’azienda marchigiana, che ho direttamente coinvolto in questo studio, è già attiva nella sperimentazione di questa attrezzatura che, sotto la supervisione e per conto di un importante Organizzazione Mondiale, è stata già testata in Adriatico e attualmente si sta testando nel medio Tirreno per operare in profondità maggiori. Comunque bisogna evidenziare che i pescherecci d’altura di Mazara del Vallo già raccolgono e sbarcano consistenti quantità di plastica, che è il target del progetto, durante le normali attività di pesca. Qui si tratta invece di effettuare mirate attività di raccolta nei fondali laddove sarà possibile, anche oltre i 300 metri, con queste attrezzature che impatteranno il meno possibile sulle risorse ittiche.

Ha detto che poi questa plastica raccolta sarà riconvertita?
È lo scopo finale dello studio. Perché il concetto è che va bene se si riuscirà a togliere quanta più plastica possibile dal mare ma se poi la destinazione è l’inceneritore, perché al momento è questa l’unica strada percorribile data la tipologia di questa plastica che non consente il riciclaggio meccanico per dare vita a nuovi materiali, non si è dato un completo contributo dal punto di vista ambientale. Fortunatamente sono in atto dei laboratori di sperimentazione per la riconversione energetica attraverso la depolimerizzazione termica da parte di un importante Ente di Ricerca Nazionale e con il quale ho già avviato gli opportuni contatti. Proprio alla Ecomondo tuttavia sono venuto a conoscenza di una tecnologia praticamente già pronta che consentirebbe l’utilizzo di questa plastica per la produzione di un olio ad uso successivo delle industrie chimiche. L’impianto totalmente innovativo ed unico in Italia è in costruzione nel Molise ed anche in questo caso sto mantenendo i contatti con l’azienda proprietaria dell’impianto.

Per la realizzazione di questo progetto saranno utilizzati fondi pubblici?
Ci si augura che le Istituzioni appoggino concretamente l’iniziativa. Come già detto l’Amministrazione Comunale di Mazara del Vallo ha già fatto indipendentemente la sua parte con la realizzazione di un’isola ecologica sul porto. Inoltre ho un dialogo aperto con l’Amministrazione Regionale Siciliana ma anche in un’altra Regione sono interessati a questo tipo di intervento nel loro territorio. Poi sto coinvolgendo pure alcuni Istituti Universitari che dovrebbero occuparsi del monitoraggio scientifico ed anche qui ho riscontrato un certo interesse. Le aree marine sulle quali si sta valutando di intervenire sono state individuate al largo della costa di Mazara del Vallo e nei pressi di Pantelleria e Lampedusa e se tutto dovesse funzionare alla perfezione, ci potrebbe essere la possibilità di esportare questo modello per utilizzarlo ad esempio per la bonifica dei mari dei Paesi del Nord Africa.

Innovazione e sostenibilità al servizio della lotta all’inquinamento marino

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Migliorare la sicurezza in mare in un periodo di cambiamenti climatici

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Migliorare la sicurezza in mare in un periodo di cambiamenti climatici – La pesca svolge un ruolo cruciale nella sicurezza alimentare globale, ma resta una delle attività più pericolose al mondo, con circa 100.000 vittime ogni anno.

Mentre è in corso la conferenza sui cambiamenti climatici COP29 e l’ONU celebra la Giornata mondiale della pesca il 21 novembre, il Direttore generale aggiunto e Direttore della Divisione pesca e acquacoltura della FAO, Manuel Barange, discute dei pericoli che i cambiamenti climatici rappresentano per i pescatori e di come la FAO stia lavorando per migliorare la sicurezza in mare.

In che modo il cambiamento climatico influisce sulla sicurezza dei pescatori, in particolare della pesca su piccola scala?

Il cambiamento climatico avrà un impatto significativo sulla sicurezza in mare, rendendo più pericoloso operare in mare e rendendo in particolare i pescatori su piccola scala più vulnerabili agli incidenti. Un oceano caldo genera più tempeste di maggiore frequenza e intensità, e uragani che abbiamo visto di recente in diverse parti del mondo. A volte i pescatori non hanno tempo di tornare al porto. Il cambiamento climatico sta anche influenzando la distribuzione delle risorse, e quindi è molto probabile che alcuni pescatori debbano andare più al largo per trovare il pesce, diventando quindi più esposti. Tutti questi elementi rendono la pesca molto pericolosa, ed è molto importante che forniamo supporto ai pescatori per ridurre il tasso di vittime.

In che modo la FAO utilizza la tecnologia e l’innovazione per salvaguardare le vite umane in mare?

Aiutiamo i paesi a progettare imbarcazioni inaffondabili, più resistenti e durature, così da ridurre la vulnerabilità dei pescatori su piccola scala. Abbiamo ingegneri navali che lavorano con noi, alcuni dei migliori esperti al mondo, che dedicano la loro attenzione a questa importante attività che deve essere protetta meglio.

Di recente, abbiamo lavorato con lo Sri Lanka su imbarcazioni in plastica, il che ne aumenta la durata di vita, e sulla progettazione di imbarcazioni in modo da renderle inaffondabili. È anche possibile nascondersi sotto la prua in caso di tempesta.

Questi progetti sono forniti gratuitamente ai paesi e sono disponibili sul nostro sito web. A volte offriamo due o tre modelli per iniziare, per farli testare, e poi spetta a loro iniziare a costruirli, seguendo quei progetti.

Esistono altre iniziative della FAO che aiutano i pescatori a migliorare gli standard di sicurezza e a prevenire gli incidenti?

Il nostro portafoglio di lavori è molto diversificato. Gestiamo un corso di formazione per formatori che è stato condotto nei Caraibi, nell’Africa orientale, nel Golfo del Bengala, in Asia e nella regione del Vicino Oriente. In caso di emergenza, forniamo ai pescatori su piccola scala giubbotti di salvataggio, boe e apparecchiature vocali e radio per metterli al passo con i tempi e tornare operativi.

Collaboriamo inoltre con altre agenzie delle Nazioni Unite, come l’Organizzazione Internazionale del Lavoro e l’Organizzazione Marittima Internazionale, per garantire che la sicurezza in mare sia correlata alle condizioni di lavoro di coloro che vi operano.

Migliorare la sicurezza in mare in un periodo di cambiamenti climatici

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Accordo storico per la gestione sostenibile dei tonni tropicali

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Accordo storico per la gestione sostenibile dei tonni tropicali – In occasione della riunione annuale della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT), tenutasi a Cipro, l’Unione Europea ha svolto un ruolo cruciale nell’adozione di un accordo per la gestione sostenibile dei tonni tropicali, segnando un importante passo avanti per la tutela delle risorse ittiche e il sostegno agli stati costieri in via di sviluppo.

L’accordo prevede un incremento del Total Allowable Catch (TAC) per il tonno obeso, con benefici significativi per gli stati costieri in via di sviluppo e miglioramenti nelle opportunità di pesca per la flotta europea. Un elemento di rilievo è l’introduzione obbligatoria di Fish Aggregation Devices (FAD) biodegradabili e non aggroviglianti, accompagnata da una riduzione della chiusura della pesca FAD a 45 giorni. Queste misure non solo garantiscono maggiore equità tra le flotte, ma migliorano anche le condizioni socioeconomiche della pesca europea nell’Atlantico.

Inoltre, è stata adottata una raccomandazione per una valutazione della strategia di gestione dei tonni tropicali. Questo approccio basato sulla scienza consentirà di gestire in modo sostenibile le popolazioni di tonno obeso, tonnetto striato e tonno pinna gialla, preservando la salute e l’abbondanza di queste specie.

Per il pesce spada del Nord Atlantico, l’ICCAT ha introdotto una procedura di gestione che include un TAC rivisto e un aumento di 1.569 tonnellate per l’UE rispetto al limite precedente. L’accordo garantisce che le catture siano allineate ai limiti fissati, riflettendo l’impegno per la gestione sostenibile degli stock ittici.

L’UE ha inoltre promosso diverse proposte per la protezione degli squali, tra cui l’avvio di una valutazione strategica per la gestione dello squalo blu.

Per il tonno rosso, l’ICCAT ha adottato misure volte a semplificare la gestione e ridurre gli oneri amministrativi, garantendo al contempo un controllo più rigoroso. Queste disposizioni favoriscono anche le flotte su piccola scala operanti nel Golfo del Leone, migliorando l’efficienza delle loro attività.

Un’innovazione importante riguarda l’introduzione di un quadro completo per l’acquacoltura del tonno rosso, progettato per garantire la tracciabilità e sostenere lo sviluppo sostenibile del settore.

Il ruolo delle RFMO nella gestione globale della pesca

Le Organizzazioni regionali per la gestione della pesca (RFMO), tra cui l’ICCAT, sono strumenti chiave per garantire che le attività di pesca siano sostenibili e non danneggino la biodiversità marina. Queste organizzazioni utilizzano strategie come limiti di cattura, restrizioni tecniche e misure di monitoraggio per gestire le risorse ittiche in modo responsabile.

L’UE, rappresentata dalla Commissione europea, partecipa attivamente a 18 RFMO, 5 delle quali dedicate ai tonni. Questo impegno la rende uno dei principali attori globali nella gestione della pesca.

 

La riunione ICCAT a Cipro ha confermato il ruolo di leadership dell’UE nella promozione di una gestione basata sulla scienza per la pesca sostenibile. Con misure innovative per i tonni tropicali, il pesce spada e il tonno rosso, l’UE consolida il suo impegno per la sostenibilità e la protezione degli ecosistemi marini.

Accordo storico per la gestione sostenibile dei tonni tropicali

 

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