Categoria: Pesce In Rete Pagina 6 di 924

Progetti UE per la sicurezza dei mari europei

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Progetti UE per la sicurezza dei mari europei – Dopo le due guerre mondiali, centinaia di migliaia di munizioni inesplose sono state smaltite nei mari europei. Oggi, questi ordigni, incluse munizioni chimiche, bombe e proiettili di artiglieria, giacciono sott’acqua, costituendo una seria e urgente minaccia per l’ambiente marino, la salute umana e lo sviluppo delle attività economiche in mare.

In risposta a questa emergenza, hanno preso il via due nuovi progetti finanziati dall’UE, mirati a mitigare i pericoli rappresentati dalle munizioni sommerse e ad accrescere le conoscenze su questo problema.

Il progetto MUNI-RISK (Risk assessment of sea-dumped munitions in the Baltic Sea), finanziato dal Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, mira a valutare i rischi ambientali posti dalle munizioni sommerse nel Mar Baltico, a colmare le lacune di conoscenza e a identificare i fattori rilevanti per un’adeguata valutazione del rischio. Verranno inoltre individuate aree geografiche prioritarie dove adottare misure appropriate. Il progetto creerà un database esaustivo dei dati esistenti, individuerà le zone più critiche e condurrà valutazioni del rischio specifiche per i siti destinati a parchi eolici. Con un contributo UE di 1.972.191,50 euro, il progetto si protrarrà fino a ottobre 2027.

Il progetto MMinE-SwEEPER (Marine Munition in Europe – Solutions with Economic and Ecological Profits for Efficient Remediation), finanziato nell’ambito di Horizon Europe, svilupperà tecnologie avanzate per rilevare e identificare le munizioni, monitorare la contaminazione ambientale, prevedere la diffusione dei contaminanti e la corrosione, nonché creare una piattaforma sicura per la condivisione dei dati. Con un finanziamento UE totale di 5.916.095,56 euro, il progetto si concluderà a marzo 2028.

Interventi contro gli ordigni inesplosi (UXO)

Il Mar Baltico e il Mare del Nord sono le aree più colpite dagli ordigni inesplosi (UXO). Si stima che circa 300.000 tonnellate di munizioni dormano nelle acque del Mar Baltico. Affrontare questa problematica in modo tempestivo e collettivo è imperativo. Per questo motivo, il 29 settembre 2023, la Commissione Europea ha riunito gli Stati membri del Mar Baltico nella seconda edizione della Our Baltic Conference per discutere degli UXO.

Con il supporto della Commissione, Danimarca, Germania, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Finlandia e Svezia hanno concordato una serie di impegni comuni per fronteggiare la minaccia rappresentata dalle munizioni sommerse nel Mar Baltico. Gli otto paesi si sono impegnati a colmare le lacune di conoscenza, a mappare le munizioni e a condurre valutazioni approfondite dei rischi.

Fondi UE per le azioni contro gli UXO

L’Unione Europea sostiene finanziariamente le iniziative per affrontare il problema degli ordigni inesplosi:

Il bando di sovvenzioni del 2023 ha portato all’avvio dei progetti MUNI-RISK e MMinE-SwEEPER.

È attualmente aperto un invito a presentare proposte per un progetto pilota mirato a ridurre i pericoli delle munizioni sommerse nei mari europei. Questo bando, con una scadenza fissata al 21 novembre 2024, è finanziato nell’ambito dei progetti pilota dell’UE (PPPA) con un budget di 5,59 milioni di euro.

Progetti UE per la sicurezza dei mari europei

 

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Reti vecchie? Nuove corde!

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Reti vecchie? Nuove corde! – Combinando ricerca e competenze industriali da tutta Europa, il progetto SEARCULAR, finanziato dall’UE, sta sperimentando soluzioni circolari per le attrezzature da pesca, che, se ampliate, potrebbero prevenire ogni anno che migliaia di tonnellate di plastica marina finiscano nell’oceano, sostenendo al contempo una pesca sostenibile.

Guidato dall’istituto di ricerca spagnolo AZTI e coinvolgendo 13 specialisti e organizzazioni di ricerca europee, SEARCULAR collabora strettamente con l’industria della pesca per sviluppare e testare attrezzature innovative in grado di ridurre la quantità di rifiuti marini e microplastiche generate dal settore ittico europeo.

Le attrezzature da pesca sono riconosciute come una fonte significativa di rifiuti marini sia in Europa che a livello globale; diverse iniziative politiche e direttive europee correlate – inclusi il Green Deal europeo, la Direttiva sulla plastica monouso (SUP) e la Direttiva sulle strutture portuali di ricezione (PRF) – includono obiettivi per affrontare la plastica marina, comprese le attrezzature da pesca a fine vita.

Dal ponte delle navi ai porti, SEARCULAR sta sperimentando soluzioni su misura, tra cui lo sviluppo di materiali per attrezzature da pesca più sostenibili, oltre a misure portuali e per le attrezzature a fine vita per affrontare il problema alla fonte.
Se implementate su larga scala, queste soluzioni estenderebbero il ciclo di vita delle attrezzature da pesca, prevenendo ogni anno l’ingresso di quantità significative di plastica nel mare e, allo stesso tempo, generando nuovi flussi di materiali a partire da attrezzature vecchie, favorendo lo sviluppo di un’economia circolare per le attrezzature da pesca.

Quattro soluzioni innovative e pratiche di SEARCULAR per ridurre i rifiuti marini

Ogni anno, migliaia di tonnellate di reti vengono scartate perché giunte al termine della loro vita utile. Durante l’utilizzo, le attrezzature impiegate nelle operazioni di pesca subiscono un forte logoramento, diventando una fonte di microplastiche e rifiuti marini.

Poiché non esiste una soluzione valida per tutte le situazioni di pesca, SEARCULAR sta sperimentando una serie di soluzioni adattate alle esigenze specifiche di diverse attività di pesca, tipi di reti e fasi del ciclo di vita delle attrezzature.

Tra le soluzioni tecniche sviluppate, reti a circuizione a fine vita utilizzate nella pesca tropicale del tonno vengono riutilizzate per produrre corde più resistenti per le reti a strascico. Gli ambienti marini ostili e il contatto ravvicinato con il fondale fanno sì che le corde tradizionali utilizzate nelle reti a strascico si logorino facilmente, con una durata limitata. Dando nuova vita alle vecchie attrezzature, le nuove corde saranno più durevoli, riducendo la quantità di plastica marina generata in mare e il numero di reti scartate nei porti.

Le corde usate per le reti a circuizione, mirate a pesci che vivono vicino al fondale, sono anch’esse soggette a forte abrasione. SEARCULAR sta sviluppando corde “bio-seine” che saranno tre volte più resistenti rispetto ai materiali tradizionali e biodegradabili. In alternativa, dove la durabilità è problematica, vengono testati nuovi modelli di Dispositivi Aggreganti per Pesci (FAD) biodegradabili utilizzati nella pesca a circuizione del tonno, per prevenire l’accumulo di FAD a base di plastica in habitat marini sensibili.

A terra, SEARCULAR sta sviluppando soluzioni per supportare la gestione sostenibile delle attrezzature da pesca nei porti. Sebbene obbligatoria nell’UE, la gestione delle attrezzature a fine vita nei porti è spesso complicata da problemi di smistamento e logistica, portando molte attrezzature alla discarica o all’incenerimento. Per affrontare questa sfida, SEARCULAR sta sperimentando un punto blu replicabile per la raccolta, lo smistamento e il ricondizionamento delle attrezzature, che includerà linee guida per il riciclo dei materiali.

Nell’ambito del progetto triennale, pescatori, produttori di attrezzature e ricercatori stanno lavorando insieme per implementare soluzioni a fine vita per vecchie attrezzature e sviluppare materiali innovativi e pratici, adatti agli ambienti difficili in cui devono essere utilizzati.

Oihane C. Basurko di AZTI, coordinatrice del progetto SEARCULAR, ha dichiarato: “Le soluzioni di SEARCULAR faciliteranno la riduzione del contributo dell’industria della pesca ai rifiuti marini e alle microplastiche, permettendo l’implementazione di approcci innovativi e circolari per la produzione, l’uso e la gestione delle attrezzature a fine vita. Collaborare con partner industriali e stakeholder è un elemento chiave per garantire che il progetto offra soluzioni pratiche che funzionino sia per l’ambiente marino che per i pescatori di tutta Europa.”

Rune Sand, capitano della nave Fortuna, ha commentato: “Mari puliti e ambienti marini sani sono cruciali per il nostro sostentamento in mare come pescatori. È di grande importanza per noi poter passare a corde biodegradabili per le reti a circuizione, contribuendo a ridurre le microplastiche rilasciate dalle corde convenzionali. I pescatori hanno una conoscenza unica da offrire, ed è per questo che stiamo lavorando a stretto contatto con SEARCULAR per sviluppare soluzioni pratiche che possiamo adottare a bordo. Come pescatore a circuizione, sono determinato a contribuire a risolvere il problema dell’inquinamento da plastica e a mantenere competitivo il settore della pesca.”

Reti vecchie? Nuove corde!

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Unci AgroAlimentare: politica superi divisioni, con Fitto in UE avviare rilancio agricoltura e pesca

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Unci AgroAlimentare: politica superi divisioni, con Fitto in UE avviare rilancio agricoltura e pesca – “Il Paese ha bisogno di una presenza significativa in Commissione europea e la strategia di rilancio di agricoltura, pesca e di tutti i settori produttivi passa necessariamente attraverso un ruolo di primo piano a Bruxelles“. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“La politica italiana – ha proseguito il rappresentante dell’associazione di categoria – non può arrivare divisa ad appuntamenti importanti come quelli che si stanno giocando in queste ore in Unione europea. È necessario mettere da parte logiche di contrapposizione e guardare all’interesse generale. L’intero sistema Unci auspica uno sforzo di tutti i partiti per supportare in maniera unitaria la candidatura del ministro Raffaele Fitto, alla vicepresidenza dell’organo esecutivo dell’Ue. Soltanto se si mettono da parte schieramenti e fazioni, infatti, è possibile creare le condizioni per tutelare gli interessi nazionali e dare forza alla rappresentanza italiana, determinando così un adeguato equilibrio tra contesto nazionale ed europeo.

Non cogliere questa occasione, vanificarla, sarebbe un grave errore, con ricadute negative sotto il profilo economico e sociale.
Per promuovere il made in Italy, per difendere il grande patrimonio del nostro Paese, le tradizioni e l’innovazione, il sapere, le abilità, le competenze, le esperienze e le specificità delle nostre produzioni, la loro qualità e originalità, soprattutto nel settore agroalimentare, e aprire sempre nuovi mercati, occorre essere protagonisti nei processi decisionali dell’Unione europea.

È necessario portare avanti scelte importanti per la valorizzazione del lavoro e delle imprese italiane, ma che possono svolgere una funzione di stimolo e di potenziamento per l’intero continente, senza penalizzare nessuno, se maturate in una visione globale.
In particolare, per l’agricoltura e la pesca, troppo spesso finite nel mirino di decisori poco interessati alla sostenibilità sociale e occupazionale delle politiche comunitarie, e per nulla attenti alle esigenze nazionali di un Paese all’avanguardia in tali comparti, se non addirittura consapevolmente ostili, c’è bisogno di rappresentanti istituzionali che conoscano le realtà e che siano pronti ad impegnarsi per la loro crescita”.

“Alla luce di tutto ciò – conclude Scognamiglio – avvertiamo l’esigenza di lanciare un accorato appello al mondo politico nazionale e alle deputazioni europee, affinchè si superino le tensioni e gli ostcaoli, archiviando i tatticismi, e si trovi la quadra attorno al nome di Fitto, quale rappresentante di un più ampio e alto progetto di governo dei processi in sede europea”.

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ETF, Europêche e COGECA: appello per i pescatori del Mediterraneo

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ETF, Europêche e COGECA: appello per i pescatori del Mediterraneo – La Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF), Europêche e COGECA, i principali partner sociali europei del settore della pesca, hanno adottato una risoluzione congiunta durante la loro recente riunione plenaria. L’obiettivo è affrontare con urgenza le sfide che minacciano la pesca nel Mediterraneo e le comunità costiere che dipendono da essa. Questo documento mette in evidenza la necessità di politiche equilibrate che supportino non solo la sostenibilità ambientale, ma anche quella sociale ed economica.

La risoluzione sottolinea i significativi progressi nella gestione sostenibile degli stock ittici del Mediterraneo. I tassi di sovrasfruttamento sono infatti scesi al livello più basso registrato nell’ultimo decennio. Tuttavia, questi miglioramenti non bastano a compensare l’impatto negativo sul tessuto socioeconomico delle comunità costiere. Il numero di aziende, imbarcazioni e posti di lavoro legati alla pesca continua a diminuire, mettendo in crisi un settore cruciale per molte famiglie e per l’intera economia locale.

Le richieste chiave della risoluzione

I partner sociali hanno avanzato una serie di proposte per garantire un futuro sostenibile alla pesca nel Mediterraneo:

1. Congelamento degli sforzi di pesca ai livelli del 2024: si richiede una sospensione di ulteriori restrizioni fino al 2027, per valutare gli effetti delle politiche attuali senza introdurre ulteriori pressioni sul settore.

2. Approccio integrato: è fondamentale una strategia globale che consideri congiuntamente gli aspetti ambientali, economici e sociali. Questo approccio mira a creare equilibrio tra la tutela degli ecosistemi marini e la sopravvivenza delle comunità costiere.

3. Sostegno alle comunità colpite: misure concrete come risarcimenti, programmi di formazione e incentivi economici sono essenziali per aiutare le comunità a fronteggiare la riduzione delle attività di pesca.

4. Tempistiche ambientali estese: si propone di adottare scadenze realistiche per raggiungere obiettivi come il rendimento massimo sostenibile (MSY), consentendo alle aziende di adattarsi gradualmente senza compromettere la loro sopravvivenza.

Un appello per processi legislativi equi

ETF, Europêche e COGECA hanno inoltre sottolineato l’importanza di processi legislativi trasparenti e inclusivi. Hanno esortato l’Unione Europea a rispettare le procedure stabilite, garantendo consultazioni adeguate con le parti interessate e gli Stati membri prima di implementare nuove normative.

La risoluzione congiunta rappresenta un appello unificato per un’azione politica che sostenga l’industria della pesca del Mediterraneo. I partner sociali ribadiscono il loro impegno per una pesca sostenibile che mantenga la sicurezza alimentare in Europa, protegga i posti di lavoro locali e tuteli le comunità costiere. Solo un approccio integrato e bilanciato potrà garantire un futuro prospero per questo settore cruciale.

ETF, Europêche e COGECA: appello per i pescatori del Mediterraneo

 

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Granchio Blu: Caterino in audizione alla Camera

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Granchio Blu: Caterino in audizione alla Camera – Il granchio blu (Callinectes sapidus), specie invasiva originaria dell’Atlantico occidentale, sta mettendo a dura prova gli allevamenti di vongole e altri bivalvi in alcune regioni italiane, con gravi ripercussioni economiche e ambientali. L’emergenza ha colpito duramente il Veneto e l’Emilia Romagna, dove l’impatto devastante di questo crostaceo ha portato all’azzeramento di un indotto che, fino a poco tempo fa, generava un giro d’affari annuo di 200 milioni di euro e riforniva il 90% del prodotto nazionale.

Enrico Caterino, Commissario straordinario all’emergenza per il granchio blu, aveva già anticipato la gravità della situazione in un’intervista a Pesceinrete, ribadendo come il problema si sia aggravato al punto da richiedere un piano di intervento straordinario. Ieri, in audizione alla Camera delle Commissioni riunite di Ambiente e Agricoltura, Caterino ha sottolineato che il granchio blu ha trovato un habitat ideale nel Delta del Po, dove la combinazione di fattori ambientali favorevoli ha determinato una crescita esponenziale della sua popolazione. A differenza di altre aree colpite, come Puglia e Sardegna, i danni più ingenti sono concentrati proprio nel Nord Italia, mentre in Friuli Venezia Giulia si registrano principalmente danni alle reti dei pescatori.

La strategia messa in campo dal Commissario si concentra su un Piano di intervento mirato, con soluzioni che potrebbero essere estese anche ad altre regioni in futuro. Tra le misure adottate, spiccano le campagne di cattura selettiva, durante il periodo riproduttivo delle femmine ovigere, che possono deporre tra 700mila e 2 milioni di uova per ciclo riproduttivo, con punte fino a 7-8 milioni in base alle dimensioni. La cattura potrebbe avviene anche nel periodo di maggiore fecondazione utilizzando metodi innovativi, come l’uso di granchi maschi come esca in apposite nasse, una tecnica suggerita da esperti americani.

Nonostante l’impegno delle autorità, la complessità della situazione richiede soluzioni rapide e flessibili. Per garantire maggiore efficacia, è stato costituito un gruppo di lavoro tecnico ristretto. Inoltre, sono in fase di valutazione collaborazioni con imprenditori stranieri, provenienti da Paesi come Turchia e Sri Lanka, interessati all’acquisto di granchio blu e a promuovere iniziative di prelievo controllato del granchio blu.

Questa emergenza evidenzia la necessità di una gestione integrata e sostenibile delle risorse marine, nonché di una maggiore sensibilizzazione sul fenomeno delle specie invasive. Il futuro degli allevamenti italiani dipende dall’efficacia delle strategie adottate e dalla capacità di mitigare i danni causati da questa minaccia.

Granchio Blu: Caterino in audizione alla Camera

 

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