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Granchio Blu, Alleanza Cooperative: soddisfazione per nomina commissario

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Granchio Blu, Alleanza Cooperative: soddisfazione per nomina commissario – “Esprimiamo soddisfazione per la nomina di Enrico Caterino a commissario straordinario per l’emergenza granchio blu. È un passaggio che la cooperazione aveva sollecitato fin da subito, vista la gravità della situazione, e finalmente accolto dal Governo con il recente dl Agricoltura”. È il commento di Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari dopo la decisione del ministero dell’Ambiente, di concerto con il ministero dell’Agricoltura, di dare seguito a quanto preventivato.

“Auguriamo buon lavoro al prefetto Caterino e siamo pronti da subito a collaborare con la struttura che oggi è chiamato a guidare; ci sono da prendere decisioni importanti e dare vita ad un programma di interventi che potrà contare su uno stanziamento di partenza di 10 milioni di euro. Secondo i produttori la prima cosa da fare è assicurare risorse per continuare a raccogliere e smaltire la trentina di tonnellate di granchi che quotidianamente vengono tolti dall’acqua”.

Inoltre, “l’auspicio è che vengano individuati dei sub commissari per le diverse regioni maggiormente coinvolte. Questo per poter cogliere al meglio le diverse peculiarità delle varie realtà”.

Ad un anno esatto dalle prime misure previste dal governo, la situazione purtroppo è ancora drammatica dal punto di vista ambientale oltre che sociale ed economico. A causa della presenza del granchio blu, è stato stimato un calo di produzione della vongola verace che si aggira intorno al 90% rispetto al 2022/2023.

Granchio Blu, Alleanza Cooperative: soddisfazione per nomina commissario

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Enrico Caterino è il commissario per l’emergenza granchio blu

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Enrico Caterino è il commissario per l’emergenza granchio blu – Era prevista 15 giorni fa la nomina di un commissario ad hoc per gestire l’emergenza del granchio blu, ma solo oggi la vicenda è giunta a conclusione. Il governo ha nominato l’ex prefetto di Rovigo, Enrico Caterino, come commissario straordinario per affrontare questa crisi. L’annuncio è stato fatto dal ministro Francesco Lollobrigida durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, alla presenza del ministro Gilberto Pichetto Fratin.

L’impatto del Granchio Blu sull’ecosistema e sull’economia

Il granchio blu ha compromesso significativamente l’Adriatico, danneggiando alcune attività economiche e minacciando l’intero ecosistema marino. Questo crostaceo ha portato alla distruzione degli allevamenti di vongole nel Delta del Po, tra Veneto ed Emilia-Romagna, causando enormi perdite economiche.

Enrico Caterino: nuovo commissario

La nomina di Enrico Caterino è stata decisa dai ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente. Caterino, che conosce bene il problema grazie alla sua esperienza nella zona, ha dichiarato che si impegnerà a gestire la situazione al meglio, avviando subito incontri sul territorio per rendere operativa la struttura di gestione dell’emergenza.

Durante la conferenza stampa, il ministro Lollobrigida ha sottolineato l’importanza di misure strategiche per evitare ulteriori danni all’ecosistema marino. Con la nomina del commissario, il governo intende dare un “salto di qualità” nella gestione della crisi. Il ministro Pichetto Fratin ha ribadito l’urgenza di interventi efficaci e coordinati per arginare la proliferazione del granchio blu.

Le iniziative e le risorse disponibili

Il commissario avrà a disposizione un fondo di 10 milioni di euro per il piano di contenimento, distribuiti su un arco temporale che copre il 2024 (un milione di euro), 2025 (tre milioni) e 2026 (sei milioni). Queste risorse sono state annunciate a settembre 2023, ma le associazioni territoriali lamentano di non aver ancora ricevuto i fondi necessari. Caterino dovrà varare un piano di contenimento entro 90 giorni, utilizzando 10 dei 12 milioni stanziati.

La moria di vongole e le soluzioni alternative

La proliferazione del granchio blu ha causato un aumento del 2.000% di questa specie invasiva, con un crollo della produzione di molluschi del 96%. Nel frattempo, iniziative locali di chef, ristoratori e imprenditori hanno cercato di utilizzare il granchio blu in cucina, trasformando un problema in un’opportunità gastronomica.

La nomina di Enrico Caterino come commissario per l’emergenza del granchio blu rappresenta un passo fondamentale nella gestione di questa crisi ecologica ed economica. Con l’implementazione di misure strategiche e la collaborazione tra istituzioni, si spera di arginare la proliferazione del granchio blu, proteggendo l’ecosistema marino e le attività economiche locali.

Enrico Caterino è il commissario per l’emergenza granchio blu

 

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L’industria ittica e la necessità di connettersi più velocemente con il consumatore

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L’industria ittica e la necessità di connettersi più velocemente con il consumatore – Nell’era digitale, l’industria ittica deve adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche di mercato e alla crescente domanda dei consumatori di trasparenza e sostenibilità. I social media e il web rappresentano un’opportunità unica per raggiungere il pubblico in modo diretto, veloce e coinvolgente. Mowi Scotland, produttore leader di salmone d’allevamento, ha colto questa opportunità collaborando con James Sibley, un influencer di spicco con una forte inclinazione verso l’acquacoltura.

Mowi Scotland ha riconosciuto l’importanza crescente dei media digitali e ha deciso di collaborare con James Sibley, un creatore di contenuti con un background in biotecnologia e un seguito considerevole su piattaforme come TikTok e Instagram. Sibley lavorerà non solo per Mowi, ma anche per Salmon Scotland, un ente commerciale che rappresenta il settore dell’allevamento del salmone in Scozia.

James Sibley

James Sibley ha annunciato su LinkedIn l’inizio del suo nuovo ruolo come content creator per Mowi Scotland e Salmon Scotland. Per il prossimo anno, si concentrerà a tempo pieno sulla creazione di contenuti relativi all’acquacoltura. L’obiettivo è quello di accrescere la conoscenza e la fiducia dei consumatori nel settore dell’allevamento del salmone in Scozia.

Sibley esplorerà vari aspetti dell’industria, dalle infrastrutture e la legislazione sull’allevamento del salmone alle comunità costiere secolari e alle tecnologie all’avanguardia utilizzate nel settore. Il suo obiettivo è mostrare gli aspetti unici dell’industria dell’acquacoltura scozzese, mettendo in evidenza non solo le operazioni di Mowi, ma anche il più ampio contesto dell’acquacoltura in Scozia.

L’importanza dei Media Digitali

L’iniziativa di Mowi Scotland di collaborare con un influencer dei social media dimostra una chiara comprensione dell’importanza dei media digitali nell’industria ittica. La presenza sui social media consente di raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, educando i consumatori sui benefici dell’acquacoltura e sulle pratiche sostenibili adottate dall’industria.

Verso un futuro più sostenibile

Attraverso i contenuti creati da Sibley, Mowi Scotland mira a migliorare la percezione dell’acquacoltura tra i consumatori, mostrando la trasparenza delle operazioni e l’impegno verso la sostenibilità. Questo approccio non solo favorisce una maggiore fiducia nei prodotti ittici, ma promuove anche una maggiore consapevolezza riguardo all’importanza dell’acquacoltura per la sicurezza alimentare globale.

L’industria ittica si trova dunque di fronte a una sfida cruciale: connettersi con i consumatori in modo efficace e trasparente. La collaborazione tra Mowi Scotland e James Sibley rappresenta un passo significativo verso questo obiettivo, sfruttando il potere dei social media per educare e coinvolgere il pubblico. Con un focus sull’innovazione, la sostenibilità e la trasparenza, l’acquacoltura scozzese può rafforzare la fiducia dei consumatori e promuovere un futuro più sostenibile per l’industria ittica.

L’industria ittica e la necessità di connettersi più velocemente con il consumatore

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Interazione tra delfini e altre specie vulnerabili con la pesca

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Interazione tra delfini e altre specie vulnerabili con la pesca – È la Sicilia orientale la regione scelta dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) della FAO, per implementare gli studi e sperimentazioni sulle flotte di pesca affinché le interazioni con le specie marine vulnerabili vengano ridotte.

Cetacei, squali, tartarughe e uccelli marini possono essere catturati accidentalmente dagli attrezzi da pesca utilizzati dai pescatori professionali nella ricerca di altre specie bersaglio. Questo può causare il ferimento o la morte di animali non destinati al mercato ittico, determinando al contempo un’importante perdita di biodiversità per l’ecosistema marino. In aggiunta, spesso i delfini si avvicinano ai pescherecci per predare il pesce catturato in ami e reti, provocando ingenti danni sia al pescato che agli attrezzi, nonché rischiando di restare intrappolati a loro volta. Tale fenomeno interessa maggiormente la piccola pesca artigianale, e viene definito “Depredazione”, con ripercussioni sia di tipo ambientale che economico e sociale.

Da qui, la denominazione del progetto in corso “Depredation-3“, abbreviazione del titolo “Attività di monitoraggio e misure di mitigazione per ridurre la predazione degli attrezzi da pesca artigianale ad opera dei delfini nel Mar Ionio occidentale“. Si tratta del terzo lavoro realizzato dall’Associazione Marecamp in Sicilia orientale su tale tematica, la quale negli ultimi anni ha dimostrato di avere delle importanti intuizioni nel campo della conservazione della fauna marina.

Marecamp ha attivato una rete composta da pescatori artigianali che collaborano con i ricercatori per monitorare la presenza e distribuzione di specie marine a rischio di estinzione, e testare innovativi metodi di pesca e dispositivi accessori utili per ridurre gli eventi di interazione di delfini e altre specie vulnerabili con le attività di prelievo ittico.

I “Laboratori galleggianti” in questione, rappresentati dai pescherecci, uniti alle imbarcazioni scientifiche dell’Associazione, sono il fulcro del lavoro in campo di una squadra di biologi osservatori che già da 5 mesi raccoglie informazioni sullo sforzo di pesca e i casi di depredazione e by-catch lungo tutta l’area d’azione del progetto, coinvolgendo una ventina di marinerie che vanno da Messina a Portopalo di Capo Passero.

Tra le specie maggiormente minacciate nell’area vi sono elasmobranchi come Trigoni (Dasyatis pastinaca), Verdesche (Prionace glauca), Squali capopiatto (Cetorhinus maximus), uccelli marini come Berte maggiori (Calonectris diomedea), tartarughe marine come la Comune (Caretta caretta) e la liuto (Dermochelys coriacea), e delfini come il Tursiope (Tursiops truncatus). Le sperimentazioni per ridurre o eliminare il tasso di interazione di questi gruppi vulnerabili con la pesca sono in corso nelle aree costiere del Mar Ionio occidentale, e i loro risultati saranno condivisi nei prossimi mesi in occasione di un Workshop internazionale al quale parteciperanno esperti provenienti da diversi Paesi del Mar Mediterraneo e Mar Nero che lavorano costantemente per i ridurre nel lungo termine i rischi di sopravvivenza delle specie ritenute in pericolo.

Il progetto è finanziato dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) della FAO, e vede come partner l’Accordo sulla Conservazione dei Cetacei nel Mar Nero, Mar Mediterraneo e Aree Atlantiche Contigue (ACCOBAMS), per il quale la valutazione e la mitigazione dei conflitti delle attività di pesca con balene, delfini e focene sono di primaria importanza.

“Questo progetto rappresenta un passo cruciale verso la conservazione delle risorse marine. Desidero esprimere la mia sincera gratitudine a tutta la comunità di pescatori e ai colleghi collaboratori (Dario Garofalo, Alessandra Raffa, Helen Accolla, e Pietro di Bari in primis) per il loro impegno e dedizione nel progetto Depredation-3. Tutti i nostri sforzi sono essenziali per la protezione delle specie marine vulnerabili e la promozione di pratiche di pesca sostenibili” dichiara Clara Monaco, coordinatore del progetto.

Interazione tra delfini e altre specie vulnerabili con la pesca

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Tre tipi di pelle di pesce buoni da mangiare e ricchi di nutrienti

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Tre tipi di pelle di pesce buoni da mangiare e ricchi di nutrienti – La pelle del pesce è una gemma nascosta di nutrienti spesso trascurata. Secondo i dietologi, non solo è sicura da mangiare, ma è anche ricca di benefici per la salute. Quali tipi di pelle di pesce sono sicuri da consumare e quali dovrebbero essere evitati?

Benefici per la salute della pelle di pesce

Ricca di nutrienti – La pelle del pesce, spesso scartata, ha un grande valore nutrizionale. Il profilo nutrizionale esatto della pelle del pesce dipende dal tipo di pesce, ma generalmente fornisce nutrienti simili a quelli della carne, inclusi proteine, acidi grassi omega-3, vitamine D ed E, iodio, selenio e taurina.

Ricca di acidi grassi Omega-3 – La pelle del pesce può contenere una delle più alte concentrazioni di omega-3. Gli acidi grassi omega-3 sono grassi polinsaturi noti per i loro benefici per il cervello, il cuore e le proprietà antinfiammatorie. I pesci grassi d’acqua fredda come salmone, aringa e sgombro ne sono particolarmente ricchi.

Ricca di collagene – La pelle del pesce è anche una fonte naturale di collagene, una proteina che rafforza ossa, articolazioni, capelli, pelle e unghie.

Tipi di pelle di pesce che possono essere mangiate

Salmone – Il salmone è una delle specie più popolari e la sua pelle è deliziosa e sicura da mangiare. Aggiunge una consistenza croccante al piatto e aiuta a trattenere i nutrienti durante la cottura.

Sardine – Le sardine sono ricche di calcio, proteine e omega-3. Le sardine in scatola, spesso con la pelle, sono pronte da mangiare e durano a lungo, offrendo un’opzione pratica e nutriente.

Merluzzo nero – Il merluzzo nero è meno conosciuto ma offre una pelle commestibile e ricca di nutrienti. Contiene più omega-3 del salmone e può essere preparato al forno, alla griglia o in padella.

Sicurezza e preparazione

Prima di consumare la pelle del pesce, è importante assicurarsi che sia stata pulita correttamente e che le squame siano state rimosse. È possibile chiedere al personale del banco del pesce di farlo o farlo a casa con un coltello. È consigliabile evitare di friggere la pelle del pesce per limitare l’assunzione di grassi e sodio, preferendo metodi di cottura come grigliare o cuocere al forno.

Tipi di pelle di pesce che dovrebbero essere evitati

È consigliabile evitare la pelle dei pesci grandi, vecchi e provenienti da acque inquinate. Pesci come sgombro reale, marlin, squalo, pesce spada e pesce tegola hanno alti livelli di mercurio e altri contaminanti. Questi pesci sono particolarmente sconsigliati per donne incinte e bambini piccoli.

Consumare la pelle del pesce può aggiungere una deliziosa consistenza croccante al piatto e apportare una serie di nutrienti essenziali. Scegliere pesci a basso contenuto di mercurio come salmone, sardine e merluzzo nero permette di ottenere i massimi benefici senza rischi per la salute.

Tre tipi di pelle di pesce buoni da mangiare e ricchi di nutrienti

 

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