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L’individualismo nella pesca: un freno per lo sviluppo

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Se c’è un comportamento o un modus operandi, da qualunque parte esso provenga, che arreca danni certi, provati e ripetuti, questo è l’individualismo. Quando tale pratica, oramai consuetudine, è attuata dai diversi attori protagonisti degli stessi settori o comparti economici, ecco che l’individualismo diventa spesso e volentieri esasperato e i danni correlati per l’intera collettività risultano inenarrabili.

Nella città di Mazara del Vallo, tale dinamica trova espressione particolarmente nel settore della pesca industriale, dove l’individualismo sembra perpetuarsi con una sorta di masochismo senza precedenti, un’esperienza che si trascina da decenni e che ha comportato costi elevati per l’intera comunità.

La storia ci consegna casi emblematici di organizzazioni di categoria aventi per oggetto lo stesso focus – nel caso specifico la difesa degli interessi dei propri associati – ma che, nella lotta di potere per primeggiare, per favorire qualche capo politico o partito, o per avvantaggiare singoli imprenditori della pesca, finiscono spesso e volentieri per creare sperequazioni favorendo quella tendenza oramai consolidata a far prevalere le esigenze del singolo o di pochi contro quelle della collettività.

Quello che si presenta oggi è l’ennesimo tentativo. Per carità, nulla di illegale, ma certamente contrario ai criteri unanimi che vedono nell’unione congiunta delle forze una utilità maggiore e certamente più proficua al raggiungimento dello scopo prefissato.

L’oggetto del contendere è l’azione intrapresa lo scorso 24 ottobre dall’Organizzazione dei Produttori di Mazara del Vallo (che annovera al proprio interno più di venti imbarcazioni da pesca, oltre ad aziende di trasformazione) congiuntamente al Distretto della Pesca, storica organizzazione  mazarese. I responsabili delle rispettive associazioni hanno siglato un protocollo d’intesa con la Libia con lo scopo di poter intraprendere delle azioni comuni nell’ambito della pesca e della trasformazione dei prodotti oltre ad attività collaterali ad esse.  Il piano programmatico portato all’attenzione delle autorità governative italiane ha visto una preliminare approvazione delle suddette autorità, le quali hanno lodato l’iniziativa ritenendola utile nell’ambito del piano Mattei per l’Africa.

Inaspettatamente, ieri il Distretto della Pesca ha dichiarato, tramite una propria nota, di aver avviato un’iniziativa analoga a quella intrapresa congiuntamente all’Organizzazione dei Produttori, ma questa volta in autonomia e senza aver ritenuto necessario informare nessuno. Un comportamento che contribuisce a disorientare le autorità governative nazionali, che si trovano a dover trattare con associazioni diverse, operanti nello stesso territorio e per le medesime finalità.

Un monito per il futuro: la collaborazione, e non la divisione, è la chiave per affrontare le sfide globali di oggi e valorizzare le risorse locali. L’individualismo ha radici profonde, ma è tempo di riflettere sulla sua effettiva utilità.

 

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La pesca senegalese prima in Africa occidentale certificata MSC

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La pesca senegalese prima in Africa occidentale certificata MSC – La pesca del tonno nell’Oceano Atlantico senegalese ha raggiunto un importante traguardo, diventando la prima attività di pesca in Africa occidentale a ottenere la prestigiosa certificazione MSC (Marine Stewardship Council). Questo riconoscimento, assegnato alle società Compagnie Africaine de Pêche au Sénégal SA (CAPSEN), una divisione di Dongwon Industries, e Grand Bleu SA, attesta il rispetto degli standard globali per la pesca sostenibile.

La pesca senegalese è solo la seconda in tutto il continente africano a soddisfare i criteri MSC, entrando in una rete globale di oltre 500 attività certificate. Questo traguardo non solo rafforza la posizione del Senegal nella pesca responsabile, ma dimostra anche il potenziale della regione per adottare pratiche sostenibili in un settore sotto pressione per l’elevato sfruttamento delle risorse.

CAPSEN e Grand Bleu giocano un ruolo cruciale nell’approvvigionare i mercati internazionali, inclusi Asia, Europa e Americhe, con tonno catturato in modo sostenibile. CAPSEN, in particolare, destina fino alla metà del proprio pescato al trasformatore locale SCASA, che esporta circa il 70% del tonno certificato MSC negli Stati Uniti. Queste attività combinano sostenibilità e impatti economici positivi, offrendo lavoro a quasi 1.800 persone e rafforzando l’economia locale.

Questo riconoscimento è il risultato di un progetto di miglioramento della pesca (FIP) avviato nel 2020. Il progetto, realizzato in collaborazione con il dipartimento nazionale della pesca e Key Traceability, ha implementato un piano d’azione mirato a soddisfare i requisiti MSC. Tra le principali misure adottate, l’introduzione di dispositivi di aggregazione di pesci (FAD) biodegradabili e non impiglianti, l’organizzazione di workshop per formare osservatori di bordo e l’utilizzo di strumenti digitali per monitorare le catture e le interazioni con specie protette.

La pesca è gestita a livello regionale dalla Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tunnidi Atlantici (ICCAT), con sei imbarcazioni senegalesi che operano in alto mare e nelle Zone Economiche Esclusive (ZEE) di Senegal, Mauritania, Capo Verde e altri paesi limitrofi. Questo approccio consente di preservare gli stock ittici di tonnetto striato (Katsuwonus pelamis) e tonno pinna gialla (Thunnus albacares), garantendo che la pesca non comprometta l’equilibrio degli ecosistemi marini.

La certificazione MSC non rappresenta solo un simbolo di sostenibilità, ma porta con sé vantaggi significativi per le comunità locali. Grazie a queste pratiche innovative, il Senegal consolida la sua reputazione di leader nella gestione responsabile delle risorse ittiche, favorendo allo stesso tempo lo sviluppo socioeconomico. L’integrazione di nuove tecnologie e standard di trasparenza nelle operazioni di pesca permette non solo di salvaguardare la biodiversità marina, ma anche di offrire opportunità di crescita e sicurezza economica.

Il caso del Senegal rappresenta un esempio ispiratore per altre nazioni africane. Investire nella pesca sostenibile non è solo un impegno ambientale, ma anche un’opportunità per promuovere lo sviluppo economico e migliorare le condizioni di vita delle comunità costiere. Con l’aumento del numero di attività certificate MSC in Africa, la regione può aspirare a diventare un punto di riferimento globale per la sostenibilità ittica.

La pesca senegalese prima in Africa occidentale certificata MSC

 

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Distretto della Pesca: un impegno costante per lo sviluppo sostenibile del settore ittico siciliano

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Distretto della Pesca: un impegno costante per lo sviluppo sostenibile del settore ittico siciliano – Il Distretto della Pesca e Crescita Blu di Mazara del Vallo, protagonista indiscusso dell’economia della filiera ittica siciliana, continua a investire nella crescita e nello sviluppo sostenibile del settore grazie all’attuazione di attività che sposano i principi inseriti nel Piano Mattei. Recentemente, il Presidente del Distretto, Nino Carlino ha avuto un incontro significativo a Palazzo Chigi con Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico della presidente Giorgia Meloni e coordinatore vicario della struttura per l’attuazione del Piano Mattei per l’Africa. Quest’incontro ha rappresentato un’importante opportunità di confronto sulle strategie da adottare per rafforzare le partnership internazionali e promuovere l’intera filiera ittica siciliana.

Il Piano Mattei, concepito per favorire lo sviluppo economico e sociale dei paesi africani attraverso investimenti e cooperazione, offre una cornice ideale per le iniziative che il Distretto della Pesca intende portare avanti. Grazie a una serie di progetti già realizzati e ad altri in fase di progettazione, il Distretto si pone come un attore fondamentale nella creazione di reti transnazionali, capaci di rispondere alle sfide attuali e future del settore.

Durante l’incontro, il Presidente Carlino ha evidenziato l’importanza di integrare le risorse locali con competenze internazionali per garantire una crescita sostenibile e duratura del settore ittico. “Il nostro obiettivo è quello di far diventare Mazara del Vallo e tutta la Sicilia un punto di riferimento per la cooperazione internazionale nel campo della pesca e della trasformazione ittica. Attraverso il Piano Mattei, vogliamo costruire partenariati strategici che possano apportare benefici non solo il nostro territorio, ma anche i paesi partner, creando sinergie proficue e condividendo best practices”, ha dichiarato Carlino.

Un esempio concreto delle iniziative messe in campo è rappresentato dalla manifestazione Blue Sea Land, un evento che ha riscosso un notevole successo durante gli anni e che ha contribuito a valorizzare l’identità del territorio e la filiera ittica siciliana. Questa manifestazione ha permesso di promuovere la cultura della pesca e la trasformazione sostenibile sensibilizzando i consumatori sull’importanza di un approccio responsabile nei confronti delle risorse marine. Inoltre, ha rappresentato una piattaforma per l’attuazione di iniziative di cooperazione tra produttori locali e operatori internazionali, facilitando l’ingresso dei prodotti ittici siciliani nei mercati esteri con una attenzione particolare al continente africano e a quanto esso potrà rappresentare per il futuro per l’intero comparto.

“Con Blue Sea Land abbiamo dimostrato come la sinergia tra pubblico e privato possa generare nuove opportunità di sviluppo. Le relazioni create durante l’evento sono fondamentali per instaurare partenariati duraturi e proficui”, ha aggiunto il Presidente del Distretto.

Nel contesto delle attività già realizzate, il Distretto della Pesca ha avviato diversi programmi volti a migliorare la qualità del pescato e a garantire filiere produttive sempre più sostenibili. Questi progetti non solo mirano a preservare le risorse marine, ma anche a formare operatori del settore su pratiche innovative e sostenibili.

Inoltre, il Distretto sta lavorando per ampliare la propria rete di collaborazioni, coinvolgendo enti di ricerca, università e associazioni di categoria. “La conoscenza è la base del nostro progresso. Collaborare con le università e i centri di ricerca ci permette di accedere a tecnologie avanzate e di implementare metodi di pesca e di trasformazione sostenibili”, ha spiegato Carlino.

In prospettiva futura, il Distretto della Pesca di Mazara del Vallo intende continuare a sviluppare nuove azioni in linea con gli obiettivi del Piano Mattei, puntando a rafforzare le proprie capacità imprenditoriali e a ricercare nuovi mercati per il pescato siciliano. “La nostra strategia prevede di consolidare le partnership esistenti e di espanderne di nuove, affinché i benefici delle nostre azioni possano essere estesi a un numero sempre maggiore di attori della filiera”, ha concluso il Presidente dopo l’incontro con il coordinatore vicario della struttura per l’attuazione del Piano Mattei per l’Africa.

È evidente che il Distretto non si limita a guardare al passato; è attivamente impegnato nel costruire un futuro migliore per il settore ittico in Sicilia. Attraverso politiche di coesione e cooperazione, sta dimostrando che è possibile coniugare tradizione e innovazione, garantendo così un futuro sostenibile per la pesca, la trasformazione e per l’intera comunità.

Distretto della Pesca: un impegno costante per lo sviluppo sostenibile del settore ittico siciliano

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Aquaculture Stewardship Council (ASC) presenta ufficialmente il suo impegno in Italia

Aquaculture Stewardship Council (ASC) presenta ufficialmente il suo impegno in Italia

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Aquaculture Stewardship Council (ASC) presenta ufficialmente il suo impegno in Italia – Acquaculture Stewardship Council (ASC™), organizzazione non governativa operante nel settore della certificazione del pesce e frutti di mare di allevamento, ha presentato ieri le motivazioni per le quali ha deciso di incrementare il suo impegno in Italia con nuovi investimenti e nuove risorse professionali.

Fondata nel 2010, Aquaculture Stewardship Council sviluppa un programma ambizioso per trasformare l’allevamento ittico a livello globale e per promuovere il miglior rendimento dell’acquacoltura verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. Oggi i prodotti ittici con il marchio ASC sono già disponibili per i consumatori in più di 100 paesi. Lo sviluppo italiano è finalizzato a coinvolgere sempre più la filiera dell’allevamento ittico nazionale, sensibilizzare la componente retail e comunicare ai consumatori i valori che caratterizzano e distinguono la propria certificazione.

Come spiega Desirée Pesci, Market Development Manager Italy ASC: “la certificazione ASC costituisce il principale schema di riferimento per l’acquacoltura responsabile a livello internazionale (l‘unico conforme al codice ISEAL), perché ha gli standard più solidi, con requisiti basati su dati scientifici e misurabili da soddisfare. Standard che attestano la serietà e l’effettiva sostenibilità dell’intera filiera: metodi di allevamento, mangimi utilizzati, caratteristiche dell’allevamento stesso in rapporto alle risorse umane coinvolte e all’ambiente.”

Su questi principi sta crescendo in misura importante l’attenzione per i prodotti ittici certificati anche in Italia, sia nella GDO che nel canale Ho.Re.Ca. Lo dimostrano la nuova sensibilità del pubblico e gli sviluppi collaborativi fra ASC e le catene della GDO. A questo proposito, prodotti ittici che riportano il marchio ASC su prodotti private label sono già presenti in diverse catene, come LIDL, Conad, IKEA, Carrefour. Lo stesso avviene in ALDI, IN’S Mercato, Eurospin, PAM. Per quanto riguarda i Brand, il marchio ASC è presente, ad esempio, su prodotti Findus, Mowi, Frosta, Bofrost.

Per quanto riguarda invece la sensibilità dei consumatori, i risultati di apposite ricerche indicano la crescita dell’attenzione per i prodotti ittici certificati. ASC ha recentemente completato una sua indagine sui consumatori attraverso un’agenzia di ricerche di mercato indipendente The Conversation Studio, intervistando più di 15.000 consumatori in 14 Paesi diversi sulla loro percezione e sul loro consumo di prodotti ittici (vedi “Key Points” a p. 3 per maggiori informazioni).

Tra gli allevamenti italiani certificati ASC, Loredana Guariniello – Responsabile Assicurazione Qualità di Waterhouse Spa – dichiara: “Preservare l’ecosistema marino minimizzando l’impatto delle attività produttive, rispettare il benessere e lo stato sanitario degli animali allevati nonché il benessere del personale impiegato, sono aspetti imprescindibili su cui WATERHOUSE SPA ha sviluppato e sviluppa costantemente l’intera filiera delle specie ittiche allevate presso i propri impianti off-shore (spigole, orate ed ombrine boccadoro).  È per tali motivi che l’Azienda ha deciso di abbracciare, come primi in Italia per le specie di interesse, la mission di ASC aderendo agli Standard di Certificazione ASC Farm e ASC Chain of Custody, considerandoli strumenti operativi fondamentali per perseguire la possibilità di offrire ai propri stakeholders le più ampie garanzie aggiuntive in termini di efficienza produttiva ed organizzativa creando un connubio perfetto tra qualità del prodotto e ridotto impatto ambientale.”

Le fa eco Cristiana Mura, Team Qualità e Sicurezza Alimentare Nieddittas, che commenta: “Come prima realtà a conseguire la certificazione ASC per la molluschicoltura, siamo molto felici di prendere parte a questa giornata che è anche un’occasione per presentare la realtà di Nieddittas e il valore aggiunto che la certificazione ASC apporta al suo operato. Quello dell’ottenimento della certificazione per i nostri vivai presenti nel Golfo di Oristano è stato un grande traguardo e l’impegno che ne consegue è far conoscere il significato di un riconoscimento così importante per la nostra realtà. Il lavoro compiuto da Nieddittas non è stato facile e veloce, ci siamo cimentati in ambiti sicuramente pionieristici e aver superato tutti gli step per arrivare alla certificazione ci rende orgogliosi. Ringraziamo l’Ente di certificazione DNV per averci accompagnato in questo importante percorso”.

Conclude Desirée Pesci: “Per noi di ASC rafforzare in modo strategico la nostra operatività in Italia significa valorizzare i significati del nostro marchio in un mercato che, come indicano le ricerche, è sensibile all’importanza della sostenibilità nel mondo dell’acquacoltura. Insieme ai nostri partner faremo informazione sul significato del marchio ASC a tutti i livelli, rivolgendoci anche direttamente ai consumatori, incoraggiandoli a cercare il marchio quando sono nei supermercati.”

ASC – Aquaculture Stewardship Council

Fondata dal WWF Paesi Bassi e da IDH (Sustainable Trade Initiative) nel 2010, Aquaculture Stewardship Council è un’organizzazione non governativa che sviluppa un programma ambizioso per trasformare l’allevamento ittico a livello globale e per promuovere il miglior rendimento dell’acquacoltura verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. Oggi i prodotti ittici con il marchio ASC sono già disponibili per i consumatori in oltre 100 paesi. ASC definisce degli standard severi per rilasciare la propria certificazione, con organismi di valutazione della conformità indipendenti, garantendo così un alto livello di affidabilità nella filiera ittica. Solo dopo aver superato l’audit i prodotti ittici di un allevamento possono essere venduti al dettaglio con il marchio ASC riportato sulla confezione. ASC reinveste poi gli introiti ottenuti dai prodotti certificati e le donazioni di beneficenza per promuovere un allevamento ittico responsabile.

WATERHOUSE SPA è una realtà completamente italiana in cui si allevano prodotti e soluzioni all’avanguardia con la passione e il know-how di un grande gruppo che vanta, nel settore ittico, una expertise ventennale. Da sempre alimentata da importanti valori legati non solo alla Qualità e Sicurezza alimentare, ma anche alla sostenibilità e, quindi, al rispetto dell’ecosistema marino e del suo equilibrio, WATERHOUSE SPA gestisce, ad oggi, due allevamenti di specie ittiche eurialine (spigole, orate e ombrine boccadoro) in due splendide realtà italiane quali il Golfo di Oristano (OR) e Casal Velino Marina (SA), località particolarmente rinomate per la bellezza e la qualità delle proprie acque.

NIEDDITTAS è il marchio che contraddistingue i prodotti della CPA, Cooperativa Pescatori di Arborea. Nata in Sardegna nel 1967 dall’associazione di 9 pescatori, la cooperativa è cresciuta negli anni fino a diventare una delle più importanti realtà italiane nella mitilicoltura e nella pesca. Tutti i prodotti vengono dalla filiera di eccellenza nel Golfo di Oristano, in Sardegna. Una filiera controllata e certificata che rispetta il mare e il territorio e che garantisce un prodotto sempre sano e sicuro in ogni fase della lavorazione, dal mare della Sardegna fino alle piattaforme ittiche.

Key Points indagine sui consumatori ASC – The Conversation Studio

ASC ha condotto un’indagine sui consumatori, la più ampia e completa fino ad oggi, intervistando oltre 15.000 consumatori in 14 Paesi diversi sulla loro percezione e sul loro consumo di prodotti ittici (un migliaio gli intervistati in Italia).

La ricerca ha rivelato informazioni significative sul comportamento dei consumatori, fra cui:
♣ l’87% dei consumatori intervistati riconosce che includere il pesce e i frutti di mare nella spesa quotidiana è “abbastanza importante” o “molto importante”.
♣ i motivi principali per cui i consumatori acquistano prodotti ittici sono il piacere di mangiarli, il gusto e i benefici per la salute.
♣ l’83% dei consumatori è in qualche misura motivato a scegliere prodotti ittici con un marchio di sostenibilità. Le considerazioni più importanti riguardano la sicurezza e la salute del prodotto per loro e per le loro famiglie.
♣ la sostenibilità come considerazione negli acquisti di prodotti ittici è più alta nell’Europa nord-occidentale, seguita dall’Europa meridionale e dal Nord America, mentre l’Asia è in fondo alla lista. L’Italia ha la più alta percentuale di consumatori che scelgono prodotti sostenibili quando c’è la possibilità di scegliere (82%).
♣ l’indagine mostra che il 67% delle persone è interessato ad acquistare prodotti più sostenibili, ma solo il 2% pensa spontaneamente alla sostenibilità quando acquista pesce o frutti di mare al supermercato. È evidente che i consumatori hanno bisogno di uno stimolo al supermercato per far emergere la sostenibilità.
♣ ASC è il marchio di pesce d’allevamento più riconosciuta in tutti i Paesi presi in esame, con un punteggio significativamente più alto rispetto ad altri marchi di certificazione.
♣ ASC è anche il marchio più affidabile per i prodotti ittici di allevamento, con percentuali di fiducia che vanno da circa il 70% in Spagna e Italia a circa il 60% nella maggior parte degli altri Paesi.
♣ il 48% degli italiani intervistati sostiene che quando acquista pesce, cerca e chiede specificamente pesce di provenienza sostenibile.

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Granchio blu: da specie invasiva a risorsa economica

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Granchio blu: da specie invasiva a risorsa economica – L’approfondimento di Maria Concetta Messina, pubblicato su Global Food Alliance, mantiene fermi i riflettori sul fenomeno del granchio blu atlantico (Callinectes sapidus), una specie invasiva che sta trasformando i fragili equilibri ecologici del Mediterraneo. Questo crostaceo, introdotto accidentalmente agli inizi del XX secolo attraverso le acque di zavorra delle navi, si è diffuso rapidamente nelle aree costiere, causando gravi danni economici e ambientali. Tuttavia, come evidenziato dall’approfondimento, il granchio blu offre anche opportunità interessanti per l’economia circolare e il mercato dei prodotti ittici.

Un’emergenza gestita a livello nazionale

La presenza massiccia del granchio blu in Italia, in particolare nel Delta del Po e in altre aree costiere, ha portato a significative perdite per i pescatori artigianali e a un deterioramento degli ecosistemi marini. Per rispondere a questa emergenza, il governo italiano ha nominato Enrico Caterino, ex prefetto di Rovigo e Ravenna, come Commissario straordinario per l’emergenza granchio blu. Caterino è incaricato di gestire un fondo di 10 milioni di euro per contenere la diffusione della specie e ridurne gli impatti, attraverso strategie di cattura mirata e la promozione di soluzioni economiche sostenibili.

Questa iniziativa istituzionale si inserisce in un contesto più ampio di sensibilizzazione e innovazione, che vede il granchio blu non solo come una minaccia, ma anche come una risorsa economica da valorizzare.

Un tesoro nei Mari Italiani

Come sottolinea Messina nel suo approfondimento, il granchio blu rappresenta una fonte alimentare di altissimo valore. La sua carne, delicata e nutriente, è ricca di proteine, omega-3, vitamine e minerali, rendendola ideale per i mercati del benessere e della nutrizione. Tuttavia, uno degli ostacoli principali alla sua piena valorizzazione è la bassa resa di carne, un problema che richiede innovazione nel settore della trasformazione e una maggiore attenzione al mercato dei prodotti a valore aggiunto.

La stagionalità del granchio blu, che influenza il contenuto proteico e lipidico della carne, offre spunti per strategie di marketing più sofisticate. Ad esempio, promuovere la polpa di granchio in confezioni surgelate o pronte all’uso potrebbe consentire di superare le limitazioni legate alla resa e di accedere a nuovi mercati.

Sottoprodotti: un’economia circolare possibile

Uno degli aspetti più promettenti della gestione del granchio blu riguarda la valorizzazione dei sottoprodotti. I gusci, spesso considerati scarti, sono in realtà una miniera di risorse. Contengono chitina, un biopolimero utilizzato in settori come la cosmetica, la farmaceutica e l’agricoltura, e pigmenti carotenoidi come l’astaxantina, apprezzati per le loro proprietà antiossidanti.

Questi elementi offrono opportunità significative per promuovere un’economia circolare: dalla produzione di materiali biodegradabili alla creazione di ingredienti naturali per l’industria alimentare e cosmetica. Come sottolineato da Messina, tali applicazioni possono ridurre gli impatti ambientali della gestione dei rifiuti marini e aprire nuovi mercati per le aziende del settore ittico.

Innovazione sociale e coinvolgimento della comunità

La gestione sostenibile del granchio blu richiede un approccio integrato, che coinvolga pescatori, imprese, comunità locali e istituzioni. Programmi di educazione, incentivi economici e partnership pubblico-private sono fondamentali per trasformare una sfida ecologica in un’opportunità economica.

Formare i pescatori su tecniche di cattura mirate e sostenibili, incentivare le aziende a sviluppare prodotti basati sul granchio blu e sensibilizzare il pubblico sui benefici della sua valorizzazione sono strategie essenziali. Come dimostra la nomina di Caterino, la collaborazione tra istituzioni e attori locali può fare la differenza, promuovendo soluzioni innovative e sostenibili.

L’approfondimento di Maria Concetta Messina su Global Food Alliance offre spunti preziosi per comprendere come il granchio blu possa diventare un esempio virtuoso di gestione sostenibile. Da emergenza ecologica, questa specie invasiva può trasformarsi in una risorsa economica di rilievo, capace di generare valore per le comunità costiere e di promuovere pratiche rispettose dell’ambiente.

Attraverso un impegno congiunto tra istituzioni, aziende e cittadini, è possibile costruire un modello di economia circolare che non solo mitighi l’impatto della specie, ma valorizzi anche le sue straordinarie potenzialità.

Granchio blu: da specie invasiva a risorsa economica

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