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Raddoppiate le esportazioni vietnamite di ostriche

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Raddoppiate le esportazioni vietnamite di ostriche  – Nel 2023, le esportazioni di ostriche dal Vietnam hanno mostrato una crescita impressionante, ma è nei primi cinque mesi del 2024 che si sta osservando un vero e proprio boom. Secondo i dati forniti dalla Vietnam Producers Association, il valore delle esportazioni di ostriche vietnamite nel maggio 2024 è aumentato del 52% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nei primi cinque mesi del 2024, il valore delle esportazioni ha raggiunto quasi 7 milioni di dollari, segnando un incremento del 31% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Mercati chiave e destinazioni principali

Il Vietnam esporta principalmente ostriche fresche refrigerate in oltre 10 paesi, con una prevalenza nella regione asiatica. Taiwan emerge come il mercato chiave, assorbendo l’82% delle esportazioni di ostriche vietnamite. Questo forte legame commerciale ha consolidato la posizione del Vietnam come fornitore di fiducia per Taiwan.

Un altro paese che ha mostrato un notevole aumento nelle importazioni di ostriche vietnamite è il Laos. Le importazioni laotiane di ostriche sono triplicate rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo un valore di oltre 713.000 dollari. Questo incremento significativo dimostra la crescente domanda di prodotti ittici di alta qualità provenienti dal Vietnam in diverse aree del sud-est asiatico.

Espansione oltre le ostriche

Non sono solo le ostriche a trainare il settore ittico vietnamita. Anche le esportazioni di altri molluschi, come le capesante, hanno registrato una crescita considerevole. Nei primi cinque mesi del 2024, il valore delle esportazioni di capesante è aumentato del 42%. Questi dati indicano una tendenza positiva e una diversificazione delle esportazioni ittiche del Vietnam, che stanno trovando sempre più spazio nei mercati internazionali.

Strategie di successo

La continua crescita delle esportazioni di ostriche e altri molluschi può essere attribuita a diverse strategie adottate dai produttori vietnamiti. In primo luogo, l’attenzione alla qualità e alla freschezza dei prodotti è un fattore chiave che ha contribuito a mantenere alta la domanda. Inoltre, l’espansione delle capacità di produzione e delle infrastrutture di refrigerazione ha permesso di soddisfare le esigenze di mercati esigenti come quello taiwanese.

Prospettive future

Le prospettive per il settore ittico vietnamita appaiono estremamente positive. Con una domanda in crescita nei mercati asiatici e l’adozione di pratiche sostenibili e innovative, il Vietnam è ben posizionato per continuare a espandere la propria presenza globale. Il continuo aumento delle esportazioni di ostriche e altri molluschi non solo rafforza l’economia del paese, ma contribuisce anche a consolidare la reputazione del Vietnam come leader nella produzione ittica di alta qualità.

In conclusione, il 2024 si preannuncia come un anno di ulteriore consolidamento e crescita per le esportazioni di ostriche vietnamite, con una forte domanda nei mercati asiatici e una diversificazione delle esportazioni che promette di portare nuovi successi nel settore ittico del paese.

Raddoppiate le esportazioni vietnamite di ostriche

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Macchine packaging: superato il muro dei 9 miliardi di fatturato

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Macchine packaging: superato il muro dei 9 miliardi di fatturato – Il settore dei costruttori di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio continua a migliorarsi, crescendo esponenzialmente di anno in anno e arrivando a registrare nel 2023 un fatturato totale pari a 9 miliardi e 229 milioni di euro, con un rialzo del 8% sull’anno precedente. Si tratta del terzo record consecutivo, dopo quello del 2021 e 2022. Un risultato importante, realizzato per il 78,7% sui mercati internazionali per un totale di 7 miliardi e 262 milioni di euro e per il 21,3%, 1 miliardo e 967 milioni di euro, su quello nazionale.

I dati sono stati resi noti dal Centro Studi Mecs – Ucima nella 12^ Indagine Statistica Nazionale, che ogni anno fotografa l’andamento del comparto. 594 le aziende censite che contano 38.219 addetti.

I mercati internazionali

La spiccata vocazione all’export dei produttori italiani di tecnologie e soluzioni per il packaging si conferma anche nel 2023, con il fatturato estero che incide per il 78,7% su quello totale, per una cifra pari a 7,2 miliardi (+10,5% sul 2022). Il podio delle aree geografiche è rimasto immutato: con 2,71 miliardi di ricavi l’Unione Europea si conferma la principale area di destinazione delle macchine made in Italy e assorbe il 37,3% dell’intero export. Segue l’Asia con 1,47 miliardi di euro di giro d’affari, pari al 20,3% del totale delle performance internazionali del settore. Terzo gradino del podio per il Nord America, con 1,25 miliardi. Seguono Europa Extra-UE (651 milioni di euro), Sud America (583 milioni di euro), Africa e Oceania rispettivamente con 456 e 135,8 milioni di euro.

Il mercato interno

Le vendite sul mercato italiano sono rimaste sostanzialmente stabili, rappresentando il 22,6% del fatturato e una chiusura d’anno a 1,9 miliardi.

I settori clienti

Nella suddivisione del fatturato tra i vari settori clienti, il 2023 conferma una predominanza dell’industria alimentare (food e beverage), che incide per il 57,1% sul volume d’affari complessivo. I due sottosettori si confermano anche singolarmente in testa alla classifica: il food risulta nel 2023 il primo settore cliente, assorbendo il 30,9% (2.856 milioni di euro) del fatturato totale, con una propensione all’export del 74,5%. Il beverage si colloca al secondo posto, con il 26,2% del fatturato totale. Le vendite in questo settore sono destinate ai mercati esteri per l’83,3%.

Seguono il mercato del tissue e altro con 1.699 milioni di euro (18,4% del totale). A seguire il settore farmaceutico che raggiunge la quota di 1.492 milioni di euro (16,2% del totale). Chiudono la graduatoria il cosmetico e il chimico.

Fatturato per tipologia produttiva

La famiglia delle macchine per il packaging primario resta preponderante con il 52,4% della distribuzione del fatturato, seguita dal segmento del fine linea, labelling e attrezzature ausiliarie (27,2%) e dal packaging secondario (che assorbe il rimanente 20,4%).

La struttura produttiva

Le aziende che producono macchinari per il confezionamento e l’imballaggio si concentrano principalmente lungo l’asse della via Emilia – la cosiddetta Packaging Valley – con distretti produttivi anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. La dislocazione geografica delle imprese conferma quindi una prevalenza della regione Emilia-Romagna in termini di numerosità di aziende, addetti e fatturato. In Emilia-Romagna risiedono 205 aziende (34,5% del totale) che occupano 21.881 addetti (57,3% del totale) e generano il 62,6% del fatturato totale pari a 5 miliardi e 781 milioni di euro. Seguono, in ordine, Lombardia, Veneto e Piemonte. Tra le province, Bologna e Milano superano Parma (terza) e Vicenza (quarta) per numero di aziende di macchine packaging. Ma se si guarda alla distribuzione di occupazione e fatturato il predominio dell’Emilia è netto: Bologna, Parma, Modena e Rimini sono ai primi quattro posti, Vicenza in quinta posizione, Bergamo e Reggio Emilia rispettivamente al settimo e ottavo posto.

Struttura occupazionale

Nel 2023 il numero degli occupati del settore è cresciuto del 1,2%, passando da 37.753 (2022) a 38.219 (2023).

“Sostanzialmente i dati consolidati hanno affermato l’idea dei preconsuntivi: siamo di fronte a conferme di come il nostro settore e tutta la filiera italiana abbia costituito un metodo che garantisce affidabilità e innovazione. – dichiara il Presidente di Ucima Riccardo Cavanna Le nostre aziende continuano a crescere, continuano a sfidarsi implementando soluzioni sempre più all’avanguardia che permettono di mantenere la leadership a livello mondiale. Per quanto riguarda il mercato interno, la pubblicazione del decreto attuativo su industria 5.0 darà impulso a nuovi investimenti e permetterà al mercato italiano di crescere. L’obiettivo 2024 è di riconfermare i dati 2023″.

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Legacoop e le marinerie a supporto della Marecchia Sailing Cup

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Legacoop e le marinerie a supporto della Marecchia Sailing Cup – Promuovere e valorizzare i prodotti ittici dell’Emilia-Romagna soprattutto verso le giovani generazioni, diffondere la cultura del mare ma anche i valori storici, culturali e sociali che le marinerie rappresentano. Con queste motivazioni Legacoop Agroalimentare, in collaborazione con la Cooperativa Casa del pescatore, partecipano alla Marecchia Sailing Cup, la regata amatoriale ispirata ai temi della valorizzazione del territorio costiero e della sostenibilità ambientale ovvero una goliardica gara tra natanti costruiti con materiali di riciclo e soprattutto non inquinanti.

Due Blue Talk in programma con racconti e testimonianze dedicati al mare e alla pesca, alle tradizioni marinare ma anche ai prodotti ittici di eccellenza dell’Emilia-Romagna. Il primo educational è in programma alle 17,30, ai nastri di partenza della regata presso la spiaggia libera di San Giuliano mentre il secondo Blue Talk si terrà alle ore 19,45 presso la spiaggia libera di Rivabella di Rimini. Prodotti principe dell’evento la “Cozza Romagnola” e la “Vongola Romagnola” che, grazie al marchio collettivo che unisce tutti i produttori e allevatori dei molluschi dell’Emilia-Romagna, identifica inequivocabilmente la loro provenienza ma anche la tipicità legata particolarmente alle tradizioni marinare romagnole.

Cozze e vongole sono, infatti, i prodotti ittici protagonisti delle tavolate estive e delle vacanze. Cozze alla marinara o spaghetto con le vongole, cozze alla tarantina o padellata di molluschi piuttosto che le cozze gratinate sono presenti nei menù della quasi totalità dei ristoranti lungo tutta la costa emiliano-romagnola. La Cozza Romagnola viene allevata nei 25 impianti circa presenti in Emilia-Romagna, dislocati lungo tutta la costa da Goro fino a Cattolica. 23 sono le imprese concessionarie e 350 circa gli addetti, con una produzione annua di circa 20mila tonnellate. Con il marchio collettivo territoriale si intende promuovere, valorizzare e distinguere il prodotto, che possiede caratteristiche legate principalmente alla qualità, sia dal punto di vista organolettico, sia nutrizionali, garantito anche dal punto di vista della sicurezza alimentare grazie alla scrupolosa osservanza delle norme igienico-sanitarie. La Vongola Romagnola, meglio conosciuta come “puraza o pavarazza” è parte integrante della tradizione marinara, non solo dal punto di vista gastronomico ma anche sociale e culturale. Ancora oggi le vongole sono una risorsa ittica di grande valore nutrizionale ed economico. Un prodotto da valorizzare e conoscere meglio, un prodotto che si presenta con il marchio collettivo territoriale “Vongola romagnola”. Questo mollusco bivalve vive sui fondali sabbiosi costieri e viene pescato da imbarcazioni chiamate turbosoffianti o draghe idrauliche, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e ambientali, con particolare attenzione ai principi della sostenibilità. Le barche autorizzate a questo tipo di pesca sono 36 nel Compartimento di Rimini e 18 in quello di Ravenna. Pescano mediamente 10 mesi all’anno, uscendo di norma tre o quattro volte alla settimana e sbarcando fino ad un massimo di 400 kg di prodotto al giorno, di taglia uguale o superiore ai 22 millimetri.

Nel 2023 lo sbarcato regionale è stato di 2.300 tonnellate e ciò fa di questa attività una realtà economica molto importante. La vongola è quindi un “prodotto del territorio” emiliano-romagnolo a km0, che esprime al meglio le sue qualità organolettiche nel periodo autunnale e invernale, ma è saporita anche in primavera ed estate. La pesca, svolta nel rispetto dei cicli biologici, consente che sulle nostre tavole arrivi un prodotto fresco, sano e nutriente, una preziosa fonte di micronutrienti e acidi grassi omega-3, oltre che proteine animali a ridotto impatto ambientale.

L’iniziativa è realizzata nell’ambito della Campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna e supportata dal Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare attraverso il Piano Nazionale della pesca e dell’Acquacoltura 2024 con il Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Comune di Rimini, Comune di Cesenatico, Comune di Goro e FLAG/GALPA Costa dell’Emilia-Romagna.

La conduzione dei Blue Talk è affidata a Maria Linda Caffarri, responsabile comunicazione di Legacoop Agroalimentare che dialogherà con Sergio Caselli, Presidente del FLAG/GALPA Costa dell’Emilia-Romagna, Piergiorgio Vasi, Responsabile Sviluppo e Valorizzazione della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura della Regione Emilia-Romagna, Massimo Bellavista responsabile pesca e acquacoltura Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare, parteciperanno, Nicola Tontini, direttore della Cooperativa Casa del pescatore di Cattolica, Giuditta Carbone, Biologa e ricercatrice della Cooperativa M.A.R.E., Lorenzo Bernardi titolare della Start Up Vongole Bernardi società benefit e Manuel Guidotti, Presidente del Consorzio Gestione Molluschi del Compartimento Marittimo di Ravenna, Antonio Morritti, Presidente della Cooperativa ITACA, Michele Castelluccia, Presidente del Consorzio Gestione Molluschi del Compartimento Marittimo di Rimini e Mauro Zangoli, Presidente Cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini.

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Maretti: “Subito commissario straordinario granchio blu”

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Maretti: “Subito commissario straordinario granchio blu” – “Deve essere al più presto nominato il Commissario straordinario al granchio blu”. A chiederlo è Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare dal momento che l’emergenza non è certo finita. “Ad un anno di distanza dalle prime misure messe in campo dal ministero, riconfermiamo l’esigenza di un coordinamento della calamità e attendiamo la nomina del commissario straordinario, (come stabilito dal dl n.63 del 15 maggio 2024). Inoltre auspichiamo che il piano di intervento, che dovrà essere redatto dal commissario, preveda il coinvolgimento attivo delle associazioni di categoria e delle imprese sul territorio per indirizzare al meglio le risorse disponibili”. Quanto Maretti chiede, anche a nome delle realtà territoriali di Legacoop, è di “insistere ed investire su misure di contrasto alla specie e su strumenti di tutela, incentivando ulteriormente la campagna di smaltimento, anche destinando ad essa ulteriori risorse per poterla proseguire senza gravare sulle singole imprese”. Questo è “fondamentale per assistere le cooperative nella lotta al granchio”, spiega il presidente.

I danni per gli allevamenti e i costi elevati per difendersi. A causa della presenza del granchio blu, il calo di produzione della vongola verace ad oggi si aggira tra il 60%-70% rispetto al 2022/2023 e quest’anno “soltanto il duro lavoro di tutela e contrasto al granchio messo in campo dai cooperatori del basso ferrarese, grazie a strumenti come teli e recinti di contenimento/difesa, permette una raccolta minima di prodotto”, spiega Maretti. “Produzione minima che appunto richiede ingenti investimenti e ore di lavoro per poter essere preservata. Strumenti di difesa che però non possono essere messi in campo da tutte le cooperative di acquacoltura a causa delle diverse aree coinvolte dalle concessioni e ove possibile il loro utilizzo, richiedono molta manutenzione e cura per evitare fenomeni di anossia all’interno degli stessi allevamenti”.

Monitoraggio e ricerca diventano fondamentali. Per questo “di rilevante importanza sarà concretizzare un vero monitoraggio scientifico sulla presenza della specie e sugli effetti della sua interazione con l’habitat. Non si può fare affidamento su isolati fenomeni di moria del granchio che essendo causati da fenomeni atmosferici rappresentano oltretutto un segnale di pericolo non solo per il granchio, ma per l’intero ecosistema già messo a dura prova”. In questo quadro è imprescindibile “la sinergia tra imprese e mondo della ricerca per raggiungere l’obiettivo della tutela e recupero della produzione di vongole veraci, convivendo con la specie e mirando sempre più a diversificare ulteriormente le tipologie di allevamento e pesca nei comparti”.

Un anno di interventi, ma l’emergenza è sempre più viva. Un anno fa il ministero autorizzava la spesa di 2,9 milioni di euro a favore dei consorzi, delle imprese di acquacoltura e della pesca per provvedere alla cattura ed allo smaltimento del granchio blu. Risorse che sono state ulteriormente incrementate nel corso del 2023. Ma nonostante tutto la situazione nella Sacca di Goro e nei canali adduttori delle Valli di Comacchio resta critica. A parlare sono i numeri. Nel 2023, da luglio a novembre, sono stati smaltiti quasi 427mila chili di granchio blu, mentre da marzo a fine luglio di quest’anno i chili smaltiti sono stati poco più di 403mila. “In soli 5 mesi del 2024 si è quasi raggiunto il totale complessivo smaltito nel 2023. Dunque il quantitativo smaltito nel 2023 verrà ampiamente superato quest’anno visto che la campagna, grazie anche al milione di euro stanziato a luglio dalla Regione Emilia-Romagna, continuerà almeno fino settembre con l’auspicio di proseguire fino a novembre”, commenta Maretti.

Il granchio blu in tavola. I dati di commercializzazione confermano la difficoltà riscontrata dalle cooperative ad inserire il prodotto all’interno di canali commerciali esistenti per la scarsa richiesta di granchio blu da parte del mercato. Nei primi sei mesi di quest’anno sono stati venduti quasi 44mila chili di prodotto mentre lo scorso anno, da luglio a dicembre, erano stati 510mila. Proprio per far conoscere e incrementare la commercializzazione, Legacoop Agroalimentare ha dato vita ad una campagna di promozione e valorizzazione dei prodotti ittici dell’Emilia-Romagna con l’offerta di granchio blu fresco ma anche già pronto ad essere cucinato. Partita dalla Romagna, l’iniziativa vuole fare da apripista ad altre simili anche in altre regioni d’Italia.

Maretti: “Subito commissario straordinario granchio blu”

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Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca: approvata piattaforma rinnovo CCNL

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Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca: approvata piattaforma rinnovo CCNL – Gli attivi unitari di Fai, Flai e Uila Pesca hanno approvato all’unanimità la piattaforma di rinnovo del CCNL per gli addetti imbarcati su natanti di cooperative di pesca per il quadriennio 2025-2028, che verrà inviata alle organizzazioni datoriali del mondo cooperativo rappresentate da AgciAgrital, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop agroalimentare con l’auspicio di aprire la trattativa entro fine anno.

Con questo rinnovo le parti sociali si pongono l’obiettivo di restituire centralità al valore del lavoro nel comparto, rafforzando ulteriormente il sistema di relazioni sindacali e avviando, anche in questo settore, un confronto serio sul ricambio generazionale e sulla necessità, non più rinviabile, di un ammortizzatore sociale strutturato.

Elemento da valorizzare è anche la contrattazione di secondo livello, necessaria per rispondere alle esigenze specifiche di ogni territorio. Importante inoltre la maggior attenzione alla prevenzione della violenza di genere.

Fai, Flai, Uila Pesca considerano questo rinnovo l’occasione per difendere le peculiarità di un settore in crisi, messo ancora più in difficoltà dalle scelte politiche dell’Unione europea tendenti unicamente a ridurre lo sforzo di pesca, e dagli effetti dei cambiamenti climatici sugli stock ittici.

Sul versante economico le richieste, volte a incrementare il potere d’acquisto delle retribuzioni degli addetti, prevedono un aumento pari al 10 % del minimo monetario garantito e un incremento di € 60,00 del valore convenzionale ai fini previdenziali, nonché l’adeguamento delle indennità previste dal CCNL.

“Riteniamo la Piattaforma appena approvata un momento fondamentale per la discussione e il rilancio di un settore che negli anni ha subito gli impatti negativi sia delle crisi economiche che di quelle ambientali” – dichiarano Fai, Flai e Uila – “auspichiamo di poter avviare quanto prima le trattative con le controparti per poter giungere nel più breve tempo possibile al rinnovo del Contratto”.

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca: approvata piattaforma rinnovo CCNL

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