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Seasonal trends in EU fish market: 2023–2025 insights

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Monthly data from the EUMOFA MH 7 2025 report confirm a cyclical pattern in volumes and prices of fishery products between 2023 and 2025—directly influencing fishing, processing, and distribution decisions across the supply chain. A closer look at the monthly graph reveals consistent peaks and drops across the three years, clearly outlining a repeating structure.

The most evident trend is a steady increase from January to March, followed by a gradual decline during the summer months, particularly between June and August. Volumes then climb again from September to November, reaching their annual peak in December. This recurring pattern reflects a commercial cycle deeply rooted in both seasonal consumption habits and industrial planning needs.

In 2025, March recorded the highest average price per kilo (€1.52/kg), despite lower volumes compared to 2024 and 2023. This is a critical insight: the seasonal dynamics of the fish market are driven not only by product availability but also by economic valuation and market positioning.

Another key finding concerns the summer period: although volumes drop significantly from June to August each year, prices remain relatively stable. This resilience suggests steady demand, likely supported by tourism-driven consumption and preservation strategies designed to counterbalance the production dip.

For the processing industry, this seasonality necessitates early planning, with production and stockpiling concentrated in months of higher availability. Likewise, distribution logistics follow this rhythm, making it essential for supply chain operators to anticipate monthly fluctuations.

On the policy and industrial programming side, these data offer a refined view of real market needs. The fact that average prices per kilo remain less volatile than volumes indicates that profitability can be maintained even during downturns—provided product availability is managed strategically.

Reading the data to stay ahead of the market

The analysis of seasonal trends in the EU fish market from 2023 to 2025 reveals a predictable yet flexible structure. Those who understand and adapt to it can unlock significant competitive advantages. EUMOFA data do more than reflect the present—they offer clear guidance for informed decision-making throughout the entire supply chain, from fishing vessel to retail shelf.

The message is clear: seasonality is not an obstacle but a tool. Understanding it means better planning, better sales performance, and more efficient processing.

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Diversificare il consumo di pesce protegge la salute e il mare

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Un recente studio della Cornell University conferma che la biodiversità ittica e la nutrizione umana sono strettamente collegate: un maggior numero di specie consumate consente di soddisfare meglio il fabbisogno nutrizionale globale, anche riducendo la quantità di biomassa pescata.

L’analisi, condotta da un gruppo di ricercatori statunitensi attraverso dati biogeografici e nutrizionali su scala globale, dimostra che portafogli ittici composti da specie complementari forniscono fino al 60% in più di nutrienti rispetto alla stessa biomassa della sola specie più ricca di nutrienti. Il principio che guida questo risultato è quello della complementarietà tra le specie: ciascun pesce contribuisce con un diverso profilo nutrizionale, e solo una combinazione bilanciata garantisce un apporto completo di proteine, ferro, zinco, acidi grassi essenziali e vitamine.

Ma i vantaggi della biodiversità non si limitano al piano nutrizionale. Laddove le attività di pesca si fondano su un ventaglio ampio di specie, anche la resilienza dell’intero ecosistema marino risulta rafforzata. Specie di piccole dimensioni e a bassa posizione trofica, meno esposte al sovrasfruttamento, permettono una distribuzione più equilibrata del prelievo, riducendo la pressione sulle risorse più fragili e vulnerabili.

Un altro aspetto fondamentale è che questi benefici si manifestano anche quando le specie vengono selezionate casualmente, segno che la biodiversità possiede un valore sistemico, indipendente dalla singola composizione delle risorse ittiche locali. Tuttavia, resta cruciale l’accettazione da parte del consumatore. Le diete odierne privilegiano poche specie – spesso meno nutrienti – trascurando la varietà disponibile, e questo limita l’impatto potenziale della biodiversità sul piano alimentare.

Per sfruttare davvero questo potenziale, servono politiche nutrizionali e strategie di mercato capaci di promuovere un consumo più diversificato, culturalmente coerente ma biologicamente informato. È possibile orientare i gusti alimentari attraverso raccomandazioni dietetiche personalizzate, esperimenti di scelta e strumenti di educazione alimentare. Solo così la biodiversità potrà diventare anche una risorsa economica, oltre che ecologica.

A livello globale, le regioni con maggiore biodiversità sono anche quelle dove la popolazione dipende di più dalla pesca per la propria sussistenza. In questi contesti, la perdita di specie significa perdere una rete di sicurezza alimentare, con ripercussioni sia sulla salute che sulla stabilità sociale. Molte delle specie oggi a rischio di estinzione potrebbero non essere le più nutrienti, ma la loro scomparsa compromette l’intero equilibrio su cui si fonda la pesca sostenibile.

La biodiversità ittica e la nutrizione umana vanno quindi trattate come due facce della stessa medaglia. Una gestione attenta e scientificamente fondata delle risorse ittiche, orientata a mantenere un’elevata varietà di specie e a valorizzarne il contributo nutrizionale, è oggi una delle risposte più promettenti alla crisi alimentare e ambientale globale.

Sfruttare la biodiversità ittica non significa soltanto salvaguardare gli ecosistemi: significa anche garantire un’alimentazione più ricca, resiliente e sostenibile. Un approccio basato su portafogli di specie complementari può fornire più nutrienti con minore impatto ambientale. È tempo che la filiera ittica, i governi e i consumatori riconoscano questo valore e agiscano di conseguenza.

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Luglio da record per le esportazioni ittiche norvegesi: Cina e Polonia trainano il mercato

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Luglio ha segnato un mese eccezionale per le esportazioni ittiche norvegesi, che hanno raggiunto i 13,9 miliardi di corone norvegesi, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato che rafforza la leadership globale della Norvegia nel commercio di prodotti della pesca e dell’acquacoltura, con il salmone come punta di diamante e una strategia promozionale sempre più mirata ed efficace.

A sostenere il trend è stata una combinazione favorevole di volumi record, condizioni biologiche ottimali e un approccio di mercato estremamente dinamico, in particolare verso l’Asia. La Cina ha registrato un incremento dell’88% nel valore delle importazioni, toccando 1,3 miliardi di corone in un solo mese. Ma la performance norvegese va ben oltre i numeri: si fonda su una visione strategica di lungo termine, basata su branding, logistica avanzata e presidio commerciale nei principali mercati.

Il ruolo chiave del Norwegian Seafood Council

Alla base del successo delle esportazioni ittiche norvegesi c’è un modello di promozione istituzionale unico in Europa. Il Norwegian Seafood Council (NSC), ente pubblico-privato controllato dal Ministero del Commercio, sviluppa campagne di marketing integrate e su misura per ogni paese, con azioni rivolte sia ai consumatori finali che agli operatori della filiera.

In Italia, ad esempio, il NSC ha investito negli ultimi anni in comunicazione multicanale per rafforzare la reputazione del salmone norvegese come prodotto sano, sicuro e sostenibile. Sponsorizzazioni televisive, formazione per i retailer, collaborazioni con chef e influencer gastronomici hanno contribuito a rendere il brand “Seafood from Norway” riconoscibile anche al pubblico generalista, spingendo la domanda soprattutto nella GDO.

La presenza di filiali operative e analisti di mercato dedicati consente al NSC di adattare costantemente le strategie locali. Non si tratta solo di pubblicità: si tratta di intelligence commerciale, relazioni con la distribuzione e supporto alle aziende norvegesi che esportano. Una rete di supporto che ha permesso al salmone e agli altri prodotti ittici norvegesi di consolidarsi anche nel mercato italiano, dove l’importanza della qualità percepita è determinante.

Salmone protagonista di un’espansione globale

A guidare le esportazioni ittiche norvegesi resta il salmone, con 136.054 tonnellate esportate a luglio per un valore di 10,2 miliardi di corone. Si tratta di una crescita in volume del 28% e in valore dell’8% rispetto allo stesso mese del 2024. I principali mercati restano Polonia, Stati Uniti e Paesi Bassi, ma l’Italia, attraverso i canali di lavorazione polacchi, rappresenta una destinazione finale significativa, in particolare per i filetti freschi.

Grazie alle condizioni biologiche favorevoli dell’ultima stagione e a una gestione efficiente della produzione, i volumi disponibili hanno raggiunto livelli record. Parallelamente, il calo dei prezzi ha favorito una maggiore accessibilità anche per mercati in espansione come quello cinese, dove la quota del salmone norvegese ha raggiunto il 71% a giugno, il livello più alto degli ultimi 15 anni.

Dinamiche di mercato differenziate

Non solo salmone. Anche la trota, grazie alle medesime condizioni produttive, ha registrato un +11% in valore e +20% in volume, con Lituania, Stati Uniti e Ucraina tra i mercati principali. Allo stesso tempo, il merluzzo fresco ha visto un incremento del valore (+6%) a fronte di una riduzione dei volumi, indicando una preferenza di mercato per il prodotto norvegese nonostante la contrazione dell’offerta.

Nel segmento dei crostacei, spicca il granchio reale con +46% in valore e la grancevola artica, che ha raggiunto un valore di 112 milioni di corone a luglio. La domanda statunitense continua a trainare, anche per effetto della ripresa delle importazioni di prodotto congelato.

Luci e ombre per le specie tradizionali

Le performance non sono uniformi per tutte le specie. Il baccalà registra una flessione preoccupante: -40% in volume e -33% in valore rispetto a luglio 2024. Le cause sono legate alle quote di pesca più restrittive e all’accesso limitato alla materia prima, ma anche a un mercato che sta riconsiderando il posizionamento del prodotto in termini di prezzo e consumo.

Anche le esportazioni di sgombro e aringa hanno mostrato un calo in valore e volume, nonostante buone performance nei mesi precedenti. Si tratta di un segmento più volatile, influenzato dalle dinamiche stagionali e da richieste molto specifiche da parte dei mercati africani e dell’Europa settentrionale.

Prospettive e obiettivi di lungo termine

Con 99 miliardi di corone già raggiunti nei primi sette mesi dell’anno, la Norvegia è sulla buona strada per superare i 100 miliardi del 2018 e stabilire un nuovo record storico nel 2025. Ma il dato più significativo è la resilienza dell’intero comparto, capace di affrontare un contesto globale complesso attraverso innovazione, logistica avanzata, intelligence sui mercati e una capacità di marketing che rappresenta un benchmark per l’intero settore ittico europeo.

Il mese di luglio 2025 segna dunque un passaggio strategico per le esportazioni ittiche norvegesi: non solo numeri in crescita, ma una visione industriale integrata e un marketing territoriale efficace. La Norvegia consolida la propria leadership nei mercati globali grazie a prodotti di qualità, intelligence commerciale e una gestione strategica dell’immagine e della reputazione nei singoli paesi, Italia compresa.

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L’andamento stagionale del mercato ittico europeo dal 2023 al 2025

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Nel triennio 2023–2025, l’andamento stagionale del mercato ittico ha confermato una struttura ciclica nei volumi e nei prezzi che condiziona direttamente le scelte operative di pesca, trasformazione e distribuzione. A renderlo evidente è il grafico mensile elaborato da EUMOFA all’interno del report MH 7 2025, dove le linee relative ai tre anni mostrano una chiara regolarità di picchi e flessioni, mese dopo mese.

Il primo elemento visibile è la ricorrenza di una curva ascendente tra gennaio e marzo, seguita da una flessione progressiva in estate, con un calo accentuato tra giugno e agosto. I volumi tendono poi a risalire tra settembre e novembre, per toccare i massimi annuali nel mese di dicembre. Questo schema, ripetuto nei tre anni analizzati, riflette un ciclo commerciale strettamente legato sia al consumo stagionale sia alla pianificazione industriale.

Nel 2025, il mese di marzo ha registrato il valore medio più elevato al chilo (1,52 EUR/kg), pur in presenza di volumi inferiori rispetto al 2024 e al 2023. Si tratta di un’informazione significativa, perché dimostra come l’andamento stagionale del mercato ittico non sia solo una questione di disponibilità del prodotto, ma anche di valorizzazione economica e posizionamento commerciale.

Un altro dato rilevante riguarda il periodo estivo: da giugno ad agosto i volumi scendono sensibilmente ogni anno, ma i prezzi non crollano. Questo equilibrio suggerisce una relativa tenuta della domanda, probabilmente alimentata dai consumi turistici e dalle strategie di lavorazione e conservazione adottate in previsione di questi mesi meno produttivi.

Dal punto di vista della trasformazione, l’impatto della stagionalità si traduce in una pianificazione anticipata, con scorte e lavorazioni concentrate nei mesi a più alta disponibilità. La stessa logistica della distribuzione si modula su questa dinamica, rendendo imprescindibile per le aziende della filiera conoscere e anticipare le fluttuazioni mensili.

Sul piano delle politiche pubbliche e della programmazione industriale, l’osservazione di questi dati consente una lettura più fine delle esigenze reali di mercato. Il fatto che il prezzo medio al chilo abbia un andamento meno volatile rispetto ai volumi suggerisce che la redditività può essere protetta anche in periodi di contrazione, a patto di saper gestire strategicamente la disponibilità.

Leggere i dati per anticipare il mercato
L’analisi dell’andamento stagionale del mercato ittico europeo tra 2023 e 2025 mette in luce una struttura prevedibile ma non rigida, che può offrire vantaggi competitivi a chi sa utilizzarla. Il valore dei dati EUMOFA non sta solo nella fotografia del presente, ma nella loro capacità di orientare scelte informate lungo tutta la filiera, dalla barca al banco vendita.

I dati EUMOFA confermano che la stagionalità non è un fattore da subire, ma uno strumento da interpretare. Capirla vuol dire programmare meglio, vendere meglio, trasformare meglio.

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Le imprese del mare protagoniste del focus partecipativo T.I.D.E.

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Si è svolto a Mazara del Vallo, come da programma, un momento partecipativo promosso dal progetto T.I.D.E. – Tradition, Inclusivity, Diversification, and Ecotourism for Sustainable Seas, con al centro le imprese siciliane del pescaturismo e dell’ittiturismo.

L’iniziativa ha coinvolto operatori attivi nel settore e nuove realtà interessate ad avviare un’attività legata al mare, in un confronto diretto e informale guidato da facilitatori esperti. L’obiettivo: raccogliere idee, esperienze e bisogni reali per costruire insieme un turismo costiero autentico, rigenerativo e integrato con le eccellenze del territorio.

Durante l’incontro, strutturato come un focus group partecipativo, i presenti hanno potuto raccontare la propria attività o idea imprenditoriale, contribuendo alla raccolta dati attraverso la compilazione di questionari collettivi. Un passo concreto per dare voce a chi ogni giorno vive e lavora sul mare.

Prossimo step: tre giornate di co-progettazione per dare forma ai pacchetti turistici esperienziali

Il percorso del progetto T.I.D.E. prosegue con tre workshop tematici previsti per il 26, 27 e 28 agosto 2025 presso il Civic Center di Mazara del Vallo.
Tre giornate di ideazione collettiva, aperte a tutti gli attori della filiera costiera: pescatori, aspiranti operatori, produttori, ristoratori, studenti, artigiani, associazioni e realtà locali.
Il programma:
26 agosto – La biodiversità che si racconta
Pesca sostenibile, ambienti marini e narrazioni ecologiche per esperienze immersive e educative.
27 agosto – Tradizioni enogastronomiche da gustare e tramandare
Ricette del mare, prodotti tipici e cucina locale per valorizzare il legame tra mare e cultura gastronomica.
28 agosto – Innovazione e turismo del futuro
Strumenti digitali, piattaforme e nuove professioni per innovare senza perdere l’identità.
Ogni workshop sarà un laboratorio creativo in cui costruire insieme proposte turistiche esperienziali in linea con i valori di sostenibilità, inclusione e autenticità.

Come partecipare

Indica le giornate a cui intendi partecipare. È possibile aderire anche a una sola giornata. Scrivi a info@pesceinrete.com.

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