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Pubblicata relazione della Commissione su misure tecniche per la pesca

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Pubblicata relazione della Commissione su misure tecniche per la pesca – La Commissione Europea ha pubblicato un rapporto dettagliato sull’attuazione delle misure tecniche volte a proteggere le risorse ittiche e gli ecosistemi marini. Questo documento evidenzia le azioni intraprese per garantire una gestione sostenibile della pesca e minimizzare l’impatto negativo delle attività di pesca sulla biodiversità marina.

Le misure chiave

Le misure tecniche descritte nel rapporto comprendono una serie di disposizioni innovative:

1. Utilizzo di attrezzi e pratiche di pesca innovativi: l’adozione di attrezzature moderne è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di pesca.
2. Dimensioni minime di conservazione: stabilire dimensioni minime per le specie ittiche permette di proteggere i giovani esemplari e favorire il recupero degli stock.
3. Limitazioni e divieti di pesca: l’introduzione di restrizioni in specifiche zone o periodi è essenziale per la tutela delle aree di riproduzione e delle specie sensibili.

Dal 2021, la Commissione ha approvato 14 atti delegati, basati su raccomandazioni congiunte degli Stati membri e pareri scientifici. Tra le misure più rilevanti:

– Protezione della focena comune nel Mar Baltico: iniziative mirate per salvaguardare questa specie vulnerabile.
– Chiusura stagionale per l’halibut atlantico: restrizioni nello Skagerrak e nel Kattegat per proteggere le aree di riproduzione di questa importante specie commerciale.

Il rapporto include anche contributi del Consiglio Internazionale per l’Esplorazione del Mare (ICES), che ha fornito aggiornamenti sugli attrezzi innovativi per la pesca. L’innovazione è cruciale per garantire la resilienza e la competitività del settore ittico europeo, permettendo di offrire ai consumatori prodotti ittici di alta qualità con un impatto minimo sull’ambiente marino.

Aree di miglioramento

Nonostante i progressi, il rapporto individua alcuni ambiti che necessitano di ulteriori miglioramenti. In particolare, è fondamentale accelerare l’adozione di misure per attenuare l’impatto sulle specie sensibili. Il coinvolgimento di tutti gli attori interessati, specialmente dei Consigli consultivi, è essenziale per l’efficace attuazione delle misure tecniche.

Contesto normativo

Il regolamento sulle misure tecniche, entrato in vigore nel 2019, mira a supportare gli obiettivi della Politica Comune della Pesca e a raggiungere un buono stato ambientale, come stabilito nella Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino e nelle direttive Uccelli e Habitat. Il regolamento permette agli Stati membri dell’UE di concordare misure tecniche regionali, adattate alle specifiche circostanze di ogni bacino marittimo.

La Commissione è tenuta a riferire sull’attuazione del regolamento ogni tre anni. Questo è il secondo rapporto pubblicato da quando il regolamento è entrato in vigore, e offre una panoramica completa delle azioni intraprese e dei risultati ottenuti finora.

Il nuovo rapporto della Commissione Europea rappresenta un passo importante verso la sostenibilità della pesca e la protezione degli ecosistemi marini. Con l’adozione di attrezzi innovativi e pratiche sostenibili, l’UE dimostra il suo impegno nel garantire un futuro resiliente e prospero per il settore ittico. Il continuo miglioramento e l’adattamento delle misure tecniche sono essenziali per affrontare le sfide ambientali e promuovere una pesca responsabile e sostenibile.

Pubblicata relazione della Commissione su misure tecniche per la pesca

 

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Le carriere blu per un’economia del mare sostenibile

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Le carriere blu per un’economia del mare sostenibile – La Blue Economy e la filiera del mare rappresentano un settore di grande rilievo, che potrebbero offrire importanti opportunità per lo sviluppo occupazionale. Il mare Adriatico e la costa emiliano-romagnola posseggono caratteristiche e potenzialità per generare una reale crescita blu nei prossimi anni. Questo sarà possibile solo se si investirà concretamente nell’Istruzione, nella formazione professionale e in nuove competenze blu per lo sviluppo delle carriere professionali perché un’economia blu competitiva, resiliente e socialmente equa necessita di figure professionali altamente qualificate e con competenze professionali adeguate ai bisogni delle imprese.

Oggi diversi settori economici, come il settore della pesca e dell’acquacoltura, hanno difficoltà a trovare personale qualificato e competente e questo ostacola fortemente la loro crescita: nel settore ittico sono 25.000 sono gli occupati in Italia, con una contrazione di oltre il 38% negli ultimi vent’anni. A questo si aggiunge l’invecchiamento dei lavoratori nel settore della pesca, con oltre il 58% della forza lavoro che ha un’età compresa tra 40 e 64 anni e con il 7% dei pescatori con un’età superiore ai 65 anni. Nell’ultimo ventennio tanti marinai hanno abbandonato il settore e oggi, con un’età media elevata, bassi livelli di scolarizzazione e con competenze obsolete, il settore è fortemente minacciato dalla mancanza di una manodopera qualificata e di professionisti qualificati in grando di governare e orientare le strategie mirate a tutelare e salvaguardare le risorse e l’approvvigionamento ittico sulle nostre coste.

E sulle future professioni del mare se ne parlerà a Borgomarina di Cervia, mercatino dei pescatori, giovedì 1° agosto, alle ore 21, all’appuntamento settimanale organizzato dalla Cooperativa Pescatori di Cervia. Alla serata dedicata alle professioni blu, condotta da Massimo Bellavista, responsabile pesca e acquacoltura Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare, parteciperanno Piergiorgio Vasi, Responsabile Sviluppo e Valorizzazione della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Bonaldo, Professore ordinario dell’Università di Bologna, Laura Zambrini, Project Leader Demetra Formazione, Giuditta Carbone, Biologa e Ricercatrice della Cooperativa MARE.

A livello europeo diverse sono le azioni messe in campo per dare risposte a tali criticità, principalmente mirate a ridurre il divario tra l’offerta formativa e le esigenze del mercato del lavoro ma anche per migliorare l’attrattività e la consapevolezza sulle opportunità occupazionali e di carriera nell’economia del mare. Ciò non è sufficiente e oggi più che mai il settore ha bisogno di investimenti strutturali e di puntuali strategie per l’orientamento professionale dei giovani e delle giovani. Per far fronte a questa criticità l’Unione Europea ha pubblicato un avviso pubblico (carriere blu, fondo europeo per le attività marittime, la pesca e acquacoltura 2021/ 2027), mirato a contribuire allo sviluppo di una prossima generazione di competenze blu e per offrire opportunità di carriere marittime attraenti e sostenibili. E tra gli 8 progetti approvati in tutta Europa è presente BOUTCAR (Blue Jobs Through Blue Careers) che mira a sviluppare nuovi profili professionali e nuove competenze nella Blue Economy al fine di garantire l’occupabilità degli operatori della pesca e dell’acquacoltura e per favorire l’avvicinamento delle giovani generazioni alle professioni del mare.

Il progetto vede un’ampia rete di soggetti pubblici e privati, impegnati nell’identificazione di profili professionali e competenze, nella sperimentazione di pacchetti didattici e nello sviluppo di un network dell’istruzione e della formazione professionale nella Blue Economy. L’Italia è capofila del partenariato europeo (Paesi coinvolti Italia, Spagna, Grecia, Belgio), capitanata dall’Ente Demetra Formazione, assieme a Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Mare Società Cooperativa e l’Università di Bologna – Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie.

Le carriere blu per un’economia del mare sostenibile

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Conosciamo meglio la medusa uovo fritto

Conosciamo meglio la medusa uovo fritto

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Conosciamo meglio la medusa uovo fritto – Negli ultimi anni, il Mar Mediterraneo è diventato sempre più affollato da specie marine. Dopo larrivo del granchio blu e del vermocane, ora è il turno della Cotylorhiza tuberculata, comunemente nota come medusa uovo fritto. Questa medusa, facilmente riconoscibile per il suo aspetto simile a un uovo fritto, sta invadendo le nostre coste, spinta dal riscaldamento climatico e dalla diminuzione dei suoi predatori naturali.

Cos’è la Cotylorhiza tuberculata?

La medusa uovo fritto deve il suo nome al caratteristico aspetto bianco-giallastro che ricorda un uovo fritto. Con un diametro tra i 20 e i 35 centimetri, è facilmente riconoscibile nelle acque del Mediterraneo.

Il riscaldamento climatico e la proliferazione delle meduse

Aumento delle temperature marine
Il riscaldamento delle acque marine favorisce la proliferazione della Cotylorhiza tuberculata, permettendo una maggiore sopravvivenza e riproduzione delle meduse.

Diminuzione dei predatori naturali
La riduzione dei predatori naturali, come tartarughe marine e pesci specifici, ha contribuito all’incremento delle popolazioni di meduse, a causa di attività umane e cambiamenti climatici.

Impatti sulla vita marina e sul turismo

Effetti sull’ccosistema
Le meduse uovo fritto svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema marino, nutrendosi di plancton e fornendo un habitat per piccoli pesci e invertebrati. Tuttavia, la loro proliferazione può indicare problemi ambientali, come l’aumento delle temperature marine e la diminuzione dei predatori naturali.

Impatti sulle attività balneari
La presenza massiccia di meduse può influire negativamente sul turismo balneare. Tuttavia, la Cotylorhiza tuberculata non rappresenta un pericolo serio per l’uomo, poiché non causa irritazioni significative. Una corretta informazione può ridurre la preoccupazione tra i bagnanti e mantenere l’affluenza turistica.

La Cotylorhiza tuberculata rappresenta un interessante caso di studio sui cambiamenti climatici e il loro impatto sull’ecosistema marino. Informare correttamente il pubblico sui rischi reali e i benefici di queste meduse può aiutare a mantenere l’equilibrio tra conservazione della biodiversità e attività turistiche.

Nutrimento e catena alimentare

Dieta e predazione
La Cotylorhiza tuberculata si nutre principalmente di plancton, che include piccoli organismi come alghe, protozoi, piccoli crostacei e larve di pesci. Consumando plancton, questa medusa contribuisce a mantenere l’equilibrio delle popolazioni planctoniche, evitando il sovraffollamento di queste micro-organismi nell’ecosistema marino.

Prede e predatori
– Predatori della medusa: le tartarughe marine, alcuni pesci pelagici e altri predatori marini si nutrono di Cotylorhiza tuberculata. Questo la rende una componente fondamentale della catena alimentare marina, integrando il trasferimento di energia tra diversi livelli trofici.
– Habitat per altre specie: i tentacoli della medusa offrono rifugio e protezione per piccoli pesci e invertebrati, che trovano riparo dai predatori più grandi tra le sue appendici.

Indicatori ambientali

Salute dell’ecosistema
La presenza e l’abbondanza della Cotylorhiza tuberculata possono essere utilizzate come indicatori dello stato di salute dell’ecosistema marino. Un aumento delle popolazioni di meduse può indicare cambiamenti nelle condizioni ambientali, come il riscaldamento delle acque e la diminuzione dei predatori naturali.

Cambiamenti climatici
La proliferazione della Cotylorhiza tuberculata è spesso correlata con l’aumento delle temperature marine dovuto ai cambiamenti climatici. Monitorare queste popolazioni può fornire preziose informazioni sui cambiamenti climatici e sugli effetti di questi cambiamenti sugli ecosistemi marini.

Benefici per la ricerca scientifica

Studi ecologici
Gli scienziati utilizzano la Cotylorhiza tuberculata per studiare vari aspetti dell’ecologia marina, inclusi i comportamenti di alimentazione, la dinamica delle popolazioni e le interazioni tra specie. Questi studi aiutano a comprendere meglio il funzionamento degli ecosistemi marini e le relazioni tra le diverse specie.

Ricerca sui cambiamenti climatici
Le meduse, inclusa la Cotylorhiza tuberculata, sono utili per la ricerca sui cambiamenti climatici, poiché le loro popolazioni possono rispondere rapidamente ai cambiamenti ambientali. Studiando le meduse, i ricercatori possono raccogliere dati preziosi sui modelli di riscaldamento oceanico e sui loro effetti.

Importanza per la biodiversità

Ruolo nell’ecosistema
Le meduse, inclusa la Cotylorhiza tuberculata, sono essenziali per la biodiversità marina. Mantengono l’equilibrio tra popolazioni planctoniche e forniscono cibo e rifugio per altre specie. La loro presenza aiuta a sostenere una vasta gamma di organismi marini, contribuendo alla complessità e alla resilienza dell’ecosistema.

Contributo alla ricchezza biologica
La Cotylorhiza tuberculata, con la sua presenza, contribuisce alla diversità biologica del Mediterraneo. La biodiversità è fondamentale per la stabilità degli ecosistemi, poiché una maggiore varietà di specie rende gli ecosistemi più resistenti ai cambiamenti e alle perturbazioni.

La medusa uovo fritto è molto più di una semplice curiosità marina. Svolge un ruolo vitale nell’ecosistema marino del Mediterraneo, contribuendo alla catena alimentare, agendo come indicatore ambientale e supportando la biodiversità. Comprendere l’importanza di questa specie è cruciale per la conservazione e la gestione sostenibile degli ecosistemi marini.

Conosciamo meglio la medusa uovo fritto

 

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Le pecie invasive dal mare al piatto

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Le pecie invasive dal mare al piatto– Le specie invasive sono un problema crescente in molti ecosistemi marini, inclusi quelli del Mar Baltico. Queste specie, introdotte accidentalmente o intenzionalmente, possono avere un impatto significativo sulla biodiversità locale e sugli stock ittici commerciali. Ma cosa succederebbe se trasformassimo questa minaccia in un’opportunità culinaria? Scopriamo come il progetto Life Climate Smart Chefs sta rivoluzionando il modo in cui vediamo e utilizziamo queste specie invasive.

Specie invasive nel Mar Baltico

Secondo il report “Specie invasive nel Mar Baltico e il loro impatto sugli stock ittici commerciali” pubblicato da CINEA nel dicembre 2023, quattro specie principali hanno avuto un impatto significativo: il ghiozzo rotondo, la noce di mare, il granchio del fango e la pulce d’acqua dell’amo da pesca (Cercopagis pengoi). Queste specie competono con i pesci autoctoni per il cibo e l’habitat, mettendo a rischio l’equilibrio dell’ecosistema.

Una soluzione creativa: la cucina

Il progetto Life Climate Smart Chefs, finanziato con 961.976 euro, coinvolge chef da tutta Europa per promuovere diete sostenibili e a basse emissioni. Questi chef sono stati formati per incorporare specie invasive nelle loro ricette, trasformando una minaccia ecologica in una risorsa culinaria.

Chef come Chiara Pavan, Climate Pact Ambassador, stanno già sperimentando nuove ricette. Un esempio è l’uso del granchio del fango in insalate fresche o insieme agli spaghetti con pomodorini e nero di seppia. Queste ricette non solo aiutano a controllare la popolazione di specie invasive, ma promuovono anche una cucina più sostenibile.

Nonostante le sfide che le specie invasive rappresentano per il Mar Baltico, esistono soluzioni innovative e sostenibili. Attraverso l’impegno di chef creativi e il supporto di progetti come Life Climate Smart Chefs, possiamo trasformare una minaccia ecologica in un’opportunità per la cucina sostenibile. Invitiamo i lettori a riflettere su come anche le piccole azioni, come scegliere ingredienti sostenibili, possano avere un grande impatto.

Le pecie invasive dal mare al piatto

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Grupo Consorcio e Fundación ECOALF firmano accordo per proteggere gli oceani

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Grupo Consorcio e Fundación ECOALF firmano accordo per proteggere gli oceani – Grupo Consorcio, azienda spagnola leader internazionale nel segmento premium del mercato delle conserve ittiche, ha firmato un accordo di collaborazione con la Fundación Ecoalf, con l’obiettivo di promuovere progetti di tutela e miglioramento dei mari e degli oceani. L’accordo si concretizza nell’ambito del progetto “Upcycling the Oceans“, iniziativa leader a livello internazionale nella lotta ai rifiuti marini e principale progetto della Fondazione Ecoalf, ente spagnolo senza scopo di lucro nato nel 2015, che fonda il suo impegno sulla salvaguardia degli oceani e sull’economia circolare.

Nato in Spagna nel 2015, Upcycling the Oceans è cresciuto nel tempo in modo esponenziale fino a raggiungere anche l’Italia e altri Paesi come la Grecia, la Francia, l’Egitto e la Thailandia, con la prospettiva di espandersi ad altre nazioni del Mediterraneo. Il progetto si distingue per l’approccio innovativo, coinvolgendo il settore della pesca nella raccolta quotidiana dei rifiuti marini attraverso i pescatori. I rifiuti raccolti dalle reti vengono depositati nei porti in appositi contenitori e quindi trasportati agli impianti di trattamento per la selezione e il riciclaggio, dove vengono trasformati in nuovi prodotti.

Grupo Consorcio, attraverso questo accordo, sosterrà la Fondazione Ecoalf nei suoi sforzi contro i rifiuti marini per almeno i prossimi quattro anni. Questo impegno mira non solo a ripulire gli oceani, ma anche a dare una seconda vita ai rifiuti recuperati e a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di prevenire l’inquinamento marino.

Valeria Piaggio, Vicepresidente di Grupo Consorcio, ha dichiarato: “Questo accordo con la Fondazione Ecoalf rafforza il nostro impegno per una pesca sostenibile e l’importanza di prendersi cura delle nostre risorse naturali. Sostenere ‘Upcycling the Oceans’ ci permette di contribuire attivamente alla pulizia degli oceani e alla trasformazione dei rifiuti in nuovi prodotti, in linea con i nostri valori e obiettivi ambientali”.

Questo accordo si colloca nel più ampio impegno verso la sostenibilità di Grupo Consorcio, che è BCorp dal 2019, tra i primi nel settore delle conserve ittiche.

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