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Che volto ha oggi il mercato ittico italiano? – Il mercato ittico italiano rappresenta un unicum nel contesto europeo, caratterizzato da un forte legame con il pesce fresco e con modalità di acquisto che privilegiano la filiera corta e le pescherie locali. Tuttavia, i dati emersi dallo Special Eurobarometer 558, pubblicato dalla Commissione Europea, evidenziano cambiamenti significativi nelle abitudini di consumo, con una crescente preferenza per i prodotti trasformati e un’attenzione crescente alla sostenibilità e alla tracciabilità.
L’Italia e il consumo di pesce: il fresco domina, ma il surgelato cresce
L’Italia si conferma tra i Paesi con il più alto consumo di pesce fresco in Europa. Il 42% degli italiani consuma pesce fresco almeno una volta a settimana, un dato significativamente superiore alla media europea del 27%. Tuttavia, questa percentuale è in calo di 8 punti percentuali rispetto al 2021, segnale di un’evoluzione nelle abitudini di consumo che privilegia sempre più prodotti conservabili e facili da preparare.
In questo contesto, i prodotti surgelati e trasformati stanno guadagnando popolarità. Il 25% dei consumatori italiani consuma pesce surgelato almeno una volta a settimana, un dato vicino a quello di Paesi come la Francia e la Germania. Questo trend riflette una crescente domanda di prodotti pratici e accessibili, probabilmente influenzata anche dalla pressione inflazionistica sugli acquisti alimentari.
Dove acquistano il pesce gli italiani? Pescherie ancora forti, ma la GDO cresce
A differenza della maggior parte dei Paesi europei, dove il 74% dei consumatori acquista pesce nei supermercati e ipermercati, in Italia questa percentuale è più bassa: il 60% degli italiani continua a preferire pescherie e mercati specializzati. Questo dato riflette una cultura d’acquisto orientata alla freschezza e alla fiducia nel commercio al dettaglio, soprattutto nel Sud Italia.
Tuttavia, la grande distribuzione organizzata sta consolidando la propria posizione anche nel settore ittico, grazie a un’offerta sempre più ampia di prodotti surgelati e ready-to-eat, che incontrano le esigenze di chi ha meno tempo per cucinare.
Prezzo e origine: i fattori chiave nelle scelte di acquisto
L’indagine conferma che il prezzo è il principale criterio di acquisto per gli italiani: il 55% dei consumatori indica il costo come il fattore decisivo, superando l’aspetto estetico del prodotto (52%). Questo dato è in linea con la tendenza europea, dove l’inflazione ha aumentato la sensibilità al prezzo anche nel settore alimentare.
Nonostante il peso del fattore economico, gli italiani prestano una particolare attenzione alla provenienza del pesce. Il 46% dei consumatori ritiene fondamentale conoscere il Paese d’origine del prodotto, mentre il 41% desidera informazioni dettagliate sulla località di allevamento o cattura. Questo evidenzia una domanda crescente di trasparenza e tracciabilità, un aspetto che le aziende ittiche dovranno sempre più valorizzare per rispondere alle esigenze del mercato.
Pesce selvaggio vs acquacoltura: la sfida della percezione
Nonostante i progressi dell’acquacoltura sostenibile, il pesce selvaggio continua a essere la scelta predominante per i consumatori italiani. Il 36% dichiara di preferire il pesce pescato in mare, mentre solo l’8% sceglie consapevolmente il pesce allevato.
Tuttavia, un dato interessante è che il 31% dei consumatori non ha una preferenza specifica tra selvatico e allevato, suggerendo un potenziale margine di crescita per il settore dell’acquacoltura, che dovrà investire in una comunicazione più efficace per migliorare la percezione della qualità e della sostenibilità dei propri prodotti.

Etichettatura e sostenibilità: italiani sempre più attenti alle informazioni
L’attenzione verso la trasparenza nell’etichettatura è in aumento. Il 63% degli italiani considera essenziale la presenza della data di scadenza, mentre il 50% ritiene importante conoscere la specie del pesce acquistato.
L’interesse per la provenienza geografica è in crescita: il 41% dei consumatori vuole sapere in quale mare è stato pescato il prodotto, mentre il 46% considera importante conoscere il Paese di origine per i prodotti di acquacoltura.
Nonostante la sostenibilità sia ancora un fattore secondario rispetto a prezzo e qualità, il 17% degli italiani indica l’impatto ambientale come criterio di scelta, una percentuale in aumento rispetto agli anni precedenti. Questo trend suggerisce che, nei prossimi anni, le certificazioni ambientali e la comunicazione su pratiche sostenibili avranno un ruolo sempre più rilevante.
Il futuro del mercato ittico italiano
Il mercato ittico italiano è in una fase di transizione, in cui la tradizione si confronta con le nuove esigenze di praticità, accessibilità e trasparenza. Per rispondere alle evoluzioni del mercato, i produttori e i distributori dovranno investire su:
- Comunicazione chiara e trasparente per valorizzare l’origine e la qualità del pesce.
- Maggior promozione dell’acquacoltura come alternativa sostenibile e sicura.
- Ampliamento dell’offerta di prodotti ready-to-eat e trasformati per incontrare le esigenze dei consumatori moderni.
L’Italia si distingue ancora per il suo forte legame con il pesce fresco e le pescherie locali, ma sta progressivamente convergendo con le tendenze europee, caratterizzate da un crescente interesse per prodotti trasformati, maggiore tracciabilità e una più forte attenzione alla sostenibilità.
Il 2024 è stato un anno chiave per il settore, tra tradizione e innovazione, e le aziende dovranno saper interpretare questi cambiamenti per mantenere competitività in un mercato sempre più dinamico.

L’Italia nello Special Eurobarometer 558
Consumo di pesce fresco e prodotti trasformati in Italia
L’Italia ha un consumo settimanale di pesce fresco del 42%, contro il 27% della media UE.
Il calo di 8 punti percentuali rispetto al 2021 è confermato nel report.
Il 25% degli italiani consuma pesce surgelato settimanalmente, in linea con Paesi come Francia e Germania.
Canali di acquisto del pesce in Italia
Il 60% degli italiani acquista pesce nelle pescherie e nei mercati locali, contro il 74% della media UE che sceglie i supermercati.
Il canale GDO è in crescita, ma l’Italia è tra i Paesi con il maggior uso di mercati specializzati.
Fattori che influenzano l’acquisto
Il 55% degli italiani considera il prezzo il fattore principale nella scelta del pesce, superando l’aspetto estetico (52%).
Il 46% considera fondamentale la provenienza geografica del pesce, mentre il 41% vuole informazioni dettagliate su dove è stato allevato o pescato.
(Fonte: pagine 8-9, sezione sulle motivazioni di acquisto).
Preferenza per pesce selvaggio vs allevato
Il 36% degli italiani preferisce pesce selvaggio, mentre solo l’8% sceglie consapevolmente prodotti di acquacoltura.
Il 31% non ha una preferenza specifica tra allevato e selvatico, segnalando un’opportunità di crescita per il settore dell’acquacoltura.
Interesse per etichette e tracciabilità
Il 63% degli italiani considera essenziale la data di scadenza sulle confezioni.
Il 50% vuole conoscere la specie del pesce acquistato.
Il 41% ritiene importante sapere in quale mare è stato pescato il pesce e il 46% considera fondamentale il Paese di origine per il pesce allevato.
Crescente attenzione alla sostenibilità
Il 17% degli italiani considera l’impatto ambientale un criterio di scelta, un dato in aumento rispetto agli anni precedenti.
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