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Caviar Giaveri: l’eleganza del caviale illumina le tavole di Pasqua

Caviar Giaveri: l’eleganza del caviale illumina le tavole di Pasqua

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Caviar Giaveri: l’eleganza del caviale illumina le tavole di Pasqua – Caviar Giaveri, simbolo di eccellenza nella gastronomia di alta classe, si conferma protagonista ideale delle festività pasquali, portando sulla tavola dei più raffinati intenditori due selezioni del suo caviale di qualità senza pari.

Tra le proposte spicca l’Osietra Classic, un caviale che brilla di eleganza. Con il suo colore bruno e le sfumature dorate, incarna la perfezione in ogni sfumatura di gusto. Le uova di storione, selezionate con la massima attenzione, offrono un sapore ricco e vellutato, in grado di emozionare il palato con la sua delicatezza e al contempo la sua intensità. Le note di burro e nocciola lo rendono ideale per accompagnare piatti gourmet come antipasti di pesce, crostacei o semplici blinis, regalando un’esperienza che esalta ogni momento della degustazione. Il caviale Osietra Classic è da provare sicuramente nelle combinazioni di Scampi al limone, mascarpone e caviale Osietra Classic; Cannoli salati con ricotta e caviale Osietra; Blinis, panna acida, crema di melanzane e caviale Osietra.

L’altra prelibata selezione pensata per le tavole pasquali è il Golden Sterlet: un’edizione limitata di lusso e raffinatezza. Questa tipologia di caviale rappresenta un’autentica rarità, con le sue uova dorate e lucenti che catturano la luce in modo straordinario. La sua consistenza setosa e il sapore delicato, che richiama l’inconfondibile essenza del mare, sono l’espressione di una raffinatezza senza pari. Proveniente dallo storione albino, una specie fragile che vive in acque profonde e protette, questo caviale si distingue per la sua eccezionalità. Riservato per le occasioni più prestigiose, Golden Sterlet è il massimo dell’esclusività, ideale da gustare in purezza per chi cerca un’esperienza senza compromessi. Tra le prelibate soluzioni gastronomiche è perfetto con Ricciola saltata, panna acida e caviale Golden Sterlet ma anche con un Risotto al nero di seppia.

Il percorso che porta alla creazione di ogni granello di caviale Caviar Giaveri è guidato da una filosofia che privilegia la selezione delle migliori materie prime, la lavorazione artigianale e l’adozione di metodi sostenibili. Ogni prodotto offre un’esperienza sensoriale unica, in perfetto equilibrio tra lusso, eleganza senza tempo e impegno verso il futuro. Da oltre quarant’anni, infatti, l’azienda rappresenta un punto di riferimento nel settore, grazie alla sua capacità di unire tradizione e innovazione, sempre nel rispetto della natura e attraverso una cura maniacale per ogni singolo dettaglio. I prodotti Caviar Giaveri sono disponibili nei migliori ristoranti e negozi gourmet in Italia e nel mondo. È possibile acquistare direttamente dal produttore presso il punto vendita di San Bartolomeo di Breda (TV) o tramite il sito ufficiale www.caviargiaveri.com.

Caviar Giaveri: l’eleganza del caviale illumina le tavole di Pasqua

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Piana: “Sinergia tra pesca e ricerca per una gestione sostenibile delle risorse ittiche”

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Piana: “Sinergia tra pesca e ricerca per una gestione sostenibile delle risorse ittiche” – Regione Liguria, insieme alla CCIAA Riviere di Liguria (capofila del GAL FISH Liguria) e all’Università degli Studi di Genova, ha sottoscritto un accordo di collaborazione per promuovere un dialogo costruttivo tra il mondo della pesca e quello della ricerca scientifica. L’iniziativa, inserita nel Piano Nazionale FEAMPA 2021-2027, punta a sviluppare proposte per Piani di Gestione (PdG) finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del comparto ittico ligure.

“In questi anni abbiamo lavorato per sostenere concretamente la pesca e l’acquacoltura liguri, consapevoli del loro ruolo centrale non solo per l’economia locale, ma anche per la valorizzazione delle nostre tradizioni enogastronomiche – dichiara Alessandro Piana, vice presidente della Regione Liguria con delega alla Pesca. – Questo accordo rappresenta un ulteriore passo in avanti: attraverso la ricerca scientifica e il monitoraggio costante, vogliamo garantire la sostenibilità delle attività di pesca, tutelando gli habitat marini e offrendo nuove prospettive per le future generazioni”.

L’accordo prevede attività di studio e analisi volte a migliorare la gestione della pesca in Liguria, con particolare attenzione a: pesce azzurro (sardina e acciuga, incluso il novellame di sardina), gamberi di profondità (Aristeus antennatus, Aristaeomorpha foliacea), utilizzo della sciabica.

Tra le misure previste nei Piani di Gestione figurano: una migliore programmazione dei periodi di fermo pesca per tutelare le risorse marine, controllo dello sforzo di pesca per evitare lo sfruttamento eccessivo, miglioramento delle tecniche di pesca per ridurre l’impatto ambientale.

“I Piani di Gestione rappresentano strumenti fondamentali per rafforzare il ruolo delle comunità dei pescatori e garantire uno sviluppo sostenibile del settore – prosegue Piana. – Lavoriamo affinché la pesca ligure possa coniugare tradizione e innovazione, offrendo prodotti di alta qualità, sicuri e rispettosi dell’ambiente.”

L’iniziativa prevede inoltre il coinvolgimento diretto degli operatori del settore attraverso incontri tematici, analisi di laboratorio, studi sui dati storici della pesca e attività di divulgazione.

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Fedagripesca: oltre 9 ostriche su 10 consumate in Italia sono straniere

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Fedagripesca: oltre 9 ostriche su 10 consumate in Italia sono straniere – Oltre 9 ostriche su 10 consumate in Italia provengono dall’estero, nonostante il Paese, con i suoi oltre 7.000 chilometri di costa, abbia tutte le carte in regola per contendere alla Francia il primato nella produzione di questo pregiato mollusco. Un’opportunità che affonda le radici nella storia: già gli antichi romani praticavano l’ostricoltura, e oggi l’Italia potrebbe riappropriarsi di questa tradizione, sviluppando un mercato dal potenziale economico superiore ai 60 milioni di euro.

A sostenerlo è Confcooperative Fedagripesca, che nel corso di un’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha ribadito la necessità di ridurre l’IVA sulle ostriche dall’attuale 22% al 10%, per rilanciare la competitività dell’ostricoltura italiana rispetto ai produttori europei, che già beneficiano di un’aliquota massima del 10%.

Un mercato dalle grandi potenzialità e dall’alto valore commerciale. Le ostriche, infatti, rappresentano il 30% dei molluschi bivalvi allevati nel mondo, ma sono anche il simbolo di una produzione due volte green.

“La produzione di ostriche – sottolinea Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca – è altamente sostenibile non solo per il suo impatto ambientale quasi zero ma perché le ostriche per formare i loro gusci di carbonato di calcio, catturano CO₂ dall’acqua. Con 1 chilogrammo di ostriche si sottrae all’ambiente fino a 500 grammi di CO₂. Questo processo non solo mitiga l’acidificazione degli oceani – conclude Tiozzo- ma rende l’ostricoltura un vero e proprio strumento di contrasto ai cambiamenti climatici”.

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Rio Mare: semplicità che sazia, spot che conquista

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Rio Mare: semplicità che sazia, spot che conquista – Nell’industria ittica, così come nel più ampio universo alimentare, la comunicazione è ormai uno degli asset strategici più determinanti. Non basta più proporre un buon prodotto: oggi serve costruire un racconto che emozioni, coinvolga e crei fiducia. La vera differenza tra un marchio che resta impresso nella mente dei consumatori e uno che scompare tra gli scaffali la fa la capacità di comunicare in modo autentico, diretto, coerente con il momento storico che stiamo vivendo.

Ed è in questo scenario che si muovono le campagne più efficaci, quelle che interpretano i bisogni reali delle persone e trasformarli in messaggi semplici, chiari e coinvolgenti. Lo spot “Il Critico” di Rio Mare ne è una dimostrazione concreta: una narrazione che, a mesi di distanza dalla sua uscita, continua ad essere efficace e attuale. Non solo perché racconta la semplicità di un prodotto, ma perché lo fa liberandolo dalle convenzioni del passato e dando voce a una comunicazione moderna, intelligente, capace di creare valore ben oltre il momento d’acquisto.

C’è una verità che non smette di essere valida: a volte, meno è meglio. E Rio Mare lo dimostra con la scelta coraggiosa di rinunciare a slogan e reclamo, affidando allo storytelling visivo e alla forza delle immagini il compito di parlare al pubblico. Lo spot “Il Critico” non è solo un racconto pubblicitario, ma la rottura di uno schema, il superamento di un modo di comunicare ormai saturo di cliché e promesse vuote. Il risultato? Un messaggio che arriva dritto al punto, colpisce pancia e cuore, e lascia un’impressione di duratura.

In un mercato alimentare che spesso si perde dietro a promesse complesse e piatti da mostrare più che da gustare, Rio Mare sceglie un’altra strada. E lo fa con la consapevolezza di chi conosce la propria identità di marca e non ha bisogno di artifici per riaffermarla. “Il Critico” mette in scena un personaggio universale: un esperto gastronomico esausto, che dopo mille assaggi sofisticati trova nella semplicità del tonno Rio Mare il sapore autentico che cercava. Un’immagine che non vuole certo denigrare la ristorazione fine dining, ma che ironizza su un certo esasperato formalismo gastronomico. È una riflessione leggera, che non punta il dito, ma ricorda quanto possa essere appagante la scelta di qualcosa di semplice e genuino.

Il messaggio è diretto e potente: la semplicità funziona. Per Rio Mare non è solo uno stile comunicativo, ma una strategia precisa. Il marchio guarda ai consumatori del segmento best-for-me, quella generazione che vive giornate piene e che cerca soluzioni alimentari pratiche, buone, immediate. Non c’è tempo per interferenze né per spese fuori controllo. Servono prodotti che uniscono qualità e convenienza, che rispondono alla voglia di mangiare bene senza sforzo.

E qui Rio Mare centra il bersaglio. Il suo tonno non è solo un prodotto pratico: è una risposta concreta ai bisogni di chi vuole concedersi il gusto senza rinunciare al tempo per sé. E lo racconta con un tono ironico, fresco, mai invadente, che rende lo spot “Il Critico” un esempio di comunicazione brillante e vicina al pubblico.

La qualità della realizzazione non passa inosservata. La regia pulita, le citazioni cinematografiche, da “The Menu” a “Sideways”, fino a “Ratatouille”, creano un’atmosfera che strappa un sorriso e favorisce l’immedesimazione. Il protagonista non è una caricatura, ma un personaggio credibile, in cui molti possono riconoscersi: chi non ha mai desiderato, dopo tante scelte complicate, un ritorno a qualcosa di semplice e soddisfacente?

Rio Mare dimostra di saper evolvere senza tradire la propria storia. La scelta di evitare slogan non è una mancanza, ma un segno di forza. Il brand si affida alla familiarità conquistata negli anni, rinnovandosi con una comunicazione che non ha bisogno di spiegazioni. È la prova di quanto un marchio solido possa continuare a innovare, senza perdere credibilità.

“Il Critico” rimane, a distanza di mesi, una dichiarazione di intenti: un manifesto della semplicità ritrovata. Non contro la cucina d’autore, ma a favore di un’alternativa concreta, buona e accessibile. E a un sapore così, lo si capisce subito, davvero non serve altro.

Rio Mare: semplicità che sazia, spot che conquista

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Fermo pesca 2025: flessibilità e tutela per il rilancio delle marinerie italiane

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Fermo pesca 2025: flessibilità e tutela per il rilancio delle marinerie italiane – Il fermo pesca 2025 entra ufficialmente in vigore con la firma del decreto da parte del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Una notizia attesa dalle marinerie italiane che apre una nuova fase per il comparto. Il provvedimento, reso noto dal sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra, segna un cambio di passo nella gestione dell’attività di pesca, rispondendo a richieste che da anni il settore avanzava nelle sedi istituzionali nazionali ed europee.

L’obiettivo è chiaro: sostenere concretamente i pescatori italiani e dare un nuovo slancio alle marinerie, spesso messe alle strette da vincoli normativi percepiti come rigidi e scollegati dalla realtà operativa. Il decreto 2025 prosegue sulla strada già intrapresa lo scorso anno con le misure sperimentali, migliorandone la struttura e ampliandone le possibilità operative.

Tra le principali novità, la libertà per le imprese di scegliere autonomamente nei periodi di fermo pesca si conferma un cardine della strategia nazionale. Nessun giorno aggiuntivo obbligatorio, nessun limite imposto dall’alto che non tenga conto delle condizioni reali: il fermo diventa flessibile, adattabile alle esigenze operative dei pescherecci e alle variabili meteo-marine locali.

Il nuovo sistema di calcolo dello sforzo di pesca rappresenta un ulteriore passo avanti. D’ora in avanti, lo sforzo sarà conteggiato solo nei giorni in cui l’attività di pesca viene effettivamente svolta. Questo significa minori sprechi di carburante, un abbattimento dei costi di gestione e una maggiore sicurezza per le imbarcazioni, che non dovranno più affrontare corse frenetiche verso le zone di pesca o affrettare il rientro in porto per rispettare le tabelle prestabilite.

Questa misura non solo riduce l’impatto economico della pesca, ma migliora anche la sostenibilità ambientale dell’attività, rispondendo a quella che è una delle sfide chiave per il futuro del settore ittico: essere competitivi, rispettando però l’ambiente marino e le sue risorse.

Il fermo pesca 2025 si inserisce in una visione più ampia di rilancio della sovranità alimentare italiana ed europea. Restituire dignità e centralità ai pescatori significa tutelare un comparto strategico, che non è solo economia ma anche cultura e presidio del territorio marino.

Il Masaf dimostra di voler ascoltare le voci degli operatori del settore, puntando su una normativa più aderente alla realtà dei porti italiani e delle imprese di pesca. Dopo anni di penalizzazioni e regole poco adatte alle specificità locali, finalmente un percorso che punta alla competitività e alla sostenibilità, mettendo al centro le marinerie e i lavoratori del mare.

Fermo pesca 2025: flessibilità e tutela per il rilancio delle marinerie italiane

 

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