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In settimana la nomina del commissario per il granchio blu

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In settimana la nomina del commissario per il granchio blu – Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato la nomina, entro questa settimana, di un commissario per il granchio blu, evidenziando la gravità della situazione endemica che minaccia il settore della pesca in Italia. La scorsa settimana, durante l’assemblea della Coldiretti, il ministro ha sottolineato l’urgenza di un piano strategico per affrontare questa crisi e la necessità di risorse aggiuntive per sostenere tali interventi.

Impatto economico e ambientale

Secondo recenti studi, il granchio blu ha già causato perdite significative nel settore ittico. I pescatori commerciali hanno riportato danni ingenti alle loro attrezzature e una drastica riduzione delle catture di specie autoctone come l’anguilla e il cefalo, prede preferite del granchio blu. Anche l’acquacoltura è a rischio, poiché molluschi e crostacei allevati diventano facilmente preda di questa specie invasiva. La situazione è resa ancora più critica dall’impatto ambientale, con il granchio blu che altera gli equilibri ecologici e competere con le specie locali per il cibo e lo spazio.

Interventi e soluzioni proposte

L’annuncio del ministro Lollobrigida sulla nomina di un commissario per il granchio blu rappresenta un passo fondamentale nella lotta contro questa emergenza. Il commissario avrà il compito di coordinare un piano strategico di intervento, che includa misure di contenimento e controllo della popolazione di granchi blu nelle acque italiane. Tuttavia, come sottolineato dal ministro, le risorse attualmente disponibili potrebbero non essere sufficienti, rendendo necessaria l’allocazione di fondi aggiuntivi.

Il ministro ha inoltre evidenziato l’importanza del contributo dei centri di ricerca italiani, come l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Questi istituti dovranno studiare a fondo le criticità causate dal granchio blu e sviluppare soluzioni efficaci per mitigare i suoi effetti devastanti. La collaborazione tra scienza e politica è essenziale per affrontare fenomeni di questa portata.

La ricerca scientifica come pilastro della strategia

“I nostri centri di ricerca devono fare un lavoro diverso da quello che hanno fatto fino adesso,” ha precisato Lollobrigida, sottolineando la necessità di un approccio più proattivo e mirato da parte degli istituti di ricerca come l’ISPRA e il CNR. Questi enti dovranno fornire alla politica le soluzioni necessarie per affrontare emergenze ecologiche come quella del granchio blu, garantendo che le misure adottate siano basate su evidenze scientifiche solide.

La nomina di un commissario per il granchio blu e l’implementazione di un piano strategico rappresentano passi cruciali per salvaguardare il settore ittico italiano. Tuttavia, è imperativo che le misure adottate siano sostenute da adeguati finanziamenti e da un forte impegno nella ricerca scientifica. Solo attraverso un’azione concertata sarà possibile contenere la minaccia del granchio blu e proteggere le preziose risorse marine dell’Italia.

Gli operatori del settore ittico, i responsabili politici e i cittadini devono unire le forze per affrontare questa emergenza. È essenziale sostenere le iniziative proposte e promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della biodiversità marina e della sostenibilità delle attività di pesca.

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Il cambiamento climatico e l’impatto sulle risorse ittiche

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Il cambiamento climatico e l’impatto sulle risorse ittiche – Il consumo di pesce è una componente essenziale della dieta globale e rappresenta una fonte primaria di sostentamento per molte comunità costiere. Tuttavia, secondo un recente studio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), le risorse ittiche potrebbero subire un crollo significativo a causa del riscaldamento globale. Questo scenario pone serie preoccupazioni per i pescatori commerciali e le comunità che dipendono dal pesce per la loro sopravvivenza.

Proiezioni sul futuro delle catture ittiche

Secondo il rapporto della FAO, se il riscaldamento globale raggiungesse i 3-4°C rispetto ai livelli preindustriali entro la fine del secolo, circa 50 paesi e territori potrebbero perdere il 30% o più delle loro risorse ittiche sfruttabili. Al contrario, mantenendo l’aumento delle temperature globali entro 1,5-2°C e raggiungendo emissioni nette pari a zero intorno al 2050, le perdite si stabilizzerebbero a meno del 10% per la maggior parte dei paesi.

Il riscaldamento degli oceani riduce il flusso di nutrienti dalle acque profonde agli strati superficiali, compromettendo la base della rete alimentare marina. Questo fenomeno non solo riduce la quantità di fitoplancton, ma influisce anche sulle dimensioni e sulla crescita dei pesci. La “biomassa ittica sfruttabile“, ossia il peso complessivo dei pesci compreso tra 10 g e 100 kg, potrebbe diminuire drasticamente in molti paesi produttori di pesce, come il Perù e la Cina, con perdite previste rispettivamente del 37% e del 31% entro il 2100.

Impatti regionali e prospettive di sostenibilità

I piccoli stati insulari del Pacifico, tra cui Papua Nuova Guinea, Tuvalu e le Isole Salomone, potrebbero vedere diminuzioni di oltre il 40% delle loro risorse ittiche sfruttabili. Entro il 2050, tutti questi paesi rischiano di affrontare un calo del 10% del pesce potenzialmente pescabile. Tuttavia, mantenendo il riscaldamento globale sotto i 2°C, il calo potrebbe essere limitato a un massimo del 13% entro la fine del secolo.

Per mitigare gli impatti del cambiamento climatico, è essenziale che le nazioni sviluppino istituzioni in grado di gestire i cambiamenti nelle attività di pesca. Queste istituzioni potrebbero includere organizzazioni bilaterali o regionali per la gestione delle nuove specie che migrano nelle loro acque. Inoltre, è cruciale supportare i pescatori attraverso la valorizzazione delle catture, offrendo opportunità di impiego alternative e implementando misure di gestione del rischio, come l’assicurazione per le comunità di pesca.

Importanza di ridurre le emissioni di gas serra

Il messaggio chiave degli esperti è chiaro: è imperativo ridurre le emissioni di gas serra per limitare i danni alla pesca. La ricerca dimostra che se si agisce rapidamente per ridurre le emissioni, è possibile minimizzare gli impatti del riscaldamento globale e migliorare la resilienza delle risorse ittiche.

Il settore della pesca si trova dunque di fronte a sfide significative a causa del cambiamento climatico, ma anche a opportunità per adattarsi e diventare più resiliente. La collaborazione tra nazioni, l’adozione di strategie di gestione sostenibile e l’impegno a ridurre le emissioni di gas serra sono cruciali per garantire un futuro sostenibile per la pesca globale.

Il cambiamento climatico e l’impatto sulle risorse ittiche

 

 

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Focus sulla Commissione Pesca e gli eurodeputati siciliani

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Focus sulla Commissione Pesca e gli eurodeputati siciliani – Il Parlamento Europeo ha ufficialmente avviato i lavori della decima legislatura con l’approvazione della composizione numerica e dei membri delle 20 commissioni e 4 sottocommissioni. La sessione inaugurale, tenutasi oggi a Strasburgo, ha segnato un passo importante per l’istituzione, preparandola a affrontare i dossier legislativi nei prossimi cinque anni.

Durante l’ultima giornata della sessione plenaria, il Parlamento Europeo ha dato il via libera alla composizione dei membri delle commissioni e delle sottocommissioni, stabilendo così le basi per il nuovo ciclo legislativo. I 720 eurodeputati, rappresentanti degli 8 gruppi parlamentari, sono pronti a iniziare il loro mandato su importanti questioni politiche a Bruxelles e Strasburgo. Tuttavia, l’elezione dei presidenti e vicepresidenti delle commissioni e sottocommissioni è prevista per martedì 23 luglio, completando così l’organigramma parlamentare.

Eurodeputati siciliani nella Commissione Pesca

Tra i 27 membri della Commissione Pesca, due eurodeputati siciliani si distinguono per il loro ruolo: Giuseppe Milazzo (FdI) e Giuseppe Lupo (Pd). Questi rappresentanti avranno il compito di affrontare le sfide e le opportunità del settore ittico, particolarmente rilevante per la Sicilia e l’intero Mediterraneo. La loro presenza nella commissione è un segnale positivo per la regione, che può contare su una voce forte e autorevole nelle decisioni europee riguardanti la pesca.

Membri sostituti della Commissione Pesca

Oltre ai membri a pieno titolo, la Commissione Pesca include anche membri sostituti che svolgeranno un ruolo cruciale nelle attività della commissione. Tra questi, Carlo Ciccioli (FdI), Marco Falcone (FI) e Anna Maria Cisint (Lega) rappresentano altre forze politiche italiane, assicurando una diversità di opinioni e competenze nella gestione delle politiche ittiche.

Prospettive per il settore ittico

La Commissione Pesca avrà il compito di affrontare numerose sfide nel prossimo mandato, tra cui la gestione sostenibile delle risorse marine, la regolamentazione delle attività di pesca e la promozione della sostenibilità ambientale. Gli eurodeputati siciliani avranno un ruolo cruciale nel garantire che le politiche europee tengano conto delle specificità e delle esigenze del Mediterraneo, contribuendo a un settore ittico prospero e sostenibile.

 

Focus sulla Commissione Pesca e gli eurodeputati siciliani

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Scognamiglio: incentivi dismissione vecchie imbarcazioni consentono pesca responsabile e sicura

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Scognamiglio: incentivi dismissione vecchie imbarcazioni consentono pesca responsabile e sicura – “Con l’atteso decreto direttoriale del Ministero dell’Agricoltura sugli incentivi per la dismissione e demolizione dei vecchi pescherecci, appena pubblicato, si potranno dare risposte concrete a non pochi operatori del settore, con un vantaggio complessivo per l’intero comparto, che così potrà ammodernarsi”. Ad affermarlo è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare.

“Il rinnovo della flotta – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria del mondo cooperativistico – non solo risponde agli obiettivi previsti dall’Unione europea, per una maggiore sostenibilità ambientale dell’attività, ma contribuisce in maniera determinante a garantire la sicurezza in mare dei lavoratori, che con imbarcazioni datate e in condizioni non ottimali risulta molto più difficile da assicurare. D’altra parte, per tutte le imprese della pesca professionale si profilano nuove sfide ed investimenti per l’adozione di tecnologie avanzate, per l’adeguamento ai nuovi standard.

Auspichiamo, dunque, che con il nuovo provvedimento si possa attuare un piano di dismissione volontario che apra una nuova pagina per costruire una pesca sempre più responsabile, attenta all’impatto sulle risorse naturali e che possa anche creare nuove opportunità per un settore importante dell’economia costiera, ma anche strutturalmente fragile, spesso penalizzato, che ha dovuto affrontare molti problemi soprattutto negli ultimi anni, rispetto ai quali solo grazie alla determinazione, al coraggio, all’esperienza, alla capacità dei pescatori di rispondere alle continue sollecitazioni esterne si è riusciti a superare gli ostacoli ed andare oltre”.

“Da parte nostra – ha concluso Scognamiglio – ci sforziamo di guardare in avanti e in quest’ottica facciamo affidamento sulle istituzioni, in particolare sul Ministero dell’Agricoltura, con il quale è stato da tempo avviato un confronto positivo e una proficua collaborazione, che si determinino le condizioni per l’immissione in mare di nuove unità o per l’ammodernamento di quelle riqualificabili, con le misure del programma Feampa, in modo da rendere più competitiva la pesca italiana”.

Scognamiglio: incentivi dismissione vecchie imbarcazioni consentono pesca responsabile e sicura

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Skretting Italia sostiene l’Oasi Marina di Pirano

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Skretting Italia sostiene l’Oasi Marina di Pirano – YouSea è un’istituzione no-profit la cui missione è conservare la biodiversità marina attraverso progetti concreti come l’Oasi Marina di Pirano.

“Abbiamo deciso di sostenere questo progetto spinti dall’urgenza di agire per preservare il mare e la sua biodiversità. Skretting Italia è fortemente impegnata nella sostenibilità,” commenta Umberto Luzzana Marketing Manager di Skretting Italia “ed è quindi stata una scelta naturale contribuendo attraverso una corretta informazione sull’acquacoltura, troppo spesso oggetto di fake news e traducendo in lingua slovena il Kit di Comunicazione ‘Acqua in Bocca!’”

L’obiettivo di Acqua in Bocca è quello di affrontare gli argomenti più discussi del momento, ma anche sfatare alcuni dei falsi miti più comuni e dare risposte alle domande più frequenti sull’acquacoltura. Il Kit è stato realizzato attraverso la sinergia creata da Skretting tra alcuni dei maggiori esperti dei vari settori e gli allevatori ittici.

A YouSea crediamo che lo sviluppo di un’acquacoltura sostenibile sia un fattore cruciale per la conservazione della biodiversità marina” dice Irena Fonda, fondatrice di YouSea “Siamo convinti che la comunicazione e l’educazione del pubblico siano fondamentali nel processo di cambiamento delle nostre abitudini, di comportamento, alimentari e di acquisto. Pertanto, pensiamo che la guida pratica “Acqua in Bocca! – Tutto quello che ancora non sapete sull’acquacoltura e sui pesci di allevamento” ora anche in lingua slovena, sia un passo nella giusta direzione.”

Qui per scaricare la vostra copia gratuita di Acqua in Bocca

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