Categoria: Sostenibilità

Acquacoltura, filiera alimentare e contrasto naturale alle emissioni

Il convegno “L’acquacoltura: tra ricerca, innovazione e sostenibilità” da noi organizzato recentemente a Tortoli (Nu), è stato una magnifica occasione per richiamare l’attenzione sulle capacità delle ostriche, delle vongole e delle cozze di catturare l’anidride carbonica e di utilizzarla per formare i rispettivi gusci.

“Tale peculiare facoltà di assorbimento di CO2, ha spiegato il Presidente Mario Serpillo, attribuisce loro una funzione di primaria importanza per contenere i livelli di anidride carbonica e di conseguenza il loro allevamento rappresenta a tutti gli effetti una soluzione innovativa anche per contrastare il cambiamento climatico”.

Quindi l’acquacoltura rappresenta un’opzione sostenibile, sia per i benefici per l’ambiente, sia per il fatto di contribuire in modo sostanziale a soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione mondiale, fornendo un importante sostegno al settore ittico, attualmente in difficoltà.

E parliamo di numeri significativi perché in ambito europeo, l’acquacoltura rappresenta il 20% della produzione ittica totale e si occupa dell’allevamento di oltre quaranta specie diverse, che costituiscono fonti alimentari preziose e nutrienti.

Un altro aspetto di rilievo riguarda l’importanza delle alghe come risorsa cruciale per il futuro dell’alimentazione umana. Le coltivazioni di alghe, inoltre, possono essere finalizzate alla produzione dello zooplancton, del fitoplancton e dunque alle larve dei pesci; esse rappresentano una fonte preziosa per garantire, fin dall’inizio, un ciclo di produzione completamente naturale e sostenibile e segnano una svolta rispetto ai sistemi di allevamento tradizionali.

Nelle sue conclusioni, il Presidente di Agripesca e dell’UCI, Mario Serpillo, conferma, anche per l’acquacoltura, l’importanza dell’innovazione e della ricerca, sottolineando come essa rappresenti una risorsa fondamentale per sostenere il settore della pesca.

L’UCI e Agripesca si impegnano a proseguire con intenti congiunti la promozione di pratiche sostenibili e tecnologie all’avanguardia per garantire la sicurezza alimentare, la conservazione delle risorse marine e il benessere dei pesci d’allevamento.

PESCATORI CONTRO LA PLASTICA

Il nostro presidente, Mario Serpillo, ha richiamato l’attenzione sullo stato di degrado dei nostri mari ed ha auspicato che le misure contenute nella recente legge “Salvamare” forniscano efficaci strumenti per contrastarlo.

È giusto mettere in risalto un’altra funzione dei nostri pescatori. “Da molti anni, loro malgrado, i pescatori raccolgono ogni giorno tonnellate e tonnellate di rifiuti, soprattutto di plastica, nelle loro reti. Fino a poco pochi mesi orsono, questa desolante consuetudine era resa ancor più frustrante dal fatto che recuperare tali rifiuti e conferirli ad una discarica era assai gravoso e complicato”, ha continuato il presidente. La legge 152/2006 stabiliva alcune regole in materia ambientale: nel testo alcuni rifiuti del mare venivano classificati quali rifiuti speciali.

Tale definizione comportava che il loro trattamento fosse più complesso e costoso di quello del rifiuto urbano indifferenziato e che lo smaltimento fosse a carico di chi lo conferiva. Per non dover pagare i costi di smaltimento previsti dalla normativa su indicata, i pescatori si vedevano costretti a ricorrere alla raccapricciante operazione di ributtare i rifiuti in mare.

La legge “Salvamare” (legge 17 maggio 2022, n. 60) introduce l’importante definizione di “rifiuto accidentalmente pescato “, il quale viene assimilato al rifiuto urbano, sollevando di fatto i pescatori da ogni forma di denuncia penale. Secondo il Presidente Serpillo, “i nostri pescatori diventano così anche degli importanti operatori ambientali per la bonifica del mare perché la loro azione, connessa alle attività della pesca, potrebbe avere un ruolo nevralgico ed un impatto assai positivo per le operazioni di pulizia del mare. In Italia ancor prima dell’entrata in vigore della legge “Salvamare”, erano in corso dei progetti sperimentali che prevedevano il coinvolgimento dei pescatori nella raccolta della plastica ed, attraverso quelle esperienze, si erano già conseguiti degli ottimi risultati.”

L ’entrata in vigore del dl “Salvamare” solleva i pescatori da ogni onere ed essi non risultano più passibili di denuncia penale se portano i rifiuti a terra, ma è necessario, secondo la dottoressa Anna Baio (Componente del Comitato Direttivo nazionale e del Coordinamento Tecnico al Tavolo PEMAC del MASAF) creare una struttura organizzativa a supporto di questo loro impegno. La maggior parte dei porti in Italia, più di 800 su 8000 km di costa, non sono provvisti di isole ecologiche attrezzate. Per prevenire e fronteggiare le criticità che potrebbero scaturire da questa situazione, Agripesca (federazione delle imprese agricole della pesca e dell’Acquacoltura costituita dall’UCI) nei prossimi mesi sarà protagonista di un programma di organizzazione e coordinamento affinché vengano inserite le isole ecologiche in tutti i porti e venga così completato il meccanismo per cui i rifiuti, i materiali inquinanti, dannosi per l’ambiente marino e la fauna ittica, siano raccolti

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