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Conoscere i metodi di pesca per informare i consumatori – Uno degli aspetti fondamentali per chi lavora nel settore ittico, e non solo per coloro che operano direttamente in mare, è la conoscenza dei metodi di pesca impiegati per catturare i prodotti destinati alla vendita. Questa competenza è essenziale per diversi motivi. In primo luogo, permette di capire come il pesce è arrivato sul banco e qual è stato l’impatto che la tipologia di pesca utilizzata ha avuto sull’ambiente, in secondo luogo, aiuta a capire la qualità del pesce in base al metodo di pesca adottato.

I tipi di cattura sono informazioni obbligatorie riportate sull’etichetta, e grazie a queste, il consumatore può effettuare scelte consapevoli, preferendo prodotti che hanno un minore impatto sull’ecosistema marino. Per gli operatori della pescheria, è cruciale conoscere questi dettagli, poiché influiscono direttamente sulla qualità e freschezza del pesce. Inoltre, questa competenza permette di rispondere in modo trasparente alle domande dei clienti, rafforzando la fiducia e la professionalità percepita.

Differenza tra pesca pelagica e bentonica

Gli organismi marini interessati dalla pesca si dividono in due grandi categorie in base all’ambiente in cui vivono: il sistema pelagico e il sistema bentonico. Il sistema pelagico comprende le specie che vivono in acque libere, lontano dalle coste e dal fondale, mentre il sistema bentonico include quelle che vivono a contatto diretto con il fondo marino.

Specie pelagiche

Questi pesci nuotano in branchi nelle acque superficiali e sono gregari, cioè si muovono in gruppo per ridurre il consumo energetico e confondere i predatori. Esempi di piccoli pesci pelagici sono acciughe, sarde, sgombri, poi ci sono i grandi pelagici come tonno e pesce spada. Molte specie pelagiche hanno la caratteristica della “fototassi positiva”, ovvero l’attrazione verso la luce, sfruttata dai pescatori con l’uso di lampare e reti da circuizione.

Specie bentoniche

Le specie bentoniche, come molluschi, crostacei e alcuni pesci, vivono vicino al fondale marino. Tra queste troviamo polpi, seppie, calamari, gamberi, aragoste, naselli, triglie e sogliole, vengono pescate principalmente con tecniche come lo strascico e le reti a imbrocco.

Metodi di Pesca

Strascico

Utilizzato da circa il 30% della flotta italiana, lo strascico prevede l’uso di reti trainate sul fondale per catturare pesci, crostacei e molluschi. Specie come gamberi, triglie, naselli e sogliole sono frequentemente catturate con questo metodo. In Italia, la pesca a strascico è regolamentata per proteggere l’ambiente marino: è vietata entro i 50 metri di profondità e a meno di 3 miglia dalla costa.

Reti volanti

Le reti vengono trainate a mezz’acqua o sfiorano appena il fondo e sono utilizzate prevalentemente per la cattura di alici, sardine, sgombri.

Reti da circuizione (cianciolo)

Questo metodo cattura banchi di pesci pelagici come sardine e acciughe, attirandoli con luci artificiali. La pesca si svolge prevalentemente di notte e utilizza reti che circondano il banco di pesci localizzato.

Palangaro

Usato prevalentemente per catturare pesci di grandi dimensioni come tonni e pesce spada, il palangaro è costituito da una lunga linea di ami disposti a intervalli regolari.

Reti da posta

Queste reti, fisse o derivanti, vengono posizionate staticamente e catturano il pesce quando questo vi si imbatte. Il tremaglio, un tipo particolare di rete da posta, è composto da tre tipi di maglia di varia pezzatura, ed è molto usato per catturare pesci che vivono vicino al fondale.

Draghe idrauliche

Queste attrezzature, simili a grandi rastrelli, vengono utilizzate per la raccolta di molluschi bivalvi come vongole e fasolari, scavando nei fondali sabbiosi.

Nasse

Antiche trappole per la cattura di crostacei, molluschi e alcuni pesci come il sarago e il polpo. Le prede vengono attirate da un’esca e intrappolate grazie a un sistema a imbuto che impedisce l’uscita.

La pesca artigianale, una tradizione antica e a basso impatto ambientale

La pesca artigianale è un pilastro della tradizione marittima italiana. Praticata da piccole imbarcazioni, lunghe meno di 12 metri e con una stazza inferiore alle 10 tonnellate, questa forma di pesca si distingue per l’uso di attrezzi selettivi e a basso impatto ambientale. La pesca artigianale contribuisce alla conservazione degli ecosistemi marini e valorizza le risorse ittiche locali.

L’evoluzione tecnologica e l’aumento della domanda globale di pesce hanno reso il settore ittico sempre più complesso. Pescatori e commercianti hanno una grande responsabilità nel garantire la sostenibilità delle risorse marine. È essenziale, informare i consumatori, imparare a conoscere le varie tipologie di pesca per promuovere pratiche sostenibile che riducano l’impatto ambientale e preservino la biodiversità. Ogni scelta, sia da parte degli operatori che dei consumatori, può fare la differenza nel proteggere i mari e le specie che li abitano.
Il rispetto per l’ambiente marino è una responsabilità collettiva che richiede impegno da parte di tutti, nessuno escluso.

Conoscere i metodi di pesca per informare i consumatori

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