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Disponibile il nuovo report EUMOFA sul mercato ittico UE – Il mercato ittico dell’UE è stato teatro di profondi cambiamenti, riflettendo un complesso intreccio di sfide economiche, geopolitiche e sociali. Mentre l’inflazione e le tensioni globali continuano a influenzare i mercati, l’industria ittica europea dimostra resilienza e capacità di adattamento. Il report 2024, appena pubblicato dalla Commissione UE, ci consente di dare uno sguardo dettagliato ai dati e alle tendenze principali che hanno plasmato il settore nel periodo 2022-2023.

Prezzi in aumento, consumi in contrazione

La spesa dei consumatori europei per i prodotti ittici ha raggiunto i 62,3 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto al 2022. Tuttavia, questo incremento non è stato accompagnato da un maggior consumo. Al contrario, i volumi acquistati per il consumo domestico hanno registrato un calo superiore al 5% nei principali mercati dell’UE.

Questa contrazione dei volumi riflette una realtà complessa: l’incremento dei prezzi ha spinto molte famiglie a ridurre gli acquisti di prodotti ittici freschi o di alta gamma, optando invece per alternative più economiche o per una riduzione complessiva del consumo. La pressione inflazionistica ha avuto un impatto particolarmente marcato sui prodotti importati, come il salmone norvegese, i gamberi provenienti dall’Asia e il tonno dell’America Latina.

Commercio internazionale: importazioni in calo, esportazioni in crescita

Il 2023 ha segnato una svolta per il commercio ittico europeo. Le importazioni extra-UE sono diminuite del 3% in volume e del 6% in valore, attestandosi a 5,9 milioni di tonnellate per un totale di 30,1 miliardi di euro. Nonostante questa contrazione, i prodotti importati continuano a rappresentare il 43% del valore complessivo degli scambi ittici europei, sottolineando la forte dipendenza dell’UE dalle forniture estere.

Le esportazioni extra-UE, invece, hanno mostrato una lieve crescita del valore (+1%), raggiungendo oltre 8 miliardi di euro, anche se i volumi sono scesi del 3%. Questo trend positivo è stato trainato dall’aumento della domanda per prodotti ittici trasformati di alta qualità, come i filetti congelati e le conserve.

L’interscambio intra-UE ha mantenuto la sua importanza strategica, rappresentando il 45% del valore totale del commercio ittico. Con un valore di 31,8 miliardi di euro, gli scambi interni superano ora le importazioni extra-UE, riflettendo l’importanza crescente delle filiere interne e delle politiche di autosufficienza alimentare.

Tendenze di consumo: l’ascesa dell’acquacoltura

Il cambiamento delle preferenze dei consumatori sta spingendo l’industria verso un maggiore utilizzo di prodotti derivati dall’acquacoltura. Nel 2022, i prodotti allevati hanno rappresentato una quota record del consumo totale, con un aumento della consumazione pro capite a 6,82 kg. Allo stesso tempo, i prodotti selvatici hanno raggiunto il livello più basso del decennio, con 16,70 kg pro capite.

Questa tendenza evidenzia l’interesse crescente verso la sostenibilità e la tracciabilità alimentare. Le specie allevate, come il salmone atlantico e l’orata, sono percepite come più accessibili e sostenibili rispetto ai prodotti pescati, spesso soggetti a fluttuazioni delle quote e a pressioni ambientali.

Le dinamiche dei prezzi

Nel 2023, il prezzo medio del merluzzo è aumentato del 3%, raggiungendo 6,71 €/kg, spinto da una riduzione delle quote di pesca nel Mare di Barents. Il salmone norvegese ha mantenuto il suo valore record di 8,4 miliardi di euro in importazioni, nonostante una riduzione del 4% nei volumi. Anche i gamberi, terza specie più consumata nell’UE, hanno subito una contrazione del 5% nei volumi importati, accompagnata da un crollo del 18% del valore.

Il futuro del settore ittico europeo

Le previsioni per il 2024 indicano un moderato ottimismo. La produzione di salmone atlantico in Europa dovrebbe aumentare del 3-5%, mentre l’acquacoltura continua a guadagnare importanza come pilastro della strategia alimentare europea. Tuttavia, permangono sfide significative, tra cui le pressioni geopolitiche, la volatilità dei mercati valutari e le rigide normative ambientali.

Per affrontare queste sfide, il settore dovrà continuare a innovare, investendo in tecnologie di allevamento sostenibile, migliorando la tracciabilità e rafforzando le relazioni commerciali sia all’interno dell’UE che con partner globali.

Il mercato ittico dell’UE si trova a un bivio. Mentre le sfide economiche e ambientali mettono alla prova l’industria, emergono anche opportunità senza precedenti per ridefinire il modo in cui produciamo, consumiamo e commerciamo i prodotti ittici. Con un approccio sostenibile e orientato all’innovazione, il settore può non solo superare le difficoltà attuali, ma anche prosperare nel lungo termine.

Disponibile il nuovo report EUMOFA sul mercato ittico UE

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