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Eolico offshore e pesca: dalla Nuova Scozia al Mediterraneo – Con la crescente spinta globale verso le energie rinnovabili, trovare un equilibrio tra la preservazione ecologica e la crescita economica diventa una questione cruciale, in particolare nei settori della pesca e dell’acquacoltura. L’espansione rapida dell’industria eolica offshore in Nuova Scozia mette in luce queste tensioni, soprattutto per quanto riguarda la protezione di Georges Bank, uno dei più ricchi banchi di pesca della regione, mentre i pescatori esprimono preoccupazioni per l’impatto potenziale delle turbine offshore.
Il disegno di legge 471, attualmente in revisione presso il legislatore della Nuova Scozia, mira a facilitare lo sviluppo di progetti eolici offshore ampliando i mandati regolatori. Tuttavia, leader del settore come Ian McIsaac, presidente della Seafood Producers Association of Nova Scotia, sostengono che il disegno di legge ignora il moratorio di lunga data che protegge Georges Bank. Dal 1980, l’area è stata protetta dallo sviluppo petrolifero grazie alla sua importanza ecologica ed economica, supportando un’industria della pesca fiorente, con specie come pesci demersali, aragoste e capesante.
Georges Bank genera un valore socio-economico significativo per il sud-ovest della Nuova Scozia, contribuendo a oltre l’11 percento dell’occupazione nella regione, con un valore di sbarco del pesce pari a 145 milioni di dollari solo nel 2020. I pescatori sono comprensibilmente cauti riguardo all’introduzione di infrastrutture eoliche su larga scala in un’area così vitale. Essi chiedono emendamenti alla legge che garantiscano che il banco rimanga intoccato dai progetti eolici, simile alle sue protezioni contro l’esplorazione petrolifera.
Il ministro provinciale delle risorse naturali e dell’energia rinnovabile, Tory Rushton, riconosce l’importanza del banco e assicura che i piani attuali escludono le turbine eoliche dalla zona. Tuttavia, il disegno di legge non menziona esplicitamente questa questione, sollevando interrogativi sulle garanzie legali a lungo termine. Rushton mira a superare il sistema dei moratori temporanei, cercando soluzioni permanenti, anche se il meccanismo regolatorio esatto rimane non definito.
Con la crescente domanda globale di energie rinnovabili, regioni come la Nuova Scozia sono chiamate a trovare percorsi sostenibili che preservino ecosistemi cruciali, soddisfacendo al contempo le esigenze energetiche. Il destino di Georges Bank rappresenta un caso di prova cruciale per bilanciare questi interessi concorrenti.
La questione sollevata dai pescatori della Nuova Scozia rispetto alla protezione di Georges Bank si riflette anche nel Mediterraneo, dove gli impianti eolici offshore incontrano resistenze simili. Anche qui, i pescatori esprimono preoccupazioni per l’impatto delle turbine sull’ecosistema marino e sulle risorse ittiche, essenziali per la loro sopravvivenza economica. Recentemente, durante il G7 Agricoltura Pesca ancora in corso a Siracusa, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha riconosciuto queste preoccupazioni, affermando che l’installazione di impianti offshore deve essere bilanciata con la tutela delle attività tradizionali, come la pesca, e con la protezione dell’ambiente marino.
Il Mediterraneo, come Georges Bank, rappresenta una zona cruciale per le risorse ittiche, e la sfida resta quella di conciliare le esigenze di sviluppo energetico con la necessità di preservare ecosistemi marini vulnerabili. Le dichiarazioni del ministro Pichetto Fratin, che ha sottolineato l’importanza di una pianificazione accurata e di un dialogo continuo con le comunità locali, mostrano la consapevolezza di quanto sia delicato questo equilibrio. La gestione di queste sfide, sia nel Mediterraneo che nell’Atlantico, offrirà una lezione importante su come integrare efficacemente energie rinnovabili e protezione degli ecosistemi marini, evitando impatti negativi per il settore della pesca.
Eolico offshore e pesca: dalla Nuova Scozia al Mediterraneo
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