Il Ministro Musumeci, con la sua Struttura di Missione e con i suoi 10 esperti vara la “Prima Nave”. L’Economia del Mare è al centro.
Il Piano del Mare, licenziato dal CIPOM presieduto dal Ministro Musumeci, con Delibera del 31 luglio 2023, è stato pubblicato oggi 23 Ottobre 2023 in Gazzetta Ufficiale .
Un’Italia di Mare che vale 143 miliardi di Euro, con più di 900.000 occupati e più di 220.000 imprese.
Nota di presentazione del Piano del mare
Si riporta la nota del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, presidente del Comitato interministeriale per le politiche del mare, con cui si ripercorre l’iter di approvazione del Piano del mare, si illustrano le linee direttrici alla base del medesimo Piano e si definiscono gli obiettivi di interesse generale rilevanti per garantire il necessario supporto al comparto marittimo nazionale.
1. Al fine di elaborare per l’Italia un indirizzo strategico unitario nell’ambito della politica marittima nazionale, il Governo ha deciso di dotarsi, per la prima volta, di un «Piano del mare», strumento essenziale per garantire uno sviluppo sostenibile ed una visione olistica ed omo- genea in tutte le filiere marittime costituenti un elemento fondamentale della crescita economica italiana.
In particolare, con il decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, convertito con modificazioni dalla legge 16 dicembre 2022 n. 204, è stato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom), con il compito di assicurare, ferme restando le competenze delle singole amministrazioni, la definizione e il coordinamento degli indirizzi strategici delle politiche del mare.
Il Comitato è presieduto dal Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, a tale fine delegato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ed è composto dai Ministri: per gli Affari europei, il Sud, le Po- litiche di coesione e il Pnrr; degli Affari esteri e della Cooperazione in- ternazionale; della Difesa; dell’Economia e delle finanze; delle Imprese e del made in Italy; dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; dell’Ambiente e della Sicurezza energetica; delle Infrastrutture e dei trasporti; della Cultura; del Turismo; per gli Affari regionali e le autonomie.
Il Comitato, supportato dalla Struttura di missione per le Politiche del mare – istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e composta, altresì, da dieci qualificati esperti – provvede, con cadenza triennale, alla elaborazione e approvazione del «Piano del mare», in tale modo definendo gli indirizzi strategici componenti la politica marittima nazionale.
Il Piano costituisce riferimento per gli strumenti di pianificazione di settore, a conferma di come l’azione istituzionale delle singole Amministrazioni debba tenere conto ed essere orientata alla luce delle finalità e degli obiettivi unitariamente definiti in sede di pianificazione governativa.
Soltanto il massimo impegno profuso da tutti i soggetti istituziona- li interessati ha permesso di pervenire all’approvazione del «Piano del mare» in meno di un anno dall’insediamento del Governo, nonostante il disposto positivo – proprio in ragione della vastità e complessità del lavoro da svolgere – non prevedesse a tali fini un preciso termine da rispettare.
2. In particolare, il 29 marzo 2023 si è tenuta la prima riunione del Cipom nella quale il Presidente ha tra l’altro evidenziato l’importanza di un’azione il più inclusiva possibile che desse voce a tutti i portatori d’interessi e alle Amministrazioni facenti parte del Comitato.
A tal fine, la Struttura di missione per le Politiche del mare ha or- ganizzato dieci audizioni tematiche, per acquisire dagli stakeholder in ambito marittimo gli elementi informativi necessari alla individuazione di eventuali criticità e, conseguentemente, elaborare possibili soluzioni per un rilancio complessivo della blue economy nazionale.
A tali incontri hanno preso parte portatori di interessi, rappresentanti delle Amministrazioni interessate e Centri di ricerca. In particolare, sono state svolte ottantatre audizioni, con la partecipazione di oltre 190 stakeholder e l’acquisizione di centotrentanove contributi presentati dai diversi portatori d’interesse. Se al numero delle singole audizioni si aggiungono anche i contributi ricevuti in sola forma scritta e si conteg- giano anche i soggetti intervenuti alle dieci audizioni tematiche come uditori, il totale degli intervenuti sale a trecentoquarantadue.
Terminate le audizioni degli stakeholder, si è provveduto all’elabo- razione della prima bozza di «Piano del mare».
A seguire, il 28 giugno 2023 è stata convocata la seconda riunione del Cipom, al fine di illustrare l’andamento dei lavori di redazione del Piano e la necessità di un continuo coinvolgimento delle Amministrazioni interessate per eventuali osservazioni e proposte emendative o integrative. Il 5 luglio 2023 sono stati convocati, per un ulteriore confronto, i vertici della Marina Militare, del Corpo delle Capitanerie di porto, della Guardia di Finanza e delle Agenzie del Demanio e delle Dogane.
Infine, il 31 luglio 2023 il «Piano del mare» è stato approvato dal Cipom all’unanimità.
3. Il «Piano del Mare» si sviluppa intorno a sedici direttrici, ri- guardanti gli spazi marittimi, le rotte commerciali, i porti, l’energia pro- veniente dal mare, la transizione ecologica dell’industria del mare, la pesca e l’acquacoltura, la cantieristica, l’industria armatoriale, il lavoro marittimo, la conservazione degli ecosistemi e le aree marine protette, la dimensione subacquea e le risorse geologiche dei fondali, il sistema delle isole minori, i turismi e sport del mare, i cambiamenti climatici, la cooperazione europea e internazionale e la sicurezza.
Ciò che emerge con forza è l’esigenza di raccordare tali temi in maniera armoniosa, con una visione unitaria e onnicomprensiva tesa alla valorizzazione della “risorsa mare”.
Il mare rappresenta, infatti, una delle più importanti fonti di crescita economica e di prosperità per l’Italia e per Unione europea. La nostra Nazione, circondata da più di 7.500 chilometri di coste (di cui 3.850 insulari) e da circa 155.000 chilometri quadrati di acque marittime ter- ritoriali, può vantare una posizione strategica nel Mare Mediterraneo e, più in generale, nell’ambito del c.d. «Mediterraneo allargato».
L’Italia vanta la quinta flotta di bandiera tra le maggiori economie appartenenti al G20, la leadership mondiale nel settore delle navi tra- ghetto, per lo più impiegate nel cabotaggio marittimo, e la quinta flotta di navi cisterna per il trasporto di idrocarburi. Il 57% delle nostre im- portazioni e il 44% dell’esportazioni, corrispondenti a circa 480 milioni di tonnellate di merci trasportate, transitano via mare. Un altro primato rilevante, connesso alla intrinseca marittimità del nostro Paese, riguar- da l’industria cantieristica, sia per il settore crociere che per il diporto, nonché il traffico di navi passeggeri. Inoltre la pesca, diffusa lungo tutte le coste italiane, riveste un ruolo sociale ed ambientale di primo pia- no e, unitamente all’acquacoltura, pesa nelle politiche alimentari della Nazione.
La rilevanza della blue economy è stata evidenziata sin dalle pagine introduttive del «Piano del mare», in cui sono stati riportati anche alcuni prospetti sul livello occupazionale e sul valore aggiunto della blue economy italiana.
Nello specifico, un primo prospetto, avente come fonte Eurostat con dati riferiti al 2020, pone l’Italia in terza posizione in ambito euro- peo in termini di occupazione e valore aggiunto; un secondo prospetto, avente come fonte l’«XI Rapporto nazionale sull’economia del mare» elaborato dal Centro studi tagliacarne con dati riferiti al 2021 – riguardante anche le componenti indirette della blue economy italiana e, quindi, con un perimetro di indagine indubbiamente più ampio segnala, tra l’altro, un valore aggiunto prodotto di 52,4 miliardi di euro e un numero di 913.960 occupati.
Pur considerando eventuali varianti derivanti dai noti eventi pande- mici e dalle conseguenti forti spinte inflazionistiche dell’ultimo biennio, tali prospetti, contenenti gli ultimi dati disponibili in ordine temporale – maggiormente prossimi rispetto all’approvazione del Piano manifestano, nell’ambito dell’attività di analisi condotta, come la blue economy abbia un’incidenza considerevole sia nell’economia italiana sia in quella europea.
Una tale conclusione, del resto, è confermata anche dalla serie storica desumibile dai dati statistici Eurostat, che, pure rilevati sulla base di metodologia e perimetri diversi con definizioni più restrittive, da un lato, mantengono l’Italia al terzo posto nel posizionamento dei Paesi UE per occupazione e valore aggiunto, dall’altro, per il periodo 2019-2020, riportano dati di valore aggiunto e di occupazione di assoluto rilievo (cfr. valore aggiunto di 24,8 miliardi di euro per il 2019 e di 14,8 miliardi di euro per il 2020, nonché numero di occupati di 541.490 per il 2019 e di 429.174 per il 2020).
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