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Gamberi, il 2024 ha rotto gli equilibri: il mercato globale cerca riscatto – Il 2024 ha segnato una svolta decisiva per il mercato globale dei gamberi. Quello che era stato previsto come un anno di assestamento si è trasformato in un terreno accidentato, con dinamiche complesse che hanno messo alla prova produttori e trader in ogni angolo del mondo. Oggi, nel 2025, l’intera filiera guarda avanti con l’obiettivo di uscire da una fase di squilibrio tra domanda e offerta che ha lasciato il segno.

L’ultimo report FAO ha fotografato perfettamente la situazione: le importazioni dalla Cina, per anni locomotiva del commercio mondiale, sono cali del 6,54% rispetto al 2023. Se durante il Capodanno lunare si era registrato un temporaneo picco grazie alla spinta della ristorazione, nei mesi successivi la crisi economica interna ha frenato la spesa dei consumatori, soprattutto sui prodotti ittici di alta qualità. Neppure gli Stati Uniti sono riusciti a invertire la rotta: nel 2024 le importazioni di gamberi si sono ridotte del 3,17%, appesantite da consumi deboli, scorte ancora abbondanti e dazi crescenti che hanno colpito duramente le esportazioni cinesi.

L’Ecuador, primo esportatore mondiale, ha chiuso il 2024 sotto le aspettative. Le difficoltà non sono mancate: forniture elettriche instabili, prezzi bassi e un calo della domanda dai due giganti asiatico e americano hanno rallentato la crescita. Le ambizioni di superare la soglia di 1,5 milioni di tonnellate di esportazioni si sono scontrate con una realtà molto più complessa, spingendo il paese a ripensare le proprie strategie per il nuovo anno.

Ma non tutto è stato stagnazione. Il 2024 ha visto emergere nuove rotte e modelli produttivi. Nell’Asia meridionale e nel Sud-est asiatico, ha preso slancio la transizione verso l’allevamento del gambero tigre nero. Paesi come India, Vietnam, Malesia e Cina hanno puntato con decisione su questa specie per cercare margini di profitto più interessanti rispetto al gambero bianco, penalizzato da prezzi troppo bassi. Solo il Vietnam, ad esempio, ha chiuso l’anno con un aumento della produzione del 3% per il gambero nero tigre e del 6% per il gambero bianco, superando complessivamente le 1,1 milioni di tonnellate.

Anche il Brasile ha sorpreso, consolidandosi come outsider di tutto rispetto. Pur essendo ancora lontano dai volumi dei colossi asiatici o sudamericani, il paese ha mantenuto una produzione stabile tra le 210.000 e le 220.000 tonnellate e ha registrato una crescita del 10% nel corso del 2024. Un segnale che fa intravedere ambizioni da protagonista nel medio termine, spinto da un mercato interno solido e dall’espansione verso nuove rotte di export.

In Europa, invece, la stabilità è stata la parola chiave del 2024. L’Unione Europea ha visto crescere le proprie importazioni del 2,6%, con Spagna e Germania in prima fila a trainare il mercato. In Italia, purtroppo, le importazioni hanno subito una contrazione, ma il blocco europeo nel suo complesso si conferma ancora oggi come un mercato strategico e relativamente equilibrato.

Il Giappone, infine, ha chiuso l’anno passato in controtendenza rispetto ad altri mercati. Le sue importazioni di gamberi sono cresciute dell’8,33%, con una domanda forte di prodotti trasformati di alta gamma, provenienti soprattutto da Cina, Thailandia, Indonesia e Vietnam. L’effetto Capodanno lunare ha spinto ulteriormente le vendite, consolidando il ruolo del Giappone come uno dei mercati premium a livello globale.

Guardando al 2025, le prospettive restano sfidanti ma non prive di opportunità. La stagione asiatica dei gamberi è ripartita dopo febbraio, con forniture  limitate da festività religiose come il Ramadan, mentre le tariffe statunitensi potrebbero continuare a spostare l’asse del commercio verso Europa e Giappone. Il Brasile sembra pronto a capitalizzare sulla sua crescita interna e sull’apertura di nuovi canali internazionali, mentre l’industria globale dei gamberi dovrà adattarsi rapidamente ai cambiamenti nei gusti dei consumatori e alle nuove pressioni geopolitiche.

Il 2024 è stato un anno di scosse, ma anche di segnali di evoluzione. Il settore è chiamato a raccogliere le lezioni di questi mesi per rilanciarsi nel 2025 con un approccio più flessibile e reattivo. Solo chi saprà cogliere questi segnali e adattarsi in tempo resterà competitivo in un mercato che, sebbene più complesso, è tutt’altro che privo di opportunità.

Gamberi, il 2024 ha rotto gli equilibri: il mercato globale cerca riscatto

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