Granchio Blu. A.M.A., calamità per la molluschicoltura – Il primo allarme dell’invasione e dell’esplosione dovuta all’alta proliferazione di questa specie è arrivato dalle lagune del Delta del Po e rispettivamente dai Consorzi di Goro e Scardovari all’inizio estate 2023. Su queste realtà lagunari, dove si producono vongole veraci, cozze ed ostriche e dove operano migliaia di imprese, i granchi blu hanno trovato il loro habitat favorevole per svilupparsi e per nutrirsi a spese principalmente del prodotto allevato.

Dopo le denunce dei Consorzi, fatte anche attraverso le associazioni di categoria, il Governo, le Regioni sino ad arrivare alle realtà locali si sono prontamente mobilitati per capire, intervenire e trovare delle soluzioni di contrasto oltre che di sostegno. Nel mese di agosto 2023, anche su nostra richiesta, si è costituito il Tavolo d’Emergenza Nazionale coordinato dal Ministero con il coinvolgimento del mondo della ricerca Nazionale.

Purtroppo, nonostante i tentativi di trasformare questo problema in opportunità, la realtà è che due tra le più importanti Organizzazioni di Produttori dei molluschi italiane sono in ginocchio e a rischio di fallimento e con esse il lavoro di migliaia di allevatori, di dipendenti delle cooperative e di tutto l’indotto che vive legato a queste realtà produttive.

Il granchio blu ha messo in crisi e sta demolendo la base di tre pilastri fondamentali, quello della sostenibilità ambientale, quello economico e quello sociale, non solo a livello dell’alto e medio Adriatico ma anche estendendo questo rischio in altre aree costiere nazionali, dove l’alieno è già segnalato e catturato dalla pesca professionale costiera.

In tale contesto, pur comprendendo gli sforzi che da varie parti vengono fatti per favorire il consumo di questa specie esaltandone le proprietà alimentari e le opportunità gastronomiche, ritenendo che questo possa in qualche modo compensare il danno subito, viste le attuali condizioni riteniamo che lo sforzo maggiore debba essere orientato a salvaguardare l’ambiente e le risorse.

Al momento i costi per combattere questa calamità sono tutti a carico dei Consorzi e in parte delle Amministrazioni locali, e quindi dei soci, degli operatori al momento senza futuro. Ma a breve queste energie saranno esaurite ed allora il granchio blu avrà campo libero, con conseguenze difficili da prevedere ma di certo catastrofiche dal punto di vista sociale ed ambientale.

Come Associazione Mediterranea Acquacoltori ribadiamo quindi la necessità di concentrare maggiormente l’attenzione sui danni causati del granchio blu all’ambiente e al comparto dell’allevamento molluschi, di attivare con urgenza misure a sostegno dell’emergenza in corso nelle aree oggetto di allevamento delle vongole veraci, cozze e ostriche nelle aree lagunari del Delta del Po ed in tutte quelle zone che siano interessate da questo fenomeno, di reperire fondi per la gestione nell’avvio e ripresa del settore post emergenza e di poter contare, da subito, su “osservatori di ricerca e monitoraggio” costieri siano essi pubblico/privati ma possibilmente gestiti con il concorso delle imprese e con il supporto degli enti di ricerca nazionale di riferimento dei rispettivi Ministeri MASE e MASAF, per meglio conoscere il fenomeno, le cause scatenanti e i necessari interventi di controllo e/o riduzione degli impatti.

Granchio Blu. A.M.A., calamità per la molluschicoltura

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