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Il panorama ittico europeo: una fotografia dettagliata del 2024 – L’industria della pesca e dell’acquacoltura nell’Unione Europea rappresenta una delle componenti chiave del mercato alimentare globale. Con il suo vasto patrimonio di risorse marine e una filiera produttiva fortemente integrata, l’UE affronta nel 2024 sfide e opportunità che riflettono le dinamiche economiche e ambientali mondiali.
Secondo l’ultima edizione del rapporto EUMOFA, il bilancio di approvvigionamento – dato che combina catture, produzione acquicola e commercio internazionale – offre un quadro chiaro dell’evoluzione del settore: mentre la produzione interna rimane stabile, l’importazione di prodotti ittici continua a crescere, evidenziando la dipendenza europea da mercati extra-UE.
Un consumo ittico stabile ma diversificato
Il consumo apparente pro capite di prodotti ittici nell’UE rimane stabile, segno di una domanda consolidata tra i consumatori europei. Le famiglie, secondo i dati riportati, privilegiano specie fresche come merluzzo, sgombro e salmone, mentre il consumo extra-domestico riflette una crescente predilezione per prodotti trasformati e pronti al consumo, con particolare successo nel segmento delle conserve e dei surgelati.
I dati rivelano che l’autosufficienza del mercato interno non è sufficiente a coprire le necessità dei consumatori: per far fronte alla crescente domanda, l’UE importa un’ampia varietà di prodotti ittici da Paesi terzi. Tuttavia, questa dipendenza pone questioni strategiche sul futuro dell’approvvigionamento e sulla resilienza delle filiere produttive europee.
Il ruolo crescente dell’acquacoltura
L’acquacoltura, che rappresenta un pilastro sempre più importante del mercato ittico UE, continua a svilupparsi grazie a innovazioni tecnologiche e modelli di gestione più efficienti. Il rapporto evidenzia come questo comparto stia diventando cruciale per garantire una produzione sostenibile e ridurre la pressione sulle risorse naturali.
Tra le specie più allevate troviamo salmone, trota e orata, che dominano il panorama europeo sia in termini di volumi che di valore economico. Tuttavia, rimangono sfide significative per l’espansione del settore, tra cui l’accesso alle risorse, i costi di produzione e la necessità di allinearsi agli obiettivi ambientali dell’UE.
Import-export: un equilibrio ancora lontano
Il commercio internazionale è un elemento chiave del mercato ittico europeo. Le importazioni extra-UE, principalmente pesce tropicale e prodotti lavorati, continuano a superare le esportazioni, generando un deficit commerciale che sottolinea l’importanza di rafforzare la competitività interna.
D’altra parte, le esportazioni europee si concentrano su prodotti ad alto valore aggiunto, come crostacei e molluschi, destinati principalmente ai mercati asiatici e nordamericani. Questo posizionamento riflette la qualità delle produzioni europee, ma evidenzia anche l’urgenza di politiche più incisive per sostenere le filiere locali.
Sostenibilità e innovazione: le priorità per il futuro
L’UE punta a bilanciare crescita economica e sostenibilità ambientale attraverso iniziative come il Patto Europeo per gli Oceani e il rafforzamento della Politica Comune della Pesca. Questi strumenti mirano a garantire un futuro sostenibile per il settore ittico, promuovendo pratiche responsabili lungo tutta la filiera, dalle catture all’allevamento.
L’innovazione tecnologica, la digitalizzazione dei processi e una maggiore trasparenza sul mercato sono strumenti indispensabili per migliorare la resilienza del settore. Inoltre, l’adozione di politiche più orientate alla diversificazione produttiva potrebbe contribuire a rafforzare l’autosufficienza europea.
Il panorama ittico europeo: una fotografia dettagliata del 2024
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