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La Cina rimodula le tariffe sui prodotti ittici – La Cina, leader mondiale nell’import-export di prodotti ittici, ha annunciato significativi cambiamenti tariffari che entreranno in vigore nel corso del 2025. Questi aggiustamenti, che interessano gamberi, merluzzo e abalone, riflettono la strategia economica di Pechino per bilanciare il declino interno e favorire una maggiore autosufficienza produttiva. Le modifiche, pur creando nuove sfide per gli esportatori, aprono anche scenari di crescita per alcuni paesi grazie agli accordi di libero scambio.
I gamberi congelati, tra i prodotti ittici più importati dalla Cina, saranno soggetti a un aumento della tariffa della “nazione più favorita” (NPF), che passa dal 2% al 5%. Tuttavia, gli esportatori da nazioni con accordi commerciali privilegiati, come Ecuador, India e i paesi ASEAN, potranno beneficiare di aliquote ridotte, con tariffe che variano tra lo 0% e il 2,5%. L’Ecuador, in particolare, grazie all’accordo di libero scambio in vigore dal 2024, vedrà eliminata completamente la tassa sui gamberi entro i prossimi cinque anni.
Anche altri prodotti, come il merluzzo atlantico, il pollock e l’abalone, saranno interessati da modifiche tariffarie. Per il merluzzo congelato e le sue varianti, la tassa salirà dal 2% al 5%, mentre l’abalone fresco o refrigerato vedrà un aumento dal 7% al 10%. Questi incrementi, pur restando inferiori alle aliquote NPF del 7% e 10%, rappresentano un cambio di passo significativo per gli operatori del settore.
L’impatto delle nuove tariffe non sarà uniforme. Il salmone fresco importato dalla Norvegia e dalle Isole Faroe continuerà a beneficiare di una tariffa ridotta del 7%, ben al di sotto dell’aliquota standard, mentre i fornitori di Cile, Islanda e Australia vedranno azzerate le tasse grazie agli accordi di libero scambio.
Secondo l’Accademia cinese delle scienze sociali, queste modifiche sono pensate per rafforzare l’economia interna e sono conformi alle normative dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). “L’obiettivo è favorire lo sviluppo interno senza compromettere l’apertura economica,” ha dichiarato un portavoce.
Queste manovre tariffarie, che seguono un periodo di rallentamento economico globale, rappresentano una sfida per gli esportatori di prodotti ittici, che dovranno riorganizzare le proprie strategie di mercato. Al contempo, per alcuni paesi con accordi preferenziali, si prospettano opportunità di crescita, consolidando il loro ruolo di partner chiave nel commercio ittico globale.
La Cina rimodula le tariffe sui prodotti ittici
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