La pesca del granchio peloso, una pratica che attraversa il tempo – Del Granchio Blu si parla tanto, grazie alla sua prelibatezza e alla pesca abbondante, soprattutto nelle acque dell’Alto Adriatico. Ma che fine ha fatto il Granchio “Peloso”, altrettanto squisito, che molti di noi, diversi anni fa, catturavano lungo le coste dell’Adriatico?

Ricordo con nostalgia le notti trascorse a cercarlo tra gli scogli del mare di Savelletri in Puglia, armato di torcia, una fiocina che avevo seghettato alla punta creando un gancio, ed un tentacolo di polpo utilizzato come esca. La pesca della “Pelosa” è una tradizione tramandata di generazione in generazione, ma purtroppo, negli ultimi anni, è diventata sempre più rara, anche perché i granchi non sono più così abbondanti come un tempo.

Questa pratica veniva svolta anche di giorno, soprattutto quando si “saltava” la scuola in inverno. In queste occasioni, si utilizzava un bastone trovato sugli scogli, al quale veniva legato un oggetto appuntito che fungeva da fiocina, mentre all’altra estremità veniva fissata un’esca o una busta bianca. La fiocina e l’esca venivano calate tra gli scogli, e la pazienza era fondamentale per catturarli. La “Pelosa” doveva avvicinarsi all’esca per poi essere catturata con un colpo preciso. Un errore poteva farla ritirare nella sua tana in un lampo. Alcuni utilizzavano anche un’asta con un cappio all’estremità per bloccare le chele del granchio. Bastava una sola mossa sbagliata e poteva sfuggire o attaccare stringendo le dita del pescatore tra le sue potenti chele.

Questo granchio vive principalmente tra gli anfratti rocciosi, spingendosi talvolta fino a 10 metri di profondità. Questi crostacei hanno abitudini prevalentemente notturne e solitamente escono dalla loro tana al crepuscolo. Si nutrono di animali morti, vermi, molluschi e altri crostacei.

Eriphia verrucosa – Foto FAO

Eriphia verrucosa

La “Pelosa,” o meglio granciporro, granchio favollo o fellone (Eriphia verrucosa), ha un carapace largo fino a 10 centimetri e può raggiungere una lunghezza massima di circa 8 centimetri. Il suo carapace è leggermente bombato e liscio, e i suoi pereiopodi sono robusti e ricoperti da una fitta peluria. La colorazione varia dal bruno rossastro con chiazze gialle. Nonostante siano molto apprezzati a livello locale, sono rari nei mercati, e quando presenti sono venduti vivi. Questi granchi vivono in stretto contatto con il fondale marino, principalmente in acque costiere o subcostiere, anche se talvolta possono essere catturati accidentalmente durante la pesca di altre specie più pregiate ad una profondità maggiore.

In cucina è utilizzato per preparare zuppe, sughi ed insaporire ricette, ma il suo utilizzo è sempre minore a causa della scarsità di esemplari presenti in mare. Il fatto che se ne trovino sempre meno deve farci riflettere sull’importanza di preservare i nostri mari e le loro specie.

Ricordiamoci sempre della nostra responsabilità di proteggere l’ambiente marino e di adottare pratiche di pesca sostenibile. Solo così possiamo garantire che le future generazioni possano gustare queste delizie, così come noi abbiamo fatto da giovani.
La bellezza e la diversità dei nostri mari dipendono da noi, e solo la nostra attenzione e cura possono mantenerle vive per le generazioni future.

La pesca del granchio peloso, una pratica che attraversa il tempo

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