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La pesca siciliana in crisi. Sciacca lancia l’allarme – La marineria di Sciacca, un tempo fiore all’occhiello della pesca siciliana, sta affrontando una delle crisi più gravi della sua storia. Le imbarcazioni tornano sempre più spesso con reti vuote, i costi operativi aumentano e i pescatori lottano per mantenere in vita un mestiere che sembra scivolare verso il declino. La situazione ha spinto le principali cooperative locali a rivolgersi direttamente al governo nazionale e regionale, chiedendo la dichiarazione dello stato di calamità naturale per un comparto che non riesce più a sopravvivere.

Il problema principale è il drastico calo del pescato nel Canale di Sicilia. Il gambero, una delle specie più redditizie per la flotta di Sciacca, sta diventando sempre più raro, con un impatto devastante sulle economie delle imprese ittiche. Anche il pesce azzurro, come alici e sarde, registra un crollo delle catture, mentre merluzzi, triglie, polpi e calamari si fanno sempre più difficili da trovare. Gli esperti attribuiscono questo fenomeno ai cambiamenti climatici, all’aumento della temperatura delle acque e a dinamiche ambientali ancora poco comprese, che stanno modificando gli equilibri marini della regione.

L’effetto di questa crisi è evidente sulle banchine: le imprese ittiche, schiacciate tra il calo delle entrate e il peso delle spese di gestione, si trovano costrette a ricorrere a prestiti bancari e dilazioni nei pagamenti ai fornitori. Molti pescatori parlano di una condizione ormai insostenibile, con la paura che intere famiglie possano perdere la loro unica fonte di reddito. A Sciacca, oltre 120 imbarcazioni e circa 400 lavoratori dipendono direttamente dalla pesca, senza contare l’indotto delle attività a terra, che sta subendo ripercussioni altrettanto gravi.

Le misure di protezione attuate negli ultimi anni, come le zone di ripopolamento ittico imposte dall’Unione Europea e dalla Regione Siciliana, non sembrano aver sortito gli effetti sperati. Anzi, i pescatori denunciano una situazione ancora più drammatica, con stock ittici che non mostrano segni di ripresa e imprese sempre più in difficoltà. La sensazione è che la politica abbia sottovalutato la gravità del problema, lasciando la marineria siciliana sola ad affrontare una tempesta economica e ambientale senza precedenti.

Serve un piano di intervento immediato. Le istituzioni devono rispondere all’appello delle cooperative di Sciacca e delle altre marinerie siciliane, mettendo in campo strategie efficaci per garantire la sostenibilità del settore. Non si tratta solo di salvare un comparto economico, ma di preservare una tradizione secolare, un’identità culturale e il lavoro di centinaia di persone che hanno fatto della pesca il cuore pulsante della loro comunità. Il tempo stringe, e senza soluzioni concrete, il rischio è che il mare siciliano non sia più una risorsa, ma un confine invalicabile per un’intera generazione di pescatori.

La pesca siciliana in crisi. Sciacca lancia l’allarme

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