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La Russia accelera sulla produzione di mangimi per pesci e riduce la dipendenza dalle importazioni – La Russia compie passi da gigante verso l’autosufficienza nella produzione di mangimi per pesci, con un incremento del 19% nel 2024 rispetto all’anno precedente. L’obiettivo è ambizioso: entro il 2030, il Paese punta a coprire il 90% della domanda interna di mangimi e l’80% di uova di salmone, riducendo drasticamente la dipendenza dalle importazioni.

Negli ultimi anni, la Russia ha avviato un’importante trasformazione del settore dell’acquacoltura, incentivata dalla necessità di ridurre l’impatto delle sanzioni e garantire una maggiore sicurezza alimentare. Prima del 2022, il 90% del mangime per salmone veniva importato, ma il governo russo ha reagito rapidamente introducendo misure di sostegno nel 2023. Tra queste, un indennizzo del 25% sui costi diretti in conto capitale per la costruzione e modernizzazione degli impianti produttivi.

La strategia di sostituzione delle importazioni ha portato alla nascita di nuovi stabilimenti nelle regioni di Kursk, Nizhny Novgorod e Astrakhan, oltre alla Repubblica dell’Ossezia del Nord-Alania. Inoltre, l’impianto esistente nella regione di Saratov è stato sottoposto a un processo di modernizzazione per aumentare la capacità produttiva. Secondo le proiezioni, entro il 2030 la produzione annua di mangimi per pesci raggiungerà le 250.000 tonnellate.

Uova di salmone: meno dipendenza dall’estero

Un altro tassello cruciale della strategia russa riguarda l’allevamento del salmone. Se fino al 2021 il 98% delle uova di salmone proveniva da Norvegia, Danimarca, Stati Uniti e Francia, nel 2024 gli allevamenti russi sono riusciti a coprire il 15% della domanda interna con produzioni nazionali. Questa evoluzione è stata possibile grazie allo sviluppo di incubatoi locali che garantiscono stock più resistenti alle condizioni ambientali del Paese e un maggiore controllo sanitario.

Per supportare questa crescita, sono stati modernizzati gli impianti di allevamento di Adler e sono stati aperti nuovi siti produttivi nelle regioni di Vologda e Yaroslavl, oltre alla Repubblica di Carelia. Entro il 2030, la Russia mira a raggiungere un’autosufficienza dell’80% nella produzione di uova di salmone.

Implicazioni per il mercato globale dell’acquacoltura

La svolta della Russia nel settore della produzione di mangimi e allevamento del salmone avrà ripercussioni significative a livello globale. La riduzione delle importazioni potrebbe ridefinire gli equilibri commerciali, soprattutto per i Paesi europei che fino a pochi anni fa erano i principali fornitori della Federazione Russa. Al tempo stesso, l’incremento della produzione nazionale potrebbe rendere la Russia un nuovo attore competitivo nel mercato internazionale dell’acquacoltura.

Il percorso intrapreso è chiaro: con investimenti mirati e una forte spinta politica, la Russia sta trasformando il proprio settore ittico in un comparto sempre più autonomo e resiliente, con l’obiettivo di consolidare la propria posizione nel panorama globale della pesca e dell’acquacoltura.

La Russia accelera sulla produzione di mangimi per pesci e riduce la dipendenza dalle importazioni

 

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