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L’Alaska e il futuro dell’acquacoltura tra innovazione e sostenibilità – L’Alaska si prepara a una svolta epocale nel settore ittico. Il governatore Mike Dunleavy ha recentemente presentato un disegno di legge destinato a modificare radicalmente il panorama della pesca e dell’acquacoltura nello Stato, ponendo nuove basi per la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico. Il cuore della proposta, denominata HB 111, mira a consentire l’allevamento di pesci pinnati in ambienti controllati, sfidando una storica tradizione che ha sempre vietato questa pratica, salvo rare eccezioni.

Attualmente, la legislazione dell’Alaska proibisce l’acquacoltura di pesci con pinne, ad eccezione di incubatoi privati senza scopo di lucro. Il nuovo disegno di legge aprirebbe la strada alla coltivazione controllata, permettendo la crescita di specie ittiche in bacini chiusi nell’entroterra. Una decisione che potrebbe ridefinire il ruolo dell’Alaska nel mercato globale, garantendo una maggiore autosufficienza alimentare e creando nuove opportunità di esportazione.

Il provvedimento include una serie di misure stringenti per garantire la sostenibilità e la sicurezza dell’ecosistema. Le aziende che otterranno il permesso dovranno allevare esclusivamente pesci triploidi sterilizzati, incapaci di riprodursi, riducendo al minimo il rischio di contaminazione genetica delle popolazioni selvatiche. Inoltre, la normativa vieta categoricamente l’allevamento delle principali specie di salmone (rosa, keta, sockeye, coho, chinook e atlantico), preservando così l’industria della pesca selvatica che rappresenta ancora oggi una delle principali risorse economiche dello Stato.

Il governatore Dunleavy ha sottolineato come questa proposta legislativa rappresenti un’opportunità senza precedenti per la crescita economica dell’Alaska. “Possiamo unirci alle altre regioni del mondo che già allevano pesce per consumo interno ed esportazione. Questa iniziativa genererà nuovi posti di lavoro, espanderà il settore ittico e offrirà una fonte alimentare sicura e sostenibile per i nostri cittadini”, ha dichiarato Dunleavy.

L’impatto di questa misura potrebbe essere significativo, considerando che nel 2023 le vendite di pesce d’acquacoltura negli Stati Uniti hanno raggiunto gli 819,6 milioni di dollari, secondo il censimento dell’acquacoltura dell’USDA. Sebbene il pesce gatto rappresenti più della metà di questo valore, altre specie come la trota e la tilapia stanno guadagnando terreno. L’Alaska, con il suo ambiente incontaminato e la sua esperienza nella gestione sostenibile delle risorse ittiche, potrebbe ritagliarsi un ruolo di primo piano in questo mercato in espansione.

Se approvata, la HB 111 potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per la produzione ittica in Alaska, combinando tradizione e innovazione per affrontare le sfide globali della sicurezza alimentare. Il dibattito è aperto e l’intera industria osserva con attenzione gli sviluppi di questa riforma, che potrebbe ridefinire il futuro della pesca e dell’acquacoltura nel Grande Nord.

L’Alaska e il futuro dell’acquacoltura tra innovazione e sostenibilità

 

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