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Se c’è un comportamento o un modus operandi, da qualunque parte esso provenga, che arreca danni certi, provati e ripetuti, questo è l’individualismo. Quando tale pratica, oramai consuetudine, è attuata dai diversi attori protagonisti degli stessi settori o comparti economici, ecco che l’individualismo diventa spesso e volentieri esasperato e i danni correlati per l’intera collettività risultano inenarrabili.

Nella città di Mazara del Vallo, tale dinamica trova espressione particolarmente nel settore della pesca industriale, dove l’individualismo sembra perpetuarsi con una sorta di masochismo senza precedenti, un’esperienza che si trascina da decenni e che ha comportato costi elevati per l’intera comunità.

La storia ci consegna casi emblematici di organizzazioni di categoria aventi per oggetto lo stesso focus – nel caso specifico la difesa degli interessi dei propri associati – ma che, nella lotta di potere per primeggiare, per favorire qualche capo politico o partito, o per avvantaggiare singoli imprenditori della pesca, finiscono spesso e volentieri per creare sperequazioni favorendo quella tendenza oramai consolidata a far prevalere le esigenze del singolo o di pochi contro quelle della collettività.

Quello che si presenta oggi è l’ennesimo tentativo. Per carità, nulla di illegale, ma certamente contrario ai criteri unanimi che vedono nell’unione congiunta delle forze una utilità maggiore e certamente più proficua al raggiungimento dello scopo prefissato.

L’oggetto del contendere è l’azione intrapresa lo scorso 24 ottobre dall’Organizzazione dei Produttori di Mazara del Vallo (che annovera al proprio interno più di venti imbarcazioni da pesca, oltre ad aziende di trasformazione) congiuntamente al Distretto della Pesca, storica organizzazione  mazarese. I responsabili delle rispettive associazioni hanno siglato un protocollo d’intesa con la Libia con lo scopo di poter intraprendere delle azioni comuni nell’ambito della pesca e della trasformazione dei prodotti oltre ad attività collaterali ad esse.  Il piano programmatico portato all’attenzione delle autorità governative italiane ha visto una preliminare approvazione delle suddette autorità, le quali hanno lodato l’iniziativa ritenendola utile nell’ambito del piano Mattei per l’Africa.

Inaspettatamente, ieri il Distretto della Pesca ha dichiarato, tramite una propria nota, di aver avviato un’iniziativa analoga a quella intrapresa congiuntamente all’Organizzazione dei Produttori, ma questa volta in autonomia e senza aver ritenuto necessario informare nessuno. Un comportamento che contribuisce a disorientare le autorità governative nazionali, che si trovano a dover trattare con associazioni diverse, operanti nello stesso territorio e per le medesime finalità.

Un monito per il futuro: la collaborazione, e non la divisione, è la chiave per affrontare le sfide globali di oggi e valorizzare le risorse locali. L’individualismo ha radici profonde, ma è tempo di riflettere sulla sua effettiva utilità.

 

L’articolo L’individualismo nella pesca: un freno per lo sviluppo proviene da Pesceinrete.

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