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Menetto: “Ostricoltura opportunità per il Paese, servono incentivi strutturali oltre la riduzione dell’IVA” – Il dibattito sulla riduzione dell’IVA sulle ostriche sta guadagnando spazio nell’agenda politica italiana, con la proposta del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida di riportare l’aliquota al 10%. Ma già prima di questa dichiarazione, il tema era stato sollevato da esperti del settore, tra cui Federico Menetto, fondatore di BluFarmers.com e conoscitore della filiera dell’acquacoltura.

Menetto, che da anni si occupa di strategie per il settore, lo scorso dicembre aveva già evidenziato l’importanza di riconsiderare la tassazione delle ostriche, accogliendo favorevolmente la riduzione dell’IVA, ma mettendo anche in guardia sul rischio di un intervento limitato alla sola leva fiscale. Per Menetto, il vero cambiamento passa dal riconoscimento dell’ostricoltura come settore strategico per la sostenibilità ambientale e per la creazione di valore economico.
“Le ostriche non sono solo un alimento gourmet, ma un asset ambientale: ogni esemplare è in grado di filtrare grandi quantità di acqua, contribuendo alla qualità degli ecosistemi marini. In Francia e in altri Paesi europei, questo ruolo è già riconosciuto attraverso incentivi e strumenti come i Carbon Credits. L’Italia deve allinearsi a questa visione.”

L’ostricoltura italiana, pur rappresentando un comparto in espansione, deve affrontare sfide strutturali che vanno oltre il costo finale del prodotto. La tassazione al 22%, introdotta nel 2020, ha penalizzato il settore, ma secondo Menetto il problema principale è l’assenza di un riconoscimento istituzionale del contributo ecologico di questi allevamenti.

Le ostriche, come altri molluschi bivalvi, svolgono infatti un ruolo cruciale negli ecosistemi marini: filtrano l’acqua, migliorano la qualità ambientale e possono contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. In questo contesto, Menetto sottolinea come l’Europa stia già sperimentando modelli di sostegno che premiano l’ostricoltura per la sua funzione ecologica, e invita l’Italia a prendere esempio.
“Non basta abbassare l’IVA: se vogliamo davvero sostenere l’ostricoltura italiana, dobbiamo sviluppare un piano che premi chi investe in acquacoltura sostenibile. In Francia gli allevamenti sono incentivati anche per il loro ruolo ambientale, mentre in Italia siamo ancora ancorati a una visione fiscale e commerciale tradizionale. È un’occasione che non possiamo perdere.”

Per Menetto, però, il focus non deve essere solo sulla riduzione dell’IVA, ma su un cambio di prospettiva più ampio.
“Se ci limitiamo a rivedere l’aliquota fiscale, rischiamo di perdere di vista la vera sfida: integrare l’ostricoltura nelle politiche di sostenibilità ambientale. Incentivare chi opera in modo responsabile e premiare i benefici ecologici di questi allevamenti è la strada giusta per rendere il settore competitivo e attraente per investitori e consumatori.”

L’abbassamento dell’IVA sulle ostriche rappresenterebbe un primo passo per migliorare la competitività dell’ostricoltura italiana, ma da solo non basta a garantire la crescita del comparto. Occorre un approccio più strategico, che vada oltre la sola leva fiscale e che integri strumenti di incentivazione ambientale già adottati all’estero.
Se l’Italia vuole realmente rilanciare il settore, dovrà prendere in considerazione misure più strutturate, capaci di valorizzare non solo il prodotto in sé, ma anche il suo impatto positivo sull’ambiente. Il dibattito è aperto e sarà interessante vedere come evolveranno le politiche di sostegno nei prossimi mesi.

Menetto: “Ostricoltura opportunità per il Paese, servono incentivi strutturali oltre la riduzione dell’IVA”

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