Golfo Aranci, incontro sulle opportunità di investimento

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Domani, nella splendida Golfo Aranci, daremo vita al convegno dal tema “Investire nel futuro blu”. Un momento importante per mettere insieme istituzioni, imprese e organizzazioni del settore e guardare al futuro, tutti insieme.

Sarà un dibattito sulle opportunità e le sfide del settore, che vede i nostri operatori nella costituzione di un sistema di collaborazione per Golfo Aranci e la Sardegna.

«Per noi questo è un importante appuntamento, un’ottima occasione di incontro con il comparto per sviluppare reti e connessioni anche fra le eccellenze locali – le parole del presidente di Agripesca, Mario Serpillo – aprendo nuove vie sul fronte di finanziamenti e bandi. E’ una eccellente opportunità per tutto il settoreanche perché il futuro dell’acquacoltura sarda passa inevitabilmente dalla sostenibilità e dall’innovazione tecnologica

Tanti gli argomenti sul tavolo: soprattutto, le opportunità di finanziamento disponibili per le attività di pesca, attraverso i bandi e il mercato. Grazie alla presenza di esperti sarà possibile discutere l’importanza di finanziamenti che supportano pratiche sostenibili, sia economicamente sia ecologicamente; si affronteranno temi legati all’innovazione e alle tecnologie verdi.

Ma sarà fondamentale per il comparto, affrontare tematiche legate alla promozione e alla formazione professionale.

A conclusione degli interventi tecnici, ci sarà un attesissimo show cooking, per celebrare anche in maniera tangibile l’eccellenza dei nostri mari e delle nostre marinerie, e dare un’idea di come potrebbe essere la messa in pratica delle attività di marketing e di utilizzo delle risorse primarie di cui, fortunatamente, disponiamo.

L’incontro rientra nel programma dell’ultima annualità del PNT.

Rassegna stampa:

Agrifish, accordo sulle giornate di pesca: scongiurati tagli per il 2026

Agrifish, accordo sulle giornate di pesca: scongiurati tagli per il 2026

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Agrifish

Accordo Agrifish sulla pesca nel Mediterraneo

Si chiude con un risultato importante per la pesca italiana e mediterranea il lungo e complesso negoziato del Consiglio Agrifish a Bruxelles. Dopo oltre 40 ore di trattative, protrattesi fino alle prime luci del mattino di sabato e seguite direttamente dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, «è stato evitato un drastico ridimensionamento dell’attività di pesca nel Mediterraneo occidentale nel 2026», sottolinea Elena Ghezzi, responsabile nazionale pesca e acquacoltura di Legacoop Agroalimentare, presente a Bruxelles con la delegazione italiana.

La revisione della proposta europea

«La proposta iniziale della Commissione europea, che prevedeva una riduzione fino al 64% delle giornate di pesca, è stata profondamente rivista. Il taglio è stato ridotto al 39% ed è stato accompagnato da un pacchetto di misure di compensazione che consente, di fatto, di neutralizzare la riduzione dello sforzo di pesca e di garantire agli operatori la possibilità di lavorare con maggiore serenità nel corso del 2026», continua Ghezzi.

Il riconoscimento dell’arresto definitivo

Particolarmente rilevante è stato, poi, «il riconoscimento dell’arresto definitivo come misura strutturale di riduzione dello sforzo di pesca: un passaggio politico significativo, che valorizza gli sforzi già compiuti dal settore e dalle imprese cooperative negli ultimi anni», spiega Ghezzi.

Decisivo anche il ruolo della presidenza danese del Consiglio, che ha sostenuto la posizione di Italia, Francia e Spagna, permettendo di accogliere la gran parte delle richieste avanzate dai Paesi mediterranei.

La posizione di Legacoop Agroalimentare

Per Legacoop Agroalimentare si tratta di un segnale politico rilevante.
«Voglio esprimere grande soddisfazione per il lavoro svolto nel merito e nel metodo e che il Ministro e il Ministero hanno saputo mettere in campo. La trattativa Agrifish dimostra che, quando la politica si riappropria del proprio ruolo, è possibile coniugare sostenibilità ambientale, tutela del lavoro e salvaguardia della tenuta socioeconomica delle comunità costiere», ha commentato il presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti.

Prospettive future per la politica della pesca

A questo proposito Legacoop Agroalimentare apprezza non soltanto il lavoro svolto dal Ministro Lollobrigida, dai dirigenti del Masaf, ma anche da tutte le organizzazioni del settore che hanno contribuito a questo risultato e ribadisce l’impegno a continuare il confronto europeo per politiche della pesca realmente sostenibili, eque e fondate su basi scientifiche solide.

E per dirla con il ministro Lollobrigida, ha prevalso il buon senso sull’ideologia: quando gli italiani lavorano in squadra non li batte nessuno.

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Western Mediterranean fishing opportunities: the 2026 agreement

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A fragile stability for Western Mediterranean fisheries

The political agreement reached by European Union ministers on fishing opportunities in the Western Mediterranean for 2026 offers the fleet a sense of short-term continuity and breathing space, but it leaves unresolved an issue the sector has known for far too long: excessive pressure on fish stocks. Behind the word “stability”, in fact, lies a fragile balance that fails to address the core challenge of biological and economic sustainability in Mediterranean fisheries.

Overexploited stocks remain the central challenge

In the Western Mediterranean, an area directly involving France, Italy and Spain, more than half of the assessed fish populations—around 55%—remain overexploited. Fishing mortality continues to be significantly higher than sustainable levels, at approximately 1.6 times the reference values. These figures reflect a reality well known to fishing operators, institutions and the scientific community, highlighting how fisheries management remains a complex equation in which every decision weighs heavily on the future of the sector.

No further cuts to trawling days in 2026

Faced with mounting socio-economic pressure, ministers chose not to further reduce trawling days, maintaining for 2026 the same management framework already set for 2025. This decision responds to the daily difficulties faced by fishing enterprises, but according to several environmental organisations, it risks once again postponing essential structural interventions. As underlined by Giulia Guadagnoli, Senior Policy Advisor at Oceana in Europe, securing a prosperous future for the sector will inevitably require a more decisive reduction in fishing mortality and action on overcapacity, in order to safeguard both marine ecosystems and the long-term viability of the fishing fleet.

Legal obligations under EU fisheries policy

The European regulatory framework is clear. Member States in the Western Mediterranean are under a legal obligation to end overfishing by 2025, in line with the Common Fisheries Policy (CFP) and the multiannual management plan. The 2026 agreement, however, confirms the fishing days already established, without further cuts, while introducing a key constraint: the total number of days may not, under any circumstances, exceed the levels authorised for 2025, even through the benefits derived from the compensation mechanism. This clause is designed to prevent a net increase in fishing effort, but it shifts attention to the actual effectiveness of management tools.

The compensation mechanism and its limits

At the heart of the agreement lies the compensation mechanism, based on voluntary technical measures such as gear modifications to improve selectivity, spatial or seasonal closures, and other options—up to a maximum of fourteen measures—intended to reduce fishing mortality. In theory, these instruments can support a more gradual transition to sustainable fisheries. In practice, their success will depend on rigorous implementation, measurable biological benefits, and an effective monitoring system. Any additional fishing day, as Guadagnoli has pointed out, must be strictly proportionate to the results achieved in terms of stock recovery.

Deep-sea ecosystem protection remains insufficient

Critical issues remain. Among them is the failure to extend protections for deep-sea ecosystems. The closure to fishing remains set below 800 metres, without being extended to 600 metres—a depth at which fishing activity is already very limited. This choice risks allowing vessels to benefit unjustifiably from additional fishing days, increasing overall fishing effort and diverging from scientific recommendations.

For more insights on the future of Italian fisheries and the blue economy, follow ongoing coverage and analysis on Pesceinrete.

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Unci AgroAlimentare presenta progetto “GiraRe”

Unci AgroAlimentare presenta progetto “GiraRe”

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Prende il via il progetto “GiraRe”, promosso dall’Unci AgroAlimentare, con la collaborazione scientifica dell’Università Politecnica delle Marche, il cui scopo è rafforzare la resilienza climatica della pesca di pesce azzurro e della mitilicoltura nel Mediterraneo.

Il progetto, rientrante nel Programma nazionale triennale della Pesca e dell’Acquacoltura finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, sarà presentato giovedì 18 dicembre, alle ore 10,30, a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, presso la Facoltà di Economia “Giorgio Fua”, a Palazzo Vannicola, in via del Mare, 220.

Il programma dei lavori della giornata, incentrata sul tema “Scenari e prospettive del comparto piccoli pelagici e mitilicoltura in Adriatico”, prevede i saluti istituzionali del vice presidente nazionale Unci e presidente regionale Unci Marche, Antonio Bruni, del presidente della commissione Pesca e Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini, e del comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto, Giuseppe Quattrocchi.

Al convegno interverranno il docente dell’Università Politecnica delle Marche, Carlo Cerrano, la ricercatrice dell’Istituto scientifico privato “Pesca e Ricerca Innovativa” Partner in Service riconosciuto dal Masaf, Barbara Zambuchini, il responsabile Business Development e-Fish, Massimo Di Roma, e il presidente nazionale Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio. Il convegno sarà moderato dal giornalista, Luigi Basile.

Destinatari del progetto sono i pescatori di cooperative e consorzi del settore, organizzazioni di produttori del pesce azzurro e imprese operanti nell’ambito della mitilicoltura, allo scopo di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini e sulle risorse alieutiche, garantendo al tempo stesso sostenibilità economica, ambientale e sociale, attraverso l’elaborazione di modelli di cogestione partecipata con i pescatori del pesce azzurro e con gli operatori degli allevamenti di mitili, ma anche con il miglioramento della resilienza degli ecosistemi marini costieri e sviluppando una governance locale rispondente agli obiettivi.

Punti qualificanti del progetto sono dunque la cogestione partecipata, l’innovazione tecnologica e la valorizzazione circolare degli scarti.
Strategia, modelli operativi e buone pratiche potranno costituire un riferimento da adottare, con le dovute analisi dei contesti specifici, anche in altri areali marini.

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“Il mare come Risorsa, la Pesca come Responsabilità”, convegno per l’avvio del PNR

Domani nella sede nazionale di Roma

Agripesca avvia la propria partecipazione al Programma Nazionale Triennale della pesca 2025 – 2027 con il convegno “Il mare come Risorsa, la Pesca come Responsabilità – Strategie sostenibili per il Mediterraneo”. L’incontro è previsto per domani, mercoledì 17 dicembre dalle ore 10.30 presso la sede nazionale di Roma, in Via in Lucina, 10.

Custodi del mare è il progetto con il quale partecipiamo al PNT, ed è improntato alla sostenibilità ed alla formazione anche nelle scuole, attraverso un approccio integrato che unisce ricerca scientifica, innovazione tecnologica, formazione degli operatori e azioni di sensibilizzazione della società civile”, le parole di Mario Serpillo, presidente nazionale di Agripesca.

Il presidente di Agripesca, Mario Serpillo

Il convegno metterà in risalto le tematiche da affrontare nei prossimi tre anni, il cambiamento climatico, la lotta alle microplastiche, ed ha l’obiettivo di promuovere una riflessione serena e completa sulla gestione degli stock ittici. Argomenti complessi, che vanno analizzati con un approccio sistemico e tecnico al tempo stesso.

Diverse le personalità coinvolte nell’incontro; oltre al presidente Serpillo interverranno:

  • l’on. Bergamini, membro della XIII Commissione della Camera dei deputati – Agricoltura;
  • Marco Pedol, EM associated,
  • Michele Ruiu, distretto rurale Ogliastra;
  • Gregorio Carello, Agripesca Calabria;
  • Domenico Leone, Agripesca Sicilia;
  • Pasquale Ranucci, Gal Pesca Lazio;
  • Giuseppe Lombardi, Rambaldi promotions;
  • Ammiragliato.

Agripesca crede fortemente nel messaggio che stiamo portando avanti. La nostra azione è finalizzata alla realizzazione del nostro progetto Custodi del mare, per sostenere un modo diverso di vivere il rapporto con il Mare Nostrum, un modo finalmente integrato”, conclude il presidente Serpillo.

Confeuro: “Bene risultato in Agrifish. Ma continuare a tutelare catena produttiva”

Confeuro: “Bene risultato in Agrifish. Ma continuare a tutelare catena produttiva”

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“Confeuro esprime soddisfazione, ma allo stesso tempo preoccupazione, per l’esito del Consiglio Agrifish, nel quale, grazie all’impegno istituzionale dei ministri di Italia, Spagna e Francia, è stato evitato un drastico ridimensionamento delle giornate di pesca nel mediterraneo”. Lo dichiara Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, Confederazione Agricoltori Europei.

“Un risultato significativo – prosegue Tiso – ulteriormente rafforzato dalla previsione di introduzione di misure di compensazione a sostegno del comparto, in grado di neutralizzare l’impatto della riduzione dello sforzo di pesca. In questa fase storica delicata e complessa, d’altronde, è fondamentale mantenere elevata l’attenzione sul mare e, in particolare, sul Mediterraneo, un bacino unico per storia, biodiversità e microclima”.

“Occorre continuare  – conclude il presidente nazionale Confeuro, Confederazione Agricoltori Europei – a sensibilizzare le istituzioni europee sulle esigenze dei nostri pescatori e sull’importanza di tutelare le catene produttive. Le proposte inizialmente avanzate dall’Unione europea avrebbero infatti compromesso in modo sostanziale l’intero settore, vanificando il lavoro e i sacrifici di tanti pescatori e armatori costruiti nel corso di anni”. 

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