Golfo Aranci, incontro sulle opportunità di investimento

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Domani, nella splendida Golfo Aranci, daremo vita al convegno dal tema “Investire nel futuro blu”. Un momento importante per mettere insieme istituzioni, imprese e organizzazioni del settore e guardare al futuro, tutti insieme.

Sarà un dibattito sulle opportunità e le sfide del settore, che vede i nostri operatori nella costituzione di un sistema di collaborazione per Golfo Aranci e la Sardegna.

«Per noi questo è un importante appuntamento, un’ottima occasione di incontro con il comparto per sviluppare reti e connessioni anche fra le eccellenze locali – le parole del presidente di Agripesca, Mario Serpillo – aprendo nuove vie sul fronte di finanziamenti e bandi. E’ una eccellente opportunità per tutto il settoreanche perché il futuro dell’acquacoltura sarda passa inevitabilmente dalla sostenibilità e dall’innovazione tecnologica

Tanti gli argomenti sul tavolo: soprattutto, le opportunità di finanziamento disponibili per le attività di pesca, attraverso i bandi e il mercato. Grazie alla presenza di esperti sarà possibile discutere l’importanza di finanziamenti che supportano pratiche sostenibili, sia economicamente sia ecologicamente; si affronteranno temi legati all’innovazione e alle tecnologie verdi.

Ma sarà fondamentale per il comparto, affrontare tematiche legate alla promozione e alla formazione professionale.

A conclusione degli interventi tecnici, ci sarà un attesissimo show cooking, per celebrare anche in maniera tangibile l’eccellenza dei nostri mari e delle nostre marinerie, e dare un’idea di come potrebbe essere la messa in pratica delle attività di marketing e di utilizzo delle risorse primarie di cui, fortunatamente, disponiamo.

L’incontro rientra nel programma dell’ultima annualità del PNT.

Rassegna stampa:

Sottosegretario La Pietra, al via bando ristori per molluschicoltura

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Pubblicato il bando del Masaf per i ristori dedicati alle imprese della molluschicoltura che, a causa dei cambiamenti climatici, hanno registrato nel 2024 una perdita di fatturato superiore al 30% sulla media del triennio precedente.

“Il ministro Lollobrigida e il Masaf – ha dichiarato il sottosegretario, senatore Patrizio La Pietra hanno dato seguito agli impegni assunti con le associazioni di categoria, dopo aver valutato e accolto le istanze del settore.

“Per i pescatori e gli allevatori di molluschi, che hanno dovuto far fronte ad un calo dell’attività a causa dei cambiamenti climatici con una conseguente contrazione del fatturato, penso in particolare alle regioni di Abruzzo Marche e Puglia, abbiamo predisposto un decreto per istituire un bando ed erogare ristori pari a 5 milioni di euro. La situazione allarmante che si è venuta a determinare a scapito dell’operatività del settore, richiedeva un supporto fattivo e rapido da parte delle istituzioni e con questo obiettivo ci siamo mossi, venendo incontro alle richieste dei nostri pescatori in maniera tempestiva e puntuale“. È quanto dichiara il sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra.

Qui per accedere al bando.

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Federpesca: bando ristori per molluschicoltura in difficoltà segnale importante

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Cinque milioni di euro per le imprese della molluschicoltura in difficoltà, è il bando che il Masaf ha appena pubblicato e a cui potranno accedere pescatori e allevatori di molluschi che, nel corso del 2024, hanno subito una perdita di fatturato superiore al 30% rispetto alla media del triennio precedente, a causa degli effetti del cambiamento climatico.

“Il bando rappresenta un segnale importante per far fronte ad una crisi ormai strutturale del settore dei molluschi, fortemente colpito dal cambiamento climatico e dall’innalzamento della temperatura delle acque. Un intervento che avevamo chiesto nelle scorse settimane per sostenere migliaia di imprese in ginocchio da mesi e che il Governo e la direzione della pesca hanno prontamente attivato. Ringraziamo per questo il sottosegretario La Pietra per l’attenzione e la risposta concreta” ha dichiarato Francesca Biondo, direttrice di Federpesca.

“Il cambiamento climatico e le alte temperature hanno ogni anno un impatto maggiore sul settore ittico che ci preoccupa molto e che sta compromettendo la produzione di prodotti di eccellenza come le vongole e le cozze, oltre ad avere impatti significativi sulle principali specie ittiche. Una situazione che oltre a interventi immediati come questo richiede una riflessione complessiva che abbiamo avviato con il Masaf e che ci vedrà impegnati nei prossimi anni” ha concluso Francesca Biondo.

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Federpesca: bando ristori per crisi molluschi segnale importante

Federpesca: bando ristori per crisi molluschi segnale importante

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Federpesca

Cinque milioni di euro per le imprese della molluschicoltura in difficoltà, è il bando che il Masaf ha appena pubblicato e a cui potranno accedere pescatori e allevatori di molluschi che, nel corso del 2024, hanno subito una perdita di fatturato superiore al 30% rispetto alla media del triennio precedente, a causa degli effetti del cambiamento climatico.

“Il bando rappresenta un segnale importante per far fronte ad una crisi ormai strutturale del settore dei molluschi, fortemente colpito dal cambiamento climatico e dall’innalzamento della temperatura delle acque. Un intervento che avevamo chiesto nelle scorse settimane per sostenere migliaia di imprese in ginocchio da mesi e che il Governo e la direzione della pesca hanno prontamente attivato. Ringraziamo per questo il sottosegretario La Pietra per l’attenzione e la risposta concreta” ha dichiarato Francesca Biondo, direttrice di Federpesca.

“Il cambiamento climatico e le alte temperature hanno ogni anno un impatto maggiore sul settore ittico che ci preoccupa molto e che sta compromettendo la produzione di prodotti di eccellenza come le vongole e le cozze, oltre ad avere impatti significativi sulle principali specie ittiche. Una situazione che oltre a interventi immediati come questo richiede una riflessione complessiva che abbiamo avviato con il Masaf e che ci vedrà impegnati nei prossimi anni” ha concluso Francesca Biondo.

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Turku apre la rotta alla Blue Economy globale

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La cittadina di Turku (Finlandia) si prepara ad accogliere, il 20 e 21 agosto 2025, la terza edizione dell’iniziativa A’Pelago, il forum internazionale che sta plasmando il futuro della Blue Economy nel Mar Baltico. Non solo un evento, ma un punto d’incontro operativo per chi sta ripensando l’economia del mare in chiave rigenerativa, con uno sguardo che parte dal Nord Europa e si estende al mondo intero.

Con oltre 300 partecipanti provenienti da più di dieci paesi, A’Pelago si conferma come una delle principali piattaforme europee di connessione tra scienza, imprese e capitale a impatto sociale. Il tema scelto per l’edizione 2025, “L’oceano inizia qui”, è al tempo stesso un monito e una visione condivisa: il cambiamento parte dai territori, anche da quelli apparentemente periferici come l’arcipelago finlandese.

Finlandia laboratorio di soluzioni scalabili

La Blue Economy nel Mar Baltico non è una teoria: è già in atto. La fragilità del bacino baltico, tra i più vulnerabili e antropizzati al mondo, ha trasformato questa regione in un banco di prova per tecnologie e modelli replicabili su scala globale. L’obiettivo è duplice: sostenere l’economia costiera e rigenerare gli ecosistemi marini.

Non è un caso che proprio a Turku saranno presentati due nuovi fondi di investimento: il Redstone Blue Fund I, rivolto a startup locali, e BluKap.vc, un fondo globale di Serie A. Sono strumenti concreti per alimentare la crescita di imprese innovative che operano in ambiti come la decarbonizzazione della logistica marittima, l’acquacoltura sostenibile, la digitalizzazione dei porti e il recupero delle plastiche marine.

Il ruolo strategico dell’imprenditoria scientifica

Cuore pulsante di A’Pelago è l’imprenditoria basata sulla scienza. Non si parla solo di progetti visionari, ma di iniziative già operative che cercano visibilità, sinergie e accesso al capitale. Il secondo giorno sarà interamente dedicato a investitori e startup, con la Pitch Challenge che assegnerà un premio da 25.000 euro alla proposta più promettente. Una dinamica che premia non solo l’idea, ma la sua concreta implementabilità.

Accanto alle sessioni plenarie e ai panel internazionali, A’Pelago ospiterà workshop tematici e incontri informali dove le connessioni diventano alleanze. “Chiunque abbia un legame con il mare, sia per lavoro che per vocazione, condivide la responsabilità del suo futuro”, afferma Alina Sippolainen, Blue Economy & Ecosystem Advisor.

Un format esportabile, una visione condivisa

La portata dell’iniziativa supera i confini geografici della Finlandia. Il modello A’Pelago si fonda su co-creazione, multidisciplinarità e impatto misurabile. È una chiamata all’azione che parla anche a contesti mediterranei, dove l’economia del mare chiede di essere ripensata con la stessa urgenza.

Il Mediterraneo, come il Baltico, è un mare chiuso, fragile e densamente popolato. Le soluzioni sviluppate nel Nord Europa possono ispirare modelli adattati alla nostra realtà: reti tra porti intelligenti, piani di sviluppo costiero sostenibile, filiere ittiche più resilienti e circolari.

A’Pelago 2025 dimostra che investire nella Blue Economy nel Mar Baltico non è solo una strategia regionale, ma una scommessa per il futuro del pianeta. La sfida è globale, ma l’azione è locale. Dalla sensibilità nordica possono nascere visioni operative da portare nei mari italiani, nei porti mediterranei, nelle imprese che hanno il coraggio di coniugare economia e rigenerazione.

Il mare non aspetta: ora è il momento di costruire alleanze che contano, capaci di unire innovazione e tradizione.

 

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Mangimi in bilico: la pesca per specie foraggio affonda sugli stock

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La pesca di specie foraggio — cioè quella destinata alla produzione di farina e olio di pesce — è sempre più dipendente da stock ittici in difficoltà biologica o privi di una gestione efficace. Lo evidenzia il nuovo report 2024 di Sustainable Fisheries Partnership (SFP), che analizza 22 stock su scala globale: oltre la metà rientra in categorie di rischio, a causa di sovrasfruttamento, assenza di piani di gestione o carenza di dati scientifici.

La fotografia scattata da SFP è preoccupante. Solo due stock migliorano la propria valutazione rispetto all’anno precedente: il sugarello cileno e il sandeel del Dogger Bank. Tutti gli altri sono fermi o in peggioramento, con un bilancio che conferma una pressione strutturale sulle specie pelagiche di piccola taglia — pilastri invisibili, ma fondamentali, della catena alimentare marina.

È il caso dell’anchoveta peruviana, da decenni una delle principali fonti per la produzione globale di fishmeal. Nonostante una gestione considerata formalmente “ragionevole”, il suo stato biologico resta fragile, e la biomassa dipende da variabili ambientali non sempre prevedibili.

In Europa la situazione non è più rassicurante. Il blue whiting, tra gli stock più sfruttati per finalità mangimistiche, viene ancora gestito senza un accordo internazionale vincolante: le TAC (quote di cattura) vengono fissate unilateralmente e, secondo SFP, la mortalità da pesca è stata del 61% superiore al livello sostenibile negli ultimi dieci anni.

Nel Nord Europa lo spratto del Mar Baltico ha subito un crollo della biomassa da 236.000 a 84.000 tonnellate in un solo anno. La sua valutazione è ora nella categoria peggiore (C), con implicazioni pesanti per chi opera lungo la catena di trasformazione.

Il report 2024 include per la prima volta anche quattro attività di pesca indiane, legate alla cattura di sardine e sgombri in Maharashtra e Goa. Tuttavia, l’assenza di osservatori a bordo, piani di gestione, controlli ambientali e raccolta dati sistematica rende difficile qualunque valutazione affidabile.

Nel complesso, la pesca di specie foraggio sta mostrando crepe profonde. Questo comparto — spesso nascosto agli occhi del consumatore finale — sostiene buona parte della produzione mangimistica per l’acquacoltura, la zootecnia e perfino l’industria degli integratori e del pet food. La sua vulnerabilità biologica e gestionale rischia di avere impatti trasversali, ben oltre il primo anello della filiera.

Per le imprese della trasformazione, della logistica e della distribuzione, così come per i produttori e gli stakeholder più attenti alla sostenibilità, il report SFP è una bussola utile. Scegliere fornitori tracciabili, sostenere progetti di miglioramento e pretendere trasparenza non è più solo una questione etica: è una necessità economica e strategica.

Il report SFP 2024 conferma un quadro instabile: la pesca di specie foraggio si regge su stock fragili e gestione incompleta. La filiera mangimistica — e con essa anche l’acquacoltura — ha bisogno di maggiore trasparenza, cooperazione tra Stati e impegni concreti per la ricostituzione degli stock.

 

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