Lollobrigida e Kadis a San Benedetto del Tronto

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Lollobrigida e Kadis a San Benedetto del Tronto  – Il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, e il Commissario Europeo per la Pesca e gli Oceani, Costas Kadis, hanno fatto tappa venerdì scorso a San Benedetto del Tronto per affrontare le criticità e le prospettive del settore ittico italiano.

La giornata si è aperta con una visita al Museo del Mare, simbolo della tradizione marittima locale, per poi proseguire presso l’Università Politecnica delle Marche, dove si è svolto un incontro con rappresentanti del comparto ittico. Durante l’evento è stato presentato il nuovo corso di laurea in Management per la valorizzazione sostenibile delle aziende e delle risorse ittiche, nato dalla collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura. L’iniziativa, secondo il Ministro Lollobrigida, rappresenta un passo concreto per favorire la competitività e la sostenibilità del settore, preparando professionisti capaci di affrontare le sfide future.

A sottolineare l’importanza del nuovo percorso accademico è stato il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, che ha evidenziato come si tratti di un unicum nel panorama formativo italiano. Particolare attenzione è stata rivolta al settore dell’acquacoltura, che negli ultimi anni ha registrato una crescita significativa, superando per produzione la pesca tradizionale. Un dato che evidenzia la necessità di figure specializzate in grado di innovare e rendere più efficiente la filiera ittica.

Il Commissario europeo Costas Kadis ha ribadito l’importanza di un dialogo diretto con pescatori e operatori del settore per orientare al meglio le politiche comunitarie. Secondo Kadis, la conoscenza approfondita delle realtà locali è essenziale per sviluppare strategie efficaci a livello europeo, in grado di rispondere concretamente alle esigenze del comparto.

La visita istituzionale ha rappresentato un segnale forte dell’attenzione del governo italiano verso il settore della pesca, considerato strategico per l’economia nazionale insieme all’agricoltura. Il Ministro Lollobrigida ha confermato l’impegno dell’esecutivo nel sostenere il comparto, con l’obiettivo di rafforzarne la competitività e garantire una gestione sostenibile delle risorse marine.

Lollobrigida e Kadis a San Benedetto del Tronto 

 

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Findus: il 100% dei prodotti ittici è certificato MSC e ASC

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Findus: il 100% dei prodotti ittici è certificato MSC e ASC – Findus, azienda leader nel settore dei surgelati e parte del Gruppo Nomad Foods, annuncia il raggiungimento di un traguardo storico: il 100% dei suoi prodotti ittici proviene da pesca sostenibile certificata MSC (Marine Stewardship Council) e acquacoltura responsabile certificata ASC (Aquaculture Stewardship Council). Questo obiettivo, annunciato nel marzo del 2017, segna non solo il compimento di un percorso, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo per l’intero settore, consolidando il ruolo di Findus come leader del mercato del surgelato ittico – con circa 20 mila tonnellate di prodotto, che equivale al 20% del comparto, per un valore totale di 290 milioni di euro – e punto di riferimento nella sostenibilità ittica e nella protezione dei mari, oceani e delle specie che li abitano. Un comparto, quello dell’ittico surgelato, che ha avuto un buon andamento: secondo IIAS nel 2024 sono state consumate 95.955 tonnellate di pesce surgelato[2], con una crescita del 3,9% rispetto al 2023.

Findus è la prima azienda leader di settore 100% certificata MSC e ASC ad aver generato un cambiamento significativo nel mercato retail, ispirando l’intero settore e il mercato di riferimento, oggi sempre più orientato a scelte sostenibili. A dimostrazione dell’impatto concreto della scelta di Findus sul mercato di riferimento, il volume totale dei prodotti ittici certificati MSC in Italia è più che triplicato da quando l’azienda ha ottenuto la certificazione MSC, registrando una crescita del 170% tra il 2017/2018 e il 2023/2024. Se si considera in particolare la categoria dei surgelati, l’influenza sul mercato della certificazione di Findus è stata altrettanto rilevante: in questo segmento, il volume di prodotti ittici certificati MSC è più che raddoppiato, con una crescita del 92% nello stesso periodo.

“Siamo estremamente soddisfatti di questo importante risultato, frutto di un notevole impegno organizzativo ed economico. L’approvvigionamento di volumi importanti, come quelli sviluppati da Findus, l’ampiezza e la varietà del nostro portafoglio di prodotti ittici, che vanta oltre 20 diverse specie, ha richiesto un impegno significativo volto a coinvolgere, informare ed ingaggiare tutta la filiera, dai gruppi di pescatori alla lavorazione del pesce, dal confezionamento fino all’arrivo dei prodotti negli scaffali della GDO. La salvaguardia della biodiversità marina è uno standard da perseguire collettivamente per tutelare i nostri mari e garantire una fonte di nutrimento sostenibile per le future generazioni – ha dichiarato Renato Roca, Country Manager di Findus Italia – Come leader di mercato, siamo consapevoli della nostra responsabilità e siamo orgogliosi di aver ispirato l’intero settore, raggiungendo l’obiettivo fissato nel 2017 e promuovendo costantemente un modello di sostenibilità condivisa. Questo non è un punto d’arrivo, ma una tappa che ci spinge a proseguire nel nostro impegno. Produrre cibo impattando meno sull’ambiente e tutelando le risorse naturali è la nostra sfida: ci impegniamo per un progresso costante e responsabile, affinché la sostenibilità diventi sempre più un valore condiviso da tutto il settore e dai consumatori”.

La ricerca di consumerismo no profit: italiani più attenti alla sostenibilità a tavola

L’impegno di Findus arriva in un momento in cui cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine “Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati” commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano. Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare.

Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre. Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.

I rigorosi standard MSC e ASC, per pesca sostenibile e acquacoltura responsabile

A partire da questa settimana, con il lancio delle nuove referenze certificate MistoMare della linea Tentazioni di Gusto, tutti i prodotti delle gamme Findus – oltre 60 referenze – porteranno quindi il marchio blu di pesca sostenibile MSC e quello verde di acquacoltura responsabile ASC.

La pesca sostenibile e certificata MSC deve soddisfare il rigoroso Standard di Marine Stewardship Council, la più importante organizzazione al mondo in tema di pesca sostenibile, che si fonda su tre princìpi: la pesca deve lasciare in mare abbastanza pesci per permettere loro di riprodursi, affinché l’attività possa proseguire nel tempo; deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto sull’ecosistema, consentendo alla flora e alla fauna marina di prosperare; e deve essere gestita in modo da potersi adattare alle mutevoli condizioni ambientali, nel rispetto delle leggi vigenti. Il marchio blu MSC, oltre ad essere una garanzia di qualità, dà l’opportunità ad ogni consumatore di orientarsi meglio davanti allo scaffale e fare quindi una scelta responsabile nell’acquisto di prodotti di pesce.

Per quanto riguarda invece il marchio verde ASC, esso garantisce al consumatore che il prodotto ittico provenga da un allevamento certificato secondo lo Standard di Aquaculture Stewardship Council (ASC), un’organizzazione internazionale indipendente senza scopo di lucro che stabilisce requisiti rigorosi per l’acquacoltura responsabile, spronando i produttori ittici a minimizzarne l’impatto ambientale e sociale. Se l’acquacoltura non è ben gestita può avere infatti una serie di effetti negativi, tra cui l’inquinamento delle acque, l’interruzione degli ecosistemi locali e condizioni di lavoro sfavorevoli.

Lo Standard ASC definisce, quindi, i criteri ambientali, sociali e di benessere animale che devono essere soddisfatti per ottenere la certificazione. I requisiti ambientali prevedono che l’allevamento minimizzi il suo impatto sugli ecosistemi locali, che tutti i mangimi per pesci siano completamente tracciabili e che i parametri dell’acqua, come i livelli di fosforo e ossigeno, siano misurati regolarmente per rimanere entro i limiti stabiliti. I requisiti sociali comprendono invece la tutela dei diritti dei lavoratori e il rispetto delle comunità locali. Infine, i requisiti di benessere animale, assicurano che gli animali siano trattati con il massimo rispetto lungo tutto il loro ciclo di vita.

Al via il nuovo progetto conLifegate per contrastare gli effetti degli sversamenti accidentali di oli e idrocarburi in mare

L’attenzione alla sostenibilità è profondamente radicata nel DNA di Findus e l’impegno per avere materie prime approvvigionate in modo sostenibile è parte di un percorso che l’azienda porta avanti da tempo, anche attraverso importanti iniziative per la tutela dei mari in collaborazione con partner strategici.

Tra i progetti all’attivo, Findus è parte della Water Defenders Alliance di LifeGate, che unisce i vari rappresentanti della società civile per difendere i nostri mari da alcune gravi minacce alla sua salute. Grazie a questa partnership, Findus ha adottato negli anni diversi Seabin (dei quali 5 attualmente attivi), dispositivi mangia-rifiuti che hanno permesso dal 2021 ad oggi di catturare dai mari italiani oltre 44,2 tonnellate di rifiuti, tra cui plastiche e microplastiche fino a 2 mm di diametro, equivalenti al peso di oltre 2,9 milioni di bottigliette di plastica da 0,5 litri. Se le mettessimo in fila, copriremmo una distanza pari a quella tra Milano e Roma (589 km).

Sempre in collaborazione con LifeGate, prenderà vita questa primavera anche un nuovo progetto che ha l’obiettivo di contrastare gli effetti degli sversamenti accidentali di oli e idrocarburi in mare: il Porto di Marina di Villasimius, verrà dotato di un innovativo kit capace di prevenire, assorbire e stoccare ogni sversamento, con un potenziale assorbimento di oli, nel suo ciclo di vita, che può arrivare fino a 54.000 chili di oli e idrocarburi equivalenti al pieno di benzina di oltre 1.900 automobili utilitarie.

Al fianco di One Ocean per riforestare posidonia oceanica

In un momento in cui la vulnerabilità di mari e oceani è sempre più evidente, diventa essenziale agire per proteggere e preservare questi preziosi e fragili ecosistemi. In questo contesto, Findus ha deciso di giocare un ruolo attivo nella conservazione delle praterie di Posidonia oceanica lungo le coste italiane aderendo ad un ambizioso progetto di tutela delle foreste marine – “Blue Forest” – in collaborazione con One Ocean Foundation, realtà non profit italiana impegnata nella tutela dell’oceano, riconosciuta a livello globale come piattaforma per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo è il ripristino di una porzione di prateria di Posidonia oceanica, pianta endemica del Mediterraneo con un ruolo centrale per la biodiversità marina e la mitigazione del cambiamento climatico. Lo scorso anno sono state piantumate 2.500 piantine lungo i fondali liguri, precisamente a Sanremo. Quest’anno il progetto continua e si amplia: verranno infatti riforestati altri 50 metri quadrati. One Ocean si occupa inoltre di monitorare, affidandosi a biologi esperti, lo stato della prateria riforestata e la crescita della Posidonia oceanica.

“Fish for Good”: il manifesto di Findus per promuovere la trasparenza e la salute degli oceani

L’impegno di Findus per la pesca sostenibile, la salvaguardia degli oceani e rispetto dell’ambiente vive all’interno di “Fish for Good, per il futuro degli oceani“, un vero e proprio manifesto articolato su tre pilastri: garantire una filiera responsabile e trasparente (oltre al 100% delle materie prime ittiche proveniente da pesca sostenibile certificata MSC e acquacoltura responsabile ASC, Findus vanta la completa trasparenza sul luogo e modalità di approvvigionamento, tanto che sul sito è possibile conoscere per ogni prodotto l’area di pesca attraverso lo strumento Captain’s Fish Finder tool); prendersi cura attivamente dell’oceano con progetti tangibili (tra questi, i progetti in collaborazione con partner strategici con LifeGate e One Ocean Foundation); avere a cuore la salvaguardia dell’ambiente (il 98% degli imballaggi oggi è riciclabile e per tutte le scatole di cartone prodotte si utilizza carta proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, come da certificazioni PEFC e FSC).

Findus: il 100% dei prodotti ittici è certificato MSC e ASC

 

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Unci AgroAlimentare: visita Kadis diventi punto di svolta per la pesca

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Unci AgroAlimentare: visita Kadis diventi punto di svolta per la pesca – La visita a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, del Commissario europeo per la Pesca e gli Oceani, Costas Kadis, prima tappa ufficiale in un Paese membro dell’Ue, accompagnato dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, è un segnale importante per il comparto.
Un appuntamento a cui hanno partecipato anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e il sindaco Antonio Spazzafumo, oltre agli operatori del settore, tra i quali Vincenzino Crescenzi dell’Organizzazione Produttori del Pesce Azzurro, portavoce della marineria all’evento, e la rappresentante territoriale dell’Unci AgroAlimentare, la biologa Barbara Zambuchini.
L’incontro ha costituito una preziosa occasione per far conoscere da vicino alle istituzioni di Bruxelles le realtà produttive del mondo della pesca, compresi i segmenti più tradizionali della piccola pesca, unitamente alle comunità locali che hanno alle spalle una lunga storia marinara e significative connessioni con le attività dell’economia blu, sempre pronte a cogliere le nuove sfide della sostenibilità, della tutela delle risorse naturali e dell’innovazione.
Non a caso il programma della giornata ha incluso la visita al comando delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, al Museo del Mare e della Civiltà Marinara, all’Università Politecnica delle Marche, dove il rettore Gian Luca Gregori ha presentato il corso universitario “Management per la valorizzazione sostenibile delle aziende e delle risorse ittiche”, mirato a formare professionisti per una gestione responsabile del settore, e all’Istituto Professionale Alberghiero “Filippo Buscemi”, alla presenza di docenti e studenti.
Il ministro Lollobrigida, dal canto suo, ha sottolineato che con la nuova politica europea, si stanno registrando miglioramenti concreti, anche grazie all’azione condivisa dei Paesi mediterranei per imprimere un cambio di marcia. La trattativa in Agrifish ha impedito tagli alle giornate di pesca, permettendo agli operatori di respirare. Un risultato importante dopo anni di buio che hanno desertificato i porti italiani.

“L’iniziativa di San Benedetto del Tronto – ha affermato Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare –, il cui merito di averla organizzata va ascritto a Lollobrigida, ha offerto la possibilità ai pescatori e alle realtà economiche del mondo costiero di esprimere le proprie potenzialità e le preoccupazioni per le vessazioni subite per anni, a causa di politiche europee restrittive, che hanno pregiudizialmente penalizzato un intero settore, mettendo sul lastrico imprese e lavoratori, insieme alle loro famiglie, già provati da difficoltà strutturali e congiunturali. Il nostro auspicio è che adesso si volti definitivamente pagina e si valorizzi un’eccellenza italiana”.

Unci AgroAlimentare: visita Kadis diventi punto di svolta per la pesca

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Federpesca all’incontro con il commissario europeo Costas Kadis

Federpesca all’incontro con il commissario europeo Costas Kadis

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Federpesca

“Il settore ha profondamente bisogno di avviare un processo di modernizzazione e innovazione tecnologica delle aziende armatoriali, ma, ad oggi, la normativa europea non consente realmente questa evoluzione. E noi abbiamo bisogno che lei intervenga in tal senso”. Questo l’auspicio che il direttore di Federpesca, Francesca Biondo, ha rivolto al commissario europeo per la pesca, Costas Kadis il 13 marzo a Roma, durante l’incontro organizzato dal Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. A fare gli onori di casa, il Ministro Francesco Lollobrigida che ha ascoltato, insieme al commissario Kadis, gli interventi prima dei dirigenti del settore, poi dei vari rappresentanti di categoria del mondo della pesca professionale italiana. Tra il pubblico anche il neo presidente di Federpesca Giovanni Azzone e il vice presidente Federico Bigoni.

“Decisioni basate su evidenze scientifiche, non ideologie”

“Le esprimo la nostra gratitudine per la sua opinione, in qualità di Commissario e biologo, sull’approccio corretto per valutare le pratiche di pesca, la necessità di valutazioni mirate e analisi caso per caso, assicurando che le decisioni siano guidate da evidenze scientifiche aggiornate, piuttosto che da generalizzazioni preconcette – ha spiegato, tra l’altro, Francesca Biondo – Questo è fondamentale, tanto più in un contesto come il Mediterraneo. Non vogliamo di certo sottrarci dal riconoscere che la pesca abbia evidenti impatti, ma abbiamo sempre rivendicato la necessità secondo cui debba essere valutata rispetto ad altre pratiche di produzione alimentari e, in particolare, ad altri usi del mare, di cui in questi anni si è, invece, parlato troppo poco. Ne sono un esempio le crisi che stanno attraversando le marinerie della Sicilia meridionale e gli operatori dei piccoli pelagici in Adriatico”.

Approcci spesso troppo ideologici, normative che insistono sui pescatori italiani mentre navi senza alcun tipo di controllo intervengono nelle acque a poche miglia dai punti di pesca del Mediterraneo, rischiano di far estinguere un mestiere che non è solo produttivo ma culturale delle coste italiane. In un momento in cui i pescatori sono tra i primi a credere nella sostenibilità ambientale e nella tutela del mare che è sempre il più importante sostentamento per il loro futuro.

“Basta seguire le linee guida politiche della Presidente Von der Leyen – ha concluso il Direttore generale di Federpesca – che ha dichiarato “dimostreremo che l’Europa proteggerà la propria sovranità alimentare e coloro che ci forniscono il cibo”. Una sfida fondamentale, tanto più in un momento come quello che stiamo attraversando a livello mondiale, in cui l’autonomia strategica rappresenta un’urgenza per l’Europa. E gli imprenditori della pesca sono i primi a volerlo fare”.

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Il Commissario europeo Kadis a Roma

Incontro con le rappresentanze delle città costiere

Celebrato a Roma il convegno “Il settore della pesca in Italia e l’Unione Europea: sfide ed opportunità”, organizzato dal Masaf  in occasione della prima visita ufficiale in Italia del Commissario europeo per la Pesca e gli Oceani, il cipriota Costas Kadis.

Incontro formale ieri con le marinerie italiche

E’ stata una significativa occasione di confronto tra istituzioni italiane ed europee, con la partecipazione degli assessori regionali alla pesca e dei principali rappresentanti del settore ittico nazionale. L’argomento clou è stata l’analisi delle prospettive e delle sfide del comparto nel contesto delle politiche europee, con particolare attenzione alla sostenibilità, alla tutela delle marinerie italiane e alla competitività delle imprese coinvolte.

Le parti hanno evidenziato la necessità di un dialogo costante tra Italia e Unione Europea per garantire il sostegno e lo sviluppo del settore ittico.

Il Commissario Kadis ha riconosciuto il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo, evidenziando il contributo che il nostro Paese può portare nella definizione delle politiche europee sulla pesca, ed ha elogiato la capacità dell’Italia di integrare sistemi avanzati per il monitoraggio delle acque,  ribadendo il sostegno della Commissione nel processo di digitalizzazione della pesca.

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