Tonno in scatola più sicuro con innovativo metodo di confezionamento

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Tonno in scatola più sicuro con innovativo metodo di confezionamento – Un team di ricercatori della Chalmers University of Technology in Svezia ha sviluppato un metodo rivoluzionario per ridurre il contenuto di mercurio nel tonno in scatola fino al 35%. Questa scoperta rappresenta un passo significativo verso una maggiore sicurezza alimentare, offrendo ai consumatori prodotti ittici più sicuri e di alta qualità.​

Il mercurio è una delle dieci sostanze chimiche più pericolose per l’uomo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e la sua presenza nel pesce, in particolare nel tonno, è motivo di preoccupazione. Il nuovo metodo prevede l’utilizzo della cisteina, un amminoacido naturale, in una soluzione acquosa all’interno della confezione. La cisteina si lega al mercurio presente nel pesce, facilitandone l’estrazione e riducendo la quantità di questo metallo tossico nel prodotto finale.​

I test hanno mostrato che il metodo è particolarmente efficace nel tonno macinato in scatola, dove la maggiore superficie di contatto tra il pesce e la soluzione di cisteina ha portato a una riduzione del mercurio fino al 35%. Questo approccio non richiede modifiche significative nei processi produttivi esistenti, rendendo la sua implementazione pratica e conveniente per l’industria conserviera.​

L’adozione di questa tecnologia potrebbe avere un impatto significativo sulla salute pubblica, riducendo l’esposizione dei consumatori al mercurio e aumentando la fiducia nei prodotti ittici. Inoltre, potrebbe aprire nuove opportunità di mercato per le aziende che adottano pratiche innovative per garantire la sicurezza e la qualità dei loro prodotti.​

Tonno in scatola più sicuro con innovativo metodo di confezionamento

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Il mercato dei prodotti ittici congelati nell’Unione Europea

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Il mercato dei prodotti ittici congelati nell’Unione Europea – Il mercato dei prodotti ittici congelati nell’Unione Europea sta vivendo una fase di crescita significativa, trainata da una domanda in costante aumento. Secondo le ultime previsioni, si prevede che il consumo raggiunga 5,2 milioni di tonnellate entro il 2035, con un valore di mercato stimato a 24,6 miliardi di dollari.

Nel 2024, il consumo di pesce e frutti di mare congelati nell’UE è stato stimato a 4,5 milioni di tonnellate, registrando un incremento del 4,2% rispetto all’anno precedente. Questo trend positivo è attribuibile a diversi fattori, tra cui la crescente consapevolezza dei consumatori riguardo ai benefici nutrizionali del pesce e la praticità offerta dai prodotti surgelati.​

Analizzando il consumo per paese, Spagna, Paesi Bassi e Germania emergono come i principali mercati, rappresentando insieme il 45% del consumo totale nel 2024. Questo dato evidenzia l’importanza di questi paesi nel settore ittico europeo e la loro influenza sulle tendenze di consumo.​

Le previsioni indicate nel report EU – Frozen Fish And Seafood – Market Analysis, Forecast, Size, Trends And Insights  indicano un tasso di crescita annuale composto (CAGR) dell’1,4% in termini di volume e del 2,1% in termini di valore dal 2024 al 2035. Questo suggerisce non solo un aumento della quantità di prodotti ittici surgelati consumati, ma anche un incremento del loro valore economico, riflettendo una possibile evoluzione verso prodotti di maggiore qualità o a più alto valore aggiunto.​

Le aziende del settore ittico devono quindi adattarsi a queste tendenze, investendo in tecnologie di congelamento avanzate e garantendo standard elevati di qualità e sostenibilità. Inoltre, strategie di marketing mirate e una maggiore trasparenza sulla provenienza dei prodotti possono contribuire a fidelizzare i consumatori e ad ampliare la quota di mercato.​

In conclusione, il mercato dei prodotti ittici congelati nell’Unione Europea offre prospettive promettenti per i prossimi anni. Le aziende che sapranno innovare e rispondere alle esigenze dei consumatori avranno l’opportunità di consolidare la propria posizione in un settore in continua espansione.

Il mercato dei prodotti ittici congelati nell’Unione Europea

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Sanità animale e innovazione in acquacoltura

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Sanità animale e innovazione in acquacoltura – Nel contesto attuale, segnato da un’incessante evoluzione del settore marino e della salute animale, è fondamentale promuovere l’innovazione nell’acquacoltura. L’Italia, grazie a una rete di eccellenza rappresentata dagli Istituti Zooprofilattici, sta giocando un ruolo centrale nel rafforzare la sanità e la veterinaria in questo campo, contribuendo in modo decisivo alla protezione delle risorse ittiche e al miglioramento della qualità del prodotto. Gli Istituti Zooprofilattici rappresentano una risorsa straordinaria, con una rete che conta 100 laboratori e 10 istituti sparsi su tutto il territorio nazionale. La loro azione è fondamentale per garantire una sanità animale di alto livello, contribuendo a preservare la qualità del pesce e degli altri organismi marini, favorendo al contempo lo sviluppo di pratiche innovative e sostenibili nel settore dell’acquacoltura. L’operato di questi istituti è sempre più volto a contrastare l’uso eccessivo di antibiotici, ponendo l’accento sulla biosicurezza, lo sviluppo di vaccini e la riduzione del ricorso ai farmaci, nell’ottica di un’acquacoltura più sana e responsabile.

Questi temi sono stati al centro del workshop “Sanità e Acquacoltura: sfide e opportunità”, promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con il Centro di Referenza Nazionale per lo studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, molluschi e crostacei (IZS delle Venezie). L’evento, che ha visto la partecipazione di esperti e operatori del settore e si è svolto presso l’auditorium Cosimo Piccinno del Ministero della Salute, con l’obiettivo di esplorare la nuova normativa comunitaria sulla sanità animale nell’acquacoltura.

Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha aperto i lavori, con un video messaggio, sottolineando l’importanza di un continuo confronto tra le eccellenze dell’acquacoltura e dell’agricoltura del mare. Successivamente, il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato ha sottolineato l’importanza di aggiornare le strutture e i processi per garantire l’applicazione delle normative di biosicurezza e la gestione delle specie invasive, come il granchio blu, un fenomeno che sta alterando gli equilibri ecosistemici in alcune aree marine. Gli aspetti salienti emersi dal workshop riguardano, infatti, l’introduzione di misure di biosicurezza, la necessità di evitare l’uso indiscriminato degli antibiotici e la gestione delle malattie infettive, promuovendo soluzioni alternative come i vaccini. La normativa comunitaria si concentra anche su un approccio “One Health”, che mira a integrare la salute animale, ambientale e umana, creando una visione complessiva delle sfide globali che l’acquacoltura deve affrontare.

Un altro tema cruciale riguarda la competitività nel mercato ittico globale. In un contesto in cui l’Italia importa una grande quantità di prodotti di acquacoltura, diviene fondamentale che le regole di sanità animale siano applicate uniformemente a tutti i produttori, garantendo un accesso paritario ai mercati internazionali. In questa direzione, la promozione delle stesse regole per tutti i produttori rappresenta un passaggio essenziale per evitare squilibri e distorsioni commerciali. In questo scenario, gli Istituti Zooprofilattici si pongono come punto di riferimento per l’innovazione e la ricerca scientifica in ambito marino e di acquacoltura, potenziando le capacità di monitoraggio, prevenzione e intervento. La loro azione è cruciale per garantire la sostenibilità del settore e per tutelare la salute animale, l’ambiente e, in definitiva, la sicurezza alimentare dei consumatori. L’Italia ha la possibilità di consolidare il proprio ruolo come leader nell’acquacoltura sostenibile e la valorizzazione e l’innovazione di questi istituti rappresentano una risorsa preziosa per fare fronte alle sfide future, rendendo il settore marino non solo più sicuro, ma anche più competitivo e responsabile. Un futuro più sano e sostenibile per l’acquacoltura passa per l’innovazione scientifica e la valorizzazione delle strutture come gli Istituti Zooprofilattici, fondamentali per il progresso del nostro Paese e per la salvaguardia dell’ambiente marino.

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Cresce il mercato globale del tonno

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Cresce il mercato globale del tonno – Il mercato globale del tonno si conferma un pilastro fondamentale dell’industria ittica, con previsioni di crescita che ne delineano un futuro solido e in continua espansione. Attualmente valutato a 8,6 miliardi di dollari nel 2024, il settore del tonno dovrebbe raggiungere gli 11,2 miliardi di dollari entro il 2034, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 3,4% nel periodo 2025-2034.

Questo trend positivo è spinto da diversi fattori, tra cui l’aumento della domanda globale di prodotti ittici, la crescente attenzione verso il consumo di proteine sane e la spinta verso pratiche di pesca e acquacoltura più sostenibili. I consumatori, sempre più attenti all’origine e alla qualità del pesce, stanno orientando il mercato verso soluzioni certificate e filiere tracciabili.

L‘analisi delle tendenze evidenzia un incremento significativo della richiesta di tonno in scatola e fresco nei mercati asiatici ed europei, con un’espansione anche in Nord America. Il Giappone rimane tra i maggiori consumatori mondiali, seguito da Stati Uniti e Unione Europea, mentre nuovi attori emergono nei mercati mediorientali e sudamericani.

Parallelamente, la crescita dell’acquacoltura sta rivoluzionando il comparto, offrendo un’alternativa sostenibile alla pesca intensiva. Alcuni dei principali operatori di mercato stanno investendo in tecnologie innovative per migliorare la resa degli allevamenti e ridurre l’impatto ambientale, garantendo una fornitura stabile e di qualità per il futuro.

Le politiche internazionali stanno giocando un ruolo cruciale, con regolamentazioni più severe per il contrasto alla pesca illegale e un rafforzamento delle certificazioni ambientali come MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council). Questi standard si stanno imponendo come riferimento per l’intero settore, influenzando le strategie commerciali delle principali aziende attive nella lavorazione e distribuzione del tonno.

Le prospettive di crescita del mercato nei prossimi anni saranno fortemente influenzate da investimenti in ricerca e sviluppo, dall’automazione dei processi produttivi e dall’introduzione di nuovi prodotti a valore aggiunto. La tendenza verso soluzioni ready-to-eat e la sperimentazione di ricette innovative basate sul tonno stanno aprendo nuove opportunità commerciali per il settore food & beverage.

Per le aziende del comparto ittico, questa evoluzione rappresenta un’opportunità strategica da cogliere con visione e innovazione. Puntare su trasparenza, sostenibilità e digitalizzazione delle filiere potrebbe fare la differenza in un mercato sempre più competitivo e regolamentato. Il futuro del tonno è in continua trasformazione, e chi saprà adattarsi con tempestività alle nuove dinamiche globali avrà un vantaggio decisivo nella conquista di nuove quote di mercato.

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Il pompano è il pesce ideale per l’acquacoltura australiana

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Il pompano è il pesce ideale per l’acquacoltura australiana – In Australia, la scelta dei prodotti ittici è spesso limitata a un ristretto numero di specie, mentre la domanda di pesce cresce esponenzialmente. Attualmente, il 62% dei prodotti ittici consumati nel paese è importato, una dipendenza che il CSIRO l’agenzia scientifica nazionale – vuole ridurre attraverso un ambizioso progetto di ricerca. L’obiettivo è individuare una nuova specie autoctona a polpa bianca, adatta all’allevamento sostenibile, per rafforzare il settore dell’acquacoltura locale e garantire una fonte di proteine a basso impatto ambientale.

Dopo anni di studi e sperimentazioni, la scelta è ricaduta sul pompano, un pesce diffuso nelle acque tropicali australiane, da Yamba nel Nuovo Galles del Sud fino a Exmouth, in Australia Occidentale. La decisione non è casuale: specie simili vengono già allevate con successo in altri paesi, e questo ha reso il pompano un candidato ideale per essere adattato alle esigenze dell’acquacoltura australiana.

Il progetto è iniziato nel 2019 con un processo di selezione rigoroso. Gli esperti del CSIRO hanno valutato diversi fattori, tra cui la velocità di crescita, la resa in filetti, la robustezza nelle vasche di allevamento e, soprattutto, la qualità del sapore. Il pompano ha superato tutti i test, rivelandosi un pesce versatile, dal gusto piacevole e con un elevato potenziale di mercato.

Nei laboratori di Bribie Island, nel Queensland, gli scienziati stanno ora perfezionando il processo di allevamento per garantire una produzione efficiente e sostenibile. Un elemento chiave del progetto è la gestione genetica della popolazione per evitare la consanguineità e migliorare progressivamente le caratteristiche della specie, ottimizzando la crescita e la resistenza alle malattie. Questo approccio innovativo sta contribuendo a “domesticare” il pompano, rendendolo sempre più adatto alla vita in cattività.

Ma un pesce d’acquacoltura non deve solo essere facile da allevare: deve anche piacere ai consumatori. Per questo, il CSIRO ha coinvolto chef e pescivendoli fin dalle prime fasi del progetto. I primi test di mercato hanno dato risultati promettenti: il pompano ha una consistenza soda, un gusto leggermente oleoso e una versatilità che lo rende adatto a numerose preparazioni, dalla griglia ai curry, fino al consumo crudo. Secondo gli esperti, potrebbe essere una valida alternativa a specie più diffuse come il salmone o il barramundi.

L’obiettivo è portare il pompano nei piatti degli australiani entro il 2030, rispondendo alla crescente domanda di proteine sostenibili. Secondo le stime del CSIRO, il fabbisogno globale di proteine raddoppierà entro il 2050, e l’acquacoltura giocherà un ruolo cruciale per colmare il divario tra il consumo e la disponibilità di pesce selvatico.

Oltre all’aspetto alimentare, il progetto ha anche un’importante valenza economica e occupazionale. Lo sviluppo di un’industria basata sul pompano potrebbe creare nuove opportunità di lavoro e consolidare l’Australia come leader nell’acquacoltura sostenibile. Il successo del programma potrebbe inoltre ispirare altri paesi a investire nella diversificazione delle specie allevate, contribuendo a una filiera ittica più resiliente e meno dipendente dalle importazioni.

Il pompano è quindi più di una semplice nuova proposta gastronomica: rappresenta il futuro dell’acquacoltura australiana, una risposta concreta alla sfida di garantire una produzione ittica sostenibile, riducendo la pressione sugli stock selvatici e offrendo ai consumatori un prodotto innovativo e di alta qualità. Se il progetto manterrà le promesse, potremmo assistere alla nascita di una nuova era per il settore ittico globale, con il pompano a fare da apripista.

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