GME raddoppia la partecipazione in soli 2 anni

GME raddoppia la partecipazione in soli 2 anni

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GME raddoppia la partecipazione in soli 2 anni – Green Marine Europe (GME), il programma europeo di certificazione ambientale dedicato al settore marittimo, ha presentato la scorsa settimana il suo quinto report annuale sulle prestazioni, in seguito a una mezza giornata di discussioni a Bruxelles incentrate sulla transizione ambientale del settore e sul suo finanziamento.

66 membri in 10 paesi europei

Adattato dalla Surfrider Foundation Europe dal programma di certificazione nordamericano Green Marine, Green Marine Europe conta ora 66 membri in 10 paesi europei: Regno Unito, Francia, Germania, Belgio, Spagna, Lussemburgo, Monaco, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia.

In continua crescita, il numero dei membri comprende 31 partecipanti (armatori e cantieri navali), 18 sostenitori (istituti di ricerca scientifica, organizzazioni ambientaliste e agenzie governative), 8 associazioni che rappresentano l’industria marittima e 9 partner (fornitori di prodotti, servizi, attrezzature e nuove tecnologie marittime).

Cantieri navali certificati per la prima volta

In soli due anni, il numero dei partecipanti al programma di certificazione ambientale di Green Marine Europe è raddoppiato, passando da 15 a 31.

Ventotto dei 31 partecipanti sono certificati per il 2023, con 3 partecipanti non ancora operativi o che hanno aderito al programma a metà anno. Questi partecipanti saranno sottoposti al processo di autovalutazione e verifica esterna l’anno prossimo.

Nel 2023, 3 nuovi cantieri navali hanno partecipato al programma. Durante questo anno inaugurale, questi cantieri hanno abbracciato il programma e hanno acquisito una comprensione più chiara delle misure necessarie per ridurre il loro impatto ambientale.

Green Marine Europe collabora anche al progetto CirclesOfLife, lanciato a gennaio 2024 e finanziato dall’Unione Europea (UE) nell’ambito del programma Horizon Europe 2024-2026. Questo progetto mira alla costruzione navale sostenibile in tutta l’UE, riunendo un consorzio di 15 cantieri navali, istituti di ricerca, fornitori, ONG e altre organizzazioni di 6 paesi europei.

In totale, 6 partecipanti hanno ottenuto per la prima volta la certificazione Green Marine Europe: i cantieri navali SME, Chantier Naval de Marseille , Lisnave Estaleiros Navais SA e Navantia SA, nonché gli armatori SPM Ferries, Compagnie Française de Croisières (CFC) , Bordeaux Port , anch’essi in qualità di armatori.

Estendendo la certificazione a un numero crescente di attori marittimi europei, il 2024 segna l’inizio di una fase di test per estendere il programma ai porti, con la prima ondata di certificazioni prevista per il 2026.

Aprire la strada alla transizione ambientale

Un’attenzione incessante alla trasparenza

Con un punteggio medio di 2,5 su una scala da 1 a 5, la media annuale complessiva ha registrato un leggero calo rispetto al 2022 (2,6). Ciò dimostra che alcune aziende, spesso più recenti nella transizione ambientale, hanno scelto Green Marine Europe come uno strumento potente per affrontare questa sfida con la completezza che richiede. Evidenzia inoltre l’impegno di Green Marine Europe per la trasparenza: le prestazioni non sono mai prioritarie rispetto al progresso e all’umiltà all’interno del programma.

Il progresso più significativo tra gli armatori è stato registrato nell’ambito degli sforzi per la gestione dei rifiuti , con un aumento complessivo di 8 livelli.

Sulla traiettoria di decarbonizzazione del 2050

Gli armatori di Green Marine Europe stanno intensificando i loro sforzi per ridurre le emissioni atmosferiche.
Più della metà di loro ha raggiunto il Livello 3 o superiore per NOx, SOx e PM.
In termini di gas serra, quasi 1 armatore su 3 ha fatto lo stesso (che è più del 30%). Ciò significa in particolare che hanno effettuato inventari annuali; la misurazione dell’impatto è richiesta al Livello 3 per stabilire gli obiettivi di riduzione per i Livelli 4 e 5.
Green Marine International: una governance rinnovata per un impatto globale

Green Marine International è stata lanciata nella primavera del 2024, riunendo Green Marine Europe e Green Marine Alliance in un’unica organizzazione sotto un marchio forte, coerente e ampiamente riconosciuto. L’obiettivo: riflettere il crescente slancio globale del programma di certificazione ambientale rafforzandone al contempo la governance.

Tutti i partecipanti di Green Marine Europe e Green Marine Alliance sono ora membri di Green Marine International, senza che i rispettivi requisiti di certificazione vengano modificati.

“Sono molto orgoglioso della leadership di Surfrider Foundation Europe nell’istituzione di Green Marine Europe in collaborazione con la Green Marine Alliance e l’industria marittima europea negli ultimi anni. Sono certo che Green Marine International fornirà un quadro di governance che garantisca che i due pilastri di GME, miglioramento continuo e coinvolgimento degli stakeholder, siano sostenuti mentre il numero di partecipanti certificati continua a crescere “, ha affermato Florent Marcoux, direttore esecutivo di Surfrider Foundation Europe.

“Questa nuova governance segna una vera svolta nella storia di Green Marine, un programma di certificazione avviato nella regione dei Grandi Laghi e del San Lorenzo 17 anni fa”, ha aggiunto David Bolduc, Presidente e CEO di Green Marine International.

“Per affrontare le sfide ambientali, il settore del trasporto marittimo deve continuare e intensificare i propri sforzi. Oltre alle tecnologie e alle innovazioni attualmente implementate, si tratta principalmente di implementare rapidamente piani di investimento strategici per ridurre vari impatti come emissioni di carbonio, rifiuti e rumore. Alla luce delle sfide ambientali che il trasporto marittimo deve affrontare, è urgente agire ora investendo o lanciando piani strategici per ridurre questi diversi impatti, tra cui emissioni di carbonio, rifiuti e rumore”, ha sottolineato Antidia Citores, Project Manager di Green Marine Europe.

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Sovranità alimentare. Lollobrigida e D’Eramo: dopo il G7 arriva ok anche dall’Europa

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Sovranità alimentare. Lollobrigida e D’Eramo: dopo il G7 arriva ok anche dall’Europa  – “Dopo essere stata inserita nel documento conclusivo del G7 Agricoltura di Siracusa, la Sovranità Alimentare ottiene piena cittadinanza anche nelle conclusioni strategiche adottate sulla nuova PAC dai ministri europei dell’agricoltura. Un grande risultato per l’Italia, che fin dal primo giorno, con l’inserimento del concetto nella denominazione del Ministero, ha voluto dare un segnale forte: riportare al centro la nostra agricoltura, la pesca e l’intero comparto agroalimentare”. Lo dichiara il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“Questo risultato, e ringrazio la Presidenza ungherese per aver portato a compimento questo passaggio, si somma a quanto ribadito sulla pesca, dove l’Italia ha chiesto che venga applicata, in qualsiasi ambito, una moratoria delle decisioni a livello tecnico sulla riduzione dello sforzo di pesca e dei limiti di cattura, in attesa della piena operatività del nuovo Commissario, a tutela di un comparto essenziale per l’economia italiana e per la qualità e la sicurezza alimentare”, ha sottolineato il Ministro.

“Inoltre – ha aggiunto il sottosegretario all’Agricoltura, Luigi D’Eramo, – abbiamo dichiarato e voluto mettere a verbale le criticità che permangono, a cominciare dalla richiesta di maggiori risorse per gli agricoltori, che devono essere sostenuti come autentici custodi del territorio e garanti del buon cibo per la popolazione italiana ed europea. Per questo, abbiamo chiesto che ogni meccanismo di distribuzione della PAC debba essere definito, per ciascuno Stato membro, tenendo conto delle differenze tra il reddito dell’agricoltura rispetto a quello del resto dei settori economici, nonché del potere d’acquisto e dei costi di produzione. Abbiamo infine chiesto che la parte finanziaria della Politica Comune venga rinviata al luogo più appropriato per la decisione, ovvero le discussioni tra i Capi di Stato e di Governo”.

“Infine, pur condividendo l’obiettivo di un’agricoltura sempre più resiliente e sostenibile, abbiamo specificato che, per l’Italia, la sostenibilità ambientale deve procedere di pari passo con quella economica e sociale, garantendo un giusto reddito agli agricoltori e una corretta distribuzione del valore della produzione lungo le filiere”, ha concluso il Ministro Lollobrigida.

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I cittadini europei chiedono più trasparenza sui prodotti ittici trasformati

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I cittadini europei chiedono più trasparenza sui prodotti ittici trasformati – Un recente sondaggio condotto da Oceana ha rivelato che la maggioranza dei cittadini di Belgio, Francia, Spagna e Cipro desidera avere accesso a maggiori informazioni sui prodotti ittici trasformati, come tonno in scatola, bastoncini di pesce e surimi. Attualmente, le normative dell’UE sono rigide per quanto riguarda l’etichettatura di prodotti freschi o congelati, ma lasciano ampi margini di ambiguità per i prodotti trasformati e per quelli serviti nei ristoranti.

L’82,5% degli intervistati ha espresso il desiderio di conoscere l’origine dei prodotti ittici che consuma, mentre l’87% ha dichiarato di voler identificare con precisione le specie utilizzate nei prodotti trasformati. Inoltre, l’82% degli intervistati ritiene importante avere informazioni sul metodo di cattura, in modo da poter fare scelte consapevoli e sostenibili, evitando specie sovrasfruttate o associate a pratiche di pesca non sostenibili.

Vanya Vulperhorst, direttore della campagna Oceana contro la pesca illegale e per la trasparenza in Europa, ha affermato che i consumatori chiedono maggiore chiarezza per poter fare scelte più responsabili. La richiesta è rivolta alla Commissione Europea affinché modifichi il regolamento sull’organizzazione comune dei mercati (OCM), includendo obblighi informativi più stringenti anche per i prodotti trasformati e il settore della ristorazione. Ciò includerebbe informazioni su specie, origine e metodo di pesca, nonché l’impatto ambientale.

Oceana ha anche lanciato la campagna “Follow the Fish“, che promuove l’introduzione di etichette informative complete per tutti i prodotti ittici, trasformati e non, per favorire scelte di acquisto consapevoli. Un recente studio ha evidenziato che quasi il 40% dei prodotti ittici trasformati venduti nei supermercati europei non riporta informazioni sufficienti su specie, origine e attrezzatura da pesca utilizzata, sottolineando l’urgenza di un intervento normativo.

L’organizzazione invita il Commissario designato per la pesca e gli oceani, Costas Kadis, a dare priorità a queste questioni, assicurando che i consumatori abbiano accesso a informazioni trasparenti e dettagliate sui prodotti ittici che acquistano.

I cittadini europei chiedono più trasparenza sui prodotti ittici trasformati

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Addio plastica e polistirolo nelle conserve ittiche

Addio plastica e polistirolo nelle conserve ittiche

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Addio plastica e polistirolo nelle conserve ittiche – Basta plastica, basta polistirolo, basta materiali difficili da riciclare che fanno male a persone e ambiente e dal design vecchio e stantio. In casa Unifrigo Gadus arriva il cartoncino 100% riciclabile. La storica azienda italiana, fondata nel 1878, dimostra ogni giorno di essere attenta non solo ai trend di mercato ma soprattutto a bisogni e desideri di consumatori e imprese della filiera agroalimentare. Da qui nasce l’idea di progettare un design di prodotto, salato e dissalato, con cartoncino certificato FSC 100% riciclabile grazie al sistema Aticelca e un risparmio del 90% sull’uso della plastica.

Questo progetto è un percorso che non elimina totalmente e immediatamente l’uso della plastica, ma pone i pilastri fondamentali per raggiungere questo obiettivo col tempo. E per realizzarlo, Unifrigo Gadus vanta un partner di spessore: Box Marche, storico brand italiano di packaging. Grazie all’esclusiva di settore nata da questa partnership, Unifrigo Gadus è oggi l’unica azienda del settore delle conserve ittiche a utilizzare quest’innovazione chiamata Halopack per il baccalà.

I primi prodotti, già pronti per il lancio, saranno nella linea Marca Scudo® Genova con baccalà dissalato e nella linea Excelsior, con filetti e alette di baccalà salato.

“Anche grazie ai dati che abbiamo raccolto con Progetto25, la partnership per la sostenibilità insieme a Università Parthenope di Napoli, abbiamo scelto di sperimentare e andare incontro alle necessità della GDO e ai desideri del consumatore” dice Andrea Eminente, AD dell’azienda e rappresentante della sesta generazione della famiglia che guida Unifrigo Gadus dalla sua fondazione, quasi 150 anni fa. L’obbligo che il mercato delle conserve ittiche ha storicamente avuto nell’utilizzo di prodotti inquinanti come plastica e polistirolo, ormai, è solo una scusa per non innovare. Esattamente il contrario di ciò di cui ha bisogno questo mercato. L’uso della carta non è solo ESG-oriented ma consente anche di realizzare prodotti dal design accattivante, più moderno, più appealing per ogni tipologia di consumatore, da quello più tradizionale allo smart-critic, più giovane, dinamico e attento ai cambiamenti del mondo.

“Siamo riusciti a far diventare il nostro prodotto bandiera, ma anche quello percepito come più tradizionale, il baccalà, il più moderno di tutti, grazie a questa nuova confezione pensata per accoglierlo, sia sul salato che sul dissalato ready-to-cook” continua Eminente. Sperimentazione e attenzione a GDO, ho.re.ca., consumatori e ogni soggetto della filiera sono due dei pilastri principali che hanno reso Unifrigo Gadus ciò che è oggi, un’azienda capace di anticipare sempre i tempi e crescere. È grazie a questo mindset che Unifrigo Gadus è riuscito a resistere, negli ultimi anni, alle continue difficoltà poste dal mercato. E anzi, a fare ancora di più: il bilancio 2023 dell’azienda si è chiuso con 40 milioni di euro, il fatturato più alto di sempre. In questo 2024 nuovi prodotti, come quelli della linea Marca Scudo Vitasana o in cartoncino 100% riciclabile, e nuovi servizi come la Deluxe Lounge, molto più di un e-commerce, e la targettizzazione delle due differenti newsletter dedicate al mondo b2c e b2b: queste sono alcune delle novità, avviate quest’anno che fanno presumere di poter superare quanto fatto nel 2023 e di continuare ad andare avanti su questa linea.

“Dobbiamo essere sinceri” ha concluso Andrea Eminente “ci troviamo davanti a un momento di svolta: possiamo dare ai consumatori idee nuove e incentivi per resistere alle difficoltà di mercato oppure arrenderci all’aumento dei prezzi e di prodotti vecchi e stantii. Cosa che sarebbe drammatica per il mercato italiano. Noi stiamo facendo uno sforzo incredibile per dare di più a chi acquista i nostri prodotti, dobbiamo sperare che anche le istituzioni ci supportino, però, su queste attività e queste nuove idee”.

Addio plastica e polistirolo nelle conserve ittiche

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Aquafuture Spagna si trasferisce a Vigo per la sua terza edizione

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Aquafuture Spagna si trasferisce a Vigo per la sua terza edizione  – La terza edizione della fiera internazionale dell’industria dell’acquacoltura, Aquafuture Spain, si svolgerà dal 20 al 22 maggio 2025 presso il centro espositivo IFEVI di Vigo.

Dopo due edizioni di successo a Silleda, questo evento di riferimento per l’acquacoltura si prepara alla sua espansione, con la conferma di 180 espositori, una crescita del 20% rispetto all’edizione precedente, a sette mesi dalla sua celebrazione.

Il trasferimento a Vigo rappresenta un importante passo avanti per Aquafuture Spain, secondo quanto dichiarato da Juan Lijó, direttore dell’evento, durante la presentazione.  “La nuova sede non solo ci consentirà di espandere la fiera fino a 16.000 m² di spazio espositivo, ma la sua vicinanza all’aeroporto e la capacità alberghiera della città rafforzeranno l’internazionalizzazione della fiera, attirando più espositori e visitatori da tutto il mondo. “

Da parte sua, Abel Caballero, sindaco di Vigo, ha espresso la sua soddisfazione per aver ospitato l’evento unico del suo genere in Spagna, descrivendo il progetto come “solido e con un grande futuro”, sottolineando l’importanza di consolidare il suo carattere internazionale.

Aquafuture Spain, l’unica fiera sull’acquacoltura in Spagna e la seconda più grande in Europa, affronta l’acquacoltura nella sua interezza, marina e continentale, pesci e molluschi (cozze, ostriche, vongole), nonché le sfide emergenti nella coltivazione delle alghe.

Oltre alla parte espositiva, la fiera offrirà un programma completo di conferenze con 25 relatori che discuteranno argomenti attuali e rilevanti per il settore dell’acquacoltura. Saranno inoltre presenti due sale dedicate alle presentazioni commerciali e di ricerca, dove si terranno 40 interventi specialistici.

Con il suo trasferimento a Vigo e un’offerta rinnovata, Aquafuture Spagna riafferma la sua posizione di punto d’incontro chiave per l’industria dell’acquacoltura internazionale, promuovendo l’innovazione e lo sviluppo sostenibile del settore.

Aquafuture Spagna si trasferisce a Vigo per la sua terza edizione

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