Mindful eating e prodotti ittici: il legame tra benessere e sostenibilità

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Mindful eating e prodotti ittici: il legame tra benessere e sostenibilità – Negli ultimi anni, l’alimentazione consapevole, nota anche come mindful eating, è diventata sempre più importante per gli italiani. Mangiare non è più un semplice atto nutritivo, ma un’esperienza che intreccia benessere fisico e mentale. Questo cambiamento si riflette nelle scelte alimentari quotidiane, dove l’attenzione verso la qualità del cibo si estende a considerazioni etiche e ambientali, in particolare nel settore ittico.

Il concetto di pesca sostenibile sta diventando un fattore decisivo per i consumatori. In risposta alla crescente domanda di prodotti ittici che rispettino l’ambiente, sempre più aziende del settore stanno adottando pratiche che tutelano gli ecosistemi marini, riducono l’impatto sugli stock ittici e garantiscono trasparenza lungo tutta la filiera. La pesca sostenibile, infatti, non si limita a rispettare i limiti di cattura stabiliti dalle normative internazionali, ma mira a preservare la biodiversità marina e a promuovere l’uso di tecnologie che minimizzano i danni all’ecosistema.

Parallelamente, l’acquacoltura si afferma come alternativa responsabile alla pesca intensiva. Tecnologie come i sistemi di acquacoltura a ricircolo (RAS) e la riduzione degli sprechi sono oggi all’ordine del giorno, rendendo il settore sempre più attento alla sostenibilità ambientale. Queste tecniche permettono di allevare diverse specie ittiche in modo efficiente, contribuendo a ridurre la pressione sulla pesca selvaggia e offrendo al mercato prodotti freschi, ricchi di nutrienti e tracciabili dalla fonte.

La coltivazione di alghe è un altro settore in forte crescita, trainato dall’interesse verso alimenti sani e a basso impatto ambientale. Le alghe, fonte di antiossidanti, fibre e vitamine, non solo migliorano la salute dei consumatori, ma contribuiscono anche a mitigare gli effetti del cambiamento climatico assorbendo grandi quantità di CO₂. Le loro applicazioni vanno oltre l’alimentazione, trovando spazio nei settori cosmetico, farmaceutico e persino nella produzione di materiali biodegradabili.

L’Italia, con il suo ricco patrimonio marittimo, sta riscoprendo il valore della pesca sostenibile e dell’acquacoltura innovativa. Regioni diverse, da nord a sud, sono all’avanguardia nell’implementazione di queste pratiche, sia per garantire la qualità dei prodotti ittici sia per proteggere il delicato equilibrio degli ecosistemi marini locali. Questo approccio non solo migliora la qualità della vita dei consumatori, ma supporta anche la crescita economica delle comunità costiere, creando un circolo virtuoso tra sostenibilità, economia e benessere.

In un contesto in cui i consumatori sono sempre più attenti al proprio impatto sull’ambiente e alla qualità dei prodotti che consumano, la sinergia tra pesca sostenibile, acquacoltura e mindful eating offre una risposta concreta alle esigenze di benessere psicofisico e responsabilità ecologica. Scegliere prodotti ittici sostenibili significa non solo nutrirsi in modo consapevole, ma anche contribuire attivamente alla tutela del pianeta.

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La GFCM lancia la Conferenza regionale sull’acquacoltura

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La GFCM lancia la Conferenza regionale sull’acquacoltura – Il futuro dell’acquacoltura sostenibile nel Mediterraneo e nel Mar Nero sarà al centro della conferenza regionale sull’acquacoltura che si terrà il 4 e 5 dicembre a Heraklion, in Grecia. La conferenza è organizzata dalla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dal Ministero greco per lo sviluppo rurale e l’alimentazione, con il sostegno finanziario dell’Unione europea.

Celebrando un decennio dalla prima grande conferenza regionale tenutasi a Bari, in Italia, e basandosi sui risultati della conferenza di alto livello del 2023 sulle iniziative MedFish4Ever, l’evento riunirà decisori senior ed esperti di acquacoltura provenienti da tutta la regione. I partecipanti esamineranno i progressi compiuti negli ultimi dieci anni, tracceranno la traiettoria del settore e discuteranno le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi stabiliti nella strategia GFCM 2030 per la pesca e l’acquacoltura sostenibili nel Mediterraneo e nel Mar Nero.

Le discussioni coinvolgenti si concentreranno sull’equilibrio tra crescita e sostenibilità ambientale, sottolineando sia la salute dell’ecosistema che la vitalità economica. I partecipanti sottolineeranno l’ importanza dell’acquacoltura all’interno degli impegni politici esistenti e forniranno spunti e soluzioni per rafforzare l’azione futura verso un settore sostenibile e resiliente.

Lavorare insieme per affrontare le sfide urgenti

L’acquacoltura è sempre più vitale per la sicurezza alimentare, l’occupazione e lo sviluppo economico nella regione del Mediterraneo e del Mar Nero. Nell’ultimo decennio, la produzione di acquacoltura in acque marine e salmastre è quasi raddoppiata, crescendo del 91,3 percento, con ricavi in ​​aumento del 74,5 percento. Tuttavia, la regione del Mediterraneo e del Mar Nero affronta vulnerabilità uniche, aggravate dal cambiamento climatico, dalla crescita della popolazione e dall’instabilità economica, che stanno esercitando una pressione crescente sui suoi sistemi alimentari. Questi problemi saranno un punto focale delle discussioni alla conferenza.

Definire una visione condivisa per il futuro dell’acquacoltura sostenibile nella regione

La conferenza si aprirà con i rappresentanti dei paesi che valuteranno i progressi compiuti da Bari 2014, in particolare il notevole impulso nei quadri normativi nazionali e regionali e i piani di sviluppo dell’acquacoltura nazionale mirati. Queste discussioni getteranno le basi per una visione condivisa per il futuro dell’acquacoltura sostenibile nella regione.

Una serie di sessioni tematiche affronterà le sfide urgenti, con un’enfasi sul cambiamento climatico e sulla sicurezza alimentare. Gli argomenti includeranno:

– Sistemi di produzione alimentare dell’acquacoltura di oggi e di domani;
– Avanzare verso sistemi di produzione alimentare dell’acquacoltura ecologicamente sostenibili;
– Gestire il cambiamento: strategie per affrontare le sfide attuali ed emergenti.
Queste sessioni comprenderanno dibattiti di gruppo e forniranno un orientamento su una serie di azioni di follow-up proposte per lo sviluppo di un’acquacoltura sostenibile.

Gli eventi collaterali completeranno le discussioni delle sessioni tematiche e affronteranno vari argomenti salienti, tra cui l’uso dell’intelligenza artificiale nel settore, la creazione di reti e la promozione delle donne nell’acquacoltura e nella produzione su piccola scala.

La conferenza sarà arricchita da dimostrazioni dal vivo e stand che esporranno tecnologie emergenti e il lavoro di organizzazioni di acquacoltura pertinenti. Nel frattempo, le discussioni metteranno in evidenza la governance unificata e inclusiva, l’acquacoltura ricostituente, la promozione della sicurezza alimentare e degli investimenti responsabili, la raccolta dati, la ricerca e l’innovazione, il benessere degli animali, il cambiamento climatico e la trasformazione blu.

La conferenza è rivolta ai partecipanti in rappresentanza dei dipartimenti e delle agenzie governative competenti, delle organizzazioni internazionali, intergovernative e non governative, nonché alle parti interessate delle piattaforme di acquacoltura, della comunità di ricerca e delle organizzazioni di acquacoltori della regione.

Le iscrizioni alla Conferenza Regionale sull’Acquacoltura “Dare forma al futuro dell’acquacoltura sostenibile nel Mediterraneo e nel Mar Nero” sono aperte fino al 25 ottobre al seguente link .

Informazioni sul GFCM

La GFCM è un’organizzazione regionale di gestione della pesca che opera nell’ambito della FAO, la cui competenza si estende a tutte le acque marine del Mediterraneo e del Mar Nero. Il suo obiettivo principale è garantire la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse marine viventi, nonché lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura.

I membri della GFCM includono 23 parti contraenti (Albania, Algeria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Egitto, Unione Europea, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco, Romania, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia) e sei parti non contraenti cooperanti (Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Giordania, Moldavia, Arabia Saudita, Ucraina).

La GFCM lancia la Conferenza regionale sull’acquacoltura

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Varata la prima barca al mondo per l’allevamento del merluzzo

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Varata la prima barca al mondo per l’allevamento del merluzzo – Il recente varo di Ronja Ode, la prima imbarcazione dedicata all’allevamento del merluzzo, rappresenta un momento cruciale per l’industria dell’acquacoltura. Questo evento rivoluzionario, tenutosi ad Ålesund il 12 ottobre scorso, simboleggia un passo significativo per l’allevamento del merluzzo, un settore emergente con un enorme potenziale di crescita. La collaborazione dietro questa impresa mette in luce lo spirito innovativo che guida l’industria, con le aziende locali Ode e Sølvtrans in prima linea.

Ode, produttore di merluzzo, e Sølvtrans, nota per le sue imbarcazioni per il trasporto ittico, hanno unito le forze per sviluppare questa nave specializzata. La Ronja Ode svolgerà un ruolo cruciale nella produzione e nel trasporto del merluzzo allevato, fornendo un metodo più efficiente e sostenibile per la gestione di questa specie. Questa partnership dimostra la capacità delle imprese costiere locali di innovare e guidare il settore su scala globale, fissando nuovi standard per l’acquacoltura del merluzzo.

L’evento di lancio ha attirato centinaia di visitatori, a testimonianza dell’importanza di questo sviluppo all’interno della comunità dell’acquacoltura.

La Ronja Ode non è solo una nave; è un elemento chiave che aiuterà a ottimizzare le operazioni di allevamento del merluzzo. Facilitando il trasporto del pesce, l’imbarcazione garantisce che la catena di approvvigionamento rimanga intatta ed efficiente, dal momento dell’allevamento fino all’arrivo sul mercato. Questa innovazione potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’industria del merluzzo, offrendo una soluzione sostenibile che risponde alla crescente domanda di prodotti ittici.

La collaborazione tra Ode e Sølvtrans sottolinea anche l’importanza delle conoscenze e delle competenze locali nel settore dell’acquacoltura. Entrambe le aziende hanno radici profonde nella costa norvegese, e la loro partnership rafforzerà la posizione della regione come leader nelle tecnologie per l’allevamento ittico.

Con l’aumento della domanda globale di prodotti ittici, innovazioni come questa giocheranno un ruolo essenziale nel garantire che il settore dell’acquacoltura rimanga sostenibile e competitivo. Questo evento ha aperto un nuovo capitolo per l’allevamento del merluzzo, uno che promette di portare importanti progressi sia nella produzione che nell’impatto ambientale.

Varata la prima barca al mondo per l’allevamento del merluzzo

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C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico

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C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico – L’acquacoltura, considerata una soluzione sostenibile per alleviare la pressione sugli stock ittici naturali, potrebbe in realtà dipendere dal pesce selvatico molto più di quanto si pensasse. Un recente studio pubblicato su Science Advances ha rivalutato l’uso di pesce pescato in natura nei mangimi per acquacoltura, rivelando che l’industria mondiale potrebbe consumare quantità significativamente maggiori di pesce selvatico rispetto a quanto stimato in passato.

La ricerca, condotta da esperti delle Università di Miami e New York e da Oceana, ha esaminato il rapporto tra pesce utilizzato per i mangimi (FI:FO – fish-in:fish-out ratio) e pesce prodotto dall’acquacoltura. Precedenti stime avevano collocato questo rapporto a 0,28, ma la nuova analisi suggerisce che potrebbe essere fino a tre volte superiore per alcune specie carnivore d’allevamento, come salmone e trota. Questo significa che per ogni chilo di pesce allevato, potrebbero essere necessari due chili di pesce pescato in natura.

Una delle scoperte più significative riguarda le specie carnivore, che richiedono grandi quantità di proteine marine per crescere. La dipendenza dell’acquacoltura da fonti di pesce selvatico, inclusi ritagli e sottoprodotti della pesca commerciale, non è mai stata completamente considerata nelle stime precedenti. Questo fenomeno solleva nuove preoccupazioni sulla sostenibilità del settore.

Il team di ricerca ha inoltre considerato l’impatto della mortalità da catture accessorie, ovvero i pesci catturati accidentalmente e restituiti al mare, ma che spesso non sopravvivono. Tali fattori contribuiscono a un consumo ancora maggiore di pesce selvatico rispetto alle stime ufficiali.

Questa revisione dei dati offre un quadro più complesso della produzione di mangimi per acquacoltura e solleva importanti domande sul futuro dell’industria. L’aumento dell’uso di ingredienti alternativi nei mangimi, come proteine vegetali e microalghe, non ha ancora portato a una significativa riduzione della dipendenza dai pesci selvatici. Ciò pone un serio interrogativo sul reale impatto ambientale dell’acquacoltura, soprattutto in un momento in cui il settore offshore sta espandendosi rapidamente.

Le implicazioni di questa ricerca sono profonde. La gestione delle risorse marine e la sostenibilità dell’acquacoltura richiedono una riflessione critica sulle specie da allevare e sugli approcci adottati per limitare il consumo di risorse naturali. I responsabili politici e le parti interessate nel settore ittico dovranno affrontare queste sfide se si vuole che l’acquacoltura mantenga la sua promessa di contribuire alla sicurezza alimentare globale senza esaurire gli ecosistemi marini.

C’è una dipendenza nascosta dell’acquacoltura dal pesce selvatico

 

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Gambero rosso del Mediterraneo: un’eccellenza da tutelare, non da promuovere

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Gambero rosso del Mediterraneo: un’eccellenza da tutelare, non da promuovere – I finanziamenti pubblici sono strumenti fondamentali per raggiungere obiettivi economici, sociali, e oggi più che mai quelli ambientali. Ogni intervento deve essere progettato e attuato con attenzione per massimizzare i benefici per la società e l’economia nel suo complesso, garantendo anche un uso responsabile e trasparente delle risorse pubbliche, dato quest’ultimo a cui non sempre si presta la debita attenzione.

Nel settore della pesca vi è sempre più la necessità di indirizzare i finanziamenti a favore di interventi specifici come ad esempio quelli per la implementazione dei livelli di sicurezza e di salute nei luoghi di lavoro e dunque sui pescherecci; altri volti all’ammodernamento degli stessi natanti per meglio rispondere alle esigenze della tutela dell’ambiente, così come utili sono quelli riguardo la tracciabilità dei prodotti pescati, per i sistemi di conservazione, di trasporto, e molto altro, fondamentali tutti per rispondere alle esigenze di adeguamento alle leggi europee che in definitiva nello specifico hanno lo scopo, per i primi, di migliorare la vita in mare dei pescatori e, per il resto, di tutelare i consumatori.

A ben vedere però ci sono ancora in vigore bandi pressoché inutili che finanziano per esempio la promozione di prodotti ittici, o meglio sarebbe dire di alcune tipologie di prodotti, tipo il gambero rosso del Mediterraneo, la cui produzione è oggi talmente ridotta a causa dell’intenso sfruttamento nel recente passato che ne ha diminuito inesorabilmente gli stocks, ma anche per la difficoltà di individuare nuovi banchi di pesca molti dei quali sono stati interdetti, e soprattutto perché la domanda è oramai di gran lunga superiore all’offerta. Promuovere ulteriormente un prodotto per poi non poter soddisfare la sempre più alta richiesta è quanto meno un non senso.

Il gambero rosso del Mediterraneo, eccellenza dei nostri mari, ha già un suo vasto mercato oltre che un prezzo di vendita ragguardevole, anche se tutto ciò non consente con la vendita, per l’esiguità dei quantitativi pescati, ma soprattutto per gli alti costi di gestione delle aziende di produzione, di assicurare il break-even e men che meno profitti.

La Regione Siciliana mette a disposizione da molti anni importanti fondi finanziari per eventi che hanno come target principale la promozione del gambero rosso. Se negli anni passati e in condizioni totalmente differenti poteva avere un senso, adesso tale senso è definitamente perduto. Probabilmente farebbe bene a pensare come utilizzare in maniera più conducente tali denari, magari un po’ a favore delle tasche dei pescatori i quali ne hanno bisogno e pure tanto.

Gambero rosso del Mediterraneo: un’eccellenza da tutelare, non da promuovere

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