AquaFarm 2025 ritrova NovelFarm e AlgaeFarm

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AquaFarm 2025 ritrova NovelFarm e AlgaeFarm –  AquaFarm, la mostra-convegno internazionale dedicata all’acquacoltura e all’industria della pesca sostenibile annuncia le date della ottava edizione e si riunisce con NovelFarm e AlgaeFarm, le fiere dedicate all’agricoltura in ambiente controllato e coltivazione delle alghe e degli altri microorganismi. L’appuntamento è per il 12 e 13 febbraio a Pordenone Fiere.

La decisione di riunire le tre manifestazioni dedicate all’innovazione nella produzione sostenibile di cibo deriva dalla sempre più forte sinergia tra i tre settori. Acquacoltura e idroponica si trovano strettamente coniugate nell’acquaponica, la coltura e l’allevamento nello stesso ambiente controllato di pesci e vegetali, ma anche di molluschi, alghe e funghi, costruendo ecosistemi artificiali dove gli scarti di una specie costituiscono il nutrimento di un’altra, con alta produttività di cibo. Anche itticoltura e algocoltura sono sempre più sinergiche, basta considerare l’importanza delle microalghe nella realizzazione di mangimi per pesci a impatto zero sulle risorse oceaniche.

Il filo rosso che unisce le tre manifestazioni di nuovo riunite è il cambiamento ambientale. Per l’acquacoltura e la molluschicoltura, protagoniste di AquaFarm, la modifica degli habitat acquatici, dovuti al clima, all’inquinamento di origine umana e all’intrusione di nuove specie portate dai commerci via mare, gli impatti sono già stati importanti, come per esempio le gravissime perdite nella produzione di molluschi, specie vongole, dovute al granchio blu. Gli allevatori, le aziende fornitrici e la ricerca sono impegnati in uno sforzo unanime nel trovare mitigazioni a questi fenomeni.

Da parte loro le coltivazioni in ambiente controllato hanno una delle la loro ragion d’essere principali, e il principale punto di forza economico, nel ridotto impatto sul sistema naturale. Non si tratta solo del risparmio di acqua e principi nutritivi e dell’annullamento dell’uso di fitofarmaci. Sganciando la coltivazione dal suolo, una fattoria può essere installata nei pressi dei luoghi di consumo, riducendo l’impatto della catena logistica, con conseguente minor inquinamento, consumo di energia e congestione. Giova anche ricordare che in percentuale la fase della catena del cibo dove si hanno le maggiori perdite e spechi è quella del trasporto. Meno trasporto uguale quindi meno spreco di risorsa cibo.

Le stesse alghe coltivate costituiscono una risposta virtuosa ai mutamenti ambientali, perché permettono di produrre proteine, grassi (come l’Omega-3) e principi attivi direttamente, senza doverli ricavare da fonti animali o vegetali poste più in alto nella catena trofica, con minore impatto e maggiore efficienza.

Non tutto sarà clima nell’ottava edizione. Acquacoltura e molluschicoltura garantiscono un cibo buono, sano, più controllato e a catena corta, se allevato in Italia. I prodotti delle vertical farm sono migliori da ogni punto di vista dei comparabili da tecniche tradizionali: nessun residuo, caratteristiche organolettiche costanti e perfettamente controllate, assenza di contaminanti come il nickel e altri metalli pesanti. Le microalghe mettono a disposizione a costi più bassi delle fonti tradizionali principi attivi come gli antiossidanti e materie utili per l’industria farmaceutica, alimentare e della chimica fine.

Si parlerà quindi di clima, ricerca e innovazione a Pordenone, ma anche di autoproduzione di energia negli allevamenti e nelle fattorie ad ambiente controllato, benessere animale, tecnologie e alimentazione animale e umana, riduzione dell’uso delle plastiche. Il ricco programma di conferenze si affianca all’ampia area espositiva internazionale. Un tema di fondo sarà l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e della robotica autonoma in numerosi campi, dalla gestione dell’ambiente di allevamento e coltura al miglioramento genetico. Confermata anche l’area dedicata alle Università con la possibilità di esporre poster scientifici e l’arena show cooking dove degustare le eccellenze produttive nazionali.

AquaFarm è una mostra-convegno internazionale sull’acquacoltura e l’industria della pesca sostenibile, organizzata da Pordenone Fiere in collaborazione con API, Associazione Piscicoltori Italiani, AMA, Associazione Mediterranea Acquacoltori, e con Studio Comelli – Conferences&Communication, che cura i contenuti delle conferenze e l’ufficio stampa. La manifestazione è nata nel 2017 e del 2020 è stabilmente accompagnata da NovelFarm, mostra-convegno internazionale sulle innovazioni in agricoltura, indoor e vertical farming. Ultima arrivata, dal 2022, AlgaeFarm è l’unico appuntamento italiano che unisca ricerca e industria dedicato alla coltivazione delle microalghe e degli altri microorganismi. La partecipazione all’evento è gratuita previa registrazione online sul sito: www.aquafarmexpo.it e www.novelfarmexpo.it.

AquaFarm 2025 ritrova NovelFarm e AlgaeFarm

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Rizzoli Emanuelli celebra “Le Settimane della Pesca Sostenibile” di MSC

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Rizzoli Emanuelli celebra “Le Settimane della Pesca Sostenibile” di MSC  – Rizzoli Emanuelli, la più antica azienda di conserve ittiche italiana, supporta l’organizzazione internazionale no profit MSC, in occasione dell’iniziativa “Settimane della Pesca Sostenibile”, dal 14 al 27 ottobre.

Rizzoli Emanuelli collabora da anni con Marine Stewardship Council, impegnandosi attivamente nella tutela del mare e nella promozione di pratiche di pesca sostenibile.
Grazie a questa partnership, alcuni prodotti ittici del Brand sono certificati con l’etichetta blu MSC che garantisce il rispetto di uno Standard rigoroso in termini di sostenibilità ambientale, senza compromettere l’equilibrio degli ecosistemi.
L’azienda di conserve ittiche è stata infatti la prima in Italia ad ottenere la certificazione Catena di Custodia per la lavorazione delle Alici provenienti da attività di pesca sostenibili certificate MSC, assicurando una pesca con metodi attenti, da stock ittici non sovra sfruttati e senza danneggiare l’ecosistema marino.

Il mare e l’acqua sono la più grande risorsa dell’azienda che sceglie esclusivamente di pescare le proprie Alici con il metodo “al cerchio” e l’utilizzo di lampare, una tecnica antichissima che si perde nella memoria del tempo.

La Linea su cui il Brand punta strategicamente è quella delle Alici a banco frigo, più di 10 referenze tutte certificate MSC di cui 2 lanciate nell’ultimo anno. Conservate in frigorifero per poter garantire un tasso ridotto di sale rispetto alle tradizionali Alici Cantabriche Rizzoli in olio, si rivolgono a chi è attento ad una corretta alimentazione, senza rinunciare al gusto.
In aggiunta, queste Alici sono confezionate in vaschetta con il 70% di plastica riciclata, risultato della costante ricerca dei materiali di confezionamento e di un’analisi qualitativa dei prodotti dell’azienda.

Le Settimane della Pesca Sostenibile di MSC non sono quindi solo una celebrazione, ma anche un invito a riflettere su come le scelte quotidiane possano contribuire a proteggere il nostro pianeta.

“In Rizzoli Emanuelli siamo fermamente convinti che il futuro del mare dipenda dalle decisioni prese nel presente. Dai dati di Bilancio di Sostenibilità 2023, l’azienda ha incrementato le vendite dei prodotti certificati MSC di oltre il 20% rispetto all’anno precedente, un obiettivo importante da raggiungere anche nel 2024. Ecco perché supportiamo MSC in questa iniziativa e continueremo a lavorare con passione e dedizione per offrire prodotti di altissima qualità, nel rispetto dell’ambiente marino”, Annalisa Sergi – Sostenibilità e qualità.

Rizzoli Emanuelli celebra “Le Settimane della Pesca Sostenibile” di MSC 

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La pesca italiana tra ipersfruttamento e acquacoltura: il miracolo atteso

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La pesca italiana tra ipersfruttamento e acquacoltura: il miracolo atteso – Il lavoro del pescatore è vecchio quanto il mondo, si ama ripetere così proprio perché la pesca è una attività di cui si trovano tracce addirittura nel preistorico.
Il marinaio più famoso di tutti i tempi certamente fu l’Apostolo Pietro insieme a suo fratello Andrea.
Pescatori sconfortati ante litteram! Anche loro erano frustrati per altri versi. La pesca era scarsa, non riuscivano a portare a terra il minimo per sostentarsi. Buttavano le reti in mare con la loro barca ma il pesce raccolto era davvero esiguo.
Bisognava un miracolo. Il Messia salì a bordo e indicò dove buttare le reti. Fecero delle pescate “miracolose”.
Ecco senza voler scomodare oltremodo le sacre scritture questo è quello che oggi serve alla pesca italiana: un miracolo.

L’ipersfruttamento dei mari negli anni ha portato a questo risultato. I mari si sono svuotati e forse il tentativo estremo per ripopolarli nonostante misure draconiane introdotte, se è risolutivo certamente non lo sarà nell’immediato.

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, recita una famosa massima di saggezza popolare. Un mea culpa sarebbe doveroso, però quando tutti si è colpevoli spesso e volentieri nessuno lo è, e ciò fa sì che tutti sono legittimati a prendersela con altri scaricando le colpe.

Le misure restrittive introdotte avranno un arco temporale che non è compatibile con la sostenibilità economica delle imprese nel pari periodo. In altre parole, le aziende che vorranno testardamente insistere non potranno che a breve assistere al proprio declino.

Limitazioni degli areali, riduzione dei giorni di pesca, quote, depotenziamento dei motori, divieti sui metodi classici di pesca, selettività dei prodotti, sono misure introdotte (ma ve ne sono molte altre) che prenderanno un tempo indefinito affinché possano produrre gli effetti desiderati. Nel frattempo, le autorità non danno neanche una via d’uscita onorevole. Le demolizioni sono affari per pochi, per pochi eletti. A fronte di centinaia e centinaia di domande per la demolizione dei natanti i fondi messi a disposizione ne garantiranno un numero limitato. Molte imprese non possono chiudere i battenti e sono costrette a lavorare sottocosto e molte altre dovranno attraccare le barche in banchina in attesa dell’ultimo respiro.

“La moltiplicazione dei pesci” per finire con una similitudine al miracolo di Gesù e senza voler scadere nell’irriverenza, avverrà nel brevissimo futuro con l’unica misura e/o intervento possibile che è quello del potenziamento del numero degli impianti di acquacoltura.

Non è un caso che molti fondi sono già stanziati in quel settore e altri se ne prevederanno a breve, secondo indiscrezioni. Anche nel campo dell’acquacoltura la legge impone criteri di “produzioni sostenibili”. Il problema dei mangimi che non garantiscono appieno tali criteri si sta gradatamente risolvendo, anziché farina di pesce e oli di pesce che in qualche modo danneggiano le biodiversità oggi la ricerca ci consegna una tipologia di mangime che non crea problemi all’ambiente sostituendo gli attuali con alghe e ascoltate bene anche insetti.
Ce ne dovremo fare una ragione!

La pesca italiana tra ipersfruttamento e acquacoltura: il miracolo atteso

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Ittinsect diventa Ocean Twist Biotechnology

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Ittinsect diventa Ocean Twist Biotechnology – Ittinsect, azienda pioniera nell’alimentazione sostenibile per l’acquacoltura, cambia nome in Ocean Twist Biotechnology per riflettere l’espansione delle sue attività e l’ambito di applicazione delle sue tecnologie innovative. L’azienda utiliza adesso sia sottoprodotti di origine vegetale sia insetti per la produzione di farine proteiche ad alto valore nutritivo.

Ocean Twist Biotechnology propone i suoi concentrati proteici come un nuovo macro-ingrediente nel settore mangimistico, in grado di sostituire ingredienti tradizionali e ad alto impatto, come la farina di pesce e la soia.

“Abbiamo identificato una grande necessità nel mercato: la domanda di farina di pesce sta crescendo molto rapidamente, ma la sua disponibilità è limitata per via della situazione catastroficha in cui si trova l’ecosistema marino. Molte proteine alternative hanno limiti tecnici che impediscono un’inclusione su larga scala nei mangimi per bestiame e pesci, il che significa che non possono sostituire completamente la farina di pesce,” ha dichiarato Alessandro Romano, CEO di Ocean Twist Biotechnology.

Il rebranding sottolinea la missione di Ocean Twist di ridurre la pressione sugli ecosistemi marini, offrendo alternative sostenibili e scalabili alle risorse derivate dall’oceano.
L’azienda è guidata da un team di nove esperti in tecnologia alimentare, nutrizione ittica, biotecnologia, business e finanza. Negli ultimi tre anni, il team ha raggiunto risultati tecnici eccellenti, la presenza in tre paesi europei ed è sulla buona strada per diventare un leader nello sviluppo e produzione di proteine sostenibili.
Il nome Ittinsect – Feed for the Ocean non scomparirà del tutto e rimarrà come brand per rappresentare la linea di mangimi completi per acquacolrura distribuiti in Italia per trote, storioni, spigole e orate.

Chi è Ocean Twist Biotechnology

Ocean Twist Biotechnology ha sviluppato processi biotecnologici per trasformare matrici nutrizionalemnte povere derivanti da sottoprodotti agricoli e insetti in proteine sostenibili e ad alte prestazioni, in grado di sostituire la farina di pesce. L’obiettivo dell’azienda è ridurre l’impatto ambientale della mangimistica offrendo proteine circolari e innovative in alternativa a quelle tradizionali ed impattanti come la farina di pesce e la farina di soia.

Ittinsect diventa Ocean Twist Biotechnology

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Lattococcosi nelle specie marine: una sfida da affrontare con strategie condivise

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Lattococcosi nelle specie marine: una sfida da affrontare con strategie condivise – L’acquacoltura marina si trova ad affrontare nuove sfide come effetto del cambiamento climatico. Tra queste l’emergere di nuove patologie come la Lattococcosi, che richiede un approccio proattivo e integrato, combinando diversi strumenti per proteggere la salute dei pesci. Situazioni complesse richiedono infatti soluzioni articolate, che includano elementi diversi in sinergia. Per aiutare gli allevatori ad affrontare questa sfida, il Centro di referenza nazionale per lo studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, molluschi e crostacei, insieme all’Associazione Piscicoltori Italiani e con il supporto di Skretting, ha promosso un progetto chiamato “Stop Lattococcosi? Insieme si può!”, che prevede una serie di workshop, in programma a Piombino tra ottobre 2024 e febbraio 2025, che affronteranno, in un confronto tra allevatori, ricercatori, mangimisti e aziende farmaceutiche, i temi della vaccinazione, della terapia, della biosicurezza, della nutrizione e della genetica. Obiettivo finale è arrivare alla stesura di un Manuale di Buone Pratiche condivise che contribuisca alle azioni già avviate da allevatori e autorità sanitarie sul tema.

“La Lattococcosi, causata da un batterio fortunatamente innocuo per l’uomo, ha fatto un salto di specie inaspettato: dalla trota iridea alla spigola ed orata. Per meglio comprendere l’evoluzione della malattia e soprattutto per prevenirla con un approccio sostenibile risulta fondamentale un confronto diretto tra produttori, servizi veterinari competenti e ricercatori”, afferma Amedeo Manfrin, medico veterinario dirigente presso il Centro specialistico ittico dell’IZSVe e membro del Centro di referenza nazionale per lo studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, molluschi e crostacei.

Umberto Luzzana, Marketing Manager di Skretting Italia, aggiunge: “Le nuove sfide legate all’acquacoltura, come la Lattococcosi, ci ricordano quanto sia importante affrontare le problematiche in maniera strutturata e collaborativa. Non esistono soluzioni semplici a questioni complesse, ma riteniamo che la collaborazione tra tutti gli attori del settore sia la chiave per costruire un futuro più solido per l’acquacoltura. Skretting è da sempre al fianco degli allevatori, non solo con il nostro supporto tecnico, ma anche promuovendo il dialogo e lo scambio di esperienze per trovare le migliori strategie condivise per la salute dei pesci e la sostenibilità del settore”

Lattococcosi nelle specie marine: una sfida da affrontare con strategie condivise

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