Magic Foods e la sua proposta di qualità

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Magic Foods e la sua proposta di qualità – Il settore ittico è un’arena in cui pochi emergono davvero, tra forniture incerte, qualità discutibile e una sostenibilità spesso solo sbandierata. Poi c’è Magic Foods, un nome che chi lavora nel settore conosce bene, e che non si limita a seguire le tendenze: le crea. Dal 2003, Magic Foods non si è mai accontentata di essere solo un fornitore di pesce. L’azienda ha puntato in alto, costruendo un network selezionato di produttori internazionali, testando ogni lotto con un rigore che farebbe impallidire anche i più scrupolosi. Qui non si tratta di semplici prodotti, ma di un’idea precisa di mercato: offrire un assortimento che combina qualità, affidabilità e capacità di anticipare le esigenze di chi opera nella distribuzione.

Se c’è un segreto dietro il successo di Magic Foods, è la visione. Mentre il settore si dibatte tra rincari e scarsità di materie prime, l’azienda lavora con una strategia quasi chirurgica: selezionare solo fornitori capaci di garantire non solo la qualità, ma anche continuità e trasparenza. Le parole chiave sono controllo, fiducia e innovazione. Ma cosa significa tutto questo per chi lavora con Magic Foods? Significa poter contare su un partner strategico che non si limita alla fornitura, ma che è in grado di offrire supporto costante e aggiornamenti tempestivi su tendenze e cambiamenti del settore. L’azienda sa che la velocità è essenziale, per questo investe in un team di professionisti formati e in grado di rispondere con rapidità alle esigenze dei clienti, senza compromettere la qualità del prodotto.

Ecco perché Magic Foods è più di un’agenzia di intermediazione: è un player che anticipa i bisogni del mercato. Per chi opera nella ristorazione, nella GDO o nell’import-export, significa avere un partner che non offre solo prodotti, ma soluzioni. In un settore in cui la fiducia è tutto, Magic Foods ha saputo trasformarla in un asset competitivo. E se pensate che sia solo una questione di qualità del pesce, sbagliate. Qui si parla di un’azienda che investe nel servizio e nella relazione con i clienti. Perché chi lavora con Magic Foods non si accontenta: pretende il massimo. E, a quanto pare, lo ottiene.

L’azienda si distingue anche per il suo approccio innovativo alla selezione dei prodotti, garantendo una gamma diversificata che copre le richieste dei mercati più esigenti. Dai crostacei ai filetti di pesce selezionati con cura, ogni referenza è pensata per rispondere ai più alti standard del settore. La sostenibilità non è un concetto astratto per Magic Foods, ma una pratica quotidiana che si traduce in scelte responsabili nella selezione delle materie prime e nella gestione delle risorse.

Magic Foods e la sua proposta di qualità

“In Rete” è la rubrica di Pesceinrete che racconta le aziende del settore ittico attraverso le informazioni disponibili online. Il nostro obiettivo è offrire una fotografia oggettiva delle realtà presenti sul web, con l’intento di documentare il panorama del mercato in modo trasparente e informativo.

 

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Life Oasis, progetto per proteggere le tartarughe dalla “pesca fantasma”

Il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa è partner di LIFE OASIS, progetto europeo che salvaguarda la biodiversità marina riducendo il rischio intrappolamento che deriva da attrezzi da pesca abbandonati o smarriti

Ogni anno nel Mediterraneo alcune tartarughe marine rimangono intrappolate in attrezzi da pesca persi o abbandonati. Proteggere gli ecosistemi del ‘Mare Nostrum‘ richiede un’azione coordinata e una responsabilità condivisa, fra i diversi paesi e le diverse flotte che operano al suo interno, per proteggere la nostra biodiversità, ma anche la sostenibilità della pesca e la sicurezza marittima

Particolare di una caretta caretta

LIFE OASIS è stato istituito per affrontare la spinosa questione, un progetto pionieristico che combina tecnologia, ricerca e collaborazione diretta con il settore della pesca e marittimo a livello internazionale che vede il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa fra i partner. Il progetto durerà cinque anni e punta a mitigare gli impatti negativi della pesca e dei rifiuti marini sulla biodiversità del Mediterraneo, con particolare attenzione alle tartarughe Caretta caretta, una specie prioritaria, censita anche nella Direttiva Habitat e classificata nella Lista Rossa della IUCN come specie “Vulnerabile” a livello globale.

Reti, lenze, nasse lasciate in mare e lasciate incustodite si possono infatti trasformare in trappole mortali e possono continuare a catturare pesci e altre specie per mesi o addirittura anni, un fenomeno noto come “pesca fantasma“.

In particolare, il Progetto LIFE OASIS svilupperà di un modello intelligente di aFAD (intelligent anchored Fish Aggregating Device) cioè di dispositivi ancorati sul fondale marino usati per pescare in modo controllato e sostenibile. Gli strumenti saranno dotati di sensori avanzati per monitorare l’ecosistema circostante e raccogliere dati sulla presenza di pesci e specie protette, come le tartarughe marine. Verrà inoltre realizzata una mappatura degli attrezzi da pesca abbandonati, persi o scartati nel Mediterraneo.

Una immagine di pesca fantasma

“Il progetto coniuga innovazione tecnologica e ricerca scientifica, promuovendo la sinergia tra pescatori, operatori del settore e ricercatori con azioni che si svolgono in continuità con le azioni di progetti finanziati in passato come LIFE MEDTURTLES o TARTALIFE. L’obiettivo è multiplo: prevenire la cattura accidentale delle tartarughe marine, promuovere la sostenibilità della pesca e tutelare la biodiversità – le parole del professor Casale dell’Università di Pisa, referente scientifico del progetto ed esperto nella conservazione delle tartarughe marine e nelle loro interazioni con la pesca.

LIFE OASIS (Mitigating the negative interactions of protected species with marine litter and pelagic fisheries of the Mediterranean) è un’iniziativa co-finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE (GA n. 101148343 – LIFE23-NAT-ES-LIFEOASIS). Il progetto è coordinato da Alnitak Research Institute (una ONG spagnola) e vede la collaborazione di prestigiosi partner, tra cui il Consiglio superiore delle ricerche scientifiche spagnolo (CSIC) e, fra quelli italiani, la Stazione Zoologica Anton Dhorn e l’Associazione Filicudi Wildlife Conservation.

Pure Blue Fish: l’allevamento ittico che rispetta l’ambiente

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Pure Blue Fish: l’allevamento ittico che rispetta l’ambiente – L’acquacoltura è oggi una delle risposte più concrete alla crescente domanda globale di prodotti ittici, ma non tutti i metodi di allevamento sono uguali. L’impatto ambientale della piscicoltura intensiva, la contaminazione delle acque e l’uso di antibiotici sollevano dubbi sulla sostenibilità di un settore in continua espansione. La necessità di un sistema che garantisca qualità, sicurezza e rispetto per l’ambiente è sempre più evidente.

In questo scenario si fa spazio Pure Blue Fish Ltd (PBF), un’azienda israeliana che sta ridefinendo il concetto stesso di allevamento ittico con una tecnologia all’avanguardia. Il loro sistema di acquacoltura basato su tecnologia RAS (Recirculating Aquaculture System) a scarico zero rappresenta un modello rivoluzionario per la produzione sostenibile di pesce. Diversamente dai sistemi tradizionali, questa tecnologia consente di riciclare il 100% dell’acqua utilizzata, eliminando qualsiasi scarico nell’ambiente e riducendo drasticamente l’impronta ecologica dell’allevamento.

Il cuore dell’innovazione PBF è un sistema chiuso di ricircolo d’acqua, progettato per operare senza connessioni con fonti idriche esterne. Attraverso sofisticati reattori biologici, l’acqua viene continuamente filtrata e depurata, garantendo condizioni ottimali per la crescita dei pesci senza il rischio di contaminazioni. L’assenza di scarichi non solo protegge gli ecosistemi naturali, ma consente anche di localizzare le aziende agricole vicino ai mercati di consumo, riducendo i tempi di trasporto e garantendo pesce sempre fresco.

L’azienda ha avviato il suo primo impianto a Binyamina, in Israele, nel giugno 2024, utilizzandolo come prototipo per le sue future espansioni. Sebbene inizialmente destinata all’allevamento di persico rosso, a partire dal febbraio 2025 la struttura si concentrerà sulla produzione di persico dalla coda gialla (Seriola lalandi), una delle specie più apprezzate sul mercato per la qualità della carne e la rapidità di crescita. Il progetto di espansione prevede la realizzazione di un nuovo impianto in South Carolina, USA, nel 2025, con una capacità produttiva molto più ampia, pari a 5.000 tonnellate all’anno. Questa nuova struttura si focalizzerà principalmente sulla produzione di kingfish e red drum, due specie dal forte valore commerciale.

L’innovazione di Pure Blue Fish non si limita alla sostenibilità ambientale, ma investe anche il tema della biosicurezza. Grazie all’isolamento completo da fonti d’acqua naturali e all’adozione di rigide misure di quarantena, l’allevamento previene la diffusione di malattie e parassiti, riducendo la necessità di trattamenti chimici. Inoltre, l’assenza di fuoriuscite d’acqua rende possibile l’installazione degli impianti anche in prossimità di aree sensibili, senza rischi per l’ambiente circostante.

Il modello di crescita adottato da PBF è altamente strategico. Invece di espandersi con progetti su larga scala fin dall’inizio, l’azienda ha scelto un approccio modulare, partendo con pochi moduli di allevamento e ampliandosi progressivamente in base alla domanda di mercato. Questa strategia riduce il rischio finanziario e garantisce uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo.

L’impatto di questa tecnologia è destinato a farsi sentire anche nelle regolamentazioni internazionali sull’acquacoltura. Pure Blue Fish ha già ottenuto autorizzazioni per l’allevamento di specie non endemiche negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in Israele, dimostrando che il loro sistema chiuso elimina ogni rischio ambientale legato alla presenza di specie alloctone.

Quello che Pure Blue Fish sta realizzando va oltre la semplice produzione di pesce. Si tratta di una nuova visione dell’acquacoltura, dove sostenibilità e innovazione si fondono per rispondere alle sfide globali di sicurezza alimentare e tutela ambientale. L’azienda dimostra che è possibile produrre in modo responsabile, senza compromettere la qualità e senza danneggiare l’ecosistema. Con una strategia di crescita misurata e tecnologie all’avanguardia, Pure Blue Fish sta gettando le basi per un futuro in cui l’acquacoltura non è più una minaccia, ma una risorsa fondamentale per l’alimentazione sostenibile del pianeta.

Pure Blue Fish: l’allevamento ittico che rispetta l’ambiente

 

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Europêche: la Blue Tech guida l’innovazione nella pesca sostenibile

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Europêche: la Blue Tech guida l’innovazione nella pesca sostenibile – Durante l’evento Competitive Blue Tech for Sustainable High Seas Fisheries, organizzato presso il Parlamento Europeo da Europêche con il supporto dell’eurodeputata Isabelle Le Callennec, gli esperti hanno discusso il ruolo chiave della Blue Tech nella gestione degli oceani e nella competitività della flotta europea. Un incontro che ha sottolineato l’importanza dell’innovazione in un momento strategico, con la Commissione Europea impegnata a definire il Future Clean Industrial Deal e il Patto Europeo per gli Oceani.

L’evento ha messo in luce come i dati satellitari, l’intelligenza artificiale e le attrezzature marittime avanzate stiano ridefinendo la pesca d’altura. Oltre a garantire una maggiore sostenibilità, queste innovazioni rafforzano la leadership tecnologica dell’UE nel settore, trasformando la flotta europea in un modello globale.

Anne-France Mattlet, Vicedirettore generale di Europêche, ha evidenziato come la flotta d’altura dell’UE non sia solo un fornitore di pesce, ma un catalizzatore di progresso tecnologico. Strumenti avanzati di monitoraggio permettono oggi di migliorare la selettività delle catture, ridurre le emissioni di CO2 e promuovere condizioni di lavoro più sicure a bordo.

Gli esperti intervenuti al Parlamento Europeo hanno mostrato esempi concreti di come la tecnologia Blue Tech stia rivoluzionando la pesca. Tra questi:

  • Dati satellitari e AI: i sistemi Galileo e Copernicus forniscono informazioni cruciali per la sicurezza e la sostenibilità delle operazioni di pesca. Il progetto CATSAT di CLS trasforma questi dati in mappe oceanografiche per una gestione più intelligente degli stock ittici.
  • Boe ecoscandaglio: sviluppate da aziende come Satlink, Marine Instruments e Zunibal, queste boe fungono da hub dati in tempo reale, trasmettendo informazioni sulle risorse ittiche e contribuendo alla riduzione dell’impatto ambientale.
  • Congelamento e connettività avanzata: il sistema di congelamento ad aria di APINA garantisce una qualità superiore del tonno, mentre l’OceanBox di Thalos ottimizza la connettività satellitare per gli equipaggi.

Durante l’evento, SEA Europe ha sottolineato la necessità di creare una Blue Alliance per finanziare l’innovazione nel settore. La flotta europea, con il suo elevato livello tecnologico e i rigorosi standard ambientali, rappresenta un pilastro per l’economia blu globale. Tuttavia, senza il giusto supporto normativo e finanziario, il rischio è che concorrenti con standard meno sostenibili possano guadagnare terreno.

Europêche ha ribadito l’importanza di allineare i finanziamenti a politiche pratiche e competitive, in linea con gli obiettivi del Patto Europeo per gli Oceani. Il settore della pesca europea non solo contribuisce all’approvvigionamento alimentare, ma svolge un ruolo centrale nello sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate per la gestione sostenibile delle risorse marine.

L’incontro al Parlamento Europeo ha dimostrato come la tecnologia Blue Tech sia essenziale per il futuro della pesca. Grazie all’integrazione di dati satellitari, intelligenza artificiale e attrezzature innovative, l’UE si conferma leader nell’innovazione del settore. Il sostegno alle imprese che operano in questo ambito sarà cruciale per garantire la sostenibilità e la competitività della pesca europea nel contesto globale.

Europêche: la Blue Tech guida l’innovazione nella pesca sostenibile

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Tilapia 2.0: l’editing genetico rivoluziona l’acquacoltura

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Tilapia 2.0: l’editing genetico rivoluziona l’acquacoltura – Brazilian Fish, uno dei principali produttori di tilapia in Brasile, segna una svolta nell’industria dell’acquacoltura con l’introduzione della prima tilapia geneticamente migliorata. Grazie alla collaborazione con il Center for Aquaculture Technologies (CAT) negli Stati Uniti, l’azienda ha sviluppato un innovativo programma di editing genetico, mirato a ottimizzare la crescita e la resa di questo pesce, rendendolo ancora più competitivo sul mercato globale.

L’editing genetico della tilapia del Nilo condotto da Brazilian Fish sfrutta strumenti di biotecnologia avanzata per ottenere miglioramenti mirati, accelerando un processo che, con i metodi tradizionali di selezione, richiederebbe decenni. Grazie a questa tecnologia, è possibile intervenire su specifici geni legati alla crescita e all’efficienza alimentare, con il risultato di una produzione più sostenibile e redditizia.

Questa tecnica non introduce elementi estranei nel genoma del pesce, ma si limita a modificare sequenze genetiche esistenti per esaltare caratteristiche già presenti in natura. Il progetto si concentra sulla miostatina, una proteina che regola la crescita muscolare, riducendone l’attività per ottenere esemplari più grandi e con un miglior rapporto carne/osso.

Gli scienziati coinvolti nel progetto hanno sviluppato un protocollo di fecondazione in vitro, creando uova geneticamente modificate che permettono di ottenere una progenie con caratteristiche superiori in termini di crescita e resa produttiva.

Dopo due anni di ricerche e test preliminari, i primi esemplari di tilapia geneticamente migliorata sono stati prodotti e tenuti in ambienti controllati per le valutazioni genomiche. Il prossimo passo sarà testarne le prestazioni in condizioni di allevamento reali, valutandone l’efficacia in termini di resa e sostenibilità economica.

Sicurezza e regolamentazione: garanzie per il consumatore

L’innovazione introdotta da Brazilian Fish segue rigorosi protocolli di biosicurezza, in conformità con le normative della Commissione Tecnica Nazionale per la Biosicurezza (CTNBio). L’azienda ha ottenuto un Certificato di Qualità per la Biosicurezza e opera sotto stretta supervisione di un comitato interno che valuta l’impatto delle modifiche genetiche.

Il processo di editing genomico adottato non prevede l’introduzione di DNA esogeno, ma accelera un cambiamento genetico che potrebbe verificarsi naturalmente, garantendo così un prodotto sicuro per il consumo umano e rispettoso delle regolamentazioni vigenti.

Il futuro dell’acquacoltura brasiliana

Con questa iniziativa, Brazilian Fish si posiziona come pioniere nell’innovazione dell’acquacoltura, dimostrando come la tecnologia possa essere un potente alleato nella crescita sostenibile del settore. L’adozione di strumenti genetici avanzati non solo migliorerà le performance produttive della tilapia, ma potrebbe aprire la strada a future applicazioni nel miglioramento di altre specie allevate.

L’industria ittica globale è in continua evoluzione, e progetti come questo rappresentano un passo avanti cruciale per rispondere alla crescente domanda di proteine ittiche, mantenendo al contempo un forte impegno verso la sostenibilità ambientale ed economica.

Tilapia 2.0: l’editing genetico rivoluziona l’acquacoltura

 

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