EU budget 2028-2034 for fisheries and aquaculture

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EU budget 2028-2034 for fisheries and aquaculture marks a turning point in Europe’s maritime policies. With the declared goal of reducing fragmentation and ensuring greater flexibility in reallocating resources, the European Commission has presented a framework aimed at integrating national policies, regional priorities and EU commitments on sustainability, energy transition and innovation.

A significant figure is the guaranteed minimum allocation of €2 billion for the implementation of the Common Fisheries Policy. This baseline, however, represents only a fraction of the potential. Through national and regional Partnership Plans, mobilizing a total of €453 billion for economic, territorial and social cohesion, coastal communities will gain access to funds for port infrastructure, cold chain development, economic diversification and support for small-scale fisheries.

European Competitiveness Fund

A central pillar is the European Competitiveness Fund, designed to support the seafood sector in building resilience and sustainability. Fleet energy transition, port decarbonization and the adoption of blue technologies are all included, as well as investments in research and ocean observation under Horizon Europe. The proposal therefore goes beyond production, positioning Europe strategically in the global blue economy.

Global Europe

Equally relevant is the “Global Europe” instrument, which strengthens the EU’s ocean diplomacy and partnerships with third countries to combat illegal, unreported and unregulated (IUU) fishing. This measure is not only geopolitical but also has direct impacts on supply chains and seafood market stability.

Monitoring and Governance

Operationally, the new budget introduces a single performance monitoring system, drastically reducing the number of indicators and linking financing to concrete results. Within this framework, the principle of “do no significant harm” becomes a binding requirement across all programs, ensuring that every euro spent aligns with environmental goals.

Challenges Ahead

Questions remain, however, about the real capacity of Member States to absorb these funds. While flexibility allows budgets to adapt to local priorities, it also requires solid administrative structures and clear political vision. The challenge will be turning potential resources into effective projects capable of supporting fishers, aquaculture operators, processing companies and coastal communities.

Looking Forward

In perspective, the EU budget 2028-2034 for fisheries and aquaculture is far more than a financial plan: it is a test of whether Europe can balance competitiveness and sustainability, safeguard the role of coastal communities, and lead the transition toward an integrated blue economy.

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L’acquacoltura biologica europea tra potenziale e ostacoli

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Uno studio internazionale guidato da Lola Toomey e pubblicato su Reviews in Aquaculture evidenzia luci e ombre dell’acquacoltura biologica nell’Unione europea, un settore cruciale per la transizione sostenibile ma ancora frenato da ostacoli strutturali. Il lavoro, realizzato nell’ambito del progetto OrganicTargets4EU, analizza in profondità politiche, dinamiche di mercato e fattori economici che condizionano lo sviluppo del comparto.

Il nodo centrale resta la redditività. I costi di produzione biologica superano di gran lunga quelli delle pratiche convenzionali: mangimi certificati, densità di allevamento ridotte e infrastrutture specifiche pesano sui bilanci, riducendo i margini e scoraggiando nuovi investimenti. La conseguenza è che l’acquacoltura biologica nell’Unione europea fatica a uscire da una dimensione di nicchia.

La questione dimensionale aggiunge complessità. Aziende troppo piccole rischiano di non sopravvivere, mentre strutture di scala eccessiva possono entrare in conflitto con gli standard ecologici e con l’immagine stessa del biologico. A questo si somma un quadro normativo europeo applicato in modo disomogeneo tra gli Stati membri, che genera costi burocratici e disparità competitive.

Sul fronte commerciale, il mercato non riconosce ancora appieno il valore aggiunto dei prodotti biologici. La pressione delle importazioni da paesi terzi, con costi inferiori e standard differenti, accentua lo squilibrio e rende difficile consolidare una catena del valore realmente premiante per l’acquacoltura biologica nell’Unione europea.

Lo studio individua tuttavia elementi di prospettiva. La domanda di prodotti sostenibili cresce costantemente, soprattutto nei mercati più sensibili al benessere animale e alla qualità ambientale. Se orientato in modo mirato, il sostegno delle politiche comunitarie può attenuare i costi e sostenere la transizione. Determinante sarà anche la capacità di differenziare il prodotto, comunicando in modo trasparente e credibile i benefici ecologici e sociali del biologico per attrarre consumatori disposti a pagare un prezzo premium.

In definitiva, l’acquacoltura biologica nell’Unione europea non rappresenta un’utopia ma un percorso complesso, che richiede strategia, investimenti mirati e un mercato capace di riconoscerne il valore. Per la filiera ittica, la sfida è inevitabile se si vuole conciliare competitività e sostenibilità con gli obiettivi ambientali e sociali del prossimo decennio.

Il futuro dell’acquacoltura biologica dipenderà dalla capacità di superare barriere economiche e normative, sostenendo la crescita con politiche mirate e strategie di mercato in grado di valorizzarne la specificità.

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Bilancio UE 2028-2034: una nuova rotta per pesca e acquacoltura

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La nuova proposta di bilancio UE 2028-2034 per pesca e acquacoltura segna un cambio di passo nelle politiche europee legate al mare. Con l’obiettivo dichiarato di ridurre la frammentazione e rendere più flessibile la riallocazione delle risorse, la Commissione ha presentato un quadro che mira a integrare politiche nazionali, priorità regionali e impegni comunitari in materia di sostenibilità, transizione energetica e innovazione.

Un dato significativo è lo stanziamento minimo garantito di 2 miliardi di euro per l’attuazione della Politica comune della pesca. Questa base, tuttavia, rappresenta solo una parte del potenziale. Attraverso i Piani di partenariato nazionali e regionali, che mobilitano complessivamente 453 miliardi di euro per coesione economica, territoriale e sociale, le comunità costiere potranno accedere a fondi destinati a infrastrutture portuali, catene del freddo, diversificazione economica e sostegno alla pesca artigianale.

Fondo europeo per la competitività

Un pilastro centrale è il Fondo europeo per la competitività, pensato per accompagnare la filiera verso resilienza e sostenibilità. La transizione energetica della flotta, la decarbonizzazione dei porti e l’adozione di tecnologie blu trovano spazio in questo capitolo, così come gli investimenti per ricerca e osservazione oceanica attraverso Orizzonte Europa. La proposta, quindi, non guarda solo alla dimensione produttiva, ma al posizionamento strategico dell’Europa nell’economia blu globale.

Europa globale

Non meno rilevante è il ruolo dello strumento “Europa globale”, che consolida la diplomazia oceanica dell’UE e rafforza le partnership con i paesi terzi per la lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Una misura che non ha solo valenza geopolitica, ma impatti concreti sulle catene di approvvigionamento e sulla stabilità dei mercati ittici.

Sul piano operativo, il nuovo bilancio introduce un sistema unico di monitoraggio delle performance, che riduce drasticamente il numero di indicatori e punta a collegare i finanziamenti ai risultati concreti. In questo contesto, il principio del “non arrecare danni significativi” diventa criterio vincolante per tutti i programmi, assicurando che ogni euro speso sia compatibile con gli obiettivi ambientali.

Resta però un interrogativo sulla reale capacità di assorbimento dei fondi da parte degli Stati membri. Se da un lato la maggiore flessibilità consente di adattare i bilanci alle priorità locali, dall’altro richiede strutture amministrative solide e una chiara visione politica. La sfida sarà quindi trasformare risorse potenziali in progetti efficaci, capaci di sostenere pescatori, acquacoltori, imprese della trasformazione e comunità costiere.

In prospettiva, il bilancio UE 2028-2034 per pesca e acquacoltura è molto più di un piano contabile: è un banco di prova per verificare se l’Europa sarà in grado di conciliare competitività e sostenibilità, salvaguardare il ruolo delle comunità costiere e guidare la transizione verso un’economia blu integrata.

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Maratea attende il primo Seminario Nazionale CLLD su pesca e acquacoltura

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Mancano pochi giorni al via del Seminario Nazionale CLLD pesca e acquacoltura, in programma a Maratea dal 24 al 26 settembre 2025. L’evento, organizzato dalla Rete Nazionale GAL insieme al GAL La Cittadella del Sapere e alla Regione Basilicata con il sostegno del MASAF, segna un passaggio cruciale per la riflessione sulle politiche di sviluppo locale legate alle comunità costiere.

Il Seminario Nazionale CLLD pesca e acquacoltura nasce con l’obiettivo di mettere a sistema esperienze, criticità e prospettive dei GAL italiani impegnati nella gestione delle risorse FEAMPA. Sarà un’occasione per analizzare modelli di governance, condividere progetti già avviati e individuare nuove traiettorie per una crescita realmente sostenibile delle filiere ittiche e acquacolturali.

Le iscrizioni, chiuse lo scorso 20 agosto, hanno previsto un massimo di due partecipanti per ogni GAL, organismo intermedio o ente, a conferma della volontà di concentrare il confronto su interlocutori qualificati e direttamente operativi. L’attesa ora è tutta per il programma ufficiale, che definirà le sessioni di lavoro e i tavoli tematici.

La scelta di Maratea non è casuale: la Basilicata costiera rappresenta un laboratorio interessante per lo sviluppo integrato tra risorse marine, innovazione territoriale e turismo. Portare qui il primo seminario nazionale significa valorizzare un contesto che, pur con numeri contenuti, sta cercando di posizionarsi nel panorama della blue economy.

Il confronto di Maratea si annuncia dunque come un appuntamento di metodo e di visione. I GAL avranno l’opportunità di rafforzare la propria funzione di cerniera tra politiche europee e comunità locali, in un quadro che richiede capacità di programmazione, alleanze territoriali e concretezza nei risultati.

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Real-time water monitoring in Gulf of Follonica

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Since August 1st, the Gulf of Follonica (between Livorno and Grosseto, on Tuscany’s coast) hosts a fully operational real-time monitoring system for key water quality parameters and underwater current flows. Covering about 1,600 hectares of fish and shellfish farms, the Gulf is one of the most important aquaculture hubs in Italy.

Every day, between 1,530 and 2,040 data points are transmitted online, compared with the 5 or 6 typically gathered with traditional methods. The wireless sensor network was developed by Italian company WSense and adopted by ISPRA under the MER (Marine Ecosystem Restoration) plan of Italy’s PNRR.

A quantum leap for aquaculture and the environment

The ISPRA platform receives continuous real-time input from underwater wireless modems, sensors, repeaters and two surface buoys with WiFi communication units. Installed at depths ranging from 3–5 meters to 28 meters for current data, the system generates between 560,000 and 747,500 data points annually.

“This is a quantum leap that opens previously unthinkable scenarios,” said Chiara Petrioli, CEO of WSense. “It enables the application of big data and artificial intelligence to underwater monitoring, with tangible benefits for environmental protection.”

How the system works

The network includes nine sampling stations: eight equipped with multiparametric sensors for temperature, dissolved oxygen, turbidity and conductivity, and two with additional sensors for chlorophyll and bacterial activity (BOD) near mussel farms. A ninth station hosts a current meter, measuring flow intensity and direction across 14 depth levels. In total, each time unit produces readings across 64 points.

This high-resolution dataset allows ISPRA researchers to analyze seasonal, weather and operational variations, quickly detecting anomalies or disturbances. The application of big data and AI brings unprecedented depth to aquaculture monitoring.

What changes compared to the past

Until now, water quality monitoring was performed with periodic boat-based sampling, a few data points at a time, then analyzed in labs before being shared with researchers. Continuous real-time data simply did not exist.

In Follonica, achieving similar real-time results would have required kilometers of seabed cables, with prohibitive costs and environmental impact. Instead, ISPRA’s investment of around €500,000 delivers costs per data point below €1 per year, considering three years of operation.

The role of WSense

WSense, a spin-off of Sapienza University of Rome, designed and supplied the entire wireless underwater communication and data transmission system, along with the cloud-based platform that enables visualization, analysis and storage. An alert system automatically notifies operators when thresholds are exceeded, giving both regulators and aquaculture managers immediate insight.

With this deployment, ISPRA now stands at the global forefront of real-time aquaculture water quality monitoring. The Follonica project marks the largest use of WSense technology in the Mediterranean and the EU, with data also capable of being transmitted via satellite worldwide.

The Gulf of Follonica project demonstrates how technology, AI and aquaculture can converge for sustainable growth. By reducing monitoring costs and multiplying available data, ISPRA and WSense set a European benchmark for innovation in environmental management.

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