Un pesce su tre viene catturato invano

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Un pesce su tre viene catturato invano – La produzione di cibo che ogni anno finisce per essere sprecato occupa una superficie più ampia della Cina: è questa la preoccupante fotografia prodotta dal WWF per il 2024 che si aggiudica il “premio” di anno peggiore per la lotta allo spreco alimentare. Un fenomeno in continua crescita soprattutto in Italia. Si stima, secondo il Rapporto internazionale Waste Watcher 2024, un aumento del 45,6% con circa 683,3 grammi di cibo pro capite gettato rispetto ai 469,4 grammi rilevati nell’agosto 2023 con danni ingenti non solo sull’ambiente ma anche ma anche sull’economia domestica delle famiglie.

Per questo motivo oggi, in occasione della Giornata Nazionale di prevenzione contro lo spreco alimentare, è importante sensibilizzare i consumatori su scelte consapevoli, quotidiane e sostenibili nell’acquisto di generi alimentari, soprattutto quelli soggetti a rapido deterioramento come frutta, verdura e pesce.

Il pesce surgelato come valida soluzione anti-spreco

Il mercato ittico è uno dei settori in cui si concentra la più alta percentuale di spreco alimentare: il 35% di tutto il pesce pescato, compresi crostacei e molluschi, secondo la FAO viene sprecato o buttato ancor prima di raggiungere il piatto, alimentando il trend del sovrasfruttamento di mari e oceani.

Una valida e sana alternativa è il consumo domestico di pescato surgelato che, secondo dati forniti dall’IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati – permetterebbe di abbattere gli sprechi alimentari domestici di oltre il 47%.

Sapore di mare, in prima linea contro lo spreco alimentare

Un impegno che Sapore di Mare, Azienda specializzata nella commercializzazione di prodotti ittici congelati sfusi con sede a Corridonia (MC), si assume da oltre trent’anni, facendo della sostenibilità e della gestione responsabile della pesca i suoi obiettivi principali. Ad esempio, i prodotti sfusi sono validi alleati nella lotta allo spreco perché rispondono all’esigenza di un maggior controllo nelle porzioni, utilizzando e consumando solo ciò di cui si ha bisogno. Sapore di Mare offre oltre 100 varietà di pesce sfuso per tutti i gusti, già pulito e di facile utilizzo. In questo modo la quantità acquistata corrisponde all’effettivo consumo, evitando inutili sprechi. Oltre all’ittico sfuso, Sapore di Mare propone anche una vasta gamma di prodotti ricettati e pronti all’uso, dagli antipasti ai primi: un altro valido antidoto contro lo spreco alimentare senza rinunciare al gusto e alla varietà di ricette sempre nuove e diversificate.

Dal mare alla tavola: le certificazioni MSC e ASC

L’azienda di Corridonia è la prima realtà in Italia ad offrire prodotti ittici congelati sfusi certificati MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council). Ciò garantisce al consumatore che il pesce acquistato, identificabile in punto vendita con i marchi MSC e ASC, provenga da fornitori a loro volta certificati e quindi impegnati attivamente nella ricerca di una sempre maggiore sostenibilità.

Perché il sostegno che i prodotti surgelati offrono alla lotta contro lo spreco alimentare inizia ancor prima di arrivare sulle nostre tavole con un utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’uso in cucina, eliminando tutti gli sprechi nella filiera produttiva e garantendo il rispetto dell’intero ecosistema.

Un pesce su tre viene catturato invano

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Rizzoli Emanuelli debutta in radio con lo spot dedicato alle Alici in banco frigo

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Rizzoli Emanuelli debutta in radio con lo spot dedicato alle Alici in banco frigo – Rizzoli Emanuelli, la più antica realtà di conserve ittiche italiana, dà il via alla sua prima campagna radiofonica “Un banco di alici in banco frigo”, in onda dal 2 al 15 febbraio su R101 e Radio Montecarlo.

Lo spot radiofonico di 30’’ racconta una scena suggestiva di pesca nel Mar Cantabrico, dove tra rumori di onde, spruzzi d’acqua e vento che soffia, due pescatori discutono sulle caratteristiche uniche delle Alici Rizzoli: “le più buone Alici del Mar Cantabrico si trovano solo nel banco frigo del supermercato” affermano, quelle prodotte da Rizzoli, con il 25% di sale in meno rispetto alle sue tradizionali Alici Cantabriche in olio.

Lo spot radiofonico rientra nel piano di comunicazione crossmediale di Rizzoli Emanuelli “Un banco di alici in banco frigo”, che – seguendo il fil rouge dello spot televisivo – ha l’obiettivo di indirizzare i consumatori verso un prodotto innovativo, pescato solo in primavera, quando le Alici sono più grandi e carnose, e lavorato a mano sul luogo di pesca per preservarne il sapore intenso e l’alta qualità.
A rimarcare i punti di forza di questa fresca novità, il claim “Scende il sale, sale il gusto”, in grado di trasmetterne l’eccellenza e le caratteristiche salutari che la contraddistinguono. Le Alici in banco frigo sono infatti una fonte naturale di Omega 3: un’ottima scelta per chi è attento ad una sana ed equilibrata alimentazione, senza rinunciare al gusto.

Lo spot radiofonico verrà trasmesso nelle fasce orarie di maggior ascolto per garantire una diffusione capillare del messaggio e raggiungere così un pubblico ampio e variegato.

Con il lancio di questo primo spot radio, Rizzoli Emanuelli porta direttamente nelle case degli italiani l’innovazione: una novità assoluta per il mondo della Alici vissute da sempre come conserva, ma da ora disponibili anche in banco frigo.

Rizzoli Emanuelli debutta in radio con lo spot dedicato alle Alici in banco frigo

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e-Fish ad AquaFarm 2025 con soluzioni smart per la tracciabilità ittica

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e-Fish ad AquaFarm 2025 con soluzioni smart per la tracciabilità ittica – L’industria ittica sta vivendo una trasformazione epocale grazie all’innovazione tecnologica e alla crescente esigenza di sostenibilità e trasparenza. In prima linea in questa rivoluzione c’è e-Fish, azienda leader nel fornire soluzioni per le filiere ittiche, che sarà presente alla 8^ edizione di AquaFarm, la mostra-convegno internazionale su acquacoltura, molluschicoltura, algocoltura e industria della pesca sostenibile, in programma il 12 e 13 febbraio 2025 a Pordenone.

Presso lo stand n.18 del Padiglione 5, e-Fish presenterà le sue soluzioni più innovative per la tracciabilità delle filiere dell’acquacoltura, tra cui la piattaforma e-Fish AquaFarm. In un settore in cui la trasparenza è sinonimo di qualità e affidabilità, questa tecnologia rappresenta un vero e proprio valore aggiunto per produttori, distributori e consumatori.

Perché scegliere e-Fish AquaFarm?

La tracciabilità non è solo un requisito normativo, ma un elemento chiave per garantire sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale e fiducia da parte dei consumatori. e-Fish AquaFarm consente di monitorare ogni fase del ciclo produttivo, dall’allevamento alla distribuzione, offrendo dati in tempo reale e analisi dettagliate per ottimizzare la gestione delle risorse ittiche.

AquaFarm 2025: il cuore pulsante dell’innovazione ittica

Dal 2017, AquaFarm è l’evento di riferimento in Italia e uno dei più importanti a livello europeo per l’acquacoltura, la molluschicoltura, l’algocoltura e la pesca sostenibile. Con la partecipazione di operatori, ricercatori e leader del settore, rappresenta un’opportunità unica per scoprire le ultime novità e confrontarsi sulle sfide future.

Non perdete l’occasione di conoscere da vicino le soluzioni di e-Fish e di scoprire come la tecnologia possa fare la differenza nella gestione sostenibile delle risorse ittiche. Basta registrarsi gratuitamente su www.aquafarm.show.

Il futuro dell’acquacoltura vi aspetta con e-Fish!

e-Fish ad AquaFarm 2025 con soluzioni smart per la tracciabilità ittica

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Tiozzo: rivedere PCP per combattere dumping Extra-Ue

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Tiozzo: rivedere PCP per combattere dumping Extra-Ue – “Solo nell’ultimo bando per l’arresto definitivo, in Italia sono state presentate oltre 1000 domande di rottamazione pescherecci che superano di molto i 74milioni di euro messi a disposizione dalla Ue per far cessare l’attività. Con una flotta europea e italiana che sta lentamente scomparendo a causa di normative inadeguate e concorrenza sleale da parte di Paesi extra-UE è necessario rivedere la Politica Comune della Pesca (PCP) nel segno di una sostenibilità economica, sociale e ambientale. Nei prossimi dieci anni c’è bisogno, infatti, di aumentare di almeno il 30% il numero degli operatori ittici lungo tutta la filiera per garantire la sopravvivenza della pesca italiana che invecchia e fatica a trovare addetti”.

Lo dice Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca a margine di incontri istituzionali organizzati a Bruxelles in occasione dell’Anno Internazionale delle cooperative proclamato dall’ONU per la seconda volta nella storia.

“Misure per favorire la transizione energetica e la decarbonizzazione dei pescherecci, ma anche la modernizzazione visto che l’età media della flotta è di 31 anni. Contrasto ai cambiamenti climatici e alle specie aliene, dal granchio blu al vermocane, che stanno mettendo in ginocchio le economie di interi territori. La necessità di normative comunitarie più calate sulle realtà produttive delle diverse marinerie. A questo bisogna dare risposta in Europa per far uscire l’economia ittica dal guado e rilanciare il ricambio generazionale. Nell’ultimo decennio la nostra flotta peschereccia ha fatto registrare a un -21%”, conclude Tiozzo.

Tiozzo: rivedere PCP per combattere dumping Extra-Ue

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Nuove opportunità per l’allevamento dei ricci di mare negli USA

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I ricci di mare piacciono ovunque. In Italia li adoriamo in tutte le salse, dal crudo puro alla pasta che sa di mare. Ma anche negli Stati Uniti non scherzano: il loro mercato è in crescita, e gli esperti guardano con sempre maggiore interesse al potenziale economico dell’allevamento di questi echinodermi.

Coleen Suckling, ricercatrice presso l’Università del Rhode Island, sta portando avanti un progetto innovativo: dimostrare che i ricci di mare possono non solo fornire un reddito aggiuntivo agli allevatori, ma anche migliorare l’efficienza delle produzioni esistenti. L’idea alla base? I ricci di mare, spesso considerati parassiti dagli operatori del settore, potrebbero invece rivelarsi preziosi alleati, contribuendo a ridurre il biofouling nelle gabbie di capesante e molluschi.

L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con il Centre for Cooperative Aquaculture Research (CCAR) dell’Università del Maine, punta a fornire semi di ricci gratuiti agli allevatori, insieme a consulenze specialistiche per supportarne l’inserimento negli impianti di acquacoltura. Un modello di cooperazione tra ricerca e industria che sta già dando risultati promettenti. “Abbiamo visto sempre più produttori includere i ricci di mare nelle loro richieste di permessi per nuove attività di allevamento” spiega Suckling. “L’interesse sta crescendo e il settore inizia a cogliere le opportunità offerte da questi organismi.”

Ma non si tratta solo di business. Con il cambiamento climatico che minaccia gli ecosistemi marini, Suckling e il suo team stanno studiando strategie per rendere i ricci di mare più resistenti alle variazioni ambientali. Testando diversi livelli di temperatura e pH, vogliono identificare le condizioni ottimali per garantire una produzione sostenibile anche in futuro.

“Il Golfo del Maine si sta riscaldando a un ritmo allarmante. Siamo in una delle cinque regioni del mondo più colpite dai cambiamenti climatici e dobbiamo trovare soluzioni per garantire la resilienza dell’industria acquicola” sottolinea l’esperta.

L’idea di trasformare un organismo considerato un problema in una risorsa chiave per la crescita economica e la sostenibilità ambientale sta prendendo piede. E chissà, magari un giorno gli Stati Uniti diventeranno protagonisti del mercato globale dei ricci di mare, sfidando la nostra tradizione mediterranea. Di certo, quello che oggi sembra un settore di nicchia potrebbe presto diventare una delle nuove frontiere dell’acquacoltura internazionale.

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