Accordo storico per la gestione sostenibile dei tonni tropicali

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Accordo storico per la gestione sostenibile dei tonni tropicali – In occasione della riunione annuale della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT), tenutasi a Cipro, l’Unione Europea ha svolto un ruolo cruciale nell’adozione di un accordo per la gestione sostenibile dei tonni tropicali, segnando un importante passo avanti per la tutela delle risorse ittiche e il sostegno agli stati costieri in via di sviluppo.

L’accordo prevede un incremento del Total Allowable Catch (TAC) per il tonno obeso, con benefici significativi per gli stati costieri in via di sviluppo e miglioramenti nelle opportunità di pesca per la flotta europea. Un elemento di rilievo è l’introduzione obbligatoria di Fish Aggregation Devices (FAD) biodegradabili e non aggroviglianti, accompagnata da una riduzione della chiusura della pesca FAD a 45 giorni. Queste misure non solo garantiscono maggiore equità tra le flotte, ma migliorano anche le condizioni socioeconomiche della pesca europea nell’Atlantico.

Inoltre, è stata adottata una raccomandazione per una valutazione della strategia di gestione dei tonni tropicali. Questo approccio basato sulla scienza consentirà di gestire in modo sostenibile le popolazioni di tonno obeso, tonnetto striato e tonno pinna gialla, preservando la salute e l’abbondanza di queste specie.

Per il pesce spada del Nord Atlantico, l’ICCAT ha introdotto una procedura di gestione che include un TAC rivisto e un aumento di 1.569 tonnellate per l’UE rispetto al limite precedente. L’accordo garantisce che le catture siano allineate ai limiti fissati, riflettendo l’impegno per la gestione sostenibile degli stock ittici.

L’UE ha inoltre promosso diverse proposte per la protezione degli squali, tra cui l’avvio di una valutazione strategica per la gestione dello squalo blu.

Per il tonno rosso, l’ICCAT ha adottato misure volte a semplificare la gestione e ridurre gli oneri amministrativi, garantendo al contempo un controllo più rigoroso. Queste disposizioni favoriscono anche le flotte su piccola scala operanti nel Golfo del Leone, migliorando l’efficienza delle loro attività.

Un’innovazione importante riguarda l’introduzione di un quadro completo per l’acquacoltura del tonno rosso, progettato per garantire la tracciabilità e sostenere lo sviluppo sostenibile del settore.

Il ruolo delle RFMO nella gestione globale della pesca

Le Organizzazioni regionali per la gestione della pesca (RFMO), tra cui l’ICCAT, sono strumenti chiave per garantire che le attività di pesca siano sostenibili e non danneggino la biodiversità marina. Queste organizzazioni utilizzano strategie come limiti di cattura, restrizioni tecniche e misure di monitoraggio per gestire le risorse ittiche in modo responsabile.

L’UE, rappresentata dalla Commissione europea, partecipa attivamente a 18 RFMO, 5 delle quali dedicate ai tonni. Questo impegno la rende uno dei principali attori globali nella gestione della pesca.

 

La riunione ICCAT a Cipro ha confermato il ruolo di leadership dell’UE nella promozione di una gestione basata sulla scienza per la pesca sostenibile. Con misure innovative per i tonni tropicali, il pesce spada e il tonno rosso, l’UE consolida il suo impegno per la sostenibilità e la protezione degli ecosistemi marini.

Accordo storico per la gestione sostenibile dei tonni tropicali

 

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Federpesca: bene impegno del governo a difesa del settore pesca

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Federpesca: bene impegno del governo a difesa del settore pesca – Apprezziamo l’impegno del Ministro Lollobrigida e del Governo a difesa del settore ittico italiano, per scongiurare ulteriori riduzioni delle giornate di pesca nel 2025, in particolare nel Mediterraneo Occidentale. Il documento congiunto promosso dall’Italia, insieme a Francia e Spagna diventa così fondamentale per arrivare con una posizione più forte e comune al Consiglio Agrifish di dicembre che deciderà le possibilità di pesca per il prossimo anno.

Il 16 settembre, la Commissione europea ha pubblicato la sua Proposta per le possibilità di pesca 2025. Per il Mediterraneo Occidentale prevede di entrare in una “fase permanente” dopo gli ultimi anni di “fase transitoria”, che hanno visto misure per ridurre le possibilità di pesca del 40%. “Tuttavia, non si è mai parlato di un piano a due fasi, del quale non si conosce il futuro delle decisioni prese per gestire la pesca in quest’area, che potrebbe comportare ancora una riduzione dello sforzo di pesca. Un approccio intollerabile che umilia ancora una volta il nostro comparto.” dichiara Francesca Biondo, direttrice di Federpesca. “Come Federpesca, ci siamo impegnati fin da subito a sostenere questo approccio, sottoscrivendo due lettere unitarie, insieme alle rappresentanze datoriali e sindacali di Francia e Spagna, per rafforzare la posizione dell’Italia in vista del Consiglio Agrifish di fine anno e non trovare compromessi su ulteriori riduzioni delle possibilità di pesca”.

Il documento congiunto promosso dall’Italia rappresenta pertanto una volontà comune da parte di più Paesi membri nel garantire che le misure che andranno ad avere un impatto su migliaia di pescatori e famiglie vengano prese in modo equo e basate su un processo decisionale trasparente, partecipativo e efficace. Non pertanto costruito su scelte improvvisate all’ultimo momento, ma fondato su una riflessione attenta e pianificata, capace di considerare tutti gli aspetti e le implicazioni a lungo termine. Diventa dunque fondamentale non prevedere ulteriori riduzioni nel 2025, per lasciare il tempo di valutare i risultati degli scorsi anni e prendere decisioni per garantire un futuro al settore, che sia sostenibile a livello economico, ambientale e sociale.

Federpesca: bene impegno del governo a difesa del settore pesca

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Scognamiglio: “Convergenza con Francia e Spagna su pesca risultato positivo”

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Scognamiglio: “Convergenza con Francia e Spagna su pesca risultato positivo” – “La convergenza tra le delegazioni politiche italiana, francese e spagnola sui principali nodi inerenti la pesca in Europa e sul riconoscimento delle difficoltà che stanno affrontando le marinerie dei rispettivi Paesi è un risultato molto importante, che apre un varco per una rimodulazione della strategia di Bruxelles, che fino ad oggi ha soltanto criminalizzato questa attività, penalizzando soprattutto il made in Italy, con il rischio di aprire le porte a prodotti senza adeguate garanzie per i consumatori”.

Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimentare, in merito all’esito del Consiglio di Agrifish, che si è svolto ieri.

“Diamo atto – ha proseguito il dirigente dell’associazione di settore – del lavoro svolto dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e dal sottosegretario di Stato, senatore Patrizio Giacomo La Pietra, che fin dall’inizio del loro mandato hanno promosso il confronto con le rappresentanze del comparto, ascoltando le istanze e le criticità che venivano manifestate.
L’iniziativa rompe un isolamento nel quale si voleva costringere l’Italia, che negli ultimi tempi con coraggio aveva sollevato in sede Ue perplessità rispetto alla linea finora adottata dalla Commissione europea, senza alcuna attenzione per le ricadute economiche, sociali e occupazionali di un segmento importante della produzione alimentare di diversi Paesi, a cominciare dall’Italia stessa, e riconosce i significativi sacrifici sostenuti dal settore negli ultimi anni, che hanno portato a una contrazione delle marinerie, minacciando la capacità di garantire una produzione alimentare sostenibile. Il documento elaborato nel corso della riunione sottolinea la necessità di un approccio equilibrato, che tenga conto delle legittime esigenze di tutela ambientale e del mare, rispetto alle quali i pescatori si sono dimostrati sensibili e pronti a mettersi in gioco, riorganizzando procedure e metodiche delle attività, insieme agli altri due assi che dovrebbe caratterizzare la politica del settore, il sostegno economico alle imprese e la garanzia di equità per i produttori.
Da parte nostra, fin dall’inizio, abbiamo semplicemente chiesto, alle istituzioni nazionali e a quelle dell’Unione, un dialogo costruttivo, che si ponesse come obiettivo il riassetto razionale di un comparto, coniugando sostenibilità ambientale e sostenibilità socio-economica, evitando un clima da crociata, teso a scaricare responsabilità e costi unicamente sulla filiera ittica”.

“Questo primo significativo passo – ha concluso Scognamiglio – potrà essere condiviso anche da altri Stati membri dell’Unione, per giungere, come auspichiamo, ad una visione strategica generale più lucida e costruttiva, co l’intento di assicurare, anche con la collaborazione delle marinerie, la protezione del patrimonio naturalistico marino, la biodiversità e gli stock ittici, sapendo però che l’inquinamento delle acque, la salvaguardia delle specie e l’equilibrio ecologico possono essere raggiunti soltanto attraverso una responsabilizzazione collettiva, che investa anche le attività che si svolgono sulla terraferma. Ma allo stesso tempo occorre rilanciare le attività, valorizzando gli sforzi di imprese e lavoratori, secondo una logica di sostenibilità complessiva”.

Scognamiglio: “Convergenza con Francia e Spagna su pesca risultato positivo”

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AMA prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22%

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AMA prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22% – L‘Associazione Mediterranea Acquacoltori prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22%: “Frutto di un vecchio retaggio culturale non aderente allo stato dei fatti” e chiede di sopprimere le parole “e ostriche” al punto 10-bis della Tabella A, Parte III, del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972, n. 633.

5,5; 9 e 4,8. non sono le temperature medie autunnali, ma le aliquote IVA delle ostriche in Francia, Olanda e Irlanda. L’Italia è l’unico paese membro U.E. che rimane al 22%, quando, dati EUROSTAT alla mano, il prezzo medio alla produzione in Italia si attesta sui 7-10 €/kg, prezzi più che popolari e non certo di lusso.

“Le ostriche italiane – commenta Federico Pinza Presidente A.M.A. – sono oramai un prodotto allevato e ampiamente disponibile sui mercati e quindi vanno inserite nel gruppo dei comuni prodotti ittici e alimentari in genere, assoggettati all’aliquota IVA del 10%”.

“Un simile adeguamento – continua Alessandro Gorla Consigliere A.M.A. con delega all’ostricoltura – andrebbe a vantaggio in primis al potere di acquisto dei consumatori, e in secondo luogo sarebbe una forte motivazione a investire da parte degli agricoltori del mare, come amano chiamarsi i molluschicoltori”.

“Negli ultimi anni – conclude Eraldo Rambaldi Direttore A.M.A. – c’è stata una costante crescita della produzione nazionale di ostriche, e questo trend andrà a compensare il paventato mancato introito dovuto all’adeguamento dell’aliquota, oltre che a sostenere un segmento produttivo, quello della molluschicoltura, di recente particolarmente compromesso dai cambiamenti climatici in atto “.

AMA prende posizione sull’aliquota IVA delle ostriche al 22%

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Agrifish: Italia, Francia e Spagna firmano documento congiunto per sostenere il settore della pesca

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Agrifish: Italia, Francia e Spagna firmano documento congiunto per sostenere il settore della pesca – Nella riunione di ieri del Consiglio Agrifish, si è svolto un confronto costruttivo tra le delegazioni italiana, francese e spagnola, culminato nella presentazione di un documento congiunto volto a sostenere le marinerie europee in difficoltà. Il documento, illustrato dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida durante il punto stampa al termine del Consiglio, richiede una moratoria sulla riduzione dello sforzo di pesca per il 2025.
L’iniziativa riconosce i significativi sacrifici sostenuti dal settore negli ultimi anni, che hanno portato a una contrazione delle marinerie, minacciando la capacità di garantire una produzione alimentare sostenibile. Il documento sottolinea la necessità di un approccio equilibrato che tenga conto delle legittime esigenze di tutela ambientale e del mare, insieme agli altri due pilastri stabiliti dall’Unione Europea: il sostegno economico alle imprese e la garanzia di equità per i produttori.

“Abbiamo presentato un documento congiunto con Francia e Spagna perché crediamo fermamente che sia fondamentale unire le forze per difendere il settore della pesca, che è parte integrante della nostra identità alimentare e culturale. Senza un intervento deciso rischiamo di perdere un patrimonio inestimabile. La moratoria richiesta per il 2025 permetterà al settore di trovare un equilibrio tra sostenibilità ambientale e sviluppo economico, difendendo i sacrifici compiuti finora dalle nostre imprese e rilanciando le marinerie con nuove prospettive di crescita”, ha dichiarato il Ministro.

La proposta ha ricevuto ampio consenso, evidenziando l’importanza di un dialogo condiviso tra Stati membri accomunati da valori e obiettivi simili. “Questo tavolo di confronto dimostra che è possibile unire tutela ambientale, sostenibilità economica e salvaguardia del patrimonio produttivo europeo. L’impegno per una sovranità alimentare concreta si traduce, quindi, in misure che proteggano e rilancino gli asset produttivi, sostenendo le imprese e promuovendo uno sviluppo armonico”, ha aggiunto il Ministro.

Agrifish: Italia, Francia e Spagna firmano documento congiunto per sostenere il settore della pesca

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