Rivitalizzare le comunità costiere

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Rivitalizzare le comunità costiere – Negli ultimi anni, il Giappone ha avviato una strategia innovativa per rivitalizzare i propri borghi di pesca costieri, trasformandoli in hub di turismo marittimo. Questi sforzi, guidati dall’Agenzia giapponese per la pesca, sono una risposta alle difficoltà economiche causate dalla diminuzione delle risorse ittiche e dall’invecchiamento rapido della popolazione in molte di queste località costiere. Concentrandosi sulla promozione del turismo legato al mare e sulla diversificazione delle attività economiche, l’approccio giapponese rappresenta un modello interessante per l’Italia, dove condizioni socio-economiche simili minacciano il futuro delle comunità di pesca.

L’iniziativa giapponese, denominata “umigyo” o business marittimo, evidenzia l’importanza di integrare il turismo con le attività ittiche tradizionali. Dodici distretti, tra cui Suttsu, nella prefettura di Hokkaido, sono stati selezionati come aree pilota per questi progetti. Le iniziative mirano a creare infrastrutture turistiche sostenibili, come strutture per immersioni subacquee, esperienze di raccolta di alghe e crociere in barca, oltre a mercati del pesce e strutture ricettive. L’approccio non si limita a promuovere il turismo, ma favorisce anche collaborazioni con le cooperative di pesca locali, permettendo a turismo e pesca di coesistere in maniera equilibrata.

In molti di questi villaggi giapponesi, la dipendenza dalla pesca è diventata insostenibile a causa dell’aumento delle temperature marine e della conseguente migrazione delle specie ittiche. Le basse rese delle catture hanno aggravato le difficoltà economiche, causando una riduzione sia della popolazione che dell’industria. L’intervento del governo giapponese si concentra sul ripristino della vitalità economica, attirando le giovani generazioni in questi borghi grazie al turismo marittimo e alle attività di acquacoltura. Questi sforzi puntano a creare posti di lavoro, generare entrate attraverso esperienze legate ai prodotti ittici e preservare i legami culturali con il mare, modernizzando al contempo l’infrastruttura che sostiene le economie locali.

Anche l’Italia si trova di fronte a una realtà simile, in particolare nelle regioni meridionali e insulari, dove borghi di pesca un tempo fiorenti oggi affrontano il declino dovuto alla sovrappesca, ai cambiamenti climatici e alla concorrenza internazionale. In luoghi le pescherie tradizionali lottano contro una crisi che rispecchia quella giapponese. Le risorse ittiche sono diminuite e molti giovani italiani emigrano verso le città in cerca di opportunità lavorative più stabili, lasciando una forza lavoro sempre più anziana e ridotta.

La ricca storia costiera dell’Italia e il profondo legame tra le sue comunità e il mare offrono un contesto ideale per un cambio di rotta verso il turismo marittimo. Così come accade in Giappone, integrare il turismo nell’economia locale potrebbe portare nuova linfa vitale ai borghi di pesca italiani. Lo sviluppo dell’eco-turismo, di ristoranti specializzati in prodotti ittici e di esperienze dirette, come tour di pesca guidati e raccolta di alghe, potrebbe offrire diverse fonti di reddito. Strutture ricettive costiere e esperienze culinarie – incentrate sulle rinomate tradizioni gastronomiche italiane legate ai prodotti del mare – potrebbero aumentare sia il reddito locale che la conservazione culturale.

L’Italia potrebbe trarre ispirazione dalla ristrutturazione dei quadri giuridici del Giappone per sostenere queste iniziative. Rivedendo le leggi legate alla gestione portuale, l’Italia potrebbe sbloccare nuove opportunità economiche per le proprie comunità costiere, consentendo al turismo marittimo e alla pesca di prosperare insieme. Lo sviluppo di strutture condivise, le joint venture tra operatori turistici e cooperative di pesca e i programmi di formazione supportati dal governo getterebbero le basi per una sostenibilità a lungo termine.

Inoltre, l’integrazione delle nuove generazioni in questa economia marittima è essenziale. Programmi di formazione ed educazione incentrati sulle industrie del mare, sull’ospitalità e sull’acquacoltura sostenibile potrebbero essere fondamentali per attirare nuovi talenti nel settore. Le antiche tradizioni gastronomiche italiane, unite alla crescente domanda di esperienze turistiche autentiche e sostenibili, rendono questo cambiamento non solo fattibile, ma anche promettente.

Il modello giapponese offre spunti preziosi su come i borghi di pesca costieri italiani potrebbero reinventarsi. Abbracciando il turismo, promuovendo i prodotti ittici locali e sviluppando attività marittime eco-sostenibili, l’Italia può affrontare le sfide economiche e sociali che minacciano le sue comunità costiere. Questo cambiamento non solo rivitalizzerebbe questi borghi dal punto di vista economico, ma permetterebbe anche di preservare il loro ricco patrimonio culturale e marittimo per le generazioni future.

Rivitalizzare le comunità costiere

 

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Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: sulla pesca necesssario cambio rotta Ue

Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: sulla pesca necesssario cambio rotta Ue

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“Al di là delle iniziative positive del governo, servono alleanze programmatiche in Europa per evitare l’isolamento dell’Italia nelle politiche della pesca e imprimere una svolta, archiviando la strategia di Bruxelles che ha soltanto danneggiato il settore”.

E’ quanto ha sostenuto Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimetare, durante l’incontro tra il governo e le rappresentanze della categoria, nell’ambito del G7 Agricoltura, a Siracusa, alla presenza dei ministri dell’Agricoltura, Lollobrigida, dell’Ambiente, Pichetto Fratin, e del Lavoro, Calderone.

“La pesca è da anni in sofferenza – ha proseguito il numero uno dell’associazione del mondo cooperativistico –, a causa delle misure restrittive imposte dall’Ue e della scarsa attenzione ricevuta in passato dalla classe politica nazionale, che non ha posto alcun argine a provvedimenti che hanno penalizzato in modo particolare il nostro Paese, criminalizzando quasi l’attività e addossando alle imprese e ai lavoratori colpe non loro, per i problemi ambientali del mare, esigendo una riduzione delle catture fino al 40%, mentre per altri Paesi i tagli si sono fermati alla soglia del 12%.

Adesso quindi occorre innanzitutto un riequilibrio: il dialogo è possibile se l’Italia recupera i crediti vantati, con provvedimenti equitativi che pongano tutti sullo stesso piano. E’ necessario però cambiare completamente rotta. E’ impensabile, infatti, che si possa costruire una prospettiva per la filiera ittica con continue e progressive limitazioni alle giornate di pesca e ai prelievi. La risorsa naturale, la biodiversità si tutelano soltanto con la collaborazione dei pescatori, che sono i veri custodi del mare e considerano le specie ittiche un bene da preservare, perchè rappresentano il loro futuro.

I pescatori sono ormai stanchi delle vessazioni subite e delle innumerevoli difficoltà incontrate, rispetto alle quali soprattutto negli ultimi anni si sono sempre messi in gioco, puntando in maniera decisa sulla sostenibilità, che però non è soltanto ambientale, ma anche sociale ed economica e riguarda non soltanto gli addetti ai lavori. Ma le sorti della pesca interessano anche i cittadini e i consumatori, perchè se non si tutelano le marinerie italiane, sulle tavole delle famiglie rischiano di arrivare pesce e prodotti del mare che non offrono adeguate garanzie di qualità”.

“In una situazione simile – ha concluso Scognamiglio – è impossibile un ricambio generazionale. Attendiamo quindi risposte concrete, con misure strutturali sul piano nazionale. Non basta il fondo per le dismissioni delle vecchie imbarcazioni per creare opportunità e occupazione per i giovani. Servono incentivi veri e politiche di settore, insieme a un investimento sull’innovazione, per aumentare la resa. I ministri italiani però non possono essere lasciati da soli nella battaglia che va condotta in Europa. La politica deve assumersi le proprie responsabilità. Vanno determinate le condizioni per giungere alla massima coesione tra i Paesi del Mediterraneo, con l’obiettivo di delineare un nuovo percorso”.

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Agrifish. Possibilità di pesca per il 2024 e il 2025

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Agrifish. Possibilità di pesca per il 2024 e il 2025 – Il Consiglio “Agricoltura e Pesca” del 23 settembre 2024 ha visto la partecipazione dei ministri della pesca dei Paesi dell’UE per discutere argomenti chiave sulla gestione degli stock ittici condivisi e sulle prospettive per il 2025. Al centro del dibattito, le consultazioni con il Regno Unito e la Norvegia per coordinare la gestione delle risorse ittiche nei rispettivi bacini marittimi.

Dialogo con il Regno Unito: gestione degli stock ittici condivisi

Uno dei temi centrali dell’Afrifish ha riguardato il confronto con il Regno Unito sulla gestione di 81 stock ittici condivisi. Le consultazioni bilaterali, che si terranno tra ottobre e dicembre 2024, mirano a definire le modalità di pesca per l’anno successivo. La cooperazione tra UE e Regno Unito resta fondamentale per preservare la sostenibilità degli ecosistemi marini, soprattutto in vista delle opportunità di pesca per il 2025.

Consultazioni trilaterali con Norvegia e Regno Unito

In parallelo, il Consiglio ha avviato le discussioni sulle imminenti consultazioni con la Norvegia. Questo processo, previsto tra ottobre e dicembre, riguarderà lo scambio di quote e l’accesso alle acque, con l’obiettivo di armonizzare gli interessi economici e ambientali dei tre attori principali: UE, Norvegia e Regno Unito. La gestione degli stock ittici, in particolare quelli dell’Atlantico nord-orientale, rappresenta una priorità assoluta per garantire un equilibrio tra la sostenibilità delle risorse e le esigenze delle flotte europee.

Consultazioni annuali: focus sugli stock dell’Atlantico nord-orientale

Le consultazioni annuali con gli Stati costieri, previste per ottobre, determineranno i totali ammissibili di cattura (TAC) per specie di grande rilevanza commerciale, come sgombro, melù e aringa atlantico-scandinava. Queste decisioni influenzeranno le opportunità di pesca del 2025, fornendo un quadro strategico per la gestione delle risorse ittiche in un’area altamente competitiva.

Sostenibilità ambientale, economica e sociale

Uno dei pilastri del dibattito del Consiglio è stato il bilanciamento tra sostenibilità ambientale, economica e sociale. I ministri hanno fornito alla Commissione europea orientamenti per garantire che le trattative con il Regno Unito e la Norvegia tengano conto di questi tre aspetti. La salvaguardia degli ecosistemi marini deve infatti andare di pari passo con la tutela delle comunità costiere, che dipendono economicamente dal settore della pesca.

Opportunità di pesca e pareri scientifici

Il Consiglio ha valutato le proposte della Commissione europea per l’aggiornamento delle possibilità di pesca per il 2024 e il 2025. Questa proposta si basa su dati scientifici aggiornati e su analisi approfondite della sostenibilità delle risorse ittiche. Tra i temi più discussi, la situazione dell’acciuga nelle acque iberiche dell’Atlantico ha sollevato preoccupazioni, sottolineando l’importanza di un confronto tra i ministri per adottare le misure adeguate.

La posizione dell’Italia e il ruolo del Mediterraneo

Il ministro italiano Francesco Lollobrigida a margine dell’incontro ha evidenziato la “desertificazione delle marinerie” in Europa, con una particolare attenzione al Bel Paese. L’Italia ha subito una riduzione del 40% delle proprie marinerie, ben al di sopra della media europea del 18%.

La concorrenza di flotte extraeuropee, spesso non conformi alle normative dell’UE, rappresenta una minaccia per la sostenibilità del settore in Italia.

Lollobrigida ha sottolineato la necessità di politiche che proteggano la pesca mediterranea, mantenendo al contempo un equilibrio tra esigenze economiche e tutela ambientale.

L’Agrifish di ieri ha rappresentato un momento cruciale per la definizione delle strategie di gestione degli stock ittici del 2025. Le prossime consultazioni con Regno Unito, Norvegia e Stati costieri saranno decisive per trovare soluzioni equilibrate che garantiscano la sostenibilità delle risorse marine e il benessere economico delle comunità costiere europee, con un’attenzione particolare alle sfide del Mediterraneo.

Agrifish. Possibilità di pesca per il 2024 e il 2025

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Scognamiglio: su pesca necessario cambio rotta UE

Scognamiglio: su pesca necessario cambio rotta UE

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Scognamiglio: su pesca necessario cambio rotta UE – “Al di là delle iniziative positive del governo, servono alleanze programmatiche in Europa per evitare l’isolamento dell’Italia nelle politiche della pesca e imprimere una svolta, archiviando la strategia di Bruxelles che ha soltanto danneggiato il settore”. È quanto ha sostenuto Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di Unci AgroAlimetare, durante l’incontro tra il governo e le rappresentanze della categoria, nell’ambito del G7 Agricoltura e Pesca, a Siracusa, alla presenza dei ministri dell’Agricoltura, Lollobrigida, dell’Ambiente, Pichetto Fratin, e del Lavoro, Calderone.

“La pesca è da anni in sofferenza – ha proseguito il numero uno dell’associazione del mondo cooperativistico –, a causa delle misure restrittive imposte dall’Ue e della scarsa attenzione ricevuta in passato dalla classe politica nazionale, che non ha posto alcun argine a provvedimenti che hanno penalizzato in modo particolare il nostro Paese, criminalizzando quasi l’attività e addossando alle imprese e ai lavoratori colpe non loro, per i problemi ambientali del mare, esigendo una riduzione delle catture fino al 40%, mentre per altri Paesi i tagli si sono fermati alla soglia del 12%.
Adesso quindi occorre innanzitutto un riequilibrio: il dialogo è possibile se l’Italia recupera i crediti vantati, con provvedimenti equitativi che pongano tutti sullo stesso piano. È necessario però cambiare completamente rotta. E’ impensabile, infatti, che si possa costruire una prospettiva per la filiera ittica con continue e progressive limitazioni alle giornate di pesca e ai prelievi. La risorsa naturale, la biodiversità si tutelano soltanto con la collaborazione dei pescatori, che sono i veri custodi del mare e considerano le specie ittiche un bene da preservare, perchè rappresentano il loro futuro.
I pescatori sono ormai stanchi delle vessazioni subite e delle innumerevoli difficoltà incontrate, rispetto alle quali soprattutto negli ultimi anni si sono sempre messi in gioco, puntando in maniera decisa sulla sostenibilità, che però non è soltanto ambientale, ma anche sociale ed economica e riguarda non soltanto gli addetti ai lavori. Ma le sorti della pesca interessano anche i cittadini e i consumatori, perchè se non si tutelano le marinerie italiane, sulle tavole delle famiglie rischiano di arrivare pesce e prodotti del mare che non offrono adeguate garanzie di qualità”.

“In una situazione simile – ha concluso Scognamiglio – è impossibile un ricambio generazionale. Attendiamo quindi risposte concrete, con misure strutturali sul piano nazionale. Non basta il fondo per le dismissioni delle vecchie imbarcazioni per creare opportunità e occupazione per i giovani. Servono incentivi veri e politiche di settore, insieme a un investimento sull’innovazione, per aumentare la resa. I ministri italiani però non possono essere lasciati da soli nella battaglia che va condotta in Europa. La politica deve assumersi le proprie responsabilità. Vanno determinate le condizioni per giungere alla massima coesione tra i Paesi del Mediterraneo, con l’obiettivo di delineare un nuovo percorso”.

Scognamiglio: su pesca necessario cambio rotta UE

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Forum Risorsa Mare: il 25-26 settembre a Palermo la seconda edizione voluta dal Ministro Musumeci

Forum Risorsa Mare: il 25-26 settembre a Palermo la seconda edizione voluta dal Ministro Musumeci

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A Palermo, il 25-26 settembre, si svolgerà la seconda edizione del Forum Risorsa Mare, voluta dal Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare e realizzata da TEHA Group con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Verranno approfondite le direzioni da seguire per rafforzare il contributo del mare e degli asset collegati a questa risorsa per lo sviluppo del Paese.

“Il mare – spiega il ministro Musumeci – è diventato il protagonista nelle politiche del governo Meloni. Non solo come preziosa risorsa economica e come elemento essenziale della natura, ma anche come luogo strategico per la salvaguardia dei confini nazionali e degli equilibri internazionali. La città di Palermo -conclude-, nella sua nuova struttura portuale, ospiterà la due giorni voluta dalla Presidenza del Consiglio e affidata alla collaudata capacità organizzativa del Gruppo Ambrosetti.”

I protagonisti saranno esponenti del governo e della politica, del mondo imprenditoriale e militare, della scienza e della cultura.
Tra gli altri interventi quelli dei ministri Abodi, Bernini, Giuli, Lollobrigida, Musumeci, Pichetto Fratin, Santanchè, Tajani, Urso e del vice ministro Bignami.
Sarà trasmesso il video messaggio del presidente del consiglio Meloni.

Di seguito il programma della seconda edizione di “Risorsa Mare”.

Mercoledì, 25 settembre 2024

9.30 – 10 10 – 10.30

Arrivo dei partecipanti, registrazione e sistemazione in sala

Saluti istituzionali

Gaetano Galvagno (Presidente, Assemblea Regionale Siciliana) Roberto Lagalla (Sindaco di Palermo)

Introduzione dei lavori

Nello Musumeci (Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare)

La seconda edizione dell’iniziativa “Risorsa Mare”: temi, metodologia e protagonisti

Cetti Lauteta (Partner associato, TEHA Group) SPORT, NAUTICA E TURISMO DEL MARE

Modera: Maria Antonietta Spadorcia (Vice Direttore, TG2 – RAI)

Il campo sportivo del mare

Panagiotis Paschalakis (President & Founder, Safe Water Sports, Grecia)

Daniele Cassioli (Campione paralimpico di sci nautico;

Presidente, Real Eyes Sport) Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani)

I porti turistici come fattori di attrattività

Renato Marconi (Amministratore unico, Marinedì)
Erik Jakobsen (Partner and Chairman, Menon Economics, Norvegia)

Intervento di
Daniela Santanchè (Ministro del Turismo) videoconferenza

Mercoledì, 25 settembre 2024

11.50 – 12.40

LA FILIERA DELLA PESCA, TRA SFIDE DI CRESCITA E SOSTENIBILITÀ

Modera: Maria Antonietta Spadorcia (Vice Direttore, TG2 – RAI)

Intervento di:

Francesco Lollobrigida (Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste)

Cosa accade nel Mediterraneo

Paolo Marzio (Capo Reparto Pesca Marittima, Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera)

Le politiche nazionali per il settore

Luca De Carlo (Presidente della Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, Senato della Repubblica)

12,40 – 13

Modera Maria Antonietta Spadorcia (Vice Direttore, TG2 – RAI)

La Sicilia al centro del Mar Mediterraneo: visione strategica e investimenti portanti

Francesco Di Sarcina (Presidente, Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale)

Pasqualino Monti (Presidente, Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale)

Pranzo e visita alle navi delle Forze Armate.

Mercoledì, 25 settembre 2024

14.30 – 15.30

L’INDUSTRIA ITALIANA DEL MARE

Modera: Antonello Piraneo (Direttore, La Sicilia)

Intervento di Adolfo Urso (Ministro delle Imprese e del Made in Italy) videomessaggio

Tavola rotonda

Giovanni Acampora (Presidente, Assonautica Italiana)
Alberto Rossi (Segretario Generale, Assarmatori)
Luca Sisto (Direttore Generale, Confitarma)
Lorenzo Matacena (Amministratore Delegato, Gruppo Caronte & Tourist)

ECOSISTEMI DI ALTA FORMAZIONE E ISTITUTI NAUTICI: IL MARE HA BISOGNO DI COMPETENZE

Modera: Antonello Piraneo (Direttore, La Sicilia)

Tavola rotonda

Elena Martínez Carqués (Direttore, Instituto Social de la Marina, Spagna)

Gianpaolo Nardone (Comandante, Scuola Navale Militare “Francesco Morosini”, Venezia)

Alessandro Trivisonne (Direttore dei Corsi Allievi e Ufficiali, Accademia Navale, Livorno)

Andrea Tomaselli (Dirigente Scolastico, Istituto Nautico “Gioeni Trabia”, Palermo)

Intervento di Anna Maria Bernini (Ministro dell’Università e della Ricerca) videoconferenza

ISOLE MINORI

Modera: Antonello Piraneo (Direttore, La Sicilia)

Tavola rotonda

Juan Manuel Lafuente Mir (Consigliere del Mare e del Ciclo dell’Acqua, Governo delle Isole Baleari, Spagna)

Aldo Berlinguer (Presidente dell’Osservatorio sull’Insularità, Eurispes)
Maria Elena Martinotti (Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente, CNR)
Sergio Ortelli (Presidente, Associazione Nazionale Comuni Isole Minori – ANCIM)

Luigi Ferrara (Capo Dipartimento Casa Italia, Presidenza del Consiglio dei Ministri)

17,40 – 18,10 Trasferimento del Forum a bordo della Nave della Marina Militare Francesco Morosini

Modera: Antonello Piraneo (Direttore, La Sicilia)

Presentazione della Nave Francesco Morosini

Raffaele Martino (Comandante della Nave Francesco Morosini)

L’ITALIA HA PAURA DEL MARE?

Conversazione con

Francesco Maselli (Giornalista e scrittore; autore del Libro “L’Italia ha paura del mare”; Corrispondente dell’Italia, L’Opinion)

Tavola rotonda con le Forze Armate

Aurelio De Carolis (Comandante in Capo della Squadra navale, Marina Militare)

Edi Turco (Capo di Stato Maggiore del Comando Scuole, Aeronautica Militare)

Giuseppe Gerli (Comandante del Comando Aeronavale Centrale, Guardia di Finanza)

Giovanni Canu (Capo del Reparto Piani e Operazioni del Comando Generale, Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera)

Aperitivo a bordo della Nave Francesco Morosini.

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